Paul Léautaud

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Paul Léautaud nel 1920

Paul Léautaud (1872 – 1956), scrittore e critico teatrale francese.

Citazioni di Paul Léautaud[modifica]

  • Dio mi guardi dalla perfezione, il peggior genere letterario che esista.[1][2]
  • Gli uomini sono come i cani: quelli che non sono tenuti al guinzaglio sono spesso i più affezionati.[3]
  • Il difficile è arrivare agli 80 anni. Dopo non resta altro che lasciarsi vivere.[4]
  • Il vantaggio di essere scapoli sta nel fatto che, quando si vede una bella donna, non ci si deve rattristare di averne una brutta a casa.[5][2]
  • Niente insegna a scrivere bene quanto leggere cattivi scrittori.[6][2]
  • Tutti i popoli sono per la pace, nessun governo lo è.[6][2]
  • Uno scrittore che riceve un premio letterario è disonorato.
Un écrivain qui reçoit un prix littéraire est déshonoré.[7]

Diario letterario[modifica]

  • L'altro giorno mi domandavano: «Che cosa sta facendo? ― Mi diverto a invecchiare, risposi. È un'occupazione di tutti gli istanti».[8]
  • Perché esprimere le nostre opinioni? Domani le avremo cambiate.[2]
  • Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi.[2]

Note[modifica]

  1. Da Il piccolo amico.
  2. a b c d e f Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  3. Da Les Nouvelles Littéraires; citato in Selezione dal Reader's Digest, luglio 1974.
  4. Citato in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1972.
  5. Da L'amour.
  6. a b Da Propos d'un jour.
  7. (FR) Da Entretiens avec Robert Mallet, Gallimard, (FR) citato in Jérôme Duhamel, Le XXe siècle bête et méchant: esprit et mauvais esprit de 1900 à nos jours, Albin Michel, Parigi, FeniXX réédition numérique, 1999, p. 440. ISBN 9782402178785
  8. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X

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