The Dreamers - I sognatori

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The Dreamers - I sognatori

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Titolo originale

The Dreamers

Lingua originale inglese e francese
Paese Gran Bretagna, Francia, Italia
Anno 2003
Genere drammatico, erotico
Regia Bernardo Bertolucci
Soggetto Gilbert Adair
Sceneggiatura Gilbert Adair
Produttore Jeremy Thomas
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Dreamers – I sognatori, film del 2003 diretto dal regista Bernardo Bertolucci con Eva Green.

Frasi[modifica]

  • Ero diventato membro di quella che in quei giorni era una specie di massoneria, la massoneria dei cinefili, quelli che chiamavamo malati di cinema. Io ero uno degli insaziabili, uno di quelli che si siedono vicinissimi allo schermo. Perché ci mettevamo così vicini? Forse era perché volevamo ricevere le immagini per primi, quando erano ancora nuove, ancora fresche, prima che sfuggissero verso il fondo, scavalcando fila dopo fila, spettatore dopo spettatore, finché, sfinite, ormai usate, grandi come un francobollo non fossero ritornate nella cabina di proiezione. (Matthew)
  • Forse lo schermo era veramente uno schermo, schermava noi, dal mondo. Ma ci fu una sera nella primavera del '68 in cui il mondo finalmente sfondò lo schermo. (Matthew)
  • E così incontrai per la prima volta Théo e Isabelle. Sentivo il cuore che mi batteva forte. Non so se fosse perché ero stato inseguito dalla polizia o perché ero già innamorato dei miei nuovi amici. Camminavamo e parlavamo, parlavamo. Parlavamo di politica e film, e di come i francesi non fossero mai riusciti ad avere un buon gruppo rock. Avrei voluto che quella notte non finisse mai. (Matthew)
  • Più si osserva ogni cosa, qualunque cosa su questa tavola, gli oggetti, il frigorifero, questa stanza, il suo naso, il mondo, e più ci si rende conto che c'è una specie di armonia cosmica di forme e di dimensioni. Mi stavo solo chiedendo perché. Io non lo so che cos'è, ma so che è così. (Matthew)
  • Prima di poter cambiare il mondo, devi renderti conto che tu, tu stesso fai parte del mondo. Non puoi restartene fuori a guardare dentro. (Padre)
  • I genitori degli altri sono sempre più simpatici dei nostri. Eppure, chissà perché, i nostri nonni sono sempre più simpatici di quelli dei nostri amici. (Isabelle)
  • [Parlando dei genitori] Voglio dire che non basta ignorarli. Dovrebbero essere tutti arrestati e messi sotto processo, costretti a confessare i loro reati, poi spediti in campagna per l'autocritica e poi... LA RIEDUCAZIONE!
    (Théo)
  • Non uscivamo quasi più di casa ormai. Non sapevamo né volevamo sapere se fosse giorno o notte. Era come se stessimo andando per mare, lasciando il mondo lontano, dietro di noi. (Matthew)
  • Io non credo in Dio, ma se ci credessi sarebbe un chitarrista nero e mancino. [riferendosi a Jimi Hendrix] (Matthew)
  • Ho letto ne "Les Cahiers du Cinéma" che un regista è come, come un guardone, un voyeur. È come se la macchina da presa fosse... il buco della serratura della porta dei tuoi genitori. E tu li spii, e sei disgustato... e ti senti in colpa... ma non puoi fare a meno di guardare. Fare i film è come un reato. Un regista è come un criminale. Dovrebbe essere illegale. (Matthew)
  • Lo sai cos'ha detto qualcuno? Che non esiste l'amore. Esistono soltanto prove d'amore. Tu sei pronto a darci una prova del tuo amore? (Isabelle)
  • Théo pensaci bene. Pensaci. Voi dormite insieme nello stesso letto, tutte le notti. Fate il bagno insieme ed andate al cesso a pisciare insieme. Fate questi giochetti. Vorrei che poteste uscire fuori da voi stessi, e poteste vedervi. (Matthew)
  • No, vi amo, vi amo sul serio, tutti e due, e vi ammiro. E vi guardo... E vi ascolto, e penso... Che non crescerete mai. Voi non crescerete così. Non potete. No, finché continuerete ad aggrapparvi l'uno all'altra, come fate voi. (Matthew)
  • Théo ascoltami bene. Io credo... Io credo che tu preferisca, io credo che tu preferisca quando... Quando... Quando la parola insieme significa non un milione. Ma solo due... O tre. (Matthew)
  • Matthew. Mio amore. Mio primo amore. Mio grande amore. Mio grande amante. Mio Valentino. (Isabelle)

Dialoghi[modifica]

  • Matthew: Tutti abbiamo un padre.
    Théo: Sì. Ma il fatto che Dio non esiste, non significa che lui possa prendere il suo posto.
  • Isabelle: Sai Matthew...
    Matthew: Mh?
    Isabelle: Tu hai proprio... Hai veramente delle labbra bellissime. Posso toccarle?
    Matthew: Vu-vuoi toccarmi le labbra?
    Isabelle: Mh-hn...
    Matthew: Ok.
    Isabelle: Mh... Sono così rosse, e piene; sensuali, così imbronciate... Brutali.
  • Matthew: Sai, io credevo che avessi avuto tanti amanti... La prima volta che vi ho visti alla cinemateque, tu e Theo, tu eri così lontana, così sofisticata. Come una diva del cinema.
    Isabelle: È vero. Stavo recitando, Matthew.
    Matthew: Com'è successo? Com'è successo che tu e Theo avete cominciato a stare insieme così?
    Isabelle: Io e Theo? È stato amore a prima vista...
    Matthew: Ma lui... non è mai stato dentro di te?
    Isabelle: Lui è sempre dentro di me...
  • Matthew: Volevo dirti che ti sono riconoscente.
    Théo: Riconoscente?
    Matthew: Ti ricordi che cosa mi hai detto in quel caffè su te ed Isabelle? Avevi ragione. Per me voi due siete come due metà della stessa persona. E adesso mi fate sentire come se fossi anch'io parte di voi. Tutti e due.
    Théo: Mettiamo in chiaro una cosa. Ok? Tu sei un ragazzo simpatico e mi piaci molto, ma no: noi tre non siamo destinati a stare sempre insieme. Ti ho detto anche un'altra cosa, ricordi Matthew? Che io e Isa siamo gemelli siamesi.
    Matthew: Sì.
    Théo: Non stavo scherzando.
  • Matthew: Io ti amo Isabelle...
    Isabelle: E anch'io ti amo Matthew.
    Matthew: Si ma io... Ti amo sul serio.
    Isabelle: E anch'io ti amo sul serio. Tutti e due ti amiamo, non è vero Théo?
    Théo: Oh sì.
    Matthew: Non è quello che volevo sentirvi dire.
    Théo: E che volevi sentirti dire?
    Matthew: Voglio che mi diciate ti amo.
    Théo: L'abbiamo appena detto Matthew.
    Matthew: No, avete detto che anche voi mi amate, io non voglio che diciate che anche voi mi amate, voglio che diciate... Che mi amate.
    Théo: Ti amiamo, ti amiamo, ti amiamo, ti amiamo, ti amiamo...
    Matthew: Non va bene neanche così. Lo dovete dire per primi.
    Isabelle: Non possiamo Matthew... L'hai già detto tu per primo!
    Matthew: Perché è così, perché sono sempre io il primo a dirlo?
    Isabelle: Oh... Povero Matthew [dandogli un buffetto, che lui scosta prontamente] È vero che ti amiamo moltissimo!
    Matthew: Non voglio essere amato moltissimo... voglio essere amato.
  • Théo: Senti, Matthew.
    Matthew: Sì?
    Théo: Sei un grande appassionato di cinema, vero? Allora perché non pensi a Mao come a un grande regista? Che fa un film con un cast di milioni di persone. Gli stessi milioni di guardie rosse che marciano insieme verso il futuro. Verso il futuro con il libretto rosso in mano. Libri, non armi. Cultura, non violenza. Non riesci a vedere che bellissimo film epico sarebbe?
    Matthew: Forse. Ma è facile dire "libri, non armi". Però non è vero. Non sono libri, è un libro. Solo un libro.
    Thèo: Sta' un po' zitto! Stai parlando come mio padre.
    Matthew: No, no. No, stammi a sentire. Le guardie rosse che tu ammiri tanto portano... portano tutte lo stesso libro. Cantano tutte le stesse canzoni, ripetono tutte a pappagallo gli stessi slogan. Quindi, in questo grande "film epico"... tutti quanti... sono comparse. Questo mi spaventa, mi fa venire i brividi. Mi dispiace dirlo, ma per me c'è una netta contraddizione.
    Théo: Perché?
    Matthew: Perché... se tu credessi davvero in quello che dici, saresti là.
    Théo: Dove?
    Matthew: Là fuori, per la strada.
    Théo: Non capisco di cosa parli.
    Matthew: Sì che capisci. Sta succedendo qualcosa in giro. Qualcosa che potrebbe essere importante sul serio. Qualcosa che potrebbe cambiare il mondo. Anche io lo sento.

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