Theodor Herzl

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Theodor Herzl, 1904

Theodor Herzl (1860 – 1904), giornalista, scrittore ebreo ungherese di lingua tedesca, fondatore del movimento sionista.

Citazioni di Theodor Herzl[modifica]

  • Abbiamo sinceramente tentato ovunque di integrarci nelle comunità nazionali in cui viviamo, cercando solo di preservare la fede dei nostri padri, ma ciò non ci è permesso.[1]
  • Che spirito nobile! Tutto quanto noi abbiamo tentato si trova già in lui. Riesce un po' pesante l'hegelianismo della sua terminologia. Ma come è magnifico il suo Giudaismo Spinoziano e nazionale! Dopo Spinoza, l'ebraismo non ha prodotto nessuno spirito più grande di questo dimenticato Moses Hess.[2]
  • Non considero quella ebraica né una questione sociale né una questione religiosa. È una questione nazionale.[3]
  • Vivremo finalmente da uomini liberi nella nostra terra.[4]

Citazioni su Theodor Herzl[modifica]

  • Herzl è uno dei personaggi più complessi della storia ebraica. Come nel caso di Disraeli, i suoi modi impetuosi e teatrali nascondevano tragiche profondità. La documentazione su di lui è enorme, poiché conservava ogni frammento di carta su cui scriveva: perfino fatture e biglietti d'ingresso. (Paul Johnson)
  • Herzl [nel suo libro Der Judenstaat] proponeva che fosse concessa sovranità agli ebrei su un'estensione di territorio abbastanza grande da ospitare il loro popolo. Dove, non importava. Poteva essere in Argentina, dove il milionario barone Maurice de Hirsch (1831-1896) aveva installato seimila ebrei in una serie di colonie agricole. O poteva essere la Palestina, dove esistevano colonie analoghe finanziate dai Rothschild. Quello che importava era la sanzione dell'opinione pubblica ebraica; e avrebbero preso quello che sarebbe stato offerto. (Paul Johnson)
  • Il genio di Herzl consistette non solo nel dare all'idea [del sionismo] un'espressione capace di galvanizzare gli animi, ma anche nel comprendere il ruolo immenso che hanno le istituzioni nella trasformazione delle idee in realtà. Così, con il Primo congresso sionista, convocato da Herzl a Basilea nel 1897, comincia la storia secolare moderna d'Israele. (Abba Eban)
  • Il sionismo era il Messia moderno e mondano e Herzl fu colui che mise in moto, con rappresentazioni irreali e ipotesi illusorie, l'impresa apparentemente senza speranza e che di fatto fu l'ultima occupazione colonizzatrice degli europei sul suolo asiatico. (Ernst Nolte)
  • Io penso rabbrividendo allo schianto che avrà percosso le plebi orientali alla notizia della morte di Teodoro Herzl. Quante speranze grandi, quante gioie son morte con Lui! Con Lui per un momento pare addormentata tutta la vita d'Israele e tutte le forze dell'anima d'Israele. (Dante Lattes)
  • La sua alta figura, i suoi grandi occhi scintillanti e il suo carattere dominatore rispondevano a quel bisogno di grazia e dignità, profondamente sentito dagli ebrei, che i rabbini, chiusi nei loro lugubri ghetti, non avevano saputo soddisfare. (Abba Eban)
  • Per Theodor Herzl, profeta dello «Stato ebraico» e fondatore del movimento sionista, i palestinesi non esistevano. La terra dove gli ebrei europei avrebbero costruito la loro nazione presentava ai suoi occhi il doppio vantaggio di essere povera e «vuota». Sperò che il sultano di Costantinopoli l'avrebbe venduta (gli offrì un milione e seicentomila sterline) e che avrebbe permesso in tal modo a un «popolo senza terra di far fiorire una terra senza popolo». Herzl non ignorava naturalmente l'esistenza di una popolazione indigena e sapeva che il numero degli arabi e degli ebrei a Gerusalemme, nella seconda metà dell'Ottocento, era pressoché eguale. Ma dovette giungere alla conclusione che non erano un popolo, che non avevano una identità nazionale e che si sarebbero spostati altrove, senza sollevare obiezioni, per fare posto ai cittadini dello Stato sionista. Non aveva del tutto torto. Alla fine dell'Ottocento «Palestina» era soltanto un termine storico, desunto dal nome di una provincia romana, e i «palestinesi» non esistevano. Li avrebbe creati, nei decenni seguenti, il movimento di Theodor Herzl. (Sergio Romano)

Note[modifica]

  1. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 209. ISBN 9788858019429
  2. Diari, citato in Riccardo Calimani, Destini e avventure dell'intellettuale ebreo. Freud Kafka, Svevo, Marx, Einstein e altre storie europee, Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1996, Ebook, p. 441, ISBN 9788852054556
  3. Citato in AA.VV., Il libro delle religioni, traduzione di Anna Carbone, Gribaudo, 2017, p. 197. ISBN 9788858015810
  4. Citato in AA.VV., Il libro della storia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2018, p. 303. ISBN 9788858016572

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