Sacro

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Citazioni sul sacro.

  • C'è nell'intimo di ogni essere umano, dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l'esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che si aspetta invincibilmente che gli si faccia del bene e non del male. È questo, prima di tutto, che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l'unica fonte del sacro. (Simone Weil)
  • Chi parla così, parla sotto l'influsso di un pregiudizio determinato dalle passioni, oppure teme a tal punto di essere confutato dai filosofi e di essere quindi esposto alla pubblica derisione, da cercar rifugio nell'ambito del sacro. (Baruch Spinoza)
  • Il sacro è l'agitazione prodiga della vita che, per durare, l'ordine delle cose incatena, e che l'incatenamento tramuta in scatenamento, in altri termini in violenza. (Georges Bataille)
  • Il sacro è l'esperienza trascendentale del mistero. (Francesco Grisi)
  • La grandezza dell'Occidente è consistita nel non espellere il sacro dal suo orizzonte. Ha imparato a tenerlo a bada senza scacciarlo. Si è creata così una tensione fra i due poli – cioè fra il sacro e la politica – che ha reso possibile la resistenza agli abusi stessi del potere. E ha permesso tra l'altro la nascita di un terzo potere: il potere economico. La modernità si è sviluppata grazie alla fibrillazione di questi tre poli. (Paolo Prodi)
  • La sola resistenza alla dissoluzione dell'umano nel meccanismo dell'artificialità virtuale, capace di autoprodursi senza alcuna mediazione esterna. In questa dissoluzione si compie il destino dell'Occidente nel suo inesorabile tramonto. Solo il limite del "sacro" consente ancora di vedere "oltre", di ridefinire lo spazio e il tempo di un nuovo accadere. [...] Senza il limite non c'è "futuro" e senza futuro non ci sono né profezia né politica, c'è solo fuga nella fantasticheria dell'utopia. (Pietro Barcellona)
  • Non ci interessa un sacro che non sia fioritura d'umano, che non accada al centro della vita. (Ermes Ronchi)
  • Quanto alla "sacralità", i primi ad averla profanata sono stati i preti pedofili. (Daniele Luttazzi)
  • Rispetto ciò che ti è sacro, rispetterai ciò che mi è sacro. (Ulrich Fleischhauer)
  • "Sacro" è parola indoeuropea che significa "separato". La sacralità, quindi, non è una condizione spirituale o morale, ma una qualità che inerisce a ciò che ha relazione e contatto con potenze che l'uomo, non potendo dominare, avverte come superiori a sé, e come tali attribuibili a una dimensione, in seguito denominata "divina", pensata comunque come "separata" e "altra" rispetto al mondo umano. Dal sacro l'uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto come lo si può essere nei confronti dell'origine da cui un giorno ci si è emancipati. Questo rapporto ambivalente è l'essenza di ogni religione che come vuole la parola, recinge, tenendola in sé raccolta (re-legere), l'area del sacro, in modo da garantirne ad un tempo la separazione e il contatto, che restano comunque regolate da pratiche rituali capaci da un lato di evitare l'espansione incontrollata del sacro e dall'altro la sua inaccessibilità. Sembra che tutto ciò sia stato presentito dall'umanità prima di temere o invocare qualsiasi divinità. Dio, infatti, nella religione, è arrivato con molto ritardo. (Umberto Galimberti)
  • "Sacro" non è un luogo speciale: è un luogo in apparenza uguale a tutti gli altri, il cui scopo è quello di trattenere, nel modo in cui ciò è possibile a un uomo, quello che Dio ci ha comunicato: la Sua memoria, ossia la memoria della Sua venuta nel mondo, della Sua presenza, i libri che contengono la Sua parola. (Luca Doninelli)
  • "Sai che cosa mi piace? Che dinanzi a un quadro di soggetto sacro si provi il senso d'un altro mondo senza scorie terrene. Come ad esempio in Leonardo da Vinci".
    Gettò uno sguardo obliquo e turbato verso l'opera di Witz [Crocifissione]:
    Là tutto resta così umano. Soffrono, gemono e muoiono! (Maria Kuncewiczowa)

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