Trieste

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Trieste: una veduta del centro città

Citazioni sulla città di Trieste e sui triestini.

  • Accanto alla Trieste austroungarica è sempre esistita un’altra Trieste. Accanto alla città dei caffè letterari, della composta amicizia di Svevo e Joyce, c’è sempre stata un’altra città morbida, disinvolta, picaresca, dai connotati quasi carioca. C’è il lungomare di Barcola, per esempio, dove la gente prende il sole sei mesi all’anno e fa il bagno anche in ottobre. C’è un edonismo antico, morale nei triestini. E anche un vitalismo moderno un po’ easy-going, alla californiana. (Mauro Covacich)
  • A Trieste un certo soldato Credolin Umberto inventò questo gioco (è vero), ed era il più grande nuotatore del mondo. Aveva attraversato lo stretto di Messina, le cascate del Niagara e la Manica no... perché non sapeva l'inglese. (Indietro tutta!)
  • Alla fine maggio 1916, la mia brigata – reggimenti 399° e 400° – stava ancora sul Carso. Sin dall'inizio della guerra, essa aveva combattuto solo su quel fronte. Per noi, era ormai diventato insopportabile. Ogni palmo di terra ci ricordava un combattimento o la tomba di un compagno caduto. Non avevamo fatto altro che conquistare trincee, trincee e trincee. Dopo quella dei "gatti rossi", era venuta quella dei "gatti neri", poi quella dei "gatti verdi". Ma la situazione era sempre la stessa. Presa una trincea, bisognava conquistarne un'altra. Trieste era sempre là, di fronte al golfo, alla stessa distanza, stanca. La nostra artiglieria non vi aveva voluto tirare un sol colpo. Il duca d'Aosta, nostro comandante d'armata, la citava ogni volta, negli ordini del giorno e nei discorsi, per animare i combattenti. (Emilio Lussu)
  • Erano giorni bui. L'Italia era entrata in guerra, e a Trieste, molti uomini profondamente italiani di origine e di sentimenti, fuggivano. Andavano «di là», oltre il confine, fra le file dei soldati italiani, per non combattere in Austria contro i propri fratelli. Quasi tutti si allontanavano per via di mare, di notte, in piccole barche, e salutavano da lontano il bel colle di S. Giusto, che non si auguravano di rivedere se non quando il tricolore avesse potuto di lassù sventolare libero, su Trieste redenta. (Eleonora Torossi)
  • Fondandoci sui postulati del Presidente Wilson, riconosciuti ed accettati dalle potenze centrali, dichiariamo che tutti i territori italiani, finora soggetti alla monarchia austro-ungarica, nessuno eccettuato, li consideriamo come già virtualmente staccati dal suo nesso territoriale; per la qual cosa i deputati italiani hanno punto il compito di entrare in trattative col Governo e coi rappresentanti della nazionalità ancora soggetta all'Austria allo scopo di dare un nuovo assetto allo Stato. Poiché i territori italiani situati entro i presenti confini della monarchia, si devono ormai ritenere come virtualmente appartenenti allo Stato italiano, protestiamo in modo speciale contro il trattamento eccezionale, che, secondo le intenzioni del Governo, si vorrebbe usare alla città di Trieste. (Enrico Conci)
  • Il clima di violenza, incombente come nuvole cariche di elettricità e di tempesta, che c’era nella Trieste dell’immediato dopoguerra, mi ha lasciato un orrore della violenza in cui si annida certo anche paura. Non temevo gli aeroplani che sino a poco prima gettavano bombe e non perché non mi rendessi conto del pericolo o fossi coraggioso, ma perché le cose, anche quelle più letali, fanno meno paura degli uomini, della violenza e dell’odio che c’è nel corpo, nello sguardo, nel cuore. (Claudio Magris)
  • In tutti i modi dobbiamo favorire l'occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito. Questo significa che in questa regione non vi sarà né una occupazione inglese, né una restaurazione della amministrazione reazionaria italiana, cioè si creerà una situazione profondamente diversa da quella che esiste nella parte libera dell'Italia [...] questa direttiva vale anche e soprattutto per la città di Trieste. (Palmiro Togliatti)
  • La mia anima è a Trieste. (James Joyce)
  • La mia città che in ogni parte è viva, | ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita | pensosa e schiva. (Umberto Saba)
  • Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, Trieste, mi mandò. (Giosuè Carducci)
  • Quello che durante la guerra erano Lisbona e Istanbul, adesso è Trieste. Spionaggio, controspionaggio, informatori, titini e antititini, stalinisti, antistalinisti, e in più diecimila soldati inglesi ed americani, una popolazione simpatica ed entusiasta e marinai d'ogni paese. Il mondo in una città. (Corriere diplomatico)
  • Trieste, capoluogo della regione illirica, si divide in due città molto dissimili. Una delle due, Theresienstadt, è un centro nuovo e ricco, costruito ad arte su quella baia che l'uomo ha strappato al mare; l'altra è una borgata vecchia e povera, irregolarmente costruita e rinserrata fra il Corso, che la separa da Theresienstadt, e i pendii del Karst, collinetta incoronata da una fortezza molto pittoresca. (Jules Verne)
  • Trieste deve esserti la nuova Venezia. Brucia i boschi e vieni con me. (Scipio Slataper)
  • Trieste è nocciola chiaro, da gabardine. (Guido Ceronetti)
  • Trieste ha una scontrosa | grazia. Se piace, | è come un ragazzaccio aspro e vorace, | con gli occhi azzurri e mani troppo grandi | per regalare un fiore.. (Umberto Saba)
  • Trieste è una città bellissima, meravigliosa; tutte le città di mare sono belle, ma Trieste lo è in particolare perché è diritta sul mare. (Ornella Vanoni)
  • Trieste | non sei più una città della terra | non son di pietra le tue case | i tuoi cittadini non son di carne | per ognuno di essi | due italiani hanno versato il sangue | sublime riscatto | per essi ancora | i cittadini d'Italia vogliono morire. Il tuo dolore | turba sul guanciale | la testa folta dell'adolescente | e fa pesare | la testa insonne del vecchio. | Come una città del sogno | sei permeata d'amore | e come una città del Paradiso | sei fabbricata di luce. | La prepotenza teutone | non ti piegò | né la torbida invadenza slava | giunse a lambirti la fronte | un tenero sorrise inglese | non vi affinerà le penne. (Aldo Palazzeschi)
  • Tutti gli italiani, a qualunque partito appartengano, sono e saranno sempre strettamenti uniti e solidali, con il nome di Trieste scolpito indelebilmente nel cuore. (Cesare Merzagora)
  • Vecchia signora in disarmo, abituata ai tempi morbidi dei suoi caffè, ora Trieste ha però ripreso a guardare in faccia il futuro, a tentare la riscossa. (Gianni Barbacetto)

Ruggero Timeus[modifica]

  • Era sola, separata dal resto del mondo da quella barriera di sassi; non aveva vicino a sé nessuno a cui chiedere vita e nessuno a cui darla. Languiva.
    In venti secoli, non poté formarsi né una tradizione, né un'arte, né una storia, né un'aristocrazia. Firenze era la capitale della Toscana verde, Genova della Liguria marinara, Milano della Lombardia industre ed erano tutte specchio delle loro provincie nella loro vita florida e pulsante. Trieste era la capitale del suo deserto di sassi ed era arida come esso era arido.
  • Quello che attende Trieste è la maturazione e il compimento della sua individualità storica e morale, che è ancora assai giovane e che non ha trovato ancora la sua forma completa e la sua espressione perfetta.
    Sì, Trieste è giovane. Invano pietre, carte memorie e sogni parlano di secoli e parlano di millenni. La sua vita di organismo spirituale, autonomo, originale, vivente di una vita sua, non ha un secolo. Trieste romana era una stazione tra Aquileia e Pola; Trieste medievale, un distretto ribelle della Signoria Veneziana. La vita della città nel passato non aveva larghi orizzonti e per questo aveva bisogno di larghi, ricchi e tranquilli possessi intorno.
  • Soffusa di nebbie, punteggiata di pallide luci, si estendeva molle sul mare aspettando senza difese, senza ritrosie il conquistatore dal mare.
    E Trieste aspetta.
    Se dicessi che Trieste aspetta la liberazione, direi una verità diventata luogo comune, e oltre tutto, inesatta e inadeguata. Inesatta e inadeguata perché la liberazione di Trieste veramente anche solo come cambiamento giuridico e politico sarebbe già un gran fatto; ma essa contiene di più nelle sue conseguenze, qualche cosa che è difficile esprimere in molte parole, e impossibile ripetere con la parola sola e abusata della libertà.

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