Sin City

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Sin City, saga a fumetti di Frank Miller pubblicata dalla Dark Horse Comics.

Sin City[modifica]

  • Non so perché sei morta, Goldie. Non so perché e non so come e, diamine, non ti avevo mai incontrata prima di stanotte, ma sei stata ben più di un'amica quando ne avevo bisogno e quando scoprirò chi è stato, per lui non sarà rapido e silenzioso come è successo con te. No, il mio modo di uccidere sarà spettacolare e orribile. Fisserò il bastardo in faccia e riderò mentre invocherà Dio e riderò ancora più forte quando frignerà come un bimbo. E quando sbarrerà gli occhi, l'inferno in cui lo spedirò gli sembrerà il paradiso dopo quello che gli avrò fatto. Ti amo, Goldie. (Marv, pp. 29-30)
  • Inferno? Tu non hai idea di cosa sia l'inferno. Nessuno di voi lo sa. L'inferno non è prenderle o essere accoltellato o essere trascinato di fronte a qualche frocio di giudice. L'inferno è risvegliarsi ogni dannato giorno che Dio ci ha dato e non sapere nemmeno perché sei qui. È non sapere neanche perché respiri. (Marv, p. 44)
  • Se imbocchi il vicolo giusto, a Sin City puoi scoprire qualsiasi cosa. (Marv, p. 50)
  • In questa città quasi tutto quello che vale la pena fare è contro la legge. E hanno tutti il loro tornaconto. Sbirri e politicanti fanno la loro fortuna guardando da un'altra parte mentre imbroglioni come Kadie la fanno franca facendoci pagare dieci dollari un bicchiere. (Marv, p. 53)
  • Mi piacciono i sicari. Non importa quello che gli fai, tanto non ti senti in colpa. Al contrario, peggio li conci, meglio è. (Marv, p. 61)
  • Sin City è una gran brutta baldracca distesa sotto di me che mi supplica di prenderla e io la prendo, per quel che mi importa. Poi la prendo un'altra volta e lei mi supplica ancora. Caspita, è bello essere vivi. (Marv, p. 73)
  • Mi piace la pioggia. Mi piace il modo con cui mi striscia gelida lungo il collo. Il modo in cui l'aria diventa elettrica e tutto sembra così limpido. Respiri e te lo senti nelle narici. (Marv, p. 131)
  • Wendy: Sei rimasto lì seduto a prenderle... quando avresti potuto strapparmi via la pistola quando ti pareva...
    Marv: Certo. Ma ho pensato che potevo farti ragionare... e forse per prenderti la pistola avrei dovuto rifilarti un cazzotto... e io non picchio le ragazze. (p. 150)

Un'abbuffata di morte[modifica]

  • Correre. È il modo più semplice per farsi notare. E se siete come me un assassino con il volto rifatto che dista dalla corsia preferenziale per la camera a gas a malapena un'impronta digitale, l'ultima cosa che desiderate è di farvi notare. (Dwight)
  • Qui [nella città vecchia] la legge sono le signore, belle e spietate. Se hai con te la grana e giochi secondo le regole, sono capaci di farti sognare. Se invece le provochi, sei un uomo morto. (Dwight)
  • Il precario armistizio aveva retto per anni. Gli sbirri si beccavano una fetta dei profitti e un po' d'intrattenimento gratuito quando davano una festicciola. Le ragazze in cambio amministravano la loro giustizia. Avevano ottenuto di difendere il loro territorio. Se un poliziotto finisce nel quartiere e non è in giro per comperare quello che le ragazze mettono in vendita, loro lo rimandano al mittente. Proprio così. Gli fanno a pezzi l'auto di pattuglia. Gli tolgono la pistola e i pantaloni. Magari lo rispediscono vestito da donna, tanto per ridere. Ma lo rimandano al mittente vivo. Questi sono gli accordi. Ecco detto l'armistizio. (Dwight)
  • La mia guerriera. Tira la mia bocca nella sua con tanta forza da farmi male, per poco non mi porta via la testa di brutto. Il suo bacio è qualcosa di selvaggio, selvaggio e infinitamente rabbioso, un'esplosione che spazza via tutti quegli anni grigi e opachi tra ora e la notte di fuoco in cui fu mia. Sarà mia per sempre. La mia guerriera. La mia valchiria. Sarai mia per sempre, per sempre e mai. Mai. Il fuoco, piccola. Ci brucerà entrambi. Ci ucciderà entrambi. Per il nostro tipo di fuoco non c'è posto in questo mondo. Sempre e mai. Se devo morire per te stanotte, lo farò. (Dwight)
  • Dovresti vedere che rilevatori che hanno in dotazione i nostri elicotteri di questi tempi. Alla Star Trek. La serie nuova, cioè. I miei amici lì sopra possono contarti le lentiggini sulla fica. (Jack)
  • Bisogna saper difendere i propri amici. Anche se talvolta significa morire. Qualche volta significa anche uccidere un mucchio di gente. (Dwight)
  • La piccola e letale Miho. Ti affetta in un attimo. Ti uccide senza il minimo rumore. Non senti nulla, a meno che lei non voglia. (Dwight)
  • Odio la pioggia. Rende così difficile pensare con chiarezza. (Dwight)

Quel bastardo giallo[modifica]

  • Bart Shlubb e Douglas Klump, alias "Palla di Lardo e Bamboccetto", due delinquenti a disposizione per qualsiasi lavoro sporco con la mania di parlare forbito. (John Hartigan, p. 20)
  • Hartigan, tu non puoi farmi proprio un bel niente! Sai bene chi sono! E sai bene chi è mio padre! Non puoi toccarmi, sbirro pezzo di merda! Non puoi toccarmi! (Junior, p. 39)
  • Lo privo delle sue armi. [Gli spara alla mano che tiene la pistola] Entrambe. [Gli spara in mezzo alle gambe] (Dwight, p. 41)
  • Un vecchio muore, e una ragazzina vive. Uno scambio equo. (John Hartigan, p. 56)
  • Il potere non deriva da un distintivo o da una pistola. Il potere deriva dalle bugie, e bisogna dirle grosse, finché non avrai il maledetto mondo intero che sta al tuo gioco. Li avrai in pugno non appena sarai riuscito a mettere tutti d'accordo su quello che in cuor loro sanno bene non essere vero. Allora sei il capo. Puoi falsificare la realtà sotto i loro occhi e loro ti sorrideranno. Puoi trasformare un farfugliante sciroccato come il mio onnipotente fratello in un santo. Puoi picchiare a morte tua moglie con una mazza da baseball come ho fatto io e lasciare le tue impronte dove accidenti ti pare e una dozzina di testimoni giurerà su una pila di Bibbie che tu eri a migliaia di chilometri da lì. (Roark, p. 65)
  • Non c'è niente di peggio che rovinarsi la schiena... be', d'accordo, ci sono cose peggiori... come essere preso a calci nelle balle o prendersi una pallottola in pancia o beccarsi pugni sul muso fino a sputare i denti, come ti è appena successo. Ma detta come va detta, combinare un bel casino alla schiena di qualcuno dovrebbe chiudere la lista di chiunque voglia divertirsi. Non riesci più a stare steso sulla schiena e guardare la TV e a berti qualche birra, non senza maledire te stesso. Non puoi nemmeno scopare senza che ti arrivi una pugnalata bastarda. E ti fa così male che non riuscirai nemmeno a stare dritto. È una troia. Riduce la qualità della vita. (Liebowitz, p. 76)
  • John Hartigan, il signor Ordine e Giustizia. Il signor Sto alle regole. Il signor Sua altezza irraggiungibile. Che guarda con la puzza sotto al naso i semplici sbirri come me e i miei colleghi, come se fossimo rimasti in frigorifero un po' troppo oltre la data di scadenza. (Liebowitz, p. 76)
  • E giustizia e vendetta... be', sono due cose molto distanti tra loro... ed è un dovere dell'uomo civilizzato quello di avere grande rispetto per l'una... e disprezzare l'altra. Questo è un dovere supremo. E anche molto difficile. Si tratta di un test che mette a dura prova ciò che siamo. Siamo esseri umani, beati tra tutte le altre creature e con il dono di una guida divina... O non siamo null'altro che bestie? Siamo in grado di dominare gli istinti animali che ci portiamo dietro dalle caverne? Possiamo elevarci al di sopra dell'impulso di restituire il colpo quando siamo feriti? Siamo abbastanza forti da abbracciare gli insegnamenti di nostro Signore... di allontanare il nostro odio e di nutrire la nostra anima con il dolce nettare dell'amore... e della pietà? (Roark, p. 113)
  • Non sono mai stato tanto a mio agio con la gente. La mia ex moglie potrebbe dire la sua in merito. Quando si tratta di rassicurare una diciannovenne traumatizzata, sono abile come un paralitico che opera al cervello con una chiave inglese. (John Hartigan, p. 157)

Citazioni su Sin City[modifica]

  • Questo libro [Sin City, la prima storia] è come se si fosse realizzato da solo. Avevo preventivato che fosse di quarantotto pagine, ma mi sono fatto prendere la mano. Tutta colpa di Marv. Quella specie di energumeno ha cominciato a darmi ordini. A volta capita. (Frank Miller)

Bibliografia[modifica]

  • Frank Miller, Sin City, Dark Horse Presents nn. 51-62, Dark Horse Comics, 1991-1992; ed. it. su Sin City, trad. Daniele Brolli, ed. Magic Press, 2004
  • Frank Miller, Sin City: The Big Fat Kill nn. 1-5, Dark Horse Comics, 1994-1995; ed. it. su Sin City: Un'abbuffata di morte, trad. Daniele Brolli, ed. Magic Press, 2005
  • Frank Miller, Sin City: That Yellow Bastard nn. 1-6, Dark Horse Comics, 1996; ed. it. su Sin City: Quel bastardo giallo, trad. Daniele Brolli, ed. Magic Press, 2005

Voci correlate[modifica]

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