Pier Paolo Vergerio il vecchio

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Pier Paolo Vergerio il vecchio (1370 – 1444), umanista e pedagogista italiano.

De ingenuis moribus[modifica]

  • A chi ha nobile ingegno, e soprattutto a chi deve impegnarsi in attività sociali ed in funzioni di governo, conviene conoscere la storia e la filosofia.
  • Che mai vi può essere di più bello dello scrivere e del leggere? e conoscer le cose del mondo antico, e parlare con coloro che nasceranno un giorno, e far nostro ogni tempo, e passato e futuro?[1]
  • Come le arti non liberali si propongono come fine il guadagno e il piacere, così le arti degne di un uomo libero aspirano alla virtù e alla gloria.
  • Il frutto delle lettere è sempre importante, in qualunque condizione di vita e per qualunque popolo.
  • La condizione più importante di un ingegno liberale consiste nello svegliarsi e nell'accendersi all'amore della lode e della gloria, donde scaturiscono una tal quale invidia generosa ed una gara, ma senz'odio per ottenere il plauso e la virtù.
  • Quando siamo soli, liberi da ogni altro pensiero, che cosa potremmo fare di meglio se non immergerci nei libri, dove sono tante cose interessantissime da sapersi, o efficacissime per una vita virtuosa e santa?

Citazioni su Pier Paolo Vergerio il vecchio[modifica]

  • Fra i cultori e professori di filosofia delle università di Padova e Bologna del secolo decimoquarto, a parlar sinceramente, appena vi ha chi meriti speciale menzione, quando se ne tragga P. Paulo Vergerio il vecchio. (Girolamo Tiraboschi)
  • Servì principi imperadori e pontefici; vergogna loro e disgrazia sua tanta povertà con tanto sapere. (Apostolo Zeno)

Note[modifica]

  1. Citato in Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, Filosofia e vita civile nel Rinascimento, Edizione speciale per Il Giornale, Biblioteca Storica, Società Europea di Edizioni, p. 99. ISBN 771124883725

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