Umberto Terracini

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
(Reindirizzamento da Umberto Elia Terracini)
Umberto Terracini

Umberto Elia Terracini (1895 – 1983), politico e antifascista italiano.

Citazioni di Umberto Terracini[modifica]

  • [Sul terrorismo politico degli anni di piombo] È un crimine che va perseguito e punito, possibilmente con un'azione internazionale. Ed è un crimine che non serve a combattere né l'imperialismo, né il neocolonialismo, né alcun altro regime o fenomeno nel mondo.[1]
  • L'Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore.[2]
  • La formazione delle leggi resta sempre, e resterà in ogni società nazionale comunque organizzata, il momento supremo e decisivo della comune sorte progressiva del popolo.[3]
  • [Sulle prime formazioni fasciste a Torino] Le prime squadre furono costituite su base mercenaria, arruolando gli spostati che vivevano ai margini della città operosa.[4]
  • Mentre per Gramsci ciò che importava e prevaleva nella prospettiva rivoluzionaria era l'Internazionale, Togliatti ne limitava l'arco al partito sovietico.[5]
  • Mi pare che Amendola non abbia molta attitudine a trasferirsi mentalmente, per giudicare gli eventi e gli uomini del passato, nella situazione reale nella quale quelli si sono verificati e questi hanno operato.[5]
  • [Sul trattato di pace di Parigi] Onorevoli colleghi, una ne è stata foggiata di queste leggi, che voi dovrete esaminare nei prossimi tempi: legge d'imperio e perciò stesso legge iniqua. Nessun italiano vi ha posto mano, e perciò suona a beffa il titolo di trattato del quale si orna. Essa non corrisponde ai diritti sacri che vennero proclamati come nuova Carta del mondo liberato dai fascismi; e per ciò manca di fondamento giuridico. Essa misconosce i sacrifici immani non ancora conclusi, che il popolo italiano incontrò per rovesciare la tirannide fascista, e, volontario, per la comune salvezza dei popoli; e per cio è ingiusta. Ma se essa intende umiliarci e deprimere in noi la capacità di ristimolare, centuplicandole, le nostre energie e la fermezza dei propositi tesi a rifare del nome italico un segnacolo di gloriose conquiste nel campo della pace feconda e laboriosa; qui essa perderà ogni vigore. Poiché non vi è arbitrio di forze collegate che abbia imperio su spiriti riconsacratisi, per olocausto di popolo, a libertà.[3]
Un'immagine da giovane di Terracini
  • [Sull'ultimo incontro con Antonio Gramsci] Ricordo il nostro ultimo incontro al IV braccio di Regina Coeli. Era all'indomani della condanna del tribunale speciale. Dovevamo partire per il reclusorio. Ci salutammo. Cosa faremo ora, gli dissi? Studieremo ancora mi rispose. E poi? Studieremo ancora. Ma i libri? Ne abbiamo avuti e letti tanti e non sapevamo di quali tesori disponevamo. Ci aiuti, proseguì Gramsci, la memoria e anche la nostra intelligenza. Dalla sua memoria e dalla sua intelligenza vennero i 35 Quaderni del carcere. Attraverso i quaderni, caduto il fascismo, Antonio Gramsci è rientrato nella vita italiana improvvisamente vivo.[6]
  • Se è vero che Kappler sta morendo, ripugna la coscienza di ogni democratico pensare che morirà essendo libero.[7]
  • [Sull'antisemitismo in Unione Sovietica] Secoli di oscurantismo oppressivo in senso politico e religioso, in uno con le baldorie efferate delle "Sotnje" cosacche e poi dei "Cento Neri", hanno lasciato in molti popoli sovietici, specialmente in territorio europeo, una pigra sedimentazione antisemita. [...] Purtroppo la guerra dei sei giorni, o piuttosto la vittoria israeliana, lo ha risvegliato. Ha permesso di risvegliarlo.[1]

Da Terracini

Intervista di Enzo Biagi, La Stampa, 6 marzo 1973

  • [Sui presunti contrasti con Palmiro Togliatti] Diedi un'intervista ad un giornale americano e, temendo la guerra fredda, auspicai un incontro tra Stalin e Truman, per chiarire le divergenze, per cercare di superare la crisi. Fui solennemente richiamato. Allora presiedevo la Costituente, e con Togliatti, che era al suo banco, ci scambiavamo dei biglietti per sistemare la faccenda. Volevano una dichiarazione di colpevolezza. Non l'ho fatta.
  • [Sulla rivoluzione] È la liberazione totale, per cominciare una vita nuova.
  • [Sulle differenze tra Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti] Gramsci aveva una maggiore sensibilità umana, più spontaneo, aperto. Togliatti, sembrerà strano, era molto più intellettuale.
  • La vita merita di essere vissuta, ma vissuta bene, la morte è una fine, e importante è affrontarla con dignità.
  • [Sul ricordo dei compagni morti] Mi commuovo, incespico, singhiozzo; però è una debolezza, ritengo, tollerabile.
  • [Sui contrasti con la dirigenza comunista] Quando ero a Ponza o a Ventotene, venni anche espulso, e mi trovai in situazioni difficili e pericolose. Finito il fascismo, e messo piede sul continente, non ho più potuto prendere contatto con l'organizzazione e, considerando che comandavano i tedeschi e quelli di Salò, quell'ostilità poteva costarmi molto cara. Talvolta è triste avere ragione con troppo anticipo.
  • [Su Stalin] Scomparso Lenin si è fatto sotto, ha dato la scalata, perché questo era il suo programma: se non andava avanti, sarebbe tornato definitivamente indietro.
  • [Su Amadeo Bordiga] Un caro amicone, freddo quando entrava nella politica, ma allegro, pieno di espansività anche nel lavoro.

Citazioni su Umberto Terracini[modifica]

  • Perdo con lui un grande amico e compagno di lotta nelle carceri fasciste e nella Resistenza. Terracini è una delle figure più rappresentative del movimento operaio italiano e dell'antifascismo. (Sandro Pertini)
  • [Sull'elezione del 7° Presidente della Repubblica Italiana] Se venisse per esempio Norberto Bobbio alla presidenza della Repubblica, ne sarei veramente felice. Ma poiché mi viene chiesto quale sarebbe, riguardo alla scelta del Presidente, il mio personale e vivissimo desiderio, rispondo con questi due nomi, Vittorio Foa e Umberto Terracini. Penso che nell'uno e nell'altro si radunino le qualità che ho detto, l'esperienza del carcere lunga e acerba, la libertà di giudizio e il rigore morale e civile, una conoscenza lucidissima e presente della realtà attuale, e che tali qualità regnino in loro in una forma incontrovertibile, visibile a tutti e luminosa. (Natalia Ginzburg)
  • Umberto Terracini è stato un grande compagno e un grande italiano che ha reso illustre un largo tratto della storia e del nostro partito e del nostro Paese. (Enrico Berlinguer)

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervista rilasciata a Carlo Casalegno; citato in Intervista con Terracini, La Stampa, 18 novembre 1972.
  2. Da Come nacque la Costituzione, Editori Riuniti, Roma, 1997.
  3. a b Dal Discorso di insediamento alla Presidenza dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, 8 febbraio 1947; disponibile su Camera.it.
  4. Citato in Una grande folla gremisce l'Alfieri per la lezione sull'avvento del fascismo, La Stampa, 20 aprile 1960.
  5. a b Citato in Arturo Gismondi, Terracini. Intervista sul comunismo difficile, Laterza, 1978.
  6. Citato in Terracini ricorda Gramsci, La Stampa, 26 aprile 1974
  7. Citato in È stato sospeso l'ergastolo al colonnello Kappler "ss", Stampa Sera, 15 marzo 1976.

Altri progetti[modifica]