Renzo Titone

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Renzo Titone (1925 – 2013), psicologo e pedagogista italiano.

Claparède[modifica]

Incipit[modifica]

Nella vecchia casa paterna, da lui abitata fino alla morte, Edoardo Claparède vide la luce il 24 marzo 1873. Il padre era pastore della chiesa protestante di Ginevra, come già lo era stato il nonno. Ma alla nascita di Edoardo egli aveva lasciato la parrocchia per dedicarsi interamente a lavori riguardanti la storia del protestantesimo. Come il padre, anche la madre era una donna sinceramente religiosa, modesta, buona e di temperamento mite.

Citazioni[modifica]

  • In base ad un concetto, o, piuttosto, ad un pregiudizio – che perdura tuttora, e in Italia più che altrove –, egli pensò che la migliore preparazione allo studio psicologico gli doveva venire dalla medicina. (p. 13)
  • Saranno i suoi studi di neurologia, che gli apriranno infine la porta della psicologia propriamente detta. (p. 13)
  • Non si può parlar di evoluzione ideologica nei riguardi di Claparède, ma piuttosto di maturazione e di soddisfazione, rapida e uniforme, in una visione-base, che ne dominerà il pensiero e la vita incontrastatamente. (p. 29)
  • L'itinerario mentale seguito dal Claparède nel giungere a rigettare le strettoie dell'Associassionismo meccanicistico è simile a quello percorso da Dewey e dai primi funzionalisti d'oltreoceano. Criticando, infatti, il concetto meccanico di «arco riflesso», essi partivano dall'esigenza di unificare il dinamismo psichico ponendo dei nessi vitali, delle relazioni «funzionali» tra le varie attività psichiche. (p. 31)
  • Gli associazionisti considerano come fatto psichico fondamentale e irriducibile la sensazione, e la traccia conseguente, l'immagine (idea). Tutti gli altri fatti di coscienza sono composizioni sensoriali. (p. 34)
  • La psicologia classica concepiva la coscienza come coestensiva a tutta la vita psichica e presente dovunque ci fosse un contatto conoscitivo del soggetto con la realtà. Claparède, al contrario, affermò energicamente che la coscienza ha essenzialmente una funzione di adattamento, e, fin tanto che tale funzione non si rende necessaria, la coscienza non si fa attuale. (p. 39)
  • In Claparède, il concetto funzionale di coscienza, e in particolare dell'atto percettivo, è sviluppato in espresso antagonismo contro la interpretazione associazionistica, che la riduceva ad una somma di sensazioni.
  • L'analisi dei fattori psicologici del comportamento condusse il Claparède, a studiare non solo gli elementi interni della dinamogenesi («ressorts») ma anche quelli relativi alla «exécution» dei modi di condotta. (p. 79)

Bibliografia[modifica]

  • Renzo Titone, Claparède, La Scuola Editrice, Brescia 1958.