Utente:DonatoD/sandbox

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Cabala del cavallo pegaseo[modifica]

Incipit[modifica]

  • Originale
DIALOGO PRIMO
INTERLOCUTORI
Sebasto, Saulino, Coribante

Sebasto. È il peggio che diranno che metti avanti metaffore, narri favole, raggioni in parabola, intessi enigmi, accozzi similitudini, tratti misterii, mastichi tropologie.
Saulino. Ma io dico la cosa a punto come la passa; e come la è propriamente, la metto avanti gli occhi.
Coribante. Id est, sine fuco, plane, candide[1]; ma vorrei che fusse cossí, come dite, da dovero.
Saulino. Cossí piacesse alli dei, che fessi tu altro che fuco con questa tua gestuazione, toga, barba e supercilio: come, anco quanto a l'ingegno, candide, plane et sine fuco, mostri a gli occhi nostri la idea della pedantaria.
[informazioni originale]

  • I traduzione
DIALOGO PRIMO
INTERLOCUTORI
Sebasto, Saulino, Coribante

Sebasto. È il peggio che diranno che metti avanti metaffore, narri favole, raggioni in parabola, intessi enigmi, accozzi similitudini, tratti misterii, mastichi tropologie.
Saulino. Ma io dico la cosa a punto come la passa; e come la è propriamente, la metto avanti gli occhi.
Coribante. Id est, sine fuco, plane, candide[2]; ma vorrei che fusse cossí, come dite, da dovero.
Saulino. Cossí piacesse alli dei, che fessi tu altro che fuco con questa tua gestuazione, toga, barba e supercilio: come, anco quanto a l'ingegno, candide, plane et sine fuco, mostri a gli occhi nostri la idea della pedantaria.
[informazioni I traduzione]

Citazioni[modifica]

  • IN LODE DELL'ASINO

O sant'asinità, sant'ignoranza,
Santa stolticia e pia divozione,
Qual sola puoi far l'anime sí buone,
Ch'uman ingegno e studio non l'avanza;
Non gionge faticosa vigilanza
D'arte qualunque sia, o 'nvenzione,
Né de sofossi contemplazione
Al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studïare,
Voler saper quel che fa la natura,
Se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
Ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare,
Aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura,
Eccetto il frutto de l'eterna requie,
La qual ne done Dio dopo l'essequie.
[Sonetto anteposto alla Declamazione]

  • Gli uomini più divoti e santi, amatori et exequitori dell'antiqua e nova legge, absolutamente e per particolar privilegio son stati chiamati asini. [dalla Declamazione]
  • Stolti del mondo son stati quelli ch'han formata la religione, gli ceremoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mondo (che son quei che, privi d'ogni altro senso e dottrina, e voti d'ogni vita e costume civile, marciti sono nella perpetua pedanteria) son quelli che per grazia del cielo riformano la temerata e corrotta fede, medicano le ferite de l'impiagata religione, e togliendo gli abusi de le superstizioni, risaldano le scissure della sua veste; non son quelli che con empia curiosità vanno, o pur mai andâro perseguitando gli arcani della natura, computâro le vicissitudini de le stelle. [dalla Declamazione]
  • O dunque forte, vittoriosa e trionfatrice mascella d'un asino morto, o diva, graziosa e santa mascella d'un polledro defunto, or che deve essere della santità, grazia e divinità, fortezza, vittoria e trionfo dell'asino tutto, intiero e vivente, – asino, pullo e madre, – se di quest'osso e sacrosanta reliquia la gloria ed exaltazion è tanta? [...] Pregate, pregate Dio, o carissimi, se non siete ancora asini, che vi faccia dovenir asini. [dalla Declamazione]
  • A la verità nulla cosa è piú prossima e cognata che la scienza; la quale si deve distinguere, come è distinta in sé, in due maniere: cioè in superiore ed inferiore. La prima è sopra la creata verità, ed è l'istessa verità increata, ed è causa del tutto; atteso che per essa le cose vere son vere, e tutto quel che è, è veramente quel tanto che è. La seconda è verità inferiore, la quale né fa le cose vere né è le cose vere, ma pende, è prodotta, formata ed informata da le cose vere, ed apprende quelle non in verità, ma in specie e similitudine: perché nella mente nostra, dove è la scienza dell'oro, non si trova l'oro in verità, ma solamente in specie e similitudine. (Saulino, I Dialogo)
  • [...]Il dotto Agostino, molto inebriato di questo divino nettare, nelli suoi Soliloquii testifica che la ignoranza piú tosto che la scienza ne conduce a Dio, e la scienza piú tosto che l'ignoranza ne mette in perdizione. In figura di ciò vuole ch'il redentor del mondo con le gambe e piedi de gli asini fusse entrato in Gerusalemme, significando anagogicamente in questa militante quello che si verifica nella trionfante cittade. (Saulino, I Dialogo)
  • Sebasto. Dunque, constantemente vuoi che non sia altro in sustanza l'anima de l'uomo e quella de le bestie? e non differiscano se non in figurazione?
    Onorio. Quella de l'uomo è medesima in essenza specifica e generica con quella de le mosche, ostreche marine e piante, e di qualsivoglia cosa che si trove animata o abbia anima: come non è corpo che non abbia o piú o meno vivace– e perfettamente communicazion di spirito in se stesso. (II Dialogo)
  • Sebasto. Non volete dunque che sia l'intelligenza universale che muove?
    Onorio. Dico che la intelligenza efficiente universale è una de tutti; e quella muove e fa intendere; ma, oltre, in tutti è l'intelligenza particulare, in cui sono mossi, illuminati ed intendono; e questa è moltiplicata secondo il numero de gli individui. (II Dialogo)
  • Con questa. Quella cosa, dicono, o devrà esser vera o falsa. Se è falsa, non può esser insegnata, perché del falso non può esser dottrina né disciplina: atteso che a quel che non è, non può accader cosa alcuna, e perciò non può accader anco d'esser insegnato. Se è vera, non può pure più che tanto essere insegnata: perché o è cosa la quale equalmente appare a tutti, e cossì di lei non può esser dottrina, e per conseguenza non può essre alcun dottore, [...]; o è cosa, che altrimente ed inequalmente ad altri ed altri appare, e cossì in sé non può aver altro che opinabilità, e sopra lei non si può formar altro che opinione. (Onorio, II Dialogo)


Note[modifica]

  1. È così, senza trucco, evidentemente, candidamente.
  2. È così, senza trucco, evidentemente, candidamente.

Bibliografia[modifica]

  • Giordano Bruno, Cabala del cavallo pegaseo con l'aggiunta dell'Asino cillenico, a cura di G. Aquilecchia, Sansoni 1985