Stormy Six

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Stormy Six nel 1973

Stormy Six, gruppo musicale italiano, costituitosi a Milano nel 1966 e scioltosi nel 1983.

Citazioni tratte da canzoni[modifica]

L'unità[modifica]

Etichetta: First, 1972, prodotto da F. Orlandini e Franco Fabbri.

  • Quel fucile alzato al cielo e mai usato | non è pronto per Vittorio Emanuele | tre fratelli contadini di Venosa | si rifiutano di metter la divisa. (da Tre fratelli contadini di Venosa, n. 2)
  • La notizia arriva al comando | e immediatamente il generale Cialdini | ordina che di Pontelandolfo | non rimanga pietra su pietra | arrivano all'alba i bersaglieri | e le case sono tutte incendiate | le dispense saccheggiate, le donne violentate, | le porte della chiesa strappate, bruciate [...]. || Pontelandolfo la campana suona per te | per tutta la tua gente | per i vivi e gli ammazzati | per le donne ed i soldati | per l'Italia e per il re.[1]

Un biglietto del tram[modifica]

Etichetta: L'Orchesta, 1975, prodotto da Stormy Six.

  • Fame e macerie sotto i mortai | Come l'acciaio resiste la città | Strade di Stalingrado di sangue siete lastricate | Ride una donna di granito su mille barricate | Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa | d'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città. (da Stalingrado, n. 1)
  • Cinque di marzo del quarantatré, | nel fango le armate del duce e del re, | gli alpini che muoiono traditi lungo il Don.[2] || Cento operai in ogni officina | aspettano il suono della sirena, | rimbomba la fabbrica di macchine e motori, | più forte il silenzio di mille lavoratori. | E poi quando è l'ora depongono gli arnesi, | comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi. || E corre qua e là un ragazzo a dar la voce: | si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce. | E squillano ostinati i telefoni in questura, | un gerarca fa l'impavido ma comincia ad aver paura. (da La fabbrica, n. 2)
  • Grandi promesse, la patria e l'impero, | sempre più donne vestite di nero, | allarmi che suonano, in macerie le città. || Quindici marzo il giornale [l'Unità] è a Milano, | rilancia l'appello il PCI clandestino. | Gli sbirri controllano fan finta di sapere, | si accende la voglia delle camicie nere; | ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori | perché scendono in sciopero centomila lavoratori! || Arriva una squadraccia armata di bastone, | fan dietro front subito sotto i colpi del mattone. | E come a Stalingrado i nazisti son crollati | alla Breda rossa in sciopero i fascisti son scappati. (da La fabbrica, n. 2)
  • In un paese è passata in divisa la morte: | la gente in cerchio sul sagrato, | nella piazza sale un grido soffocato. | Ammazzati come cani, | un cartello appeso al collo: «PARTIGIANI». (da 8 settembre, n. 4)
  • Trent'anni son passati, da quel giorno che i fascisti ci si son messi in cento ad ammazzarlo. E ancora non si sentono tranquilli, perché sanno che gira per la città, Dante Di Nanni. (da Dante Di Nanni, n. 6)
  • Gianfranco Mattei, | la tua scienza è andata troppo in là: | Gianfranco Mattei, sulla cattedra non tornerai. | Anche se inganni i tedeschi e la polizia, | per finire in via Tasso ti basta una spia, | e se per di più sei un comunista ed un ebreo, | dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio! || [...] Gianfranco Mattei, | la tua cattedra è rimasta là: | Gianfranco Mattei, | la lezione non si perderà! (da Gianfranco Mattei, n. 7)

Note[modifica]

  1. Da Pontelandolfo, riportato in ildeposito.org.
  2. In riferimento al Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR) e all'8ª Armata del Regio Esercito Italiano (ARMIR) nella campagna italiana di Russia.

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