Sergio Campailla

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Sergio Campailla (1945 – vivente), critico letterario italiano.

  • Questi Viceré sono a uno a uno scolpiti e colpiti: sono arroganti ed ignoranti, in passato sapevano al massimo fare la firma, donna Ferdinanda tiene come un vangelo la prosa bolsa del Teatro genologico di Sicilia del Mugnòs, don Eugenio concepisce un Araldo Sicolo con ridicole innovazioni di ortografia e di fonetica, Ferdinando poi – figuriamoci, il Babbeo! – è fulminato dalla lettura di Robinson Crosue, che gli ha regalato il retorico don Cono Canalà, e il neodeputato duca d' Oragua non è in grado di articolare motto affacciandosi al balcone davanti alla folla che lo acclama. Una sola cosa resiste, nella caduta di ogni valore e nel conflitto universale degli interessi: la passione comune per la roba, l'orgoglio di appartenere a una casta e a un clan. (dalla prefazione a Federico De Roberto, I Viceré, BEN, 1995)
  • La rigenerazione, sia fisica che spirituale, appariva l'ultima frontiera e Cagliostro ci credeva e suscitava la fede degli altri. Credi! Credi! Questo è il segreto. E il sogno si realizzerà! (da La divina truffa)


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