Pelé

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Pelé nel 2008

Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento (1940 – 2022), calciatore e dirigente sportivo brasiliano.

Citazioni di Pelé[modifica]

  • [Su Mario Balotelli] È un centravanti vero, mi piace molto come gioca perché usa la sua fisicità per farsi spazio tra gli avversari. Il suo stile mi piace, mi ha impressionato la sua forza offensiva.[1]
  • Il razzismo va combattuto, ma oggi il calcio é un mix di razze, religioni, colori. Credo che gli episodi che si vedono dipendono più dalla situazione politica ed economica. È un problema sociale, una protesta contro gli amministratori politici che poi si scatena in aggressività.[2]
  • [Su Lev Jašin] L'ho incontrato in occasione della Coppa del Mondo 1958. In seguito ci siamo visti varie volte. È stato un grande portiere ed un uomo dalla grandissima generosità.[3]
  • La gente discute di Pelé e Maradona. Per me il migliore è stato Di Stefano.[4]
  • Maradona non è davvero un esempio per i giovani. Ha avuto la chance di ricevere un dono da Dio, quello di saper giocare a calcio. Nonostante la sua vita molto sregolata, c'è ancora gente disposta a dargli un lavoro. Se avessero un po' di coscienza, non lo farebbero più. Se non cambia, non avrà mai più un lavoro. È stato un grande giocatore, ma non è un esempio.[5]
  • Neymar è più forte di Messi, perché gioca bene sia di destro che di sinistro. Messi fa bene nel Barcellona, ma quando va in nazionale ha sempre problemi.[6]
  • Neymar può diventare anche più forte di me.[7]
  • Un rigore è un modo meschino di segnare.[8]

Citazioni su Pelé[modifica]

  • Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani... avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un'associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell'indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano... Non voglio mettermi a confronto con lui, l'ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche... ho avuto molte opportunità di incontrarlo... era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille. (Diego Armando Maradona)
  • Era l'anno dei mondiali quelli del '66 | la regina d'inghilterra era Pelé. (Antonello Venditti)
  • Fino al allora giocare con la dieci era giocare con la dieci. Due ore dopo, alla fine della prima partita di Pelé con la maglia verdeoro, giocare con la dieci sarà giocare CON la dieci! E ancora oggi il dieci è il numero del calcio. (Federico Buffa racconta Storie Mondiali)
  • Il calcio brasiliano, sempre bello e spumeggiante, è riuscito con Pelé a far diventare vincenti tutte queste proprietà visive. Se dovessi scegliere una sua qualità, non saprei quale indicare; se dovessi trovargli un difetto, non potrei. Talento, più tecnica, più coraggio, più espressività fisica di un corpo dai movimenti allegri, più la passione per il gioco, eredità culturale di un paese che ama il calcio come il Brasile. (Jorge Valdano)
  • La domanda è se si possa celebrare la vita e la morte di Pelè senza che ogni volta arrivino frotte di partenopei a rompere i coglioni con Maradona. (Filippo Facci)
  • Maradona bene, Pelé meglio, George il migliore.[9]
Maradona – good. Pelé – better. George – Best. (slogan)
  • [In risposta a Pelé, chi lo definì «mal esempio» nel 2009] Non so, egli debuttò con un ragazzo, quindi non so cosa è buon esempio o mal esempio. (Diego Armando Maradona)
  • Maradona ha rovinato la sua immagine e la sua vita perché non aveva sufficienti strumenti culturali. Pelé, nato nella stessa povertà, è stato capace di continuare la carriera nel calcio proprio perché aveva qualche forza culturale in più. (Sergio Chiamparino)
  • Meglio Pelè o Diego Armando Maradona? È stato più grande il brasiliano, perché ha avuto un tratto umano migliore. Maradona ha affrontato da grandissimo un calcio più difficile, quello europeo, ma Pelè è stato superiore umanamente. (Massimo Marianella)
  • Mi no credevo che un omo podessi far questo. (Nereo Rocco)
  • Pelé, leggenda vivente, nasce in Brasile ma è universale. [...] Il suo corpo si muoveva a tempo con un ritmo atavico e negro, che si adattava armoniosamente al movimento capriccioso della sfera. Le sue qualità muscolari gli permettevano di compiere qualsiasi prodezza; non sapremo mai, per esempio, se Pelé saliva dalla terra o scendeva dal cielo per colpire il pallone in piena fronte con il portiere come vittima e la rete come destinazione finale. Un'altra possibilità era che addomesticasse il pallone con il petto, atterrasse con i piedi a terra, e solo dopo aver atteso un paio di secondi, scegliesse un angolo dove segnare il gol. Sappiamo, questo sì, che il pallone era dalla sua parte, che esisteva un patto di mutua lealtà, di obbedienza. (Jorge Valdano)
Pelè nel 1962
  • Pelé era così bravo che non veniva neanche voglia di picchiarlo. E poi quella volta lì, a Milano, [riferito a un Italia-Brasile del 1963] aveva una caviglia in disordine. Ma doveva giocare. La tariffa del Santos era: 50mila dollari con Pelé dall'inizio, 10mila senza Pelé. (Giovanni Trapattoni)
  • Pelé lasciamolo da parte. È di un altro mondo: aveva destro, sinistro e una gran testa, in tutti i sensi. E aveva anche una specie di fluido magico proprio dei grandi campioni: la palla tornava sempre a lui, non si sa come. (Dirceu)
  • Pelé? Quello che io faccio con le mani lui lo faceva coi piedi. (Tarcisio Burgnich)
  • Pelè vede il gioco suo e dei compagni: lascia duettare in affondo chi assume l'iniziativa dell'attacco e, scattando a fior d'erba, arriva a concludere. Mettete tutti gli assi che conoscete in negativo, poneteli uno sull'altro: stampate: esce una faccia nera, non cafra: un par di cosce ipertrofiche e un tronco nel quale stanno due polmoni e un cuore perfetti: è Pelè. Ma ce ne vogliono molti, di assi che conoscete, per fare quel mostro di coordinazione, velocità, potenza, ritmo, sincronismo, scioltezza e precisione. (Gianni Brera)
  • Se io fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé. (George Best)
  • Si può dire che Maradona, Pelè e Di Stefano equivalgano a Bach, Mozart e Beethoven. Sono i fuori categoria. Dopo di che si può tranquillamente parlare di calciatori bravi, anzi bravissimi: Causio, Tardelli, Maldini, Riva. (Rino Marchesi)
  • Tanti ma se devo fare una classifica dubbi non ne ho: Pelé è stato il più grande giocatore di tutti i tempi. Inimitabile. Fortissimo di piede e di testa. Classe e fisico. Corsa e resistenza. Sostanza e fantasia. Che roba, ragazzi. A quei tempi capitava di incontrarlo in amichevole perché Inter e Santos erano il massimo e in tanti pagavano il biglietto per vederle. Lo incrociai anche con la Nazionale. Pelé aveva molta simpatia per me, avevamo un buon rapporto, era simpatico, sempre sorridente. Della mia epoca, il più grande calciatore con cui mi sia confrontato. E non credete a chi dice che avrebbe fatto male in Europa: uno così fa bene ovunque. (Mario Corso)
  • [«Se un giovane le chiede "Dimmi chi era Pelé", lei che cosa risponde?»] Un fenomeno baciato da Dio. Maradona era bravo, ma Pelé era più completo: usava destro e sinistro allo stesso modo, in velocità, aveva tutti i colpi e segnava anche in acrobazia. (José Altafini)

Gianni Mura[modifica]

  • A guardarlo infagottato nella tuta Pelé non aveva nulla di speciale, né i muscoli né la statura. In campo sapeva fare tutto, per scienza infusa. Nessuno gli aveva insegnato nulla.
  • Non capitava spesso, in Italia, di veder giocare Pelé. Non c'erano tutte le tv di oggi. In genere, bisognava aspettare i mondiali. Basiamoci su '58 e '70, Pelé è sempre uguale. Tecnica meravigliosa, velocità, dribbling. Forte coi due piedi, forte di testa, forse sarebbe stato bravo anche come portiere (ruolo scelto da suo figlio). Ugualmente abile nella conclusione come nell'assist e di un'intelligenza calcistica totale: sapeva sempre quello che bisognava fare, e lo faceva meglio degli altri. In Brasile il suo nome compare in più di cento canzoni (in Italia, in una del Quartetto Cetra).
  • Pelé è sempre stato nero e mai nessuno si è permesso di fare il verso delle scimmie, quando giocava lui, né di trattarlo male per il colore che aveva e che ha. Nel 1977 l'Onu gli ha conferito il titolo di Cittadino del mondo. Pelé è stato e continua a essere il calcio.
  • Pelé sarebbe certamente venuto a giocare per una squadra italiana (Juve, Milan o Inter, di qui non si scappa) se il governo brasiliano non l'avesse definito patrimonio nazionale vietandone l'esportazione. Lui non aveva ancora 20 anni. Ed è un simbolo da più di 40. Chi ama il calcio ama Pelé, per quello che ha fatto e per come s'è conservato. Disponibile, simpatico, molto alla mano, esattamente come quando giocava.

Note[modifica]

  1. Citato in Neymar: "Balotelli ha un grande talento. Vorrei diventare suo amico", Gazzetta.it, 12 giugno 2013.
  2. Dall'intervista di Corrado Chiominto; citato in Pelè:Totti il più forte ma sfortunato (Ansa), WallStretItalia.com, 4 gennaio 2006.
  3. Citato in Campione in campo e nella vita, Uefa.com.
  4. Citato in "Maradona? Di testa segnava solo di mano...", Repubblica.it, 17 settembre 2009.
  5. Citato in Pelè attacca Maradona: "Se non cambia non lavora", Gazzetta.it, 15 ottobre 2010.
  6. Citato in Il blob del 2011. Le migliori frasi, Gazzetta.it, 31 dicembre 2011.
  7. Citato in Next Generation: Neymar. Il bimbo prodigio è cresciuto, Gazzetta.it, 5 agosto 2009.
  8. Citato in Stephen Foster, (a cura di) Luca Serafini, Il libro delle liste sul calcio. Per chi crede di sapere tutto, traduzione di F. Rizzo, Sperling & Kupfer Editori, 2006. ISBN 8820040816
  9. Si tratta di un gioco di parole: il cognome del calciatore "Best" in inglese significa "il migliore".

Film[modifica]

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