Sesto Empirico

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Prima pagina di un'edizione in latino di Contro i matematici, opera di Sesto Empirico.

Sesto Empirico (160 circa – 210 circa), filosofo greco antico.

Citazioni di Sesto Empirico[modifica]

  • Nell'opera intitolata Intorno al non ente o della natura [Gorgia] dimostra tre proposizioni fondamentali, nel loro reciproco svolgersi. Una e la prima è che «nulla esiste», la seconda che «se anche vi è un'esistenza, non può venir rappresentata»; la terza che «se anche può venir rappresentata, non può certamente essere comunicata e spiegata agli altri».[1]
  • Vi sono due forme di conoscenza, l'una genuina e l'altra oscura; e a quella oscura appartengono tutti quanti questi oggetti: vista, udito, odorato, gusto e tatto. L'altra forma è la genuina, e gli oggetti di questa sono nascosti.[2] attribuzione dubbia. attribuzione dubbia.

Incipit di Delle istituzioni pirroniane[modifica]

  • Per chi cerca qualcosa, è naturale abbia a seguirne o il ritrovamento, o il dire che non si trovò e il confessare che non la sia rinvenibile, o la perduranza nella indagine. E il medesimo è per quelli che ricercano intorno alle cose della filosofia: alcuni dissero avere trovata la verità, altri asseverarono impossibile il comprenderla, ed altri investigano tuttavia. Quei che reputano averla rinvenuta, si chiamano propriamente dommatici, tali Aristotele, ed Epicuro, e gli Stoici, e qualch'altri: ne discorrono come di materie incomprensibili i seguaci di Clitomaco e di Carneade, e gli altri Academici; gli scettici continuano la indagine. Onde ragionevolmente opinano esserci tre principali filosofie; la dommatica, l'academica, la indagatrice.

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Bibliografia[modifica]

  1. Da Contro i matematici, VII, 65. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  2. Da Contro i matematici, VII, 138; citato in Daniele Vignali, I sofisti. Retori, filosofi ed educatori, Armando Editore, Roma, 2006, p. 238.