Piero Buscaroli

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Piero Buscaroli (1930 – 2016), giornalista e critico musicale italiano.

Citazioni di Piero Buscaroli[modifica]

  • [Su Henry de Montherlant] Adepto di potenze perdute, di bellezze spente, il suo regno non esisteva più su questo mondo.[1]
  • Custine ha avuto il paradossale favore di un presente che si è venuto modellando sulle sue più nere visioni. (dall'introduzione a Astolphe de Custine, Lettere dalla Russia, Fogola, Torino[2])
  • [Su Vincenzo Cardarelli] Era uno zingaro abbandonato che scopriva dentro di sé i ritmi classici, e d'intorno gli echi dissolti degli antichi imperi.[3]
  • [Su Mario Praz] Ignorato dalla critica militante e dimenticaticato dalle giurie dei premi, [...] antidemocratico d'istinto, il conflitto fascismo-antifascismo non lo riguardava [...] il principe dei saggisti si disperava per l'ostilità della critica.[4]
  • L'arte cattura l'effimero piacere della gola, lo perpetua e sublima. [5]
  • Senza un linguaggio organizzato e maturo, nessun genio, per quanto dotato, riuscirà mai a diventare un grande artista. Così come nessun linguaggio, senza esprimersi in una natura superiormente dotata, riuscirà mai ad elevarsi a valori universali.[6]

La morte di Mozart[modifica]

  • Morì il povero Salieri, il 7 maggio 1825. Dopo due tentativi di tagliarsi la gola, due infermieri lo sorvegliarono notte e giorno, fino a che la morte lo colse, completamente demente. Quale che fosse la verità sulle piccole o grandi «cabale» da lui ordite contro Mozart (che, in questo tema, era almeno altrettanto vivace) la lurida leggenda che al suo nome si apprese fu una punizione immeritata, in cui finì col compendiarsi, quasi una vendetta riassuntiva e simbolica, la rivalsa dei musicisti tedeschi contro la soggezione in cui gli italiani li avevano tenuti per due secoli. (cap. XIII, p. 219)
  • Su questo soggetto [la causa della morte di Mozart] mutai più volte opinioni in un quarantennio: come un inquisitore scontento, ho esplorato tutte le ipotesi dell'avvelenamento: non certamente la più celebre, quella che l'attribuisce al povero Salieri. Roccaforte della mia certezza e del disgusto per l'autore russo [Puškin], che inventò l'accusa in sede letteraria[7], la certezza di Beethoven: non avrebbe mai dedicato a Salieri le tre Sonate dell'Op. 12, se la più pallida ombra avesse sfiorato il passato del vecchio, ormai svanito. Sono, anzi, sicuro, che quella dedica fu un gesto di meditata rampogna contro gli inventori dell'accusa. (cap. XXI, p. 344)
  • Diceva Prezzolini che fin quando non vi si fosse imparato a ridere della massoneria, invece di temerla, L'Italia non sarebbe stata nazione rispettabile. (cap. XXI, p. 344)
  • Mozart morì di causa naturale: di più cause naturali combinate insieme: una malformazione congenita del tratto uretrale o renale; una epidemia diffusa a Vienna; l'eccesso dei salassi prescritti dai medici. Anche il padre di Hölderlin fu ucciso, in quell'età, da questo autentico flagello terapeutico che tolse dal mondo migliaia di malati non gravi. (cap. XXI, p. 346)

Citazioni su Piero Buscaroli[modifica]

  • Buscaroli non è un "musicologo" professionista. È un vero storico, possiede quindi profondità e ampiezza di visione che all'altro manca quasi sempre; e ha una cultura generale, una conoscenza del mondo classico, una preparazione specialistica sull'arte figurativa e l'iconologia che pochi possono vantare. Eppure non lavora costruendo il "grande affresco", metodo che ti rende inevitabile il grande, talora il fatale, errore. Con pazienza rabbiosa rilegge le sterminate fonti. (Paolo Isotta)
  • È stata mai fatta un'antologia di ciò che gli stranieri hanno pensato degl'italiani attraverso i secoli, e di ciò che pensano oggi? Non mi risulta, e non vedo d'altronde persone che potrebbero meglio farla d'un Giuseppe Prezzolini o di un Piero Buscaroli, il cui recente scritto "Perché gli italiani sono antipatici" mi sembra sufficiente arra di buon successo in una tale ricerca. (Mario Praz)
  • Moralista, esaltatore delle virtù civiche e guerriere, conservatore, bastiancontrario, Buscaroli non concede nulla alle ideologie del progresso e alla sociologia dei salotti. (Mario Cervi)

Note[modifica]

  1. Dall'introduzione a Henry de Montherlant, La guerra civile, Torino, Fògola, 1976, p.10.
  2. Citato in Lia Wainstein, Un reazionario nella Russia '800, La Stampa, 12 novembre 1977.
  3. Da Le agonie di Cardarelli, in Maestri, amici; Una nazione in coma. Dal 1793, due secoli., Minerva Edizioni, Bologna, 2013, p. 311.
  4. Da Mario Praz; in Maestri, amici, Una nazione in coma. Dal 1793, due secoli., Minerva Edizioni, Bologna, 2013, pp. 349-50.
  5. Da La vista l'udito la memoria : Scritti d'arte, di musica, di storia, Fògola, Torino, 1987, p. 57.
  6. Da «La perfection de la musique», in La vista l'udito la memoria : Scritti d'arte, di musica, di storia, Fògola, Torino, 1987 p. 177.
  7. Nel 1830 Puškin scrisse il dramma in versi Mozart e Salieri, precedentemente intitolato Invidia.

Bibliografia[modifica]

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