Giovanni Crisostomo

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Giovanni Crisostomo

San Giovanni Crisostomo o d'Antiochia (344/354 – 407), arcivescovo e teologo romano.

Citazioni di Giovanni Crisostomo[modifica]

  • Dio assegnò a ciascun sesso le sue funzioni, cosicché la parte più utile e più necessaria toccasse all'uomo, e la minore e inferiore alla femmina; e quegli divenisse degno d'onore per il ruolo suo eminente, questa invece per gli uffici suoi più vili non pensasse ad alzare la cresta contro il coniuge.[1]
  • È tempo di passare al desiderio della carne. Come riusciremo a incatenare questa belva? Quale freno le imporremo? Non ne conosco altro se non l'inferno.[2]
  • È veramente un gran bene la tribolazione. Non possiamo conseguire il regno eterno in altro modo che attraverso la croce.[3]
  • Il mio e il tuo sono pure e semplici parole: non hanno un fondamento reale.[4]
  • La virtù dell'umiltà è necessaria massimamente a coloro che sono costituiti in dignità, perché più facilmente sono esposti alla superbia. Questa virtù è il fondamento di tutta la vita cristiana.[3]
  • Nessuno può renderci infelici se non noi stessi.[5]
  • Non ci sarebbero più pagani, se ci comportassimo da veri cristiani.[6]
  • Paolo esalta [nella Lettera ai Romani, cap. 16, v. 6] e addita a esempio una donna, e di nuovo noi uomini siamo sommersi dalla vergogna! O meglio, non solo siamo sommersi dalla vergogna, ma siamo anche onorati. Siamo onorati, infatti, perché abbiamo con noi donne del genere; ma siamo sommersi dalla vergogna, perché siamo molto indietro al loro confronto.[7]
  • Perciò ti dico che costoro [i sodomiti] sono anche peggio degli omicidi e sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo.[8]
  • Possiamo dirci perfetti quando non diamo nessuna occasione cattiva agli uomini e ci studiamo di conservarci senza peccato al cospetto di Dio.[3]
  • Quanto è degno di lacrime quello che avviene ai nostri giorni! Gli apostoli ebbero sofferenze ovunque. Noi passiamo i giorni nei sollazzi umani dove troviamo la nostra rovina. Mentre dappertutto cerchiamo la nostra quiete, non vogliamo sostenere per Cristo gl'insulti, i motteggi.[3]
  • [Paolo si separa da Barnaba] Questa separazione, anzi che esserci di scandalo, può, per l'opposto, servirci di grande edificazione... Volesse Iddio che tutte le separazioni seguissero in siffatta guisa e non avessero per fine se non la gloria di Dio e la salute dei fedeli![3]
  • Se un grande della terra va a visitarli, allora si fa principalmente sentire il nulla di tutto ciò che il mondo presenta di più magnifico. Colà vedreste un semplice anacoreto, avvezzo a smovere la gleba, ignorante di tutte le cose del secolo, assise su d'una zolla, accanto di un generale gonfio del suo potere e del comando sopra un grand'esercito. Dalla bocca del solitario non escono vili adulazioni, ma salutari consigli, ma sublimi discorsi, che non blandiscono l'orgoglio, e che riusciranno profittevoli a colui che gli ascolta, almeno per tutto il tempo in cui rimarrà in quel santo consorzio: ne uscirà sublimato anch'egli dai grandi pensieri esposti a' suoi orecchi; ma ahi! rientrerà bentosto nella bassezza delle mondane sue idee. Per que' pii solitarii i nomi dei grandi, dei principi della terra non sono che parole vuote di senso; rìdono del loro fasto e della loro magnificenza, come noi ridiamo di que' fanciulli che fanno da re nei loro trastulli.[9]
  • Sicuramente noi dobbiamo mostrare dolcezza e gentilezza verso gli animali e per varie ragioni, e questo soprattutto perché essi hanno la nostra stessa origine.[10]
  • Tacciano quelli che rigettano il matrimonio, e quelli che lo stimano più di quanto convenga; poiché S. Paolo con le sue parole impone silenzio e agli uni e agli altri. È buona cosa il matrimonio, purché contenga gli sposi nel dovere della temperatura. È buono, perché aiuta il pericolante e lo sostiene. Ma sarà forse di aiuto a colui che già sa stare in piedi? No, in questo caso, né è utile, né è necessario: anzi è impedimento alla virtù, non perché circondato da molti pericoli, ma perché toglie l'onore di una speciale corona.[3]
  • Vuoi onorare il corpo di Cristo? Dopo averlo onorato in chiesa, non disprezzarlo quando è coperto di stracci fuori della porta della chiesa. Colui che ha detto "questo è il mio corpo" ha detto anche "questa è la mia fame". Che importa che la mensa del Signore scintilli di calici d'oro, mentre lui muore di fame? Che senso ha offrirgli porpora e oro, e rifiutargli un bicchiere d'acqua? Rendi bella la casa del Signore, ma non disprezzare il mendicante, perché il tempio di carne di questo fratello è più prezioso del tempio di pietre.[11]

Attribuite[modifica]

  • Che cos'altro è la donna se non la nemica dell'amicizia, la pena da cui non si può sfuggire, il male necessario, la tentazione naturale, la calamità desiderabile, il pericolo domestico, il danno dilettevole, il male di natura, dipinti a tinte vivaci?
La citazione è attribuita a Giovanni Crisostomo nel Malleus Maleficarum, parte I, questione VI, dove in un passo gli autori fanno riferimento al Commento di Crisostomo a Matteo 19.[12] Nel commento di Crisostomo a Matteo 19 non c'è niente di assimilabile alla citazione riportata.[13]

Commento alle lettere di s. Paolo ai Colossesi[modifica]

  • Ecco l'astuzia satanica, ecco, l'inganno diabolico: nascondere l'errore e porgere, nel miele, il veleno!
  • L'uso degli amuleti è idolatria bella e buona anche se quelli che li trafficano vi fan sopra mille ragionamenti. [...] Dimmi se il dottore venisse a visitarci e, trascurando le medicine, pronunciasse formule magiche, lo diremmo davvero medico?
  • Se già tra i mali corporei il più grande nasconde il più piccolo, quanto più nell'anima un timore scaccia l'altro timore ed un dolore un altro dolore

[AAVV, La teologia dei Padri, III, Città Nuova, Roma, 1982]

Commento alle lettere di s. Paolo ai Corinti[modifica]

  • Chi è amato, infatti, si muove a suo piacimento nell'intimo del cuore che lo ama.
  • Come si spiega allora che tutti costoro [gli apostoli], quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi giudici, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero?
  • Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana.
  • Fin dalla più tenera età premunite i bambini con armi spirituali, e insegnate loro a segnare la fronte con la mano.
  • I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio.
  • Il nostro cuore si è tutto aperto per voi (2Cor 6,11). Come il calore, così l'amore ha la prerogativa di dilatare, è, infatti, una virtù ardente e impetuosa.
  • La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell'apporto di uomini poco dotati.
  • Molti hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l'effetto contrario. Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente. I nemici invece sono periti e caduti in rovina. Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l'hanno potuto vincere.

[Giovanni Crisostomo, Commento alle lettere di s. Paolo ai Corinti, traduzione di Cecilia Tirone, Cantagalli, Siena, 1962]

Omelie[modifica]

  • Cristo è con me, di chi avrò paura? Anche se si alzano contro di me i cavalloni di tutti i mari o il furore dei principi, tutto questo per me vale di meno di semplici ragnatele.
  • Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno ridere. Non temo la povertà, non bramo ricchezze non temo la morte, né desidero vivere, se non per il vostro bene. È per questo motivo che ricordo le vicende attuali e vi prego di non perdere la fiducia.
  • Il raggio solare può recarmi qualcosa di più giocondo della vostra carità? Il raggio mi è utile nella vita presente, ma la vostra carità mi intreccia la corona per la vita futura.
  • Per prevenire l'eresia degli eretici, negatori della sua vera umanità, Gesù Cristo volle assoggettarsi alle nostre miserie; volle sentire la fame, la sete, la stanchezza; vicino a morire, dimostrò ripugnanza ed ambascia. Volle, insomma, soffrire da uomo, per convincerci che egli era anche vero uomo.
  • S'innalzino pure le onde, non potranno affondare la navicella di Gesù.

[AAVV, Liturgia horarum iuxta ritum Romanum, Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972]

Sul Vangelo di Matteo[modifica]

  • A nulla giova la prudenza senza la semplicità.
  • Abbiamo indicato cinque vie di riconciliazione con Dio. La prima è la condanna dei propri peccati. La seconda è il perdono delle offese. La terza consiste nella preghiera, la quarta nell'elemosina e la quinta nell'umiltà.
  • Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell'aiuto del pastore.
  • La fede è come il capo e la radice. Conservando questa, anche se perderai tutto, riconquisterai ogni cosa con maggiore solamente semplici o solamente prudenti, ma unisce queste due qualità, in modo che diventino virtù.
  • Se condanni le tue colpe sarai più cauto nel ricadervi.

[AAVV, Liturgia horarum iuxta ritum Romanum, Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972]

Predica di capodanno[modifica]

  • Chi si è persuaso che i giorno possano essere buoni o cattivi, nel giorno cattivo non si curerà di compiere opere buone quasi fosse vano [..], nel giorno buono, si comporterà allo stesso modo, come se la sua indolenza non gli potesse recar nessun danno, trattandosi di un giorno fortunato.
  • È una pazzia estrema, per un solo giorno fortunato, aspettarsi che tutto l'anno sia tale.
  • Il giorno è buono o cattivo non per natura sua – un giorno infatti non differisce da un altro giorno – ma per la nostra negligenza o la nostra neghittosità.
  • Tutto l'anno sarà per te fausto, non se a capodanno ti ubriacherai, ma se a capodanno ed in ciascun altro giorno farai ciò che piace a Dio.

[AAVV, La teologia dei Padri, III, Città Nuova, Roma, 1982]

Citazioni su Giovanni Crisostomo[modifica]

  • L'amore per i poveri e l'impegno concreto resero il Crisostomo famosissimo nell'antichità e nel medioevo bizantino, tanto da essere considerato come uno dei Padri della Chiesa d'oriente. (Claudio Moreschini)
  • L'attività letteraria del Crisostomo fu sterminata, ma più ampia che profonda. Dotato per natura del dono della parola e della comunicazione, fece dell'omelia lo strumento privilegiato per manifestare il proprio pensiero. (Claudio Moreschini)
  • Leggete ciò che fu scritto da quei magnanimi contro i tristi Cesari dei loro tempi; leggete i discorsi con cui il divino Crisostomo fulminava una stolta e profana imperatrice [Eudossia], e quelli del grande Ilario [vescovo di Poitiers] contro un imperatore eretico e persecutore dei Cristiani. (Vincenzo Gioberti)
  • Sapientissimo e ispirato araldo dell'amore e della solidarietà. (Gennadios Zervós)
  • Trovasi in lui uno squisito giudizio, nobili imagini, una morale dolce e amabile. (Fénelon)

Note[modifica]

  1. Da Quales ducendae sint uxorem, 4.
  2. Da Educazione dei figli.
  3. a b c d e f Citato in San Paolo per ogni giorno dell'anno, prefazione di M. Alberione, Pia Società San Paolo, 1942.
  4. Citato in Ermes Ronchi, Il canto del pane, Edizioni San Paolo, 2006, p. 83.
  5. Da Omelie al popolo di Antiochia, XVIII, 4. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  6. Da In Ep. ad Tim. 3, hom. 10. Citato in Francesco Gioia, La grazia e le grazie, Messaggero di San'Antonio, febbraio 2010, p. 8.
  7. Citato in Romano Penna, Il femminismo di san Paolo, Osservatore Romano.va, 1º dicembre 2018.
  8. Da Commentario sull'epistola ai Romani, Omelia 4.
  9. Citato in Cesare Cantù, Sant'Atanasio, Biografie per corredo alla storia universale, vol. I, pp. 502-503.
  10. Citato in Andrew Linzey, Teologia animale, traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 11. ISBN 978-88-87947-01-4
  11. Citato da Ermes Ronchi in Le ragioni della speranza, Rai Uno, 26 settembre 2010.  Fonte migliore? Fonte migliore?
  12. Wherefore S. John Chrysostom says on the text, It is not good to marry (S. Matthew xix): What else is woman but a foe to friendship, an unescapable punishment, a necessary evil, a natural temptation, a desirable calamity, a domestic danger, a delectable detriment, an evil of nature, painted with fair colours! ( Cfr. Concerning Witches who copulate with Devils. Why is it that Women are chiefly addicted to Evil superstitions?, Sacred-texts.com).
    Testo originale latino: Hinc Chrysost. super Matthaeum 19. Non expedit nubere. Quid aliud est mulier nisi Amicitiae inimica, ineffugabilis poena, necessarium malum, naturalis tentatio, desiderabilis calamitas, domesticum periculum, delectabile detrimentum, malum naturae, bono colore depicta. ( Cfr. edizione del 1580 dalla Cornell Digital Library).
  13. Cfr. Commento a Matteo 19.

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