Giampietro Zanotti

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Giampietro Zanotti

Giampietro Cavazzoni Zanotti (1674 – 1765), scrittore e storico italiano.

Vita di Eustachio Manfredi[modifica]

Incipit[modifica]

Io mi do a scrivere la Vita di Eustachio Manfredi, Uomo illustre, e singolare per ogni sorta di dottrina, e per tutto ciò, che a gentile, e ben costumato animo appartiene, e il so, quantunque fosse io non l'aversi a fare, lasciando così onorevole carico a chi per eguaglianza di studj, e d'intelletto è più degno di sostenerlo ma il so, dico, perché tanto l'amore mi sprona, che nulla a me, c alle mie forze badando, vo dove il desiderio mi trasporta, e alla perfine ciò facendo non tolgo già a chi che sia, che nol faccia, e meglio con lo stile, e con lo intendimento pareggi il merito d'Uomo sì grande e se questo fosse locare una statua dentro una nicchia, in cui altra non si potesse porre, lascierei d'ingombrare sì fatto luogo. Io non molto mi difonderò nel raccontar quanto ei sapesse, e di quali dottrine sieno sparse l'opere sue, che se di ciò uopo avessi allora sì, che disperato mi sottrerrei dall'impresa, ma l'opere sue di questo parlano assai, e parleranno sempre, e per ogni luogo, onde non sa mestiere, ch'altri fatichi, perché il saper del Manfredi quanto fu grande apparisca.

Citazioni[modifica]

  • Era Eustachio di statura mediocre, e di giuta proporzione formato, e quando cresciuto in età cominciò a farsi pingue, acquistò certa gravità, che ben gli stava, ma unita sempre ad un'aria dolce, e soave che lo facea così amare, come per lo sapcrc era stimato. Era di volto bello assai, ma di una bellezza maschile, e quella conservò sempre quanto il poté permettere il variar dell'età. (p. 63)
  • Il suo molto sapere avrebbe potuto certamente in non pochi dettare invidia, ma tale spiravano amore i suoi modi candidi, e soavi, che ciascuno ben s'avvisava, che degno egli era di tanto valere, e se moltissimi ebbero desiderio (il che merita laude) di sapere quel ch'egli sapea, a niuno certamente increbbe (e questo fora stato invidia) tanta scienza, e tanta dottrina così ben collocata. (p. 65)
  • Uno di questi intelletti, ch'era la gioja sua, la sua delizia, si è il conte, Francesco Algarotti viniziano, giovane col quale, come la fortuna fu abbondevole di grandi averi, così fu d'ingegno la natura, che tanto glie ne diè quant'era in suo potere, ond'è da tutti amato, e stimato, e della sua dottrina, e della sua vena poetica ha dato al mondo chiarissime pruove. (p. 70)

Bibliografia[modifica]

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