Vittoria Aganoor

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Vittoria Aganoor

Vittoria Aganoor Pompilj (1855 – 1910), poetessa italiana.

Citazioni di Vittoria Aganoor[modifica]

  • È mezzogiorno, | balena il mare; | sui colli e al piano | un uniforme | tedio. Alla vampa | canicolare | Napoli dorme || È mezzanotte, | sovra il sereno | golfo, alle rive | tra pianta e pianta | l'argento piove. | La luna è in pieno; | Napoli canta. (Napoli-Posillipo[1])

Leggenda eterna; Intermezzo; Risveglio[modifica]

Incipit[modifica]

Sotto la luna i mille cavalieri,
come a squillo che chiami alla raccolta,
vanno, volano, ansanti, a briglia sciolta,
curvi sul crine dei cavalli neri.
Ciechi, folli, non vedono, sui vaghi
poggi, il grappolo offrirsi dalle viti,
né i casolari lampeggiar gl'inviti
di pace, in riva agli assopiti laghi.
No, no, no! Solo, luminoso, alato,
bello d'una terribile bellezza,
con voce di comando e di carezza
chiama il sogno da tanti anni sognato.

Citazioni[modifica]

  • Ecco Novembre; s'aprono | i cimiteri. Oh se potessi ancora | sognar! L'inverno viene | ed il sol ci abbandona. | Oh se potessi ancora | sognar! L'inverno viene | ed il sol ci abbandona. | Cadon le pioggie lente, | s'aprono i cimiteri; | una campana suona | interminabilmente. (Due Novembre, vv. 26-37, in Leggenda eterna)
  • Stelle chiare, | voi ridete, | né sapete | queste mie pene segrete, | queste mie lagrime amare. | In quel vostro di quïete | curvo mare | sono forse velate are | su cui vivide spendete | sempre liete, | sempre ignare, | come i ceri sull'altare? ("Stelle chiare", in Leggenda eterna)
  • Qua e là per la campagna irti si drizzano | al cielo i rami delle piante esauste. | Piove; incombe sull'ampia solitudine | desolata, il silenzio. (Dicembre, vv. 1-4, in Intermezzo)
  • Canta una voce: — O genti dolorose | io vengo, io vengo! Aprite alle speranze | il core, aprite le rinchiuse stanze | alla giungente carica di rose. || Io vengo, io vengo! Ogni deserto ed ogni | rupe fiorisce; levate la testa | e sorridete; io vengo per la festa | meravigliosa, carica di sogni. || D'un più costante e luminoso Maggio | la promessa vi reco. O contristati | cuori, o negletti, o vinti, o disamati, | o vacillante umanità, coraggio! – (Canto d'Aprile, in Intermezzo)
  • Ecco la cerula notte, la placida | notte d'estate! | Miti bisbigli, lucenti palpiti | di stelle, tepide fragranze, entrate! (Notturno, vv. 1-4, in Intermezzo)

Citazioni su Vittoria Aganoor[modifica]

  • Con non minore effusione di sentimenti poetici [di Elizabeth Barrett] seppe esprimere l'intensità dell'amore coniugale una eccellente nostra poetessa: Vittoria Aganoor Pompilj, i cui versi intitolati: «Al marito» sono quanto di meglio abbia prodotto su tale argomento la dolce poesia, quella che proviene dal cuore. Si può anzi dire che i detti versi dell'Aganoor siano una mirabile sintesi della missione che viene adempiuta su questa terra dalle mogli ideali. (Carlo Mascaretti)

Note[modifica]

  1. Da Nuove liriche, Nuova Antologia, Roma, 1908, p. 139.

Bibliografia[modifica]

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