Sebastiano Nata

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Sebastiano Nata (1955 – vivente), scrittore italiano.

Incipit di Il dipendente[modifica]

L'ho sempre detto. Per me gli spogliarelli sono come le corride per Hemingway. Solo che dopo quello che m'è capitato sul lavoro e con Laura anche lì non me la godo. Partecipo niente. Mi distraggo. Una catastrofe. Arriveranno tempi migliori però. La grande rivincita di Michele Garbo. I giochi sono appena iniziati. Io mi piego ma non mi spezzo. Filosofia della canna al vento. L'ho imparata col karatè. Se ne accorgerà Ben. Magari potessi incontrarlo in palestra il bastardo. Gli tirerei un colpo che lo fa secco. Di gomito. Un empti tsuki. Giusto al centro del suo grugno fiammingo. A spaccarglielo in due. Cancellargli per sempre il ghignetto. Gran soddisfazione. Ecco, per Ben ci vorrebbe un giapponese. Un capo giapponese voglio dire. Quelli non li fotte nessuno. Lo metterebbero in riga. Al primo sgarro, zac. Assegno di buonuscita e fuori da Transpay. Subito. Che spettacolo. Vederlo attraversare per l'ultima volta il portone di Avenue Louise. A testa bassa. Le guance flosce come non mai. Il ciuffo biondo cenere al vento di Bruxelles. Ben, il più importante dei tre top manager di secondo livello, responsabile dell'Area Affari Commerciali, costretto all'abbandono. Croce sopra. Vicenda conclusa. Normale.

Bibliografia[modifica]

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