Vladimir Putin

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Putin nel 2024

Vladimir Vladimirovič Putin (1952 – vivente), politico russo.

Per approfondire, vedi: Citazioni su Vladimir Putin.

Citazioni[modifica]

1991[modifica]

Da "Mi dicono di essere troppo morbido con le persone"

Intervista di Natalja Nikiforova, Čas Pik, giugno 1991; citato e tradotto in Russiaintranslation.com

  • Io non nascondo e non ho mai nascosto di aver lavorato per 17 anni per l’intelligence esterna del KGB. Il punto è un altro: non l’ho mai ostentato.
  • Non vorrei adesso discutere dell’indole o dei modi di Sobčak anche se da molti sento dire che lui è a volte duro. A me, invece, dicono di essere troppo morbido con le persone. Ma riesco a capire quando qualcuno perde le staffe. Ci troviamo adesso a vivere con l’acqua alla gola e a volte manca la pazienza di approfondire una domanda.
  • Io mi sono messo in aspettativa dal KGB. Io non ci lavoro e non ricevo soldi. Al KGB sono andato in modo legale e trasparente tramite ripartizione dopo la fine dell’università.
  • Gli agenti dei servizi segreti vengono addestrati senza che loro sospettino nulla. Se lo sapessero, inizierebbero ad adattarsi e a mostrare quei lati del carattere e della personalità desiderate dal potenziale fruitore delle informazioni.
  • Volete sapere se avessi dei legami col KGB prima di essere assunto? La risposta è no.
  • [«Anche lei considera il KGB un mostro?»] Certamente. È un dato di fatto che l’apparato del comitato abbia completamente smesso di occuparsi di quei compiti per il quale era stato creato. È necessario ricostruirlo. E lo stanno facendo. Inoltre, io ho lavorato nell’intelligence esterna, non ho avuto nulla a che fare con problemi di politica interna.
  • Ci si pente solo dei reati. Io non ho commesso alcun reato. E non mi discolpo. Anche se discolparsi è sempre più facile che fare un importante passo. E io l’ho fatto.
  • [Su George H. W. Bush] L’attuale presidente USA è un ex direttore della CIA. Questo è per caso un elemento di disturbo per lui? Anche io sono un ex. Un ex collaboratore, un ex comunista. Perché questo dovrebbe essere di disturbo nel mio lavoro?

1999[modifica]

  • [Sui guerriglieri ceceni] Non tratteremo mai con i terroristi. Li distruggeremo, dovunque essi si trovano: se sono andati al bagno, li ammazzeremo nel cesso. (dichiarazione il 24 settembre 1999, poco prima dello scoppio della seconda guerra cecena)[1]

Da «Li stermineremo con metodo dal cielo»

Intervista di Vera Kuznetsova sulla seconda guerra cecena, La Stampa, 28 settembre 1999

  • Abbiamo permesso alla Cecenia di fare ciò che voleva. Non è diventata una repubblica sovrana, ma un'enclave di banditi.
  • Oggi siamo vittime dell'aggressione del terrorismo internazionale. Non è più una guerra civile. Oggi in Cecenia operano persone finanziate e addestrate all'estero. Quando hanno visto che la Russia era in grado di difendersi, hanno colpito le nostre città. Oggi siamo costretti a proteggere le vite dei nostri cittadini. Non ci hanno lasciato altra scelta.
  • Ci sono solo due soluzioni. O attacchiamo al grido "Comunisti, avanti!" e senza contare le vittime, oppure li sterminiamo pazientemente e metodicamente dall'aria. Senza fretta.
  • [«Come si sente nel ruolo di "erede designato"?»] A dire il vero mi considero piuttosto un "tecnico". Se sarò necessario anche in futuro, cercherò di rimanere sulla scena politica. Anche passando attraverso le elezioni. Se invece vedrò che non ha senso, non lo farò.
  • [«Ogni tanto sulla stampa appaiono voci sulla cancellazione delle elezioni...»] Se ci sono motivi per ritenere che le elezioni parlamentari non si terranno nella data fissata, io non ne so niente.

Da «Se la Cecenia fosse in America»

Sulla seconda guerra cecena, La Stampa, 19 novembre 1999

  • Noi sappiamo che gran parte della violenza che arriva dalla Cecenia è finanziata dall'estero. Gli stessi terroristi che sono stati collegati alle bombe alle ambasciate americane hanno un punto d'appoggio nel Caucaso. Sappiamo che Shamil Basaiev, il cosiddetto signore della guerra ceceno, è appoggiato sul territorio da un leader itinerante della guerriglia con un curriculum simile a quello di Osama bin Laden.
  • Pur riluttanti, siamo intervenuti. Il nostro obiettivo immediato è quello di sbarazzare la Cecenia di quanti minacciano la sicurezza di ceceni e russi. Cerchiamo anche di restituire una società civile al popolo ceceno, che da anni vive nella stretta di bande criminali armate.
  • I funzionari americani ci dicono che i cittadini comuni soffrono e che le nostre tattiche militari possono aumentare quelle sofferenze. È vero l'esatto contrario. Le nostre truppe hanno chiare istruzioni di evitare morti tra la popolazione comune.
  • Le nostre forze di terra e di aria fanno ogni sforzo per colpire soltanto le forze armate nemiche. Le ragioni per cui abbiamo scelto con cura attacchi mirati a specifiche e identificate basi terroristiche erano appunto di evitare attacchi diretti alle comunità cecene. Esattamente la stessa tattica adottata durante l'Operazione Tempesta nel Deserto, nei bombardamenti della ex Jugoslavia e nei vari tentativi americani di rispondere agli attacchi di bin Laden. Ma quando si è in guerra, anche le operazioni militari più accuratamente pianificate possono causare occasionalmente morti tra i civili, e noi lo deploriamo profondamente.

Da La Russia alla svolta del millennio

31 dicembre 1999; riportato in Memorie d'oltrecortina, traduzione di Francesco Maiello, Carocci, Roma, 2001, pp. 197-216, ISBN 88-430-2509

  • Paghiamo il prezzo per l'orientamento eccessivo dell'economia sovietica nella produzione di materia prime e nello sviluppo dell'industria che hanno pesato negativamente sul progresso dei beni di consumo e dei servizi. Stiamo pagando per la negligenza sovietica in settori fondamentali come la scienza dell'informazione, l'elettronica e le comunicazioni. Stiamo pagando per la mancanza di competizione tra produttori e tra le industrie, la quale ha rallentato il progresso scientifico e tecnologico impedendo all'economia privata russa di essere competitiva sui mercati mondiali. Questo è il costo per i freni e le limitazioni posti all'iniziativa russa, alle imprese e al personale. Ora raccogliamo i frutti amari, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico, dei decenni passati.
  • Per gran parte del ventesimo secolo la Russia ha vissuto all'ombra della dottrina comunista. Sarebbe un errore non riconoscere i risultati innegabili ottenuti in quel periodo. Ma sarebbe un errore ancora più grave non rendersi conto del prezzo pesantissimo che il nostro paese e il nostro popolo hanno dovuto pagare per quell'esperimento sociale.
  • Il comunismo e il potere dei Soviet non hanno fatto della Russia un paese prospero con una società in dinamico sviluppo e con dei cittadini liberi. Il comunismo ha dimostrato chiaramente la sua incapacità ad incoraggiare un solido sviluppo condannando il nostro paese a procedere lentamente, sempre in ritardo rispetto ai paesi economicamente avanzati. Era una strada senza uscita, lontana dalla corrente della civiltà umana.
  • La Russia è arrivata ai limiti delle proprie possibilità a causa di rovesciamenti politici e socio-economici, cataclismi e riforme radicali. Solo dei fanatici o forze politiche che sono assolutamente insensibili e indifferenti ai destini della Russia e del suo popolo possono lanciare appelli per una nuova rivoluzione. Sia che si presenti dietro slogan comunisti, nazionalistici e patriottici o radical-liberali, il nostro paese e il nostro popolo non sopporterebbero una nuova frattura radicale. La pazienza della nazione e la sua capacità di sopravvivere insieme alla sua disponibilità al lavoro costruttivo hanno raggiunto il limite. La società crollerebbe semplicemente da un punto di vista economico, politico, psicologico e morale.
  • L'esperienza degli anni Novanta dimostra chiaramente che un mero esperimento derivato da modelli e metodi astratti che si possono leggere nei libri di testo stranieri non può garantire che il nostro paese compia un vero rinnovamento, al riparo da costi eccessivi. Nemmeno la riproduzione meccanica dell'esperienza di altri paesi garantisce il successo.
  • Sono contrario alla restaurazione di una ideologia ufficiale di stato russa, in qualsiasi forma si presenti. Non ci può essere una solidarietà civile imposta dall'alto nella Russia democratica. L'accordo sociale può essere solo volontario.
  • Il patriottismo è un sentimento di fierezza nei confronti del proprio paese, della sua storia e dei risultati che ha ottenuto. È l'impegno a rendere il proprio paese migliore, più ricco, più forte e più felice. Quando questi sentimenti sono liberi dai colori del nazionalismo e da ambizioni imperiali non c'è niente di condannabile, non c'è fanatismo.
  • La Russia è stata e resterà una grande potenza. È un fatto determinato dalle sue caratteristiche intrinseche, dalla sua posizione geografica, economica e culturale. Questi aspetti hanno determinato la mentalità dei russi e la politica del governo per tutto il corso della nostra storia e non possono che continuare ad agire oggi.
    Ma la mentalità russa deve anche aprirsi a idee nuove. Nel mondo attuale la potenza di un paese si manifesta di più nella capacità di sviluppare e utilizzare tecnologie avanzate, di assicurare un alto livello di benessere diffuso, di preservare la propria sicurezza e di sostenere i propri interessi nazionali in campo internazionale piuttosto che nella semplice forza militare.
  • La Russia non diventerà la seconda edizione degli Stati Uniti o della Gran Bretagna, dove i valori liberali hanno delle profonde tradizioni storiche. Il nostro stato e le sue istituzioni e strutture hanno sempre giocato un ruolo eccezionalmente importante nella vita del paese e delle persone. Per i russi uno stato forte non è un'anomalia di cui liberarsi. Al contrario è una fonte di ordine e la principale forza che orienta qualsiasi cambiamento.
  • I sentimenti paternalistici hanno profonde radici nella società russa. La maggioranza dei russi è abituata a dipendere per i progressi delle proprie condizioni materiali più dallo stato che dai propri sforzi, dalla propria iniziativa, dal fiuto per gli affari. Ci vorrà molto tempo perché questa abitudine venga meno.
  • La Russia ha bisogno di un forte potere statale. Non sto chiedendo il totalitarismo. La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Solo i sistemi democratici durano a lungo. Qualsiasi siano gli aspetti negativi, l'umanità non ha ancora trovato niente di meglio. Un forte potere statale in Russia è uno stato federale, democratico e basato sulla legge.
  • Emendare la costituzione non sembra essere un obiettivo urgente e prioritario. Abbiamo una buona costituzione. I suoi principi sui diritti e le libertà individuali sono considerati il miglior strumento costituzionale di questo genere nel mondo intero. Piuttosto che preparare un nuovo codice legislativo per il paese dobbiamo impegnarci per rafforzare la costituzione in vigore e le leggi che sono state approvate nel periodo in cui è stata in vigore, per applicarla nella sfera dello stato, della società e di ciascun individuo.
  • La Russia si trova nel pieno di uno dei periodi più difficili della sua storia. Per la prima volta negli ultimi due o trecento anni si sta confrontando con il pericolo concreto di scivolare verso il secondo o anche il terzo rango tra i paesi della terra. Ci stiamo affrettando per evitare questo rischio. Dobbiamo tendere tutte le forze intellettuali, fisiche e morali della nazione. Abbiamo bisogno di un lavoro coordinato e creativo. Nessuno potrà farlo al posto nostro. Tutto dipende da noi e soloda noi, dalla nostra capacità di capire le dimensioni della sfida, di riunire le forze e di prepararci ad un lavoro lungo e difficile.

2000[modifica]

  • La democrazia è la dittatura della legge e non di coloro che vogliono invece usare la legge per accrescere il loro potere. (da un articolo dell'Isvetsija, 25 marzo 2000).[2]
  • La Russia da tempo non è più un pezzo dell'Unione Sovietica frantumata, ma una nazione sicura di sé, con un radioso futuro e una popolazione splendida. (da un articolo dell'Isvetsija, 25 marzo 2000).[2]

Da «Il Kgb, grande amore della mia vita»

Intervista di Natalia Gevorkian e Andrej Kolesnikov, La Stampa, 12 marzo 2000

  • Non ho mai pensato di avere uno scarso senso del pericolo, ma gli psicologi che mi hanno osservato a lungo, anche di nascosto, sono giunti a questa conclusione.
  • Era impossibile lavorare nello spionaggio senza essere nel partito. Ma quelli che arrivavano nello spionaggio dal partito di solito erano cialtroni fissati sulla carriera e questo irritava i professionisti.
  • Non sono mai stato un dissidente, che questo sia un bene o un male. Ma molte cose che gli "organi" si permettono adesso all'epoca erano impossibili. Tutto si faceva discretamente. Certo, era sbagliato, era una manifestazione dello Stato totalitario. Ma il Kgb non si permetteva, come ora di interferire direttamente nella lotta politica.
  • Sono rimasto membro del partito finché è esistito. Poi ho preso la tessera, l'ho messa in un cassetto e ci ho fatto sopra il segno della croce. Sta ancora lì.
  • [Su sua madre] Quattro anni prima della sua morte sono andato in Israele e lei mi ha dato la mia croce di battesimo per consacrarla al Santo Sepolcro. L'ho presa e, per non perderla, me la sono messa al collo. Da allora non me la sono mai più tolta.

Da Putin: cari italiani, vi spiego chi sono

Colloquio con Maurizio Molinari, La Stampa, 7 giugno 2000

  • Milosevic piaccia o no - anche noi abbiamo avuto problemi con lui - è stato eletto democraticamente da tutto il suo popolo. Tentare di destituirlo aumenta la sua popolarità in patria, non la diminuisce.
  • La Chiesa ortodossa è stata molto indebolita durante il comunismo. Era l'unica forma di opposizione legale permessa in Unione Sovietica. Ha sofferto molto per questo. La sua base materiale è stata minata. Ha subito molte ingiustizie ed ha avuto molte vittime. Ci sono stati dei casi, nei primi anni che seguirono la Rivoluzione d'Ottobre, in cui in una sola notte sono stati affogati nell'acqua ghiacciata del Don ventimila monaci. Ritenendosi indebolita la Chiesa Ortodossa si sente impreparata ad una concorrenza con la Chiesa Cattolica.
  • Non sospettavo neppure che esistesse il termine mafia russa. Che io sappia mafia è un termine italiano.
  • L'economia russa deve essere guarita. Non vogliamo che la medicina sia peggiore della malattia. Gli ideali conservatori sono più efficaci di una super-socializzazione dell'economia anche se rimango convinto che lo Stato deve garantire la difesa dei ceti che più necessitano di appoggio.

Da «Mi hanno dato una croce, la porterò»

Intervista di Rtr sull'incidente del K-141 Kursk, La Stampa, 24 agosto 2000

  • Cosa vi posso dire? Non ci sono parole che bastino. Viene voglia di urlare. Ieri uno dei parenti ha detto: "Sappiamo che lei è in carica da poco, ma ora ha questa croce e la deve portare". Ha ragione. Occupo l'ufficio al Cremlino da poco più di 100 giorni, ma provo tutto il senso di responsabilità e di colpa per questa tragedia.
  • Hanno ragione coloro che dicono che nelle prime file dei difensori dei marinai si sono trovati proprio quelli che per lungo tempo hanno contribuito allo sfacelo dell'esercito, della flotta e dello Stato. Alcuni di loro hanno perfino raccolto un milione. Come si suol dire, un filo da tutti e il nudo si fa la camicia. Avrebbero fatto meglio a vendere le loro volle sulla costa mediterranea della Francia o della Francia. Solo che gli toccherebbe spiegare perché sono state comprate con prestanomi. E noi gli avremmo chiesto dove hanno preso i soldi. Ma lasciamoli perdere. Dobbiamo pensare ai nostri marinai, alle famiglie, al futuro.
  • Mi dispiace sentir dire che insieme al «Kursk» è affogato l'onore della marina, l'orgoglio della Russia. Il nostro Paese ha vissuto momenti peggiori degli ultimi anni, ma siamo sopravvissuti a tutto. La Russia ha sempre avuto un futuro. Il momento che viviamo oggi è molto difficile. Ma sono assolutamente convinto che eventi del genere non devono dividere, ma unire la società e il popolo.

Da Putin, la verità sul Kursk. Era impossibile salvarli

Intervista di Larry King sull'incidente del K-141 Kursk, La Repubblica, 10 settembre 2000

  • [«Cosa è successo al Kursk?»] È affondato.
  • Il 15 luglio, per la prima volta si discusse a livello ufficiale di richiedere aiuto all'esterno. La proposta proveniente dall'addetto militare inglese venne immediatamente accettata. Ma non è questo il punto. Il problema è nato dal fatto che dall'accettazione della proposta che richiedeva operazioni rischiose, ci sono voluti sei giorni per aprire il portello. Neanche un intervento più precoce avrebbe salvato l'equipaggio.
  • [«Col senno del poi, avrebbe agito in maniera diversa?»] No. L'unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stata sospendere tutti gli incontri in programma nel luogo in cui mi trovavo in vacanza e tornare a Mosca. Ma, lo ripeto, questo ha valenza a livello di immagine, perché dovunque io mi trovi, all'interno del paese come nel resto del mondo, ho a disposizione i mezzi per mantenermi sempre in contatto con i vertici militari. È stato un pretesto per attaccare la Russia, la mia presidenza e ciò è molto pericoloso in questo periodo. Per questa ragione, forse, sarebbe stato meglio recarsi sul posto, salire sul sottomarino di salvataggio e sorridere.
  • [«Le piaceva lavorare per il Kgb?»] Beh, era interessante. Ha allargato i miei orizzonti, mi ha insegnato a trattare con le persone, a gestire le informazioni, ad individuare le priorità. È stato utile sotto questo aspetto.
  • Nei colloqui con i colleghi americani ho sempre ricordato il fatto che le armi nucleari sono state inventate negli Stati Uniti e alcuni scienziati trasferirono poi le formule nell'Unione Sovietica. Perché? Perché, intelligentemente, volevano ristabilire l'equilibrio tra le superpotenze. Grazie a questo equilibrio l'umanità ha evitato conflitti su larga scala dopo il 1945. Distruggendo questo equilibrio mettiamo il mondo in grave pericolo. Per questo siamo contrari allo sviluppo dello scudo spaziale nazionale.

2001[modifica]

Da Putin. «Americani vi sono amico»

Intervista di Barbara Walters sugli attentati dell'11 settembre 2001, La Stampa, 9 novembre 2001

  • Non so se gli attacchi aerei su New York e Washington potessero essere prevenuti, ma ribadisco che contavamo su una maggiore cooperazione. Da parte nostra è un peccato che i nostri servizi segreti non abbiano raccolto informazioni tempestive e non siano stati in grado di avvertire con precisione gli americani della tragedia che stava per abbattersi su di loro.
  • Mi rendevo conto, allora come ora, che la necessità di combattere il terrorismo internazionale è assoluta, quanto quella di far sapere all'America che in quel momento terribile non era sola.
  • [Su George W. Bush] Sono convinto che egli sia un partner affidabile. Possiamo dividerci su qualche problema, essere in disaccordo su qualcosa. Ma ho notato che quando raggiungiamo un accordo, lui lo pone in essere senza indugio.
  • La Russia non si aspetta favori né ricompense per il supporto all'America nella lotta al terrorismo. Abbiamo un nemico comune, il terrorismo internazionale, e il lavoro che stiamo facendo insieme è anche nostro interesse. Ma è anche nostro interesse integrare la Russia nella comunità internazionale in ogni settore: nella politica, nella difesa, nella sicurezza.
  • Per i russi tornare in Afghanistan sarebbe come per gli americani tornare in Vietnam. Anzi peggio, perché la nostra esperienza in Afghanistan è più recente.

2002[modifica]

  • Se lei è pronto a diventare un islamico integralista e a farsi circoncidere, allora la invito a Mosca dove abbiamo degli ottimi specialisti perché la nostra è una società multiconfessionale. E gli raccomanderò di farle l'operazione in modo tale che non le ricresca mai più niente.[3]

2003[modifica]

  • Schengen sta diventando per i russi un muro come quello di Berlino. (da una dichiarazione ai capi dell'Ue a San Pietroburgo, [4]
  • [Commentando la Madonna Litta di Leonardo da Vinci] veramente la Madonna guarda negli occhi il Bambino Gesù sottolineando così che è lui il centro del quadro; ma il Salvatore guarda a noi ed è come se dicesse: so che avete delle difficoltà, ma io sto con voi. (Dalla visita di Stato del 5 novembre 2003)[5]

Da Putin: continueremo a lavorare con l'Iran nel settore nucleare

Intervista di David Frost, La Stampa, 23 giugno 2003

  • Dato che una gran parte dell'industria irachena si basa su tecnologie sovietiche e russe, certo non avanzate ma tuttora funzionali, c'è bisogno dei nostri pezzi di ricambio e del nostro personale tecnico.
  • La partnership non implica che si debba essere d'accordo su ogni cosa. [...] La questione è come raggiungere lo scopo comune di eliminare le minacce. Siamo contrari a stilare liste nere.
  • Siamo sulla strada giusta. Negli ultimi tre anni la nostra economia è cresciuta in media del 6% all'anno. Non male. Prima, la gente riceveva gli stipendi e le pensioni anche con sei mesi di ritardo. Questo problema è stato praticamente eliminato e i redditi delle persone sono cresciuti in misura significativa. Restano bassi, ma il trend è positivo.

2004[modifica]

  • Io non vi consiglio di incontrare Bin Laden, di invitarlo a Bruxelles, alla Nato o alla Casa Bianca, di trattare con lui e di farvi dire cosa farvi lasciare in pace. Voi invece venite a dirci che dovremmo parlare con tutti, anche con chi ha ucciso dei bambini.[6]
  • Distinguere in terroristi in moderati e radicali apre la strada al terrorismo, ogni cedimento non fa che allargare le loro richieste e moltiplicare le vittime.[7]

Da Putin: ci hanno dichiarato guerra

Sulla strage di Beslan, La Stampa, 5 settembre 2004

  • Abbiamo manifestato debolezza e i deboli vengono picchiati.
  • Alcuni vogliono strapparci un boccone di lardo, altri li aiutano perché considerano la Russia, una delle potenze nucleari, ancora una minaccia e vorrebbero liquidarla.
  • Come presidente e capo di Stato, come cittadino vi dico che non c'è nessuna scelta, se ci facciamo ricattare abbandoneremo milioni di persone a una catena di conflitti sanguinosi.

Da Putin: «L'Occidente inviterebbe Bin Laden alla Nato per trattare?»

Sulla strage di Beslan, La Stampa, 8 settembre 2004

  • Non c'è alcun legame tra la politica russa in Cecenia e la vicenda di Beslan, noi sappiamo che cosa fare in Cecenia: continuare il dialogo con la società locale, proseguire nel processo politico che dopo il referendum sull'appartenenza alla Federazione Russa e l'elezione presidenziale continuerà con le elezioni parlamentari; rinforzare gli elementi ceceni nella polizia locale, cosa che non impedirà di lasciare nella regione militari russi per tutto il tempo che sarà necessario, così come ci sono soldati americani in Texas o in California.
  • Provate a farvi la domanda: che cosa pensereste di gente che in qualche parte del mondo ammazza dei bambini per arrivare al potere? Se vi risponderete, non avrete più dubbi sulla nostra politica in Cecenia.
  • Perché gli emuli di Bin Laden sono chiamati terroristi e persone che uccidono i bambini vengono definite ribelli? Dov'è la logica?
  • La Cecenia non è l'Iraq, l'Iraq è a migliaia di chilometri dagli Stati Uniti, qui il nemico è molto vicino.

2005[modifica]

  • Il crollo dell'Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del ventesimo secolo e un autentico dramma per il popolo russo. (da un discorso sullo stato della nazione il 25 aprile 2005)[8]

2006[modifica]

  • [Parlando con tono ironico a Ehud Olmert, durante una visita di Stato in Israele] Katsav si è rivelato un uomo forte, ha stuprato ben dieci donne! Non me lo sarei mai aspettato da lui. Ci ha sorpreso tutti, lo invidiamo.[9]

Da "Quella morte è un danno per la leadership russa"

Intervista di Daniel Broessler e Werner Kilz sulla morte di Anna Stepanovna Politkovskaja, La Repubblica, 11 ottobre 2006

  • La giornalista Politkovskaja era una voce critica contro l'attuale equilibrio di potere. In generale questo è tipico dei media, ma lei aveva assunto posizioni radicali. Negli ultimi tempi si era dedicata alla critica del potere in Cecenia. Ma la sua influenza politica non era molto grande.
  • L'assassinio della signora Politkovskaja è un grave danno per la leadership russa e specialmente per quella cecena. Un danno molto più grave di qualsiasi articolo di giornale.
  • Le rivelazioni della signora non hanno né danneggiato la politica di Kadyrov né creato ostacoli alla sua carriera politica. Ramzan Kadyrov appartiene ai gruppi che un tempo hanno combattuto contro le truppe federali in Cecenia. Negli organi di sicurezza e nelle istituzioni cecene oggi possono lavorare tutti, a prescindere dalle loro opinioni o dal loro passato. I rapporti di forza politici in Cecenia sono complessi, ma questo non è un motivo per un omicidio. Forse c'è stato fastidio o collera per l'attività della giornalista, ma non posso immaginarmi che un esponente ufficiale possa pianificare un crimine così orribile
  • Noi non abbiamo alcun desiderio di tornare al sistema sovietico del centralismo e del totalitarismo.

2007[modifica]

Da Discorso alla Conferenza di Monaco di Baviera sulla Politica di Sicurezza

11 febbraio, 2007, traduzione a cura di Resistenze.org

Putin durante il discorso a Monaco
  • Si sa bene che la sicurezza internazionale va molto più in là delle questioni relative alla stabilità militare e politica. Comprende la stabilità dell'economia globale, il superamento della povertà, la sicurezza economica e lo sviluppo di un dialogo tra civiltà.
  • Solamente due decadi fa il mondo era ideologicamente ed economicamente diviso e fu l'enorme potenziale strategico di due superpotenze che garantì la sicurezza globale. Questa situazione globale ha spostato i problemi economici e sociali più acuti ai margini dell'agenda della comunità internazionale e del mondo. E, proprio come ogni guerra, la Guerra Fredda ci lasciò con la miccia accesa, parlando figuratamente. Mi sto riferendo agli stereotipi ideologici, ai doppi standard e ad altri tipici aspetti di pensiero per blocchi della Guerra Fredda.
  • Alla Russia - a noi - danno continuamente lezioni di democrazia. Ma per qualche ragione quelli che ci insegnano non vogliono imparare loro stessi.
  • È un dato di fatto che norme legali indipendenti stiano diventando in modo crescente più legate al sistema legale di uno stato. Primo fra tutti, gli Stati Uniti, che hanno oltrepassato i loro confini nazionali in ogni modo. Questo è visibile nelle politiche economiche, governative, culturali e dell’istruzione che impongono alle altre nazioni. Bene, a chi piace questo? Chi è felice di questo?
  • Il nostro paese non ha avuto una transizione pacifica alla democrazia? Effettivamente, noi siamo la testimonianza di una trasformazione pacifica dal regime sovietico - una trasformazione pacifica! E che regime! E con quale dovizia di armi, incluse le armi nucleari! Perché ora dovremmo metterci a bombardare e sparare in ogni occasione possibile?
  • Io, o non ho capito quello che il nostro collega Ministro della Difesa italiano ha detto, o quello che lui ha detto era inesatto. Cioè, ho inteso che l'uso della forza può essere solamente legittimo quando la decisione è presa dalla Nato, dall'EU, o dall'Onu. Se lui realmente pensa così, allora noi abbiamo punti di vista diversi. O io non ho sentito correttamente. L'uso della forza può solamente essere considerato legittimo se la decisione è sancita dall'Onu. E noi non abbiamo bisogno di mettere la Nato o l'EU al posto dell'Onu.
  • I missili bellici con una raggio di circa cinque/otto mila chilometri che realmente costituiscono una minaccia per l’Europa non esistono in nessuno dei cosiddetti paesi problematici. Nel prossimo futuro ed in prospettiva , questo non accadrà e non è neanche prevedibile. E qualche ipotetico lancio, ad esempio, di un razzo nordcoreano diretto al territorio americano attraverso l'Europa occidentale, contraddice in modo palese le leggi della balistica. Come noi diciamo in Russia, sarebbe come usare la mano destra per giungere all'orecchio sinistro.
  • Io penso che sia chiaro che l’espansione della Nato non abbia alcuna relazione con la modernizzazione dell'Alleanza stessa o con la garanzia di sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. E noi abbiamo diritto di chiedere: contro chi è intesa questa espansione? E cosa è successo alle assicurazioni dei nostri partner occidentali fatte dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno nemmeno le ricorda.
  • Le pietre e i blocchi di cemento del Muro di Berlino sono stati da molto tempo distribuiti come souvenir. Ma noi non dovremmo dimenticare che la caduta del Muro di Berlino fu resa possibile grazie ad una scelta storica - scelta che è stata fatta anche dalla nostra gente, dal popolo della Russia - una scelta in favore di democrazia, libertà, apertura ed una sincera partnership con tutti i membri della grande famiglia europea.

2012[modifica]

2014[modifica]

  • La «Guerra fredda» è finita. Però non si è conclusa con un raggiungimento di «pace», con degli accordi comprensibili e trasparenti sul rispetto delle regole e degli standard oppure sulle loro elaborazione. Par di capire che i cosiddetti vincitori della «Guerra fredda» abbiano deciso di «sfruttare» fino in fondo la situazione per ritagliare il mondo intero a misura dei propri interessi. (dal discorso al Forum di Valdai, 29 ottobre 2014[11])

Da "La Crimea è Russia"

Discorso tenuto al Cremlino il 18 marzo 2014 dopo l'annessione della Crimea alla Russia, Limesonline.com, 16 aprile 2014

Putin durante il suo discorso del 18 marzo 2014
  • Il 16 marzo si è tenuto un referendum in Crimea nel pieno rispetto dei meccanismi democratici e delle norme internazionali. Più dell’82% degli aventi diritto ha preso parte al voto. Di questi, oltre il 96% si è espresso a favore della riunificazione con la Russia. Questi numeri parlano da soli.
  • Tutto in Crimea ricorda la storia e l’orgoglio che condividiamo. Là sorge l’antica Kherson, dove il principe Vladimir fu battezzato. La sua opera spirituale di conversione all’ortodossia pose le fondamenta della cultura, della civiltà, dei valori umani che uniscono i popoli di Russia, Ucraina e Bielorussia.
  • La Crimea è una combinazione unica di popoli, culture e tradizioni diverse. In questo è simile alla Russia, dove nel corso dei secoli non un solo gruppo etnico è scomparso. Russi e ucraini, tatari della Crimea e genti appartenenti ad altri gruppi etnici hanno vissuto fianco a fianco in Crimea conservando la loro identità, le loro tradizioni, le loro lingue e le loro confessioni.
  • Vero, vi fu un tempo in cui i tatari della Crimea ricevettero un trattamento ingiusto, così come altri popoli dell’Urss. Solo una cosa posso dire oggi: milioni di persone di varie etnie soffrirono durante quelle repressioni, primi fra tutti i russi. I tatari della Crimea sono tornati alla loro terra natia. Credo che dovremmo intraprendere tutte le necessarie misure politiche e normative per completare la riabilitazione dei tatari della Crimea, restituire i loro diritti e ripristinare la loro reputazione.
  • [Sulla cessione della Crimea] La gente, ovviamente, si chiese perché tutto d’un tratto la Crimea fosse diventata parte dell’Ucraina. Ma in generale – e dobbiamo dirlo chiaramente, lo sappiamo tutti – la decisione fu trattata come una formalità, dal momento che il territorio veniva trasferito all’interno dei confini di uno Stato unitario. All’epoca, era impossibile immaginare che l’Ucraina e la Russia potessero separarsi e diventare due Stati diversi. Tuttavia è successo.
  • [Sulla rivoluzione ucraina del 2014] Questo colpo di Stato è opera di nazionalisti, neonazisti, russofobi e antisemiti, che continuano a dettare l’agenda in Ucraina. [...] Al momento, in Ucraina non c’è nessuna legittima autorità esecutiva, nessuno con cui parlare. Diverse agenzie governative sono state conquistate da impostori che non hanno alcun controllo del paese, mentre essi stessi – voglio sottolinearlo – sono sovente controllati dai radicali. Spesso, per incontrare alcuni ministri dell’attuale governo c’è bisogno di un permesso speciale dei militanti di Majdan. Non è uno scherzo, è la realtà.
  • Gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli si sono rivolti alla Russia perché li aiutasse nella difesa dei loro diritti e delle loro vite, per prevenire gli eventi che si stavano e si stanno succedendo a Kiev, Donec’k, Kharkiv e in altre città ucraine. Ovviamente, non potevamo non ascoltare questo appello; non potevamo abbandonare la Crimea e i suoi abitanti. Si sarebbe trattato di tradimento.
  • Dichiarando l’indipendenza e decidendo di organizzare un referendum, il Consiglio supremo della Crimea ha fatto riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, che riconosce il diritto all’autodeterminazione delle nazioni. Per inciso, vorrei ricordare che l’Ucraina adoperò gli stessi argomenti quando si staccò dall’Urss, quasi parola per parola. L’Ucraina poté godere di questo diritto, ma agli abitanti della Crimea non è concesso. Perché?
  • Scomparso il mondo bipolare, non c’è più stabilità. Le istituzioni internazionali più importanti non si stanno rafforzando; al contrario, in molti casi conoscono un triste declino. I nostri partner occidentali, capeggiati dagli Stati Uniti d’America, preferiscono farsi guidare nelle loro pratiche politiche non dal diritto internazionale, ma dalla legge del cannone. Sono arrivati a credere, nella loro esclusività e nel loro eccezionalismo, di poter decidere i destini del mondo e di essere gli unici ad aver sem­pre ragione.
  • C’è stata una serie di rivoluzioni «colorate» controllate. I popoli delle nazioni in cui questi eventi avevano luogo erano chiaramente stanchi della tirannia, della povertà e della mancanza di prospettive; ma questi impulsi sono stati cinicamente sfruttati. A queste nazioni sono stati imposti standard che non corrispondevano in alcun modo al loro stile di vita, alle loro tradizioni, alle culture di quei popoli. I risultati, invece della democrazia e della libertà, sono stati il caos, le esplosioni di violenza e diverse insurrezioni.
  • Oggi vorrei rivolgermi al popolo degli Stati Uniti d’America, il popolo che, sin dalla fondazione della propria nazione e dall’adozione della dichiarazione d’indipendenza, si è fatto vanto di considerare la libertà al di sopra di tutto. Il desiderio degli abitanti della Crimea di disporre liberamente del loro destino non risponde a quel valore? Vi prego di capirci.
  • Abbiamo sempre rispettato l’integrità territoriale dello Stato ucraino, a differenza, per inciso, di coloro che hanno sacrificato l’unità ucraina ad ambizioni politiche particolari. Quelli che scandiscono slogan sulla grandezza dell’Ucraina sono gli stessi che hanno fatto di tutto per dividere la nazione. L’attuale stallo pesa interamente sulle loro coscienze.
  • Ho sentito dichiarazioni da Kiev sull’imminente ingresso dell’Ucraina nella Nato. Cosa avrebbe significato questo per la Crimea e per Sebastopoli? Che la Marina della Nato si sarebbe installata proprio là, nella città della gloria militare russa, portando una minaccia non potenziale, ma pienamente attuale all’intera Russia meridionale. Questo scenario si sarebbe potuto avverare, non fosse stato per la scelta del popolo della Crimea e vi voglio ringraziare per questo. Non abbiamo nulla in contrario a una cooperazione con la Nato.
  • Non potrei assolutamente immaginare di andare a Sebastopoli per rendere visita ai marinai della Nato. Certo, molti di loro sono dei meravigliosi ragazzi, ma sarebbe meglio che loro fossero nostri ospiti, non il contrario.

2015[modifica]

  • [L'esercito ucraino è la] legione straniera della nato che non persegue gli interessi di Kiev ma ha come obiettivo geopolitico quello di contenere la Russia.[12]
  • [Sulle Forze terrestri russe] Nessuno dovrebbe avere l'illusione di poter ottenere una superiorità militare sulla Russia, di poter metterci un qualche tipo di pressione. Avremo sempre un'adeguata risposta a qualsiasi avventurismo. I nostri soldati e ufficiali hanno dimostrato la loro prontezza a combattere con risolutezza, in modo coeso, professionale e coraggioso, a cogliere gli obiettivi non convenzionali più difficili proprio come si addice a un esercito moderno e pronto al combattimento che conserva le sue tradizioni e il suo dovere militare.[13]
  • Oltre nuovi 40 missili balistici intercontinentali, in grado di prevalere perfino sui sistemi di difesa anti-missilistica più avanzati dal punto di vista tecnico, saranno aggiunti all'arsenale nucleare entro quest'anno.[14]
  • Non voglio entrare in dettagli, ma non credo a una sola parola di chi dice che Blatter è coinvolto in casi di corruzione. Credo che le persone come Blatter, quelle che guidano a una grande organizzazione sportiva internazionale, oppure i Giochi Olimpici, meritino un riconoscimento speciale. Se c'è qualcuno che merita il Premio Nobel, sono persone così.[15]
  • [Sul ruolo della Russia nella guerra civile siriana] Più di duemila combattenti russi e delle ex repubbliche sovietiche sono in Siria con il pericolo che possano tornare in patria. Invece di aspettare che lo facciano, aiutiamo Assad a combatterli in territorio siriano. Stiamo considerando di intensificare il dialogo sia con lui che con i nostri partner negli altri Paesi. (intervento davanti alla 70esima Assemblea generale dell'Onu, settembre 2015)[16]
  • È un errore non cooperare con il governo siriano di Bashar al-Assad. In Siria solo le forze di Assad e i curdi stanno combattendo valorosamente il terrorismo. Per fronteggiare l'Is occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda Guerra mondiale. (intervento davanti alla 70esima Assemblea generale dell'Onu, settembre 2015)[16]

Da Putin al Corriere della Sera: «Non sono un aggressore, patto con l'Europa e parità con gli Usa»

Intervista di Luciano Fontana, Corriere.it, 6 giugno 2015

Putin intervistato da Luciano Fontana
  • Non è stata colpa della Federazione Russa se i rapporti con i Paesi dell'Unione europea si sono deteriorati. La scelta ci è stata imposta dai nostri partner. Non siamo stati noi a introdurre certe limitazioni nel commercio e nell'attività economica. È stato fatto contro di noi e siamo stati costretti ad adottare contromisure.
  • Molti Paesi del mondo ottengono il sostegno e l'aiuto necessario usando risorse russe.
  • Se lei ha certi rapporti con una donna senza assumersi degli impegni, allora non ha nessun diritto di chiedere alla sua partner di assumersi a sua volta impegni nei suoi confronti. Noi non abbiamo mai trattato l'Europa come un'amante. Ora parlo molto seriamente. Abbiamo sempre proposto rapporti seri. Ma oggi ho l'impressione che fosse l'Europa a cercare di costruire con noi rapporti puramente su base materiale ed esclusivamente a proprio favore.
  • Quali sono le origini della crisi in Ucraina? La ragione, come sembra, non è commensurabile alla tragedia di oggi con un gran numero di vittime nel Sud-Est. Attorno a cosa è nata questa diatriba? L'ex presidente Yanukovich disse che aveva bisogno di pensarci sulla firma dell'Accordo d'associazione Ucraina-Ue, forse ottenere dei cambiamenti e consultarsi con la Russia, il partner economico-commerciale principale dell'Ucraina. Sotto questo pretesto sono cominciati i disordini a Kiev, appoggiati attivamente dai nostri partner sia europei che americani. Dopo è venuto il colpo di Stato, un'azione assolutamente anticostituzionale. Le nuove autorità hanno dichiarato di voler firmare l'accordo, rinviandone però l'applicazione al 1° gennaio 2016. Facciamoci una domanda: a cosa sono serviti il colpo di Stato. la guerra civile, la disfatta economica se l'esito è stato lo stesso? Non eravamo per niente contrari alla firma dell'accordo tra l'Ucraina e l'Ue. Però, certo, volevamo partecipare all'elaborazione delle decisioni finali, considerando che l'Ucraina sia allora che adesso fa parte della zona di libero scambio della CSI e ci sono impegni reciprochi che ne derivano. Com'è possibile ignorare questo fatto e non rispettarlo? Non riesco a capirlo.
  • Lo scenario di Crimea non è legato alla posizione della Russia ma a quella della gente che ci abita. Tutte le nostre azioni, incluse quelle di forza, non avevano come obiettivo di alienare la Crimea dall'Ucraina, ma avevano il fine di dare alla gente che vive lì la possibilità di esprimere la propria opinione su come vogliono organizzare la propria vita. Se questo è stato permesso agli albanesi del Kosovo ed ai kosovari perché vietarlo ai russi, ucraini e tartari che vivono in Crimea?
  • Le spese militari degli Stati Uniti sono superiori alle spese militari di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Quelle complessive della Nato sono 10 volte superiori a quelle della Federazione Russa. La Russia praticamente non ha più basi militari all'estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo. Pubblicate sul vostro giornale la mappa del mondo, indicando tutte le basi militari americane e vedrete la differenza.
  • Solo una persona non sana di mente o in sogno può immaginare che la Russia possa un giorno attaccare la Nato.
  • Il terrorismo di oggi in molte sue manifestazioni è simile al nazismo, non c'è in sostanza alcuna differenza.
  • Il numero dei partiti politici da noi è aumentato di parecchie volte, negli anni precedenti abbiamo liberalizzato le regole per la loro costituzione e il loro avanzamento sulla scena politica regionale e nazionale. Si deve solo essere validi e sapere lavorare con l'elettorato, con i cittadini.
  • Sia nella nostra Storia, che in quella europea e mondiale ci sono stati molti degni esempi di leadership. Ma tutte queste persone vivevano e lavoravano in certe condizioni. La cosa principale è essere onesto con se stesso e con le persone che ti hanno affidato questo lavoro.

Da Intervista al giornalista americano Charlie Rose per CBS e PBS

Intervista di Charlie Rose, It.topwar.ru, 28 settembre 2015

  • Esiste solo un esercito legittimo ordinario. Questo è l'esercito del presidente della Siria Assad. Ed è contrario, secondo l'interpretazione di alcuni dei nostri partner internazionali, dall'opposizione. Ma in realtà, nella vita reale, l'esercito di Assad sta davvero combattendo con organizzazioni terroristiche.
  • Non c'è altro modo per risolvere il problema siriano, oltre a rafforzare le strutture statali esistenti, aiutandoli nella lotta contro il terrorismo, ma, naturalmente, incoraggiandoli nello stesso tempo a impegnarsi in un dialogo positivo con la parte sana dell'opposizione e ad attuare trasformazioni politiche.
  • La Russia non parteciperà a nessuna operazione militare sul territorio della Siria o in altri stati, in ogni caso, oggi non stiamo pianificando questo.
  • Più di duemila militanti - persone provenienti dall'ex Unione Sovietica sono in Siria. C'è una minaccia che torneranno da noi. Che aspettare che tornino da noi, è meglio aiutare Assad a combatterli lì, in Siria. Questo è il motivo più importante che ci spinge ad assistere Assad.
  • Sono orgoglioso della Russia. Abbiamo molto di cui essere orgogliosi. Ma non abbiamo una specie di feticcio per la superpotenza della Russia sul palcoscenico mondiale.
  • Abbiamo continuato a dire che l'Ucraina è un paese fraterno, ed è così. Questo non è solo un popolo slavo, è il più vicino al popolo russo: la lingua è molto simile, la cultura, la storia comune, la religione comune e così via.
  • Cosa considero assolutamente inaccettabile per noi? Risolvere questioni, comprese questioni controverse, questioni politiche interne nelle repubbliche dell'ex Unione Sovietica con l'aiuto delle cosiddette rivoluzioni "colorate", con l'aiuto di colpi di stato e modi incostituzionali per spostare l'attuale governo - questo è assolutamente inaccettabile. I nostri partner negli Stati Uniti non nascondono il fatto che hanno sostenuto coloro che si sono opposti al presidente Yanukovich.
  • [«Rispetti la sovranità dell'Ucraina?»] Certo. Ma vorremmo che altri paesi rispettassero la sovranità di altri paesi, compresa l'Ucraina. E rispettare la sovranità significa prevenire colpi di stato, azioni anticostituzionali e sfollamenti illegali di autorità legittime.
  • Sai, non una fase della nostra vita passa senza lasciare traccia. Qualunque cosa facciamo, qualsiasi cosa facciamo, questa conoscenza, questa esperienza, rimangono sempre con noi, e li portiamo più avanti con noi, in qualche modo li usiamo.
  • C'è qualcosa che unisce me e altri cittadini russi. Abbiamo qualcosa in comune che ci unisce: l'amore per la madrepatria.
  • [Sul Fronte orientale] Nella famiglia di mio padre, penso, c'erano cinque fratelli, quattro morirono. Dal lato della madre - circa la stessa immagine. La Russia ha sofferto molto. Certo, non possiamo dimenticarlo e non dovremmo dimenticarlo - non per incolpare qualcuno, ma affinché nulla del genere accada in futuro.
  • Ho davvero detto che considero il crollo dell'Unione Sovietica un'enorme tragedia del XX secolo. Sai perché? Prima di tutto, perché durante la notte i confini della Federazione Russa si sono rivelati essere 25 di milioni di russi. Vivevano in un solo paese - improvvisamente si trovarono all'estero. Immagina quanti problemi sono sorti? Questioni domestiche, separazione delle famiglie, problemi economici, problemi sociali - semplicemente non elencare tutto. Pensi che sia normale che 25 di milioni di russi si trovasse improvvisamente all'estero? I russi si sono rivelati la più grande nazione divisa al mondo oggi. Non è un problema?
  • Non ci può essere democrazia senza l'osservanza della legge, e tutti dovrebbero osservarla - questa è la cosa più importante e importante che tutti dovremmo ricordare, che nessuno dovrebbe dimenticare.
  • Per quanto riguarda cose così tragiche come la morte di persone, compresi i giornalisti, sfortunatamente, questo accade in tutti i paesi del mondo.
  • Qui negli Stati Uniti quanto si sta sviluppando il processo democratico? Fin dall'inizio della creazione degli Stati Uniti. Bene, ora, pensi che tutto sia stato deciso dal punto di vista della democrazia? Se tutto fosse stato deciso, non ci sarebbe stato nessun problema con Ferguson, giusto? Non ci sarebbero altri problemi di questo tipo, non ci sarebbe arbitrarietà della polizia.
  • [«Cosa ti piace di più dell'America?»] Un approccio creativo per risolvere i problemi che affliggono l'America, l'apertura e l'emancipazione - questo rende possibile sbloccare il potenziale interiore delle persone. Penso che, a causa di ciò, l'America abbia ottenuto un così grande successo nel suo sviluppo.
  • Come posso essere un gangster quando lavoravo nel KGB? Questo è completamente falso.
  • Presumo che la maggior parte delle persone si fidi di me se votano per me alle elezioni.
  • Non è importante come sei chiamato dai sostenitori, dagli amici o dai tuoi avversari politici. È importante che tu pensi a ciò che sei obbligato a fare nell'interesse del paese che ti ha affidato un posto del genere, un incarico come capo dello stato russo.

Da Discorso di Vladimir Putin alla 70°Assemblea delle Nazioni Unite

29 settembre 2015; tradotto da Sascha Picciotto e Marco Bordoni per SakerItalia.it

  • Le Nazioni Unite hanno aiutato l'umanità durante tempi difficili, eventi drammatici, negli ultimi 70 anni. Hanno salvato il mondo da sconvolgimenti di larga scala.
  • Siamo tutti diversi e dovremmo rispettarlo. Nessuno ha l'obbligo di adeguarsi a un singolo modello di sviluppo che qualcun altro ha riconosciuto una volta per tutte come l'unico adeguato. Dovremmo ricordarci tutti cosa ci ha insegnato il passato, ricordarci anche episodi passati della storia dell'Unione Sovietica, esperimenti sociali esportati per ottenere cambiamenti politici in altri paesi basati su preferenze ideologiche hanno spesso condotto a tragiche conseguenze e degradazione invece che progresso.
  • La situazione è più che pericolosa. In queste circostanze è ipocrita e irresponsabile fare dichiarazioni rumorose sul terrorismo internazionale mentre si chiudono gli occhi di fronte ai canali di finanziamento e di sostegno ai terroristi, incluse le pratiche di traffico di droga, petrolio e armi. Sarebbe ugualmente irresponsabile provare a manipolare gruppi di estremisti, provare ad assoldarli per raggiungere i propri obiettivi politici sperando di riuscire a "gestirli" o, in altre parole, liquidarli, più tardi. A coloro che credono sia possibile vorrei dire: cari signori, senza dubbio state dialogando con persone crudeli e violente, ma non sono in alcun modo primitive. Sono intelligenti quanto voi e non saprete mai chi sta manipolando chi.
  • [Sul ruolo della Russia nella guerra civile siriana] Pensiamo sia un enorme sbaglio rifiutarsi di collaborare con il governo siriano e le sue forze armate che stanno combattendo il terrorismo con valore, faccia a faccia. Dovremmo poi riconoscere che nessuno tranne le forze armate del Presidente Assad e le milizie curde stanno combattendo veramente lo Stato Islamico e le altre organizzazioni terroristiche in Siria.

Da Putin racconta: a cosa mira la Russia in Siria e chi ha ingannato il mondo intero

Discorso al Club di dialogo internazionale "Valdaj", Vedemosti, 22 ottobre 2015; riportato in Russiaintranslation.com, 27 ottobre 2015

  • [Sul ruolo della Russia nella guerra civile siriana] Dopo la richiesta di aiuto delle autorità ufficiali siriane, noi abbiamo preso la decisione di iniziare una operazione militare russa in questo paese. Lo ripeterò ancora una volta: essa è completamente legittima e il suo unico obbiettivo è quello di favorire lo stabilimento della pace.
  • Cosa, a nostro giudizio, è necessario fare per supportare una pacificazione lungimirante nella regione e una sua rinascita sociale, economica e politica? Prima di tutto liberare i territori della Siria e dell’Iraq dal terrorismo e non dargli la possibilità di diffondere la propria attività in altre regioni.
  • Oggi il problema nucleare iraniano è stato risolto. Come avevamo detto, non c’è stata e non c’è nessuna minaccia da parte dell’Iran. Il motivo, almeno quello che ha indotto i partner americani a costruire il sistema di difesa antimissilistico, è quindi sparito e noi ci saremmo aspettati che il lavoro sullo sviluppo del sistema missilistico da parte degli USA si sarebbe fermato. E cosa è invece successo in realtà? Non succede nulla di tutto questo ma, al contrario, tutto continua.
  • [Sulla guerra al terrorismo] È sempre difficile condurre un doppio gioco. Annunciare una lotta al terrorismo e contemporaneamente tentare di utilizzare parte di essi per piazzare qualche propria pedina nello scacchiere mediorientale. Ovvero per interessi propri.
  • [Sullo Stato islamico] Per l'intera comunità internazionale è giunto il momento di capire finalmente con chi abbiamo a che fare. Con un nemico della civiltà, della cultura umana e mondiale, un nemico che porta un odio ideologico e barbarie, che calpesta la moralità delle religioni mondiali inclusa quella islamica che da essi viene compromessa.

2016[modifica]

  • [Su Brexit] Il motivo per cui è accaduto tutto questo mi sembra comprensibile: in primo luogo, nessuno vuole alimentare e sovvenzionare un’economia più debole, sostenere altri stati e intere popolazioni.[17]
  • Come possiamo vedere, Brexit non ha avuto risvolti positivi neanche per coloro che hanno raggiunto questo risultato. A mio avviso dopo questo voto nessuno ha diritto di dichiarare quale sia la posizione della Russia in merito. Questa non è altro che una manifestazione di un basso livello di cultura politica.[17]

2017[modifica]

  • [Sul ruolo della Russia nella guerra civile siriana] Grazie all'esercito russo, l'integrità della Siria è stata salvata ed è stato fatto molto per stabilizzare la situazione nel Paese. Spero che nel prossimo futuro concluderemo la lotta contro il terrorismo in Siria. Anche se, ovviamente, nuovi focolai di terrorismo appariranno nella stessa Siria, in Medio oriente e nel mondo.[18]

Da Intervista della NBC a Vladimir Putin

5 giugno 2017; tradotto da Fabio San, Elvia Politi e Raffaele Ucci per SakerItalia.it

  • Non ho mai visto una prova dell’sull'interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Noi ne abbiamo parlato con il precedente presidente Obama e con molti altri funzionari, nessuno di loro mi ha mai mostrato alcuna prova diretta.
  • Punti il ​​dito in qualsiasi punto del mappamondo, e ovunque sentirà lamentele sul fatto che i funzionari americani interferiscono nei loro processi politici nazionali.
  • I presidenti vanno e vengono, e anche i partiti ottengono e perdono il potere, ma il corso principale della politica non cambia. Quindi, in linea di massima non ci importa chi sarà al timone negli Stati Uniti. Abbiamo una vaga idea di ciò che sta per accadere, e a questo proposito, anche se volessimo, per noi non avrebbe alcun senso interferire.
  • C’è una teoria che afferma che l’assassinio di Kennedy è stato organizzato dai servizi segreti degli Stati Uniti. Se questa teoria è corretta, e non si può escludere che lo sia, allora che cosa può essere più semplice nel contesto odierno, potendo contare sulle intere capacità tecniche disponibili ai servizi segreti, di organizzare un qualche tipo di attacco nel modo appropriato, facendo riferimento alla Russia?

Da I giovani non ricordano che cosa è successo negli anni '90

Conferenza stampa al Cremlino, Lenta.ru, 14 dicembre 2017; riportato in Russiaintranslation.com

  • Ho già detto molte volte come vorrei vedere la Russia. Lo dico di nuovo: deve essere orientata al futuro, essere molto moderna, il sistema politico deve essere flessibile, l'economia deve fondarsi sulle tecnologie avanzate, la produttività del lavoro deve moltiplicarsi.
  • Molte persone sono insoddisfatte e hanno ragione a esserlo, ma quando le persone iniziano a fare confronti e a guardare quello che offre l'opposizione, specialmente quella non sistemica, appaiono grossi dubbi. Ecco il principale problema, secondo me, di chi vorrebbe essere un'opposizione competitiva.
  • Sicuramente i giovani assolutamente non ricordano o non sanno che cosa è successo negli anni '90 e all'inizio degli anni 2000. Non possono confrontare con quello che c'è oggi. [...] Noi abbiamo vissuto in condizioni di guerra civile per un lungo periodo di tempo, praticamente sei anni, anzi di più – quasi dieci, quando eravamo ragazzi di 18-19 anni, impreparati, inesperti, sotto i proiettili che il Paese è stato costretto a sparare. Guardate ora che esercito abbiamo.
  • [Su Grigorij Rodčenkov] Si trova sotto il controllo e la protezione dell'FBI. Per noi questo non è un plus, è un minus. Significa che lavora sotto il controllo dei servizi segreti americani. Che cosa ci fanno con lui? Che farmaci gli danno per fargli dire quello che serve? È semplicemente ridicolo.
  • C'è una barzelletta abbastanza contemporanea. Un figlio va da un ex ufficiale e questi domanda al figlio: «Qui c'era un pugnale, dov'è?» Lui risponde: «Non ti arrabbiare, l'ho scambiato con un orologio col ragazzo del cortile vicino.» «Mostra l'orologio, da bravo. E se domani vengono da noi i banditi, uccidono me, tua madre, i tuoi tre fratelli, violentano tua sorella, tu che gli dici? Buonasera, sono le 12 e 30 minuti secondo l'ora di Mosca?»
  • Ritengo che quanto fa Saakašvili sia uno sputo in faccia al popolo Georgiano e uno sputo in faccia al popolo Ucraino. Come potete ancora tollerarlo? Lui è stato presidente dello Stato indipendente Georgiano. E ora si precipita nelle piazze urlando a tutto il mondo: io sono Ucraino! Non abbiamo forse veri Ucraini in Ucraina? E l'Ucraina tollera tutto questo, capite? Fa male osservare tutto questo. Mi sanguina il cuore.
  • Volete che questi Saakašvili destabilizzino la situazione nel Paese? Volete che passiamo da un Maidan all'altro? Che subiamo tentativi di colpo di Stato? Volete che corrano per le piazze decine di "Saakašvili"? [...] Volete che subiamo tentativi di colpo di Stato? Siamo già passati attraverso tutto questo. Volete che si ripeta? Io sono convinto che la stragrande maggioranza dei russi non lo voglia e che non lo permetterà. Ci deve essere concorrenza e ci sarà. L'unico problema è il radicalismo.
  • [Sulla guerra del Donbass] Sul territorio del Donbass non è presente l’esercito Russo, ma sono davvero presenti alcune formazioni di polizia militare che sono autosufficienti e pronte a respingere qualsiasi azione militare su larga scala contro il Donbass. Noi riteniamo che questo corrisponda agli interessi delle persone che vivono in quel territorio poiché, se non avessero tale opportunità, un massacro ancora peggiore che a Srebrenica potrebbe essere eseguito dai cosiddetti battaglioni nazionalisti. E nulla li fermerà, compresi gli appelli – come mi hanno consigliato alcuni dei miei colleghi occidentali – alle organizzazioni internazionali per i diritti umani nel caso dello sviluppo di tali eventi. E di questo siamo pienamente consapevoli.
  • [Su Russiagate] Tutto questo è stato inventato da persone che si oppongono a Trump al fine di dare al suo lavoro un carattere illegittimo. Per me risulta addirittura strano come questo venga fatto da persone che non capiscono che stanno danneggiano lo stato politico interno del Paese, dissanguando le possibilità del capo di Stato eletto. Significa semplicemente che non rispettano gli elettori che hanno votato per lui.

2018[modifica]

  • [Ironicamente su Russiagate] Sì, ho aiutato io Trump a vincere le elezioni in America perché prometteva di migliorare le relazioni fra Usa e Russia.[19]

Da "Per ora non ho intenzione di andare da nessuna parte"

Intervento al forum "La Russia chiama!", Lenta.ru, 28 novembre 2018; riportato in Russiaintranslation.com, 31 gennaio 2019

  • [Sull'incidente dello stretto di Kerč' del 2018] Come devono comportarsi le guardie di frontiera? Le navi militari hanno invaso le acque territoriali russe e, non rispondendo, non è chiaro cosa abbiano intenzione di fare. Come dovrebbero agire? Se avessero agito diversamente, avrebbero dovuto rispondere davanti ad un tribunale. Hanno fatto il proprio dovere, hanno obbedito agli ordini, appunto, hanno svolto legittimamente i propri compiti per la difesa dell’integrità territoriale della Federazione Russa.
  • [Sull'incidente dello stretto di Kerč' del 2018] I segni evidenti che la provocazione è stata preparata in anticipo si basano sul fatto che sia stata utilizzata questa vicenda come pretesto per introdurre lo stato di guerra nel paese. Non ha nulla a che fare con i tentativi di normalizzare le relazioni tra la Russia e l’Ucraina. È un gioco all'inasprimento.
  • [Sull'incidente dello stretto di Kerč' del 2018] Vi faccio notare che sono entrati nelle nostre acque territoriali che erano tali anche prima della riunificazione della Crimea alla Russia, ovvero lì sono sempre state acque territoriali russe.
  • Il popolo russo e quello ucraino sono sempre stati e sempre rimarranno fratelli, popoli molto vicini. Questa angoscia politica se ne andrà, finirà e prima o poi il popolo ucraino giudicherà l’attuale governo, così come il popolo georgiano ha giudicato l'attività di Saakashvili.
  • Non abbiamo l'obiettivo di staccarci dal dollaro, è il dollaro che si sta staccando da noi.
  • Che fretta avete? Per ora non ho intenzione di andare da nessuna parte.

2019[modifica]

  • [Su Wikipedia] È meglio sostituirla con una nuova grande enciclopedia russa in formato elettronico... informazioni affidabili in un buon formato moderno. (da una riunione del Consiglio della lingua russa tenutasi al Cremlino, 5 novembre 2019)[20]

Da Putin: «Pronti a dialogare con gli Usa. Contatti costanti con la Lega di Salvini»

Intervista di Fabrizio Dragosei e Paolo Valentino, Corriere.it, 4 luglio 2019

  • Lo sfacelo del sistema della sicurezza internazionale è iniziato con l’abbandono unilaterale del Trattato sulla difesa antimissilistica (Abm) da parte degli Usa. E quella era la pietra angolare dell’intero sistema del controllo sugli armamenti. Confrontate quanto spende per la difesa la Russia — circa 48 miliardi di dollari — e quello che è il bilancio militare degli Usa, oltre 700 miliardi di dollari. Dov’è allora in realtà la corsa agli armamenti?
  • Il colmo dell’assurdo è stata l’accusa alla Russia di sull'ingerenze nelle elezioni americane. Come tutto ciò sia andato a finire è ben noto: un buco nell’acqua. [...] Dello stesso tipo è la baraonda sollevata su una intromissione russa anche nei processi elettorali nella Ue. Essa è stata diffusa con insistenza alla vigilia delle elezioni al Parlamento europeo. Sembrava che si stesse cercando in anticipo di suggerire agli europei che proprio la “malefica interferenza russa” fosse la causa di scarsi risultati di singole forze politiche alle elezioni. Ma anche l’obiettivo principale dei loro autori è rimasto lo stesso: continuare a “demonizzare” la Russia agli occhi dei cittadini comuni europei. Voglio dirlo con estrema chiarezza: non ci siamo intromessi e non intendiamo intrometterci negli affari interni sia dei Paesi membri della Ue sia degli altri Stati del mondo.
  • La Lega italiana e la nostra Russia Unita collaborano nell’ambito di un accordo di cooperazione. La Lega e il suo leader Salvini sono attivi sostenitori di un ripristino della piena cooperazione tra Italia e Russia; si pronunciano per una più rapida abolizione delle sanzioni anti-russe introdotte dagli Usa e dall’Ue. Qui i nostri punti di vista coincidono.
  • Salvini ha un atteggiamento caloroso verso il nostro Paese, conosce bene la realtà russa.
  • Per quanto riguarda Berlusconi, ci legano rapporti di amicizia pluriennali. Silvio è un politico di statura mondiale, un vero leader che propugna fermamente gli interessi del suo Paese nell’arena internazionale. Suscita rispetto la sua sincera volontà di preservare e moltiplicare il potenziale accumulato nei rapporti tra i nostri Paesi. Non riusciamo a incontrarci spesso, ma quando tale opportunità si presenta, lui non si permette mai di discutere questioni di politica interna. E non lo faccio nemmeno io.
  • I cittadini dell’Ucraina si aspettano da Zelensky e dalla sua squadra non dichiarazioni ma azioni concrete e cambiamenti per il meglio al più presto. E certamente le autorità di Kiev devono finalmente capire che non è interesse comune un confronto tra Russia e Ucraina, bensì uno sviluppo della cooperazione pragmatica sulla base della fiducia e della reciproca comprensione. Noi siamo pronti.

2020[modifica]

Da Putin, a capo

Da The Real Lessons of the 75th Anniversary of World War II, nationalinterest.org, 18 giugno 2020. Citato in Pierluigi Fagan, Nadia Lucio Olivares in comedonchisciotte.org, 25 giugno 2020.

  • Nella Lega delle Nazioni, e in genere nel continente europeo, non sono stati ascoltati ripetuti inviti dell'Unione Sovietica a formare un sistema paritario di sicurezza collettiva. In particolare, per concludere patti per l'Europa orientale e per il Pacifico che avrebbero potuto costituire un ostacolo all'aggressione. Queste proposte sono state ignorate. [...] Ancora una volta, vi ricordo una cosa ovvia: le cause alla base della seconda guerra mondiale derivano in gran parte dalle decisioni prese in seguito ai risultati della prima guerra mondiale. Il trattato di Versailles divenne un simbolo di profonda ingiustizia per la Germania. In effetti, fu la rapina di un paese che fu costretto a pagare enormi riparazioni agli alleati occidentali, che esaurirono la sua economia, il comandante in capo delle forze alleate, il maresciallo francese Ferdinand Foch descrisse profeticamente Versailles: "Questa non è pace, questa è una tregua per vent'anni."
  • Noto che, a differenza di molti degli allora leader d’Europa, Stalin non si macchiò di nessun incontro personale con Hitler, che allora era conosciuto, negli ambienti occidentali, come rispettabile politico ed era un gradito ospite nelle capitali europee.
  • In totale, l’URSS ha rappresentato circa il 75 percento degli sforzi militari della coalizione anti-Hitler.
  • I leader sovietici possono essere rimproverati di molte cose, ma non della mancanza di comprensione della natura delle minacce esterne.
  • L’eroizzazione dei complici dei nazisti può essere vista solo come un tradimento della memoria dei nostri padri e dei nostri nonni. Un tradimento di quegli ideali che hanno unito le persone nella lotta contro il nazismo.

2021[modifica]

  • Il presidente Joe Biden è un professionista. [...] L'immagine del presidente americano dipinta dai media non ha nulla a che fare con la realtà. Non gli sfugge nulla.[21]
  • Tutti dicono che il modello esistente di capitalismo, che è la base della struttura sociale nella stragrande maggioranza dei paesi oggi, si è esaurito. Ovunque, anche nei paesi e nelle regioni più ricche, la distribuzione ineguale della ricchezza materiale porta ad aggravare la disuguaglianza. (dichiarazione al Forum di Valdai, 21 ottobre 2021)
Все говорят о том, что существующая модель капитализма, а это сегодня основа общественного устройства в подавляющем большинстве стран, исчерпала себя. Повсеместно, даже в самых богатых странах и регионах, неравномерное распределение материальных благ ведет к усугубляющему неравенству.[22]

Da Pandemia coronavirus e lotta alle sue conseguenze

Discorso all'Assemblea federale sulla pandemia di COVID-19 in Russia, 21 aprile 2021; citato e tradotto in Russiaintranslation.com

  • Noi siamo entrati in contatto con l’epidemia proprio quando l’uno sull’altro si sovrapponevano le conseguenze dell’impatto demografico degli anni ‘90 e ‘40 del secolo scorso. Capiamo che oggi la situazione demografica è ancora più particolare. Purtroppo, è così. Bisogna riconoscerlo, constatarlo, tenerlo presente e agire, partendo proprio da questa situazione.
  • Di centrale importanza adesso è la vaccinazione. Chiedo al governo, al Ministero della salute e ai governatori regionali di tutto lo Stato di occuparsi di queste questioni. Ovunque deve esserci la possibilità di ricevere il vaccino, al fine di raggiungere in autunno la cosiddetta immunità di gregge.
  • Quando compaiono virus così pericolosi come il coronavirus, o addirittura peggiori, Dio ce ne liberi, la Russia deve essere pronta per i giorni bui e proprio nei giorni bui deve elaborare propri test di sistema e, nel più breve tempo possibile, creare un efficiente vaccino nazionale e cominciare la sua produzione di massa.
  • [Sulle proteste in Bielorussia del 2020-2021] I partecipanti al complotto che sono stati arrestati hanno ammesso di aver pianificato di bloccare la capitale bielorussa Minsk, interrompendo le infrastrutture, i mezzi di comunicazione e il sistema energetico della città. Ciò significa che erano in corso i preparativi per un massiccio attacco informatico.
  • Vogliamo avere buoni rapporti con tutti i membri della stampa internazionale, ma vediamo cosa sta succedendo nella vita reale. Si aggrappano alla Russia qua e là senza nessun motivo, come tutti i piccoli Tabaqui che ruotano intorno a Shere Khan. Tutti, come scrive Kipling, ululano per accattivarsi il loro sovrano.

Da Sulla storica unità tra russi ed ucraini

Articolo pubblicato sul sito presidenziale kremlin.ru il 12 luglio 2021, col titolo "Об историческом единстве русских и украинцев"; Traduzione in Vladimir Putin, Per l'unità dei russi. Discorsi e scritti sulla questione nazionale, tradotto e pubblicato da m★48, 2022

  • Russi e ucraini sono un unico popolo – un unico insieme. Queste parole non sono state dettate da considerazioni a breve termine o dal contesto politico attuale. È ciò che ho detto in numerose occasioni e ciò che credo fermamente.
  • La politica di localizzazione giocò senza dubbio un ruolo importante nello sviluppo e nel consolidamento della cultura, della lingua e dell'identità ucraina. Allo stesso tempo, con il pretesto di combattere il cosiddetto sciovinismo russo da grande potenza, l'ucrainizzazione fu spesso imposta a coloro che non si consideravano ucraini. Questa politica nazionale sovietica assicurò a livello statale la disposizione su tre popoli slavi separati: Russo, Ucraino e Bielorusso, invece della grande nazione russa, un popolo trino che comprendeva Velikorussi, Malorussi e Bielorussi.
  • I bolscevichi trattavano il popolo russo come materiale inesauribile per i loro esperimenti sociali. Sognavano una Rivoluzione mondiale che avrebbe spazzato via gli Stati nazionali. Ecco perché erano così generosi nel tracciare le frontiere e nell'elargire doni territoriali. Non è più importante quale fosse esattamente l'idea dei leader bolscevichi che facevano a pezzi il Paese. Possiamo essere in disaccordo su dettagli.
  • L'Ucraina e la Russia si sono sviluppate come un unico sistema economico nel corso di decenni e secoli. La profonda cooperazione che abbiamo avuto 30 anni fa è un esempio a cui l'Unione europea deve guardare. Siamo partner economici naturali e complementari. Una relazione così stretta può rafforzare i vantaggi competitivi, aumentando il potenziale di entrambi i Paesi.
  • In sostanza, i circoli dirigenti dell'Ucraina decisero di giustificare l'indipendenza del loro Paese attraverso la negazione del suo passato, fatta eccezione per le questioni di confine. Cominciarono a mitizzare e riscrivere la storia, eliminando tutto ciò che ci univa e riferendosi al periodo in cui l'Ucraina faceva parte dell'Impero russo e dell'Unione Sovietica come un'occupazione. La tragedia comune della collettivizzazione e della carestia dei primi anni '30 fu dipinta come il genocidio del popolo ucraino.
  • Non sarebbe esagerato dire che il percorso di assimilazione forzata, la formazione di uno Stato ucraino etnicamente puro, aggressivo verso la Russia, è paragonabile nelle sue conseguenze all'uso di armi di distruzione di massa contro di noi.
  • Il progetto anti-Russia è stato rifiutato da milioni di ucraini. Il popolo della Crimea e i residenti di Sebastopoli hanno fatto la loro scelta storica. E la gente del sud-est ha cercato pacificamente di difendere la propria posizione. Eppure, tutti loro, compresi i bambini, sono stati etichettati come separatisti e terroristi. Sono stati minacciati di pulizia etnica e di uso della forza militare. E gli abitanti di Donetsk e Lugansk hanno preso le armi per difendere la loro casa, la loro lingua e la loro vita. Non avevano altra scelta dopo le rivolte che hanno travolto le città dell'Ucraina, dopo l'orrore e la tragedia del 2 maggio 2014 a Odessa dove i neonazisti ucraini hanno bruciato vive le persone facendo una nuova Khatyn.
  • Oggi, il patriota “giusto” dell'Ucraina è solo quello che odia la Russia.
  • Sono sicuro che la vera sovranità dell'Ucraina è possibile solo in collaborazione con la Russia. I nostri legami spirituali, umani e di civiltà si sono formati per secoli e hanno le loro origini nelle stesse fonti; sono stati induriti da prove, conquiste e vittorie comuni. La nostra parentela è stata trasmessa di generazione in generazione. È nei cuori e nella memoria delle persone che vivono nella Russia moderna e in Ucraina, nei legami di sangue che uniscono milioni delle nostre famiglie. Insieme siamo sempre stati e saremo molte volte più forti e di successo. Perché siamo un solo popolo.

Da Putin all'Occidente: "Inaccettabile espansione a Est della Nato, ho i missili sotto casa"

Discorso sulla crisi russo-ucraina del 2021-2022 e pandemia di COVID-19 in Russia, Ilgiorno.it, 23 dicembre 2021

  • Siamo noi a piazzare i missili vicino ai confini degli Stati Uniti? No! Sono gli Stati Uniti che con i loro missili sono arrivati presso casa nostra, e si trovano già sulla soglia di casa nostra. È forse una richiesta eccessiva non piazzare più sistemi di attacco sotto casa nostra? Come reagirebbero gli americani se noi piazzassimo i nostri missili al confine tra Canada e Usa o tra Messico e Usa? Perché, il Messico e gli Usa non ebbero forse questioni territoriali? E la California a chi apparteneva? E il Texas? Se ne sono forse dimenticati?
  • Nel 1991 ci siamo divisi in 12 parti, a mio avviso, ma l'impressione è che questo non sia abbastanza per i nostri partner: la Russia, secondo loro, è troppo grande oggi, perché gli stessi paesi europei si sono trasformati in piccoli stati.
  • Oggi, coloro che governavano il paese ancora in epoca sovietica - un grande paese prima del crollo - oggi sono in prima linea tra coloro che stanno combattendo la vaccinazione. Lo fanno per alzare i tassi di popolarità presso quella parte della popolazione che esprime dubbi sulla necessità di vaccinarsi. Ma è una posizione disonesta.

2022[modifica]

  • [Alle forze armate ucraine durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Prendete il potere nelle vostre mani. Sarà più facile per noi negoziare con voi che con questa banda di tossicodipendenti e neonazisti che si è stabilita a Kiev e ha preso l'intero popolo ucraino in ostaggio.[23]
  • A Hollywood fanno i film in cui l'esercito che ha sconfitto il fascismo è quello americano, ma se si guarda ai numeri dei soldati che combatterono nell'Est furono i russi. [...] Non citano nemmeno chi ha lanciato le bombe su Hiroshima e Nagasaki, dicono solo che sono stati degli indefiniti "alleati". [...] Cancellano la verità. Di recente hanno cancellato Joanne Rowling, l'autrice di libri per ragazzi pubblicati in tutto il mondo, solo perché non soddisfa le loro esigenze per quanto riguarda i diritti di genere. E stanno provando a cancellare il nostro paese, parlo della progressiva discriminazione verso tutto ciò che è russo. È una tendenza che si sta sviluppando in una serie di paesi occidentali. Praticano la "cancel culture", stanno addirittura rimuovendo Čajkovskij, Šostakóvič e Rachmaninov dai poster, gli scrittori russi e i loro libri vengono cancellati. L'ultima operazione per bruciare i libri fu condotta dai nazisti 90 anni fa. È impossibile immaginare qualcosa di simile nel nostro paese.[24]
  • La strategia della guerra lampo economica è fallita. Inoltre, le sanzioni hanno colpito anche i loro stessi promotori. Mi riferisco alla crescita dell'inflazione e della disoccupazione, al deterioramento delle dinamiche economiche negli Stati Uniti e nei paesi europei, al calo del tenore di vita in Europa, alla svalutazione dei loro risparmi [...]. La Russia ha retto a questa pressione senza precedenti. La situazione si sta stabilizzando: il tasso di cambio del rublo è tornato ai livelli della prima metà di febbraio e viene definito dalla bilancia commerciale oggettivamente forte [...].
The economic blitzkrieg strategy has failed. Moreover, sanctions also affected the initiators themselves. I mean the growth of inflation and unemployment, the deterioration of economic dynamics in the United States and European countries, the decline in the standard of living in Europe, the devaluation of their savings, [...] Russia has withstood this unprecedented pressure. The situation is stabilizing, the ruble exchange rate has returned to the levels of the first half of February and is being defined by the objectively strong payment balance, [...][25]
  • La pressione politica e sociale senza precedenti da parte dell’Occidente sta accelerando il processo di unificazione tra Russia e Bielorussia[26]
  • I paesi occidentali stanno cercando con tutte le loro forze di mantenere l'egemonia e il potere che sta sfuggendo loro di mano, stanno cercando di mantenere paesi e popoli nella morsa di un ordine neocoloniale. La loro egemonia significa stagnazione per il mondo intero, per l'intera civiltà, oscurantismo e abolizione della cultura, totalitarismo neoliberista.[27]
  • Russia e Serbia sono legate da un partenariato strategico, che si basa sulla tradizione di amicizia, vicinanza culturale, spirituale e storica dei nostri popoli fraterni[28]
  • [Sull'esplosione del ponte di Crimea del 2022] L'Ucraina si è praticamente posta allo stesso livello delle formazioni terroristiche internazionali.[29]


Da Per il Donbass. Per la Russia

Discorso pronunciato in diretta nazionale in occasione del riconoscimento delle due Repubbliche separatiste del Donbass (Repubblica Popolare del Donetsk e Repubblica Popolare del Lugansk), alle 20 circa (ore di Mosca) del 21 febbraio 2022; Traduzione in Vladimir Putin, Per l'unità dei russi. Discorsi e scritti sulla questione nazionale, tradotto e pubblicato da m★48, 2022

  • L'Ucraina non è solo un Paese vicino per noi. È parte integrante della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale. Questi sono i nostri compagni e i nostri cari, compresi non solo i colleghi, gli amici e gli ex colleghi d'armi, ma anche i nostri parenti e le persone legate a noi da vincoli di sangue e familiari.
  • L'Ucraina moderna è stata creata interamente dalla Russia, o più precisamente, dalla Russia bolscevica e comunista. Il processo iniziò quasi immediatamente dopo la Rivoluzione del 1917, e Lenin e i suoi soci lo fecero in modo molto crudo alla Russia stessa – con la secessione, strappando parte dei propri territori storici. Alle milioni di persone che vivevano lì, ovviamente, non è stato chiesto nulla.
  • La politica bolscevica ha portato alla nascita dell'Ucraina sovietica, che ancora oggi può essere giustamente chiamata "Ucraina di Vladimir Lenin". È il suo autore e architetto. Questo è pienamente confermato dai documenti d'archivio, comprese le dure direttive di Lenin sul Donbass, che fu letteralmente schiacciato sull'Ucraina. E ora "discendenti riconoscenti" hanno demolito (e demoliscono) i monumenti a Lenin in Ucraina. La chiamano "decomunizzazione".
  • Anche due anni prima del crollo dell'URSS, il suo destino era praticamente segnato. Ora sono i radicali e i nazionalisti, anche e soprattutto in Ucraina, a prendersi il merito della conquista dell'indipendenza. Come possiamo vedere, questo non è il caso. Il crollo del nostro Paese unito è stato causato da errori storici e strategici dei dirigenti bolscevichi, la direzione del Partito Comunista, fatti in diversi momenti nella costruzione dello Stato, nella politica economica e nazionale. Il crollo della Russia storica chiamata URSS è sulla loro coscienza.
  • Le autorità ucraine inizialmente, e voglio sottolinearlo, fin dai primi passi, hanno cominciato a costruire la loro statualità sulla negazione di tutto ciò che ci unisce, hanno cercato di distorcere la coscienza e la memoria storica di milioni di persone, intere generazioni che vivono in Ucraina. Non sorprende che la società ucraina abbia affrontato l'ascesa di un nazionalismo estremo, che ha rapidamente preso la forma di una russofobia aggressiva e del neonazismo.
  • L'Ucraina non ha essenzialmente mai avuto una tradizione stabile di una sua autentica statualità. E da quell'anno 1991 ha seguito la strada della copia meccanica di modelli alieni, distaccata sia dalla storia sia dalle realtà ucraine.
  • L'intero scopo della cosiddetta scelta di civiltà filo-occidentale del governo oligarchico ucraino non era e non è quello di creare condizioni migliori per il benessere del popolo, ma piuttosto di servire servilmente i rivali geopolitici della Russia, mantenendo i miliardi di dollari rubati agli ucraini e nascosti dagli oligarchi nei conti bancari occidentali.
  • Non c'è una statualità sostenibile in Ucraina, e le procedure politiche ed elettorali servono solo come una copertura, uno schermo per la ridistribuzione del potere e della proprietà tra i vari clan oligarchici.
  • La corruzione, che è senza dubbio una sfida e un problema per molti Paesi, compresa la Russia, ha assunto un carattere particolare in Ucraina. Ha letteralmente permeato, corroso lo Stato ucraino, l'intero sistema, tutti i rami del potere.
  • Il Maidan non ha portato l'Ucraina più vicina alla democrazia e al progresso. Con il colpo di Stato, i nazionalisti e le forze politiche che li sostenevano hanno finalmente portato la situazione a un punto morto e hanno spinto l'Ucraina nell'abisso della guerra civile. Otto anni dopo quegli eventi, il Paese è diviso. L'Ucraina sta vivendo un'acuta crisi socio-economica
  • [Sull'annessione della Crimea alla Russia] Il popolo della penisola ha fatto la sua libera scelta: stare con la Russia. Le autorità di Kiev non hanno nulla per contrastare questa chiara ed esplicita volontà del popolo, quindi puntano su azioni aggressive, sull'attivazione di cellule estremiste, comprese le organizzazioni radicali islamiche, sull'invio di gruppi sovversivi per commettere atti terroristici presso infrastrutture critiche e per rapire cittadini russi.
  • Sappiamo anche che ci sono già state dichiarazioni che l'Ucraina sta per sviluppare le proprie armi nucleari, e questa non è una vuota spavalderia. L'Ucraina possiede la tecnologia nucleare sovietica e i mezzi di consegna di tali armi, tra cui l'aviazione e i missili Tochka-U, anch'essi di progettazione sovietica, con una portata di più di 100 chilometri. Ma ne faranno di più, è solo una questione di tempo.
  • Kiev ha da tempo proclamato un percorso strategico verso l'adesione alla NATO. Sì, certo, ogni Paese ha il diritto di scegliere il proprio sistema di sicurezza e di stringere alleanze militari. E sembrerebbe così, se non fosse per un "ma". I documenti internazionali sanciscono espressamente il principio della sicurezza uguale e indivisibile, che, come sappiamo, include l'obbligo di non rafforzare la propria sicurezza a spese della sicurezza di altri Stati. [...] In altre parole, le scelte di sicurezza non dovrebbero minacciare altri Stati, e l'adesione dell'Ucraina alla NATO è una minaccia diretta alla sicurezza della Russia.
  • Nei documenti della NATO il nostro Paese è ufficialmente dichiarato direttamente come la principale minaccia alla sicurezza euro-atlantica. E l'Ucraina servirà da trampolino per un tale colpo.

Da Perché la Russia ha attaccato: la traduzione integrale del discorso di Putin

Discorso sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Lindipendente.online, 24 febbraio 2022

Putin durante l'annuncio dell'invasione dell'Ucraina
  • Negli ultimi trent'anni siamo stati pazienti e abbiamo cercato di negoziare con i leader dei paesi della NATO sui principi di uguaglianza e sicurezza in Europa. In risposta alle nostre proposte, abbiamo ricevuto soltanto inganni e menzogne, a cui si aggiungono i tentativi di pressioni e ricatti. L'alleanza nordatlantica, nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, ha continuato la propria espansione, facendo avanzare la loro macchina da guerra verso i nostri confini.
  • Dopo il crollo dell'URSS gli Stati Uniti si proclamarono, insieme agli alleati, come i vincitori della Guerra Fredda e avvenne la redistribuzione dei territori nel mondo. Questa però avrebbe dovuto tener conto degli interessi di tutti i Paesi coinvolti, e invece no. Uno spirito di euforia e di assoluta supremazia prevalse e le cose si svilupparono in modo diverso. [...] I risultati dei loro interventi non solo hanno portato a numerose vittime, ma anche a una pesante ondata di terrorismo. L'impressione generale nei Paesi in cui vengono a imporre il loro ordine è quasi ovunque la medesima: sangue, ferite non cicatrizzate, terrorismo ed estremismo è tutto ciò che portano con sé.
  • Diversi politici, scienziati e giornalisti americani scrivono e parlano di cosa si nasconda realmente negli Stati Uniti: un impero delle bugie. Come non essere d'accordo? Loro restano tuttavia il grande Paese rappresentante la spina dorsale degli Stati satellite, che docilmente e in modo sottomesso li supportano in qualsiasi momento e occasione, anche copiando i loro comportamenti e accettando le regole imposte. Sono sicuro che si possa dire che tutto il cosiddetto blocco occidentale si sia plasmato sul modello degli Stati Uniti, assumendo sembianze imperiali. Dopo il crollo dell'URSS anche noi ci siamo aperti nei loro confronti, lavorando onestamente sia con gli Stati Uniti sia con i partner occidentali, anche a condizione di un disarmo unilaterale con cui di fatto hanno cercato di finirci e distruggerci completamente, finanziando perfino i mercenari separatisti nel sud della Russia. Noi abbiamo resistito e abbiamo spezzato la spina dorsale del terrorismo internazionale nel Caucaso. Ma loro continuano a minacciare i nostri valori per imporci i propri, tentando di corrompere la nostra gente. Questo non accadrà mai.
  • Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna anche dopo il crollo dell'URSS resta una potenza mondiale, con un proprio arsenale nucleare e altro ancora. Nessuno dovrebbe dubitare del fatto che un attacco diretto al nostro Paese si tradurrebbe in distruzione dell'aggressore. Ci sarebbero terribili conseguenze per chiunque.
  • Mentre la NATO si espande a est la situazione per il nostro Paese peggiora sempre di più, diventando pericolosa. Non possiamo più permettercelo: un'ulteriore espansione delle infrastrutture dell'Alleanza, compreso lo sviluppo militare nel territorio dell'Ucraina, è inaccettabile per noi. Questa presenza a est sta nutrendo nei territori storicamente affini alla Russia un sentimento di ostilità verso la nostra Patria. Si tratta di territori posti sotto il pieno controllo esterno fortemente plasmato dalle forze della NATO. Questa situazione porta la Russia di fronte un bivio: vita o morte?
  • In Ucraina, i nazisti del regime di Kiev non perdonano e non lo faranno mai[,] l'annessione della Crimea [fu] una riunificazione dettata dalla libera scelta degli abitanti. Quindi si riverseranno sicuramente nella penisola, come avvenuto in Donbass, per uccidere persone indifese e innocenti, così come fecero anni fa le bande nazionaliste ucraine, complici del massacro di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. Loro rivendicano un certo numero di territori russi e le informazioni in nostro possesso lo dimostrano. Allora lo scontro con la Russia è inevitabilmente solo questione di tempo. Loro si stanno preparando e aspettano il momento giusto per attaccare. Non lasceremo che accada come nel 1941.
  • Ai sensi dell'articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l'approvazione del Consiglio della Federazione russa e in applicazione dei trattati di amicizia e assistenza reciproca ratificati dall'Assemblea federale il 22 febbraio di quest'anno con la Repubblica popolare di Donetsk e Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un'operazione militare speciale. L'obiettivo è proteggere le persone che per otto anni hanno subito abusi e genocidi da parte del regime di Kiev. Per questo ci adopereremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina, nonché per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa. Voglio ribadire che i nostri piani non includono l'occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza.
  • Gli eventi di oggi non sono collegati al desiderio di violare gli interessi dell'Ucraina e del popolo ucraino, ma sono connessi alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio lo Stato e stanno cercando di usarlo contro il nostro Paese e il suo popolo. Ripeto, le nostre azioni sono semplice autodifesa contro le minacce che si stanno creando nei nostri confronti.
  • I vostri padri, nonni, bisnonni hanno combattuto i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, ma oggi i neonazisti hanno preso il potere in Ucraina. Voi avete giurato fedeltà al vostro popolo e non alla giunta antipopolare che saccheggia il Paese e deride queste stesse persone. Non seguite i suoi ordini criminali. Vi esorto a deporre immediatamente le armi e ad andare a casa. Mi spiego meglio: tutti i militari dell'esercito ucraino che lo faranno, potranno lasciare liberamente la zona di combattimento e tornare dalle loro famiglie. Ancora una volta, sottolineo con forza: ogni responsabilità per un possibile spargimento di sangue sarà interamente sulla coscienza del regime che regna sul territorio dell'Ucraina.
  • Chiunque tenti di ostacolarci, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, deve sapere che la risposta della Russia arriverà immediatamente e porterà a conseguenze che non avete mai visto nella storia.
  • Al centro della politica dell'"impero della menzogna" [...] c'è principalmente la forza bruta e schietta. In questi casi, diciamo: "C'è potere, la mente non è necessaria". Mentre noi sappiamo che la vera forza risiede nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte.

Da Il messaggio di Putin agli oligarchi "traditori": "Si sentono parte della casta occidentale. Ma il popolo russo li sputerà via come moscerini"

Discorso sugli oligarchi russi durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Ilfattoquotidiano.it, 16 marzo 2022

  • Non sto affatto giudicando quelli che hanno una villa a Miami o in Costa Azzurra, che non possono fare a meno del foie gras, delle ostriche o delle cosiddette libertà di genere. Questo non è assolutamente il problema, ma, ripeto, il problema è che molte di queste persone sono mentalmente lì e non qui, non con il nostro popolo, non con la Russia. Questo è, secondo loro – secondo loro! – un segno di appartenenza a una casta superiore, a una razza superiore. Queste persone sono pronte a vendere le loro madri per avere il permesso di sedersi nell’anticamera di questa casta molto alta.
  • L'Occidente collettivo sta cercando di dividere la nostra società, speculando sulle perdite militari e sulle conseguenze socio-economiche delle sanzioni, per provocare una guerra civile in Russia e cerca di raggiungere l'obiettivo usando la sua "quinta colonna". E c'è solo un obiettivo, la distruzione della Russia. Ma qualsiasi nazione, e soprattutto il popolo russo, sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalle canaglie e dai traditori, e li sputerà semplicemente fuori, come un moscerino che gli è volato accidentalmente in bocca. [...] Sono convinto che questa naturale e necessaria auto-pulizia della società non potrà che rafforzare il nostro paese, la nostra solidarietà, la coesione e la prontezza di fronte a qualsiasi sfida.
  • Sì, molti Paesi del mondo si sono abituati da tempo a vivere con la schiena china e ad accettare servilmente tutte le decisioni del loro sovrano, purtroppo anche in Europa. Ma la Russia non sarà mai in uno stato così patetico e umiliato, e la lotta che stiamo conducendo è una lotta per la nostra sovranità, per il futuro del nostro paese e dei nostri figli.

Da Il discorso di Putin davanti allo stadio strapieno e il giallo delle parole tagliate

Discorso allo stadio Lužinskij sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Today.it, 18 marzo 2022

  • Gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli hanno fatto la scelta giusta: hanno superato l'ostacolo in una regione che stava precipitando nel nazismo, quello che sta accadendo ora nel Donbass.
  • Hanno messo un ostacolo al nazionalismo e al nazismo che continua ad esserci nel Donbass, con operazioni punitive di quella popolazione. Sono stati vittime di attacchi aerei ed è questo che noi chiamiamo genocidio.
  • Le parole che arrivano dalle sacre scritture sono valori universali, care a tutti i popoli e a tutte le confessioni, ma anche e soprattutto a noi: la conferma è che i nostri soldati stanno combattendo spalla a spalla, sostenendosi e proteggendosi a vicenda sul campo di battaglia come fratelli. Noi non vedevamo da tempo tanta unità.

Da "L’Occidente voleva invaderci". Ecco il discorso integrale di Putin a Mosca

Discorso sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Nicolaporro.it, 9 maggio 2022

  • Il Giorno della Vittoria è vicino e caro a ciascuno di noi. Non c’è famiglia in Russia che non sia stata bruciata dalla Grande Guerra Patriottica. La sua memoria non svanisce mai.
  • Apertamente, erano in corso i preparativi per un’altra operazione punitiva nel Donbass, per un’invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea. A Kiev hanno annunciato la possibile acquisizione di armi nucleari.
  • La Russia ha evitato preventivamente l’aggressione. È stata una decisione forzata, tempestiva e l’unica giusta. La decisione di un Paese sovrano, forte, indipendente.
  • Non rinunceremo mai all’amore per la Patria, alla fede e ai valori tradizionali, ai costumi dei nostri antenati, al rispetto per tutti i popoli e le culture. E in Occidente, questi valori millenari, a quanto pare, hanno deciso di cancellarli. Tale degrado morale è diventato la base per ciniche falsificazioni della storia della seconda guerra mondiale, incitando alla russofobia, elogiando i traditori, deridendo la memoria delle loro vittime, cancellando il coraggio di coloro che ci portarono alla Vittoria.
  • La morte di ciascuno dei nostri soldati e ufficiali è un dolore per tutti noi e una perdita irreparabile per parenti e amici. Lo Stato, le regioni, le imprese, le organizzazioni pubbliche faranno di tutto per prendersi cura di queste famiglie e aiutarle. Daremo un sostegno speciale ai figli dei compagni morti e feriti.
  • Ricordiamo come i nemici della Russia hanno cercato di usare contro di noi bande di terroristi internazionali, hanno cercato di seminare inimicizia nazionale e religiosa per indebolirci e dividerci dall’interno. Niente è riuscito. Oggi, i nostri combattenti di diverse nazionalità sono insieme in battaglia, coprendosi a vicenda da proiettili e schegge come fratelli. E questa è la forza della Russia, la grande, indistruttibile forza del nostro popolo unito e multinazionale.

Da Putin: "Finlandia e Svezia nella Nato, nessuna minaccia per noi ma risponderemo"

Dichiarazioni sull'adesione della Finlandia e della Svezia alla Nato e sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Fanpage.it, 16 maggio 2022

  • La Russia non ha problemi con la Finlandia e Svezia, la loro possibile adesione alla NATO non crea alcuna minacce per Mosca nell'immediato. Tuttavia, l'espansione delle infrastrutture militari in questo territorio solleciterà sicuramente la nostra risposta.
  • Nel corso dell'operazione speciale in Ucraina sono state ottenute prove documentali che dimostrano che, in violazione delle convenzioni che vietano le armi batteriologiche e tossiche, sono state effettivamente create componenti di armi di questo tipo nelle immediate vicinanze dei nostri confini e sono stati testati i modi per destabilizzare la situazione epidemiologica nelle ex repubbliche sovietiche.
  • Ci sono estremisti in tutti i Paesi, eppure l'Ucraina ha fatto dei suoi nazisti degli eroi nazionali. Il neonazismo rampante è stato osservato da tempo in Ucraina, l'Occidente chiude un occhio su questo.

Da Il discorso integrale di Vladimir Putin. Mobilitazione parziale, "l'Occidente ha superato ogni limite"

Discorso sulla mobilitazione parziale durante la controffensiva Ucraina in Charkiv del 2022, Huffingtonpost.it, 21 settembre 2022

  • Lo scopo di questo Occidente è indebolire, dividere e infine distruggere il nostro Paese. Stanno già dicendo direttamente che nel 1991 sono stati in grado di smembrare l'Unione Sovietica, e ora è giunto il momento anche per la Federazione russa, che dovrebbe disintegrarsi in molte regioni e regioni mortalmente ostili.
  • Già dopo l'inizio dell'operazione militare speciale, compresi i colloqui a Istanbul, i rappresentanti di Kiev hanno reagito in modo molto positivo alle nostre proposte, che riguardavano principalmente la sicurezza della Russia ei nostri interessi. Ma è ovvio che la soluzione pacifica non si addiceva all'Occidente, quindi, dopo il raggiungimento di alcuni compromessi, a Kiev è stato effettivamente dato l'ordine diretto di interrompere tutti gli accordi.
  • [Sui Referendum russi d'annessione nell'Ucraina occupata del 2022] Non possiamo, non abbiamo il diritto morale di consegnare le persone a noi vicine perché vengano fatte a pezzi dai carnefici, non possiamo che rispondere al loro sincero desiderio di determinare la propria sorte. I parlamenti delle repubbliche popolari del Donbass, così come le amministrazioni militare-civili delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, hanno deciso di indire referendum sul futuro di questi territori e si sono rivolti a noi, la Russia, con la richiesta di sostenere tale passo.
    Consentitemi di sottolineare che faremo di tutto per garantire condizioni sicure per lo svolgimento del referendum, in modo che le persone possano esprimere la propria volontà. E sosterremo la decisione sul loro futuro, che sarà presa dalla maggioranza dei residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson.
  • In questa situazione, ritengo necessario prendere la seguente decisione - è del tutto adeguata alle minacce che dobbiamo affrontare - vale a dire: proteggere la nostra Patria, la sua sovranità e integrità territoriale, garantire la sicurezza del nostro popolo e del popolo nei territori liberati, ritengo necessario sostenere la proposta del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale sullo svolgimento della mobilitazione parziale nella Federazione Russa.
    Ripeto, si tratta nello specifico di mobilitazione parziale, ovvero saranno soggetti alla leva solo i cittadini che attualmente sono riservisti, e soprattutto coloro che hanno prestato servizio nelle Forze armate, hanno determinate specialità militari e relativa esperienza.
  • Vorrei ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e per alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi NATO. E se l'integrità territoriale del nostro paese sarà minacciata, useremo sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo. Non è un bluff.

Da Putin: "Una sfida per tutti"

Discorso sull'annessione dell'Ucraina meridionale e orientale alla Russia, Casadelsole.tv, 30 settembre 2022

Putin con i leader dei territori ucraini annessi
  • Oggi firmiamo i trattati di adesione alla Russia della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk, della Regione di Zaporizhzhya e della Regione di Kherson. Sono sicuro che l’Assemblea federale sosterrà le leggi costituzionali sull’adesione e la formazione di quattro nuove regioni, quattro nuovi soggetti costitutivi della Federazione Russa, poiché tale è la volontà di milioni di persone. E questo, ovviamente, è un loro diritto, un diritto inalienabile, sancito dal primo articolo della Carta delle Nazioni Unite, che afferma esplicitamente il principio dell’uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli.
  • Si tratta di un diritto inalienabile del popolo basato sull’unità storica, in nome della quale hanno combattuto generazioni di nostri antenati, coloro che dalle origini dell’antica Rus’ nel corso dei secoli hanno costruito e difeso la Russia. Qui, in Novorossija, combatterono Rumyantsev, Suvorov e Ushakov, Caterina II e Potemkin fondarono nuove città. I nostri nonni e i nostri bisnonni combatterono qui fino alla morte durante la Grande Guerra Patriottica.
  • [Sull'Accordo di Belaveža] Nel 1991, a Belovezhskaya Pushcha, senza chiedere la volontà dei comuni cittadini, le élite di partito di allora decisero di sciogliere l’Unione Sovietica e la popolazione si trovò così strappata alla patria da un giorno all’altro. Questo fatto ha lacerato e spaccato la nostra unità nazionale e si è tramutato in una catastrofe nazionale. Come un tempo, dopo la rivoluzione, i confini delle repubbliche dell’Unione furono ritagliati dietro le quinte, così gli ultimi leader dell’Unione Sovietica – nonostante la volontà diretta della maggioranza della gente espressa nel referendum del 1991 – hanno fatto a pezzi il nostro grande Paese, semplicemente mettendo la popolazione davanti al fatto compiuto.
  • Voglio che le autorità di Kiev e i loro veri padroni in Occidente mi ascoltino affinché tutti ricordino questo: gli abitanti di Lugansk e di Donetsk, di Kherson e di Zaporizhzhya diventano nostri cittadini per sempre.
  • L’Occidente è pronto a passare sopra a qualsiasi cosa pur di preservare quel sistema neocoloniale che gli permette di fagocitare, in sostanza, di saccheggiare il mondo grazie al potere del dollaro e al diktat tecnologico, di raccogliere un vero e proprio tributo dall’umanità, di sottrarre le principali fonti di ricchezza immeritata, di ottenere la rendita dell’egemone. Il mantenimento di questa rendita è il loro motivo chiave, reale e del tutto egoistico. Ecco perché una totale de-sovranizzazione è nel loro interesse. Da qui la loro aggressione contro gli stati indipendenti, contro i valori e le culture tradizionali e i loro tentativi di minare i processi internazionali e di integrazione che sfuggano al loro controllo, [contro] nuove valute mondiali e centri di sviluppo tecnologico. Per loro è fondamentale che tutti i paesi cedano la propria sovranità agli Stati Uniti.
  • Il nostro pensiero e la nostra filosofia rappresentano una minaccia diretta per loro, per questo attaccano i nostri filosofi. La nostra cultura e la nostra arte sono un pericolo per loro, quindi stanno cercando di vietarle. Anche il nostro sviluppo e la nostra prosperità rappresentano una minaccia per loro: la concorrenza è in crescita. Loro non hanno affatto bisogno della Russia, NOI ne abbiamo bisogno.
  • Si sente dire ovunque: l’Occidente rappresenta l’ordine basato sulle regole. Da dove vengono? Chi ha mai visto queste regole? Chi le ha approvate? Ascoltatemi, è un’assurdità, puro inganno, doppi, tripli standard! È pensata per gli sciocchi.
  • Le élite occidentali negano non solo la sovranità nazionale e il diritto internazionale. La loro egemonia ha un carattere pronunciato di totalitarismo, dispotismo e apartheid. Dividono sfacciatamente il mondo nei loro vassalli, nei cosiddetti paesi civili e in tutti gli altri, che, secondo il piano dei razzisti occidentali di oggi, dovrebbero aggiungersi alla lista dei barbari e dei selvaggi. Le false etichette – “paese canaglia”, “regime autoritario” – sono già pronte, stigmatizzano interi popoli e stati. Non c’è niente di nuovo in questo: le élite occidentali sono rimaste tali e quali – colonialiste. Discriminano, dividono i popoli in “prime” e in “altre” classi.
  • Sottolineo che uno dei motivi della secolare russofobia, della malcelata rabbia di queste élite occidentali nei confronti della Russia è proprio che non ci siamo lasciati derubare durante il periodo delle conquiste coloniali e abbiamo costretto gli europei a commerciare con reciproco vantaggio. Ciò è stato possibile grazie alla creazione di un forte Stato centralizzato in Russia, che si è sviluppato ed è stato rafforzato dai grandi valori morali dell’Ortodossia, dell’Islam, dell’Ebraismo e del Buddismo, nonché dalla cultura e dalla lingua russa, aperte a tutti.
  • Gli Stati Uniti sono l’unico paese al mondo ad aver usato due volte le armi nucleari, distruggendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Tra l’altro, creando un precedente.
  • Washington sta chiedendo sempre più sanzioni contro la Russia e la maggior parte dei politici europei obbedisce. Capiscono chiaramente che gli Stati Uniti, spingendo l’UE ad abbandonare completamente l’energia e le altre risorse russe, stanno praticamente deindustrializzando l’Europa e si stanno impadronendo completamente del mercato europeo – capiscono tutto, queste élite europee, capiscono tutto, ma preferiscono servire gli interessi degli altri. Questo non è più servilismo, ma un tradimento diretto dei loro popoli. Ma Dio li benedica, sono affari loro.
  • Il diktat statunitense si basa sulla forza bruta, sulla legge del primato. A volte è ben confezionata, altre volte non lo è, ma l’essenza è la stessa: la legge del pugno. Da qui il dispiegamento e il mantenimento di centinaia di basi militari in ogni angolo del mondo, l’espansionismo della NATO, i tentativi di formare nuove alleanze militari come AUKUS e simili.
  • L’Occidente ha ampiamente superato la crisi degli anni ’80 – che si è aggravata negli anni ’90 – appropriandosi dell’eredità e delle risorse dell’Unione Sovietica, che alla fine è crollata. Questo è un dato di fatto. Ora, per districarsi da un altro groviglio di contraddizioni, hanno bisogno di spezzare la Russia e gli altri Stati che scelgono la via dello sviluppo sovrano per depredare ancora di più le ricchezze altrui e in nome di ciò tappare loro le ali. Se ciò non dovesse accadere, non escludo che cercheranno di far crollare il sistema, a cui potranno dare la colpa di tutto, oppure, Dio non voglia, decideranno di usare la nota formula “la guerra cancellerà tutto”.
  • Vogliamo avere, qui, nel nostro Paese, in Russia, al posto di mamma e papà, i “genitore uno”, “genitore due”, “genitore tre” (sono totalmente impazziti!)? Vogliamo davvero che le perversioni che portano al degrado e all’estinzione siano imposte ai bambini nelle nostre scuole fin dalle elementari? Vogliamo che venga insegnato loro che oltre alle donne e agli uomini ci sono presumibilmente altri generi e che venga loro proposto un intervento di riassegnazione del sesso? Vogliamo tutto questo per il nostro Paese e per i nostri figli? Per noi tutto questo è inaccettabile, abbiamo un futuro diverso, il nostro. Ripeto, la dittatura delle élite occidentali è diretta contro tutte le società, compresi gli stessi popoli dei paesi occidentali. Questa è una sfida per tutti. Questa negazione totale dell’uomo, la sovversione della fede e dei valori tradizionali, la soppressione della libertà assumono le caratteristiche di una “religione al contrario” – un vero e proprio satanismo.
  • Il campo di battaglia a cui il destino e la storia ci hanno chiamato è il campo di battaglia per il nostro popolo, per una grande Russia storica. Per una grande Russia storica, per le generazioni future, per i nostri figli, nipoti e pronipoti. Dobbiamo proteggerli dalla schiavitù, dai mostruosi esperimenti che cercano di paralizzare le loro menti e le loro anime.
  • Dietro di noi c’è la verità, dietro di noi c’è la Russia!

Da Vladimir Putin, il discorso integrale: "Occidente ha alimentato escalation in Ucraina"

Discorso al forum di Valdai, Ilgiornaleditalia.it, 28 ottobre 2022

Putin al forum di Valdai
  • Il cosiddetto Occidente che è, ovviamente, un costrutto teorico poiché non è unito e chiaramente è un conglomerato molto complesso, ma dirò comunque che l'Occidente ha compiuto diversi passi negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi che sono progettati per aggravare la situazione. In realtà, cercano sempre di aggravare le cose, il che non è nemmeno una novità.
  • Il potere globale è esattamente ciò che il cosiddetto Occidente ha in gioco nel suo gioco. Ma questo gioco è sicuramente pericoloso, cruento e, direi, sporco. Nega la sovranità dei paesi e dei popoli, la loro identità e unicità, e calpesta gli interessi di altri Stati. In ogni caso, anche se negazione non è la parola usata, lo stanno facendo nella vita reale.
  • L'umanità è a un bivio: o continuano ad accumulare problemi e alla fine si schiacciano sotto il loro peso, oppure lavorano insieme per trovare soluzioni - anche imperfette, purché funzionino - che possano rendere il nostro mondo un posto più stabile e più sicuro.
  • La perdita di biodiversità è una delle conseguenze più pericolose dello sconvolgimento dell'equilibrio ambientale. [...] Non è altrettanto importante mantenere la diversità culturale, sociale, politica e di civiltà?
  • Imponendo agli altri i propri valori, le abitudini di consumo e la standardizzazione, i nostri avversari – starò attento alle parole – stanno cercando di espandere i mercati per i loro prodotti. L'obiettivo di questa traccia è, in definitiva, molto primitivo. È da notare che l'Occidente proclama il valore universale della sua cultura e visione del mondo. Anche se non lo dicono apertamente, cosa che in realtà fanno spesso, si comportano come se fosse così, che fosse un dato di fatto, e la politica che perseguono è concepita per dimostrare che questi valori devono essere accettati incondizionatamente da tutti gli altri membri della comunità internazionale.
  • Un tempo i nazisti hanno raggiunto il punto di bruciare libri, e ora i "guardiani del liberalismo e del progresso" occidentali sono arrivati ​​al punto di bandire Dostoevskij e Ciajkovskij. Il cosiddetto “cancellare la cultura” e in realtà – come abbiamo detto più volte – il vero annullamento della cultura sta sradicando tutto ciò che è vivo e creativo e soffoca il libero pensiero in tutti i campi, sia esso economico, politico o culturale.
  • Qualunque cosa provenga dalla Russia è tutto bollato come "intrigo del Cremlino". Ma guardatevi. Siamo davvero così onnipotenti? Qualsiasi critica ai nostri avversari - qualsiasi - è percepita come "intrigo del Cremlino", "la mano del Cremlino". Questo è folle. In cosa sei affondato? Usa almeno il tuo cervello, dì qualcosa di più interessante, esponi il tuo punto di vista concettualmente. Non puoi incolpare di tutto gli intrighi del Cremlino.
  • Standardizzazione, monopolio finanziario e tecnologico, cancellazione di tutte le differenze è ciò che sta alla base del modello occidentale di globalizzazione, che è di natura neocoloniale. Il loro obiettivo era chiaro: stabilire il dominio incondizionato dell'Occidente nell'economia e nella politica globali. Per fare ciò, l'Occidente ha messo al suo servizio le risorse naturali e finanziarie dell'intero pianeta, così come tutte le capacità intellettuali, umane ed economiche, sostenendo che fosse una caratteristica naturale della cosiddetta nuova interdipendenza globale.
  • Quale posizione ha adottato l'Occidente "civilizzato"? Se siete democratici, dovreste accogliere il naturale desiderio di libertà espresso da miliardi di persone, ma no. L'Occidente lo chiama minando l'ordine liberale basato sulle regole. Sta ricorrendo a guerre economiche e commerciali, sanzioni, boicottaggi e rivoluzioni colorate, e prepara e compie ogni tipo di colpo di stato.
  • [Sull'attacco aereo dell'aeroporto di Baghdad del 2020] Puoi pensare quello che vuoi su Soleimani, ma era un funzionario di uno stato estero. Lo hanno ucciso in un paese terzo e si sono assunti la responsabilità. Cosa dovrebbe significare per gridare ad alta voce? In che tipo di mondo stiamo vivendo?
  • Come è consuetudine, Washington continua a riferirsi all'attuale ordine internazionale come all'americano liberale, ma in realtà, questo famigerato "ordine" sta moltiplicando il caos ogni giorno e, potrei anche aggiungere, sta diventando sempre più intollerante anche nei confronti dei paesi occidentali e loro tentativi di agire in modo indipendente. Tutto è stroncato sul nascere, e non esitano nemmeno a imporre sanzioni ai loro alleati, che abbassano la testa in segno di acquiescenza.
  • Nel corso di mille anni, la Russia ha sviluppato una cultura unica di interazione tra tutte le religioni del mondo. Non c'è bisogno di cancellare nulla, siano valori cristiani, valori islamici o valori ebraici. Abbiamo anche altre religioni del mondo. Tutto quello che devi fare è rispettarti a vicenda. In alcune delle nostre regioni – lo so solo in prima persona – le persone celebrano insieme le festività cristiane, islamiche, buddiste ed ebraiche e si divertono a farlo perché si congratulano e sono felici l'una per l'altra.

Da Cosa ha detto Vladimir Putin nel suo discorso di Capodanno 2023–31 dicembre 2022

It.russia.postsen.com, 1 gennaio 2023

  • [Il 2022] è stato un anno di eventi fatidici davvero cruciali, sono diventati la frontiera che pone le basi per un futuro comune, la nostra vera indipendenza. Questo è ciò per cui stiamo combattendo oggi. Proteggiamo la nostra gente nei nostri territori storici, nelle nuove entità costitutive della Federazione Russa, costruiamo e creiamo insieme.
  • Il nostro popolo multinazionale, come è stato in tutte le epoche difficili della storia russa, ha mostrato coraggio e dignità. Con parole e fatti, ha sostenuto i difensori della Patria, i nostri soldati e ufficiali, tutti partecipanti all’operazione militare speciale. Lo abbiamo sempre saputo, e oggi siamo nuovamente convinti che il futuro sovrano, indipendente e sicuro della Russia dipende solo da noi, dalla nostra forza e volontà.
  • Per anni, le élite occidentali hanno ipocritamente assicurato a tutti noi le loro intenzioni pacifiche, inclusa la risoluzione del più grave conflitto nel Donbass. Infatti, incoraggiando in ogni modo i neonazisti, che hanno continuato a compiere azioni militari apertamente terroristiche contro i civili delle repubbliche popolari del Donbass, l’Occidente ha mentito sulla pace, ma si stava preparando all’aggressione e oggi lo ammette apertamente senza esitazione. Usano cinicamente l’Ucraina e il suo popolo per indebolire e dividere la Russia. Non abbiamo mai permesso a nessuno di farlo e mai lo faremo. I militari, i miliziani ei volontari russi stanno ora combattendo per la loro terra natale, per la verità e la giustizia, per garantire che le garanzie di pace e sicurezza della Russia siano fornite in modo affidabile. Tutti, tutti loro sono i nostri eroi.

2023[modifica]

  • In tutto il mondo, lo sviluppo della Cina ha suscitato un genuino interesse, e noi la invidiamo persino un po'. La Cina ha creato un sistema molto efficiente per sviluppare l'economia e rafforzare lo Stato. È molto più efficiente di quello di molti altri Paesi, è un fatto evidente.[30]
  • Tutto ciò di cui è proprietario il Gruppo Wagner è stato interamente finanziato dal ministero della Difesa e dal nostro bilancio. Soltanto dal maggio del 2022 al maggio di quest'anno, lo Stato ha fornito un supporto finanziario pari a 86 miliardi di rubli.[31]
  • Il gruppo paramilitare Wagner non esiste, almeno dal punto di vista giuridico. [...] Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private. Semplicemente, non esiste![32]
  • La crisi ucraina non è un conflitto territoriale. [...] Stiamo parlando dei principi su cui si baserà il nuovo ordine mondiale.[33]
  • [In occasione della morte di Henry Kissinger] Un diplomatico eccezionale, un uomo di Stato saggio e lungimirante che per molti decenni ha goduto in tutto il mondo di un'autorità meritata.[34]

Da Putin, il discorso a Volgograd e la minaccia all’Occidente: «Pronti a tutto per vincere»

Discorso durante l'anniversario della battaglia di Stalingrado, Corriere.it, 2 febbraio 2023

  • Il nostro dovere morale, anzitutto di fronte ai soldati vincitori di quella battaglia, è di serbare con cura e in tutta la sua pienezza, la memoria di quella impresa eroica, di tramandarla alle successive generazioni, di non consentire a nessuno di travisare e sminuire il ruolo della battaglia di Stalingrado nella vittoria sul nazismo, nella liberazione del mondo intero da quel male mostruoso.
  • Di nuovo e sempre di nuovo siamo costretti a respingere l’aggressione dell’Occidente collettivo. Sembra incredibile, ma è un dato di fatto: ci minacciano nuovamente con i carri armati tedeschi Leopard, sul cui bordo ci sono le croci. E di nuovo si combatte nella terra ucraina contro i seguaci di Hitler, i banderiani.
  • Coloro che trascinano Stati europei, inclusa la Germania, in una nuova guerra, coloro che contano di conseguire una vittoria contro di noi sul campo di battaglia, evidentemente non capiscono che una moderna guerra con la Russia sarà per loro ben diversa. Noi non inviamo i nostri carri armati verso i loro confini ma abbiamo qualcos’altro con cui rispondere. E non ci limiteremo all’uso dei mezzi blindati. Siamo sicuri della nostra vittoria. Tutti lo devono capire.

Da "È impossibile sconfiggere la Russia"

Discorso di fronte ai deputati dell’Assemblea federale e della Duma, Nicolaporro.it, 21 febbraio 2023

  • Un anno fa, al fine di proteggere le persone nelle nostre terre storiche, per garantire la sicurezza del nostro paese, per eliminare la minaccia rappresentata dal regime neonazista emerso in Ucraina dopo il colpo di stato del 2014, è stata presa la decisione di condurre uno speciale operazione militare. E passo dopo passo, con attenzione e coerenza, risolveremo i compiti davanti a noi.
  • Le promesse dei governanti occidentali, le loro assicurazioni sul desiderio di pace nel Donbass si sono rivelate, come ora vediamo, un falso, una crudele menzogna. Hanno semplicemente preso il tempo, si sono impegnati in imbrogli, hanno chiuso un occhio sugli omicidi politici, sulle repressioni del regime di Kiev, sulla presa in giro dei credenti e hanno sempre più incoraggiato i neonazisti ucraini a compiere azioni terroristiche nel Donbass. Nelle accademie e nelle scuole occidentali venivano addestrati ufficiali di battaglioni nazionalisti e venivano fornite armi.
  • Gli Stati Uniti e la NATO hanno rapidamente schierato le loro basi militari e i loro laboratori biologici segreti vicino ai confini del nostro paese, hanno dominato il teatro delle future operazioni militari nel corso delle manovre, hanno preparato il regime di Kiev a loro soggetto, l’Ucraina che avevano reso schiavo, per un grande guerra.
  • La minaccia sta crescendo, e ogni giorno. Le informazioni in arrivo non lasciavano dubbi sul fatto che entro febbraio 2022 tutto fosse pronto per un’altra sanguinosa azione punitiva nel Donbass, contro la quale, lasciatemelo ricordare, il regime di Kiev ha lanciato artiglieria, carri armati e aerei nel 2014.
  • Permettetemi di ricordarvi che negli anni ’30 del secolo scorso l’Occidente ha effettivamente aperto la strada ai nazisti al potere in Germania. E ai nostri tempi, hanno iniziato a creare un sentimento di “anti-Russia” dall’Ucraina. Il progetto in realtà non è nuovo. Le persone che sono almeno un po ‘immerse nella storia lo sanno perfettamente: questo progetto risale al XIX secolo, è stato coltivato nell’impero austro-ungarico, in Polonia e in altri paesi con un unico obiettivo: strappare questi territori storici, che oggi si chiamano Ucraina, dal nostro paese. Ecco cos’è questo obiettivo. Non c’è niente di nuovo, nessuna novità, tutto si ripete.
  • La responsabilità dell’incitamento al conflitto ucraino, dell’escalation, dell’aumento del numero delle sue vittime ricade interamente sulle élite occidentali e, ovviamente, sull’attuale regime di Kiev, per il quale il popolo ucraino è, di fatto, un estraneo. L’attuale regime ucraino non serve interessi nazionali, ma interessi di paesi terzi.
  • Anche loro non possono non essere consapevoli che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, quindi stanno conducendo attacchi informativi sempre più aggressivi contro di noi. Prima di tutto, ovviamente, come target vengono scelti i giovani, le giovani generazioni. E anche qui mentono costantemente, distorcono i fatti storici, non fermano gli attacchi alla nostra cultura, alla Chiesa ortodossa russa e ad altre organizzazioni religiose tradizionali del nostro paese.
  • Guarda cosa stanno facendo con i loro stessi popoli: la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione, l’abuso sui bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma, la norma della loro vita, e il clero, i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Dio li benedica, lascia che facciano quello che vogliono. Cosa vuoi dire qui? Gli adulti hanno il diritto di vivere come vogliono, l’abbiamo trattato in Russia e lo tratteremo sempre in questo modo: nessuno si intromette nella vita privata e non lo faremo.
    Ma voglio dire loro: ma guarda, scusami, le sacre scritture, i libri principali di tutte le altre religioni del mondo. Lì si dice di tutto, compreso che la famiglia è l’unione di un uomo e una donna, ma questi testi sacri ora vengono messi in discussione. La Chiesa anglicana, ad esempio, ha riferito di aver pianificato – pianificando, anche se solo per ora – di esplorare l’idea di un dio neutrale rispetto al genere. Cosa puoi dire? Dio mi perdoni, non sanno cosa stanno facendo.
  • Chiunque abbia intrapreso la strada del tradimento diretto, commettendo atti terroristici e altri crimini contro la sicurezza della nostra società, l’integrità territoriale del Paese, sarà ritenuto responsabile ai sensi della legge. Ma non saremo mai come il regime di Kiev e le élite occidentali che sono impegnate e sono state impegnate nella “caccia alle streghe”, non regoleremo i conti con coloro che si sono fatti da parte, ritirandosi dalla loro patria. Lascia che rimanga sulla loro coscienza, lascia che ci convivano – devono conviverci. La cosa principale è che le persone, i cittadini russi hanno dato loro una valutazione morale.
  • Ripeto, le sanzioni anti-russe sono solo un mezzo. E l’obiettivo, come dichiarano gli stessi leader occidentali – una citazione diretta – è quello di “far soffrire” i nostri cittadini. Vogliono far soffrire la gente, destabilizzando così la nostra società dall’interno.
  • La Russia è un paese aperto e allo stesso tempo una civiltà distintiva. In questa affermazione non c’è pretesa di esclusività e superiorità, ma questa civiltà è nostra – questa è la cosa principale. Ci è stato dato dai nostri antenati e dobbiamo preservarlo per i nostri discendenti e tramandarlo.

Da «Popolo ucraino ostaggio dei piani dell’Occidente. Contro di noi una vera guerra»

Open.online, 9 maggio 2023

  • Oggi la civiltà mondiale si trova di nuovo a cavallo di un momento decisivo: è in corso una vera e propria guerra. Noi abbiamo dato una risposta al terrorismo internazionale, abbiamo difeso gli abitanti del Donbass, e garantito la nostra sicurezza.
  • Per noi, per la Russia non ci sono dei popoli ostili né in Occidente né in Oriente. [...] Ma alcune élite continuano a parlare della loro esclusività: non fanno altro che dividere le società mondiali e provocano conflitti sanguinosi e colpi di stato, russofobia, odio e nazionalismo aggressivo, distruggendo anche i valori tradizionali familiari che rendono una persona tale.
  • Vediamo come per una serie di Paesi, senza alcun tipo di vergogna, vengono distrutti memoriali dei soldati sovietici, dei grandi comandanti e viene creato un culto del nazismo e della violenza, mentre la memoria dell'autentico eroismo viene messo da parte. Un'aggressività tale e una sfrontatezza tale è un reato: questo revanchismo da parte di chi in maniera cinica ha provato a attaccare il nostro paese, chi ha dato vita alla feccia nazista in tutto il mondo.
  • È questo il motivo della catastrofe che sta vivendo il popolo ucraino, ostaggio di un colpo di Stato che ha dato vita a un regime di delinquenti. La moneta di scambio è diventato il popolo ucraino.
  • Nel mondo non c'è nulla di superiore all'amore che abbiamo noi per la nostra patria. Per la Russia, per le forze armate valorose, per la vittoria: Urrà.

Da Il discorso di Putin contro la rivolta armata di Prigozhin

Discorso sulla ribellione del Gruppo Wagner, Corriere.it, 24 giugno 2023

Putin durante il suo discorso contro la ribellione del Gruppo Wagner
  • Questa è una pugnalata alle spalle del nostro paese e della nostra gente. Un colpo simile fu inferto alla Russia nel 1917, quando il paese stava conducendo la prima guerra mondiale: la vittoria le venne rubata. Intrighi, litigi, politica dietro le spalle dell’esercito e del popolo si sono trasformati nel più grande choc, la distruzione dell'esercito e il crollo dello stato, la perdita di vasti territori. E, come conseguenza, la tragedia della guerra civile. I russi hanno ucciso russi, fratelli: e ogni sorta di avventurieri politici e forze straniere, che hanno diviso il paese, lo hanno fatto a pezzi, hanno ottenuto guadagni egoistici.
    Non permetteremo che accada di nuovo.
  • Quello a cui ci troviamo di fronte è proprio un tradimento. Ambizioni esorbitanti e interessi personali hanno portato al tradimento. Al tradimento del nostro paese, del nostro popolo e della causa stessa per la quale, fianco a fianco con le nostre altre unità, i soldati e i comandanti del gruppo Wagner hanno combattuto e sono morti.
  • Questo è un duro colpo per la Russia, per il nostro popolo. E le nostre azioni per proteggere la Patria da una tale minaccia saranno dure. Tutti coloro che hanno deliberatamente intrapreso la via del tradimento, che hanno preparato una ribellione armata, intrapreso la via del ricatto e dei metodi terroristici, subiranno inevitabili punizioni, risponderanno sia davanti alla legge che davanti al nostro popolo.
  • Coloro che hanno organizzato e preparato la ribellione militare, che hanno alzato le armi contro i loro compagni d'armi, hanno tradito la Russia. E ne risponderanno.

Da «Volevano che la Russia annegasse in una sanguinosa guerra civile»

Discorso dopo la ribellione del Gruppo Wagner, Corriere.it, 26 giugno 2023

  • La rivolta sarebbe stata comunque soffocata, ma fin dall'inizio degli eventi, sono stati presi provvedimenti, su mie dirette istruzioni, per evitare un grande spargimento di sangue.
  • Gli organizzatori della ribellione volevano spaccare e indebolire il Paese nel momento in cui si trova di fronte a una colossale minaccia esterna, pressioni senza precedenti dall'esterno quando al fronte i nostri compagni muoiono con le parole "non un passo indietro!". Gli organizzatori della ribellione, avendo tradito il loro paese, il loro popolo, hanno anche tradito coloro che sono stati spinti a commettere crimini. Hanno mentito, li hanno spinti alla morte, sotto il fuoco, a sparare contro la loro stessa gente.
  • I nemici della Russia e i neonazisti a Kiev e i loro protettori occidentali, volevano, così come tutti i tipi di traditori della nazione, il fratricidio. Volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, che la nostra società si dividesse, annegasse in un sanguinosa guerra civile. Si sono fregati le mani sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e della cosiddetta controffensiva, ma hanno fatto male i calcoli.

Da "Russia e Africa: unire le forze per la pace, il progresso e per un futuro vincente"

Roma.mid.ru, 24 luglio 2023

  • Noi abbiamo sempre appoggiato i popoli africani nella loro battaglia per la liberazione dal giogo coloniale, li abbiamo assistiti nel processo di creazione di un sistema statale, nel rafforzamento della loro sovranità e della loro capacità difensiva.
  • Noi ci siamo sempre attenuti con rigore al principio secondo cui "ai problemi africani si risponde con soluzioni africane", e siamo sempre stati dalla parte degli africani nella loro battaglia per l’autodeterminazione, la giustizia e la rivendicazione dei loro diritti legittimi. Non abbiamo mai cercato di imporre ai nostri partner le nostre concezioni in merito a ordinamento interno, forme e metodi di governo, obiettivi di sviluppo o le vie per conseguirli.
  • Noi siamo certi del fatto che il nuovo ordine mondiale multipolare, i cui contorni sono già stati delineati, sarà più giusto e democratico. E non ci sono dubbi sul fatto che l’Africa, al fianco dell’Asia, del Medio Oriente e dell’America Latina vi troverà degna collocazione e si libererà definitivamente dalla pesante eredità del colonialismo e del neocolonialismo, dopo averne rigettato le moderne pratiche.
  • Si aggravano i conflitti rimasti irrisolti, presenti praticamente ovunque, mentre emergono nuove minacce e nuove sfide. E l’Africa sente il peso dei problemi globali come nessun’altra parte della Terra.
  • In molti forse avranno sentito parlare del cosiddetto "Accordo sul grano", originariamente finalizzato alla realizzazione di una sicurezza alimentare globale, alla riduzione del rischio di carestie e ad aiutare i Paesi più poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina; sostanzialmente, è stato proprio per questo che la Russia ha assunto l’impegno di contribuire alla sua realizzazione. E tuttavia, tale "accordo", che l’Occidente presentava pubblicamente come una manifestazione del suo interesse e come un bene per l’Africa, di fatto è stato spudoratamente utilizzato solo per andare ad arricchire le grandi imprese americane ed europee, che esportavano il frumento dall’Ucraina per poi rivenderlo.
  • Non ha più senso proseguire con un "accordo sul grano" che è venuto meno al suo scopo umanitario. Noi ci siamo opposti a un’ulteriore proroga di tale "accordo"; la sua attuazione è terminata a partire dal 18 luglio. Desidero rassicurare sul fatto che il nostro Paese è in grado di supplire al frumento ucraino sia a livello commerciale che a titolo gratuito, tanto più che quest’anno da noi si prevede ancora una volta un raccolto record.

Da «La pace in Ucraina quando avremo raggiunto i nostri obiettivi, gli aiuti a Kiev stanno finendo»

Conferenza stampa il 14 dicembre 2023; citato in Corriere.it, 14 dicembre 2023

  • [«Presidente, quando ci sarà la pace?»] Quando avremo raggiunto i nostri obiettivi, che non sono cambiati. Vi ricordo di cosa parlavamo all’inizio: della denazificazione e demilitarizzazione dell’Ucraina, del suo status neutrale. Oggi l’Ucraina non produce quasi niente. Tutto gli viene fornito, scusatemi l’espressione, a sbafo. Ma questo, a quanto pare, sta finendo. Sono stati riforniti di 420-439 carri armati occidentali, ma solo dall’inizio della cosiddetta controffensiva, come promesso ne abbiamo distrutti 747, oltre a quasi 2300 autoblindo. Questa è appunto la demilitarizzazione.
  • Per un Paese come il nostro, la mera esistenza senza una forte sovranità è impossibile. L’essenziale è il rafforzamento della sovranità che vuol dire potenziamento della capacità difensiva, sicurezza sui confini esterni, garanzia dei diritti, sicurezza nella sfera della sovranità, anche quella economica e tecnologica che costituisce il futuro di ogni paese, compresa la Russia.
  • La normalizzazione dei rapporti con l’Europa non dipende solo da noi. Non siamo stati noi a guastare questi rapporti. Abbiamo subito il deterioramento di queste relazioni, si è cercato di accantonarci in secondo piano, trascurando i nostri interessi. Il fatto è che in misura notevole i Paesi europei hanno perso la propria sovranità. Infatti, stanno prendendo molte decisioni a proprio danno. Ricordiamo come è cominciato il conflitto in Ucraina. Da un colpo di Stato... In fin dei conti i russi e gli ucraini sono un unico popolo e quello che sta succedendo ora è una enorme tragedia simile ad una guerra civile. L’irrefrenabile volontà di avvicinarsi strisciando ai nostri confini inglobando anche l’Ucraina nella Nato, tutto questo ha portato a questa tragedia. Molti leader europei si credono De Gaulle, ma nei fatti si comportano come Petain.
  • [Sugli Stati Uniti d'America] Non è vero che li odiamo. Li consideriamo un Paese importante e utile al mondo, ma questa politica assolutamente imperiale ostacola loro stessi. Perché nell’immaginario collettivo, si devono comportare come un impero. Quando saranno avvenuti certi cambiamenti interni, quando cercheranno dei compromessi senza provare a risolvere le proprie questioni con sanzioni e azioni belliche, allora forse ci saranno le condizioni fondamentali per ripristinare le relazioni a pieno titolo. Per ora, non ci sono. Ma noi siamo pronti.
  • [Sull conflitto Gaza-Israele del 2023] Si fa un gran parlare della crisi ucraina. Ma tutto il mondo vede la differenza. Guardate l’Operazione militare speciale e quel che succede a Gaza, dove è in atto una catastrofe, e ve ne accorgete. In Ucraina non accade nulla di simile.

2024[modifica]

  • [Su Tucker Carlson] Ad essere sincero, pensavo che si sarebbe comportato in modo aggressivo e avrebbe posto le cosiddette domande taglienti. Non solo ero preparato a questo, ma lo volevo, perché mi avrebbe dato l’opportunità di rispondere allo stesso modo. [...] Francamente, non sono stato pienamente soddisfatto per questa intervista. (da un'intervista di Pavel Zarubin, 14 febbraio 2024)[35]
  • [Sull'adesione alla NATO] Un passo assolutamente privo di significato (per la Finlandia e la Svezia) dal punto di vista della tutela dei propri interessi nazionali. Non avevamo truppe lì, ora ci saranno. Non c'erano sistemi di distruzione lì, ora appariranno.[36]
  • Dal punto di vista tecnico-militare siamo, ovviamente, preparati, [gli Stati Uniti stanno] sviluppando i propri componenti. Anche noi. Ciò non significa, a mio avviso, che siano pronti a iniziare questa guerra nucleare domani. Se lo sono, cosa possiamo fare? Siamo preparati.[37]
  • Per quanto riguarda Navalny, sì, è morto, e questo è sempre un evento triste. Ma abbiamo altri casi di persone morte in carcere: non succede anche negli Stati Uniti? Succede, e con una certa frequenza.(18 marzo 2024)[38]
  • Qualche giorno prima che Navalny morisse, alcuni dei miei colleghi, persone che non sono nel governo, hanno detto che c'era l'idea di scambiare Navalny per delle persone nelle prigioni dei paesi occidentali. Non mi crederete, ma non ho nemmeno lasciato finire l’uomo che me ne ha parlato e ho risposto: “Sono d’accordo”. Purtroppo però è successo quello che è successo, e non ci si può far niente.[38]

Da La versione di Putin

Intervista di Tucker Carlson, huffingtonpost.it, 9 febbraio 2024

Putin intervistato da Tucker Carlson
  • Sotto il governo di Caterina la Grande, la Russia rivendicò tutte le sue terre storiche, anche a sud e a ovest. Tutto questo durò fino alla Rivoluzione. Prima della prima guerra mondiale, lo stato maggiore austriaco faceva affidamento sulle idee dell'ucrainizzazione e iniziò a promuovere attivamente le idee dell'Ucraina e dell'ucrainizzazione. Il loro motivo era ovvio. Poco prima della prima guerra mondiale si voleva indebolire il potenziale nemico e assicurarsi condizioni favorevoli nella zona di confine. Così l'idea emersa in Polonia secondo cui le persone residenti in quel territorio non sarebbero realmente russi, ma appartenessero piuttosto ad un gruppo etnico speciale, gli ucraini, iniziò ad essere propagata dallo stato maggiore austriaco.
  • [Sulla campagna di Polonia] Perché il 1° settembre 1939 scoppiò la guerra contro la Polonia? La Polonia si rivelò intransigente e Hitler non poté fare altro che iniziare ad attuare i suoi piani con la Polonia. A proposito, l'URSS – ho letto alcuni documenti d'archivio – si è comportata in modo molto onesto. Chiese il permesso alla Polonia di far transitare le sue truppe attraverso il territorio polacco per aiutare la Cecoslovacchia. Ma l'allora ministro degli Esteri polacco disse che se gli aerei sovietici avessero sorvolato la Polonia, sarebbero stati abbattuti sul territorio polacco. Ma non importa. Ciò che conta è che la guerra iniziò e la Polonia cadde preda delle politiche che aveva perseguito contro la Cecoslovacchia, poiché in base al noto patto Molotov-Ribbentrop, parte di quel territorio, compresa l'Ucraina occidentale, doveva essere ceduta alla Russia. Così la Russia, che allora si chiamava URSS, riconquistò le sue terre storiche.
  • Stalin insisteva affinché quelle repubbliche fossero incluse nell'URSS come entità autonome. Per qualche ragione inspiegabile, Lenin, il fondatore dello Stato sovietico, insistette affinché avessero il diritto di ritirarsi dall'URSS. E, sempre per ragioni sconosciute, trasferì alla neonata Repubblica Sovietica d'Ucraina alcune terre insieme alle persone che vi abitavano, anche se quelle terre non erano mai state chiamate Ucraina; eppure facevano parte di quella Repubblica sovietica dell'Ucraina. Queste terre includevano la regione del Mar Nero, che fu ricevuta sotto Caterina la Grande e che non aveva alcun legame storico con l'Ucraina. Anche se risaliamo al 1654, quando queste terre tornarono all'Impero russo, quel territorio aveva le dimensioni di tre o quattro regioni della moderna Ucraina, senza la regione del Mar Nero. Questo era completamente fuori questione.
  • All'Ucraina sovietica è stata assegnata una grande quantità di territorio che non le era mai appartenuto, compresa la regione del Mar Nero. Ad un certo punto, quando la Russia li ricevette a seguito delle guerre russo-turche, furono chiamati "Nuova Russia" o Novorossiya. Ma non importa. Ciò che conta è che Lenin, il fondatore dello Stato sovietico, ha fondato l'Ucraina in questo modo. Per decenni, la Repubblica Sovietica Ucraina si sviluppò come parte dell'URSS e, ancora una volta, per ragioni sconosciute, i bolscevichi furono impegnati nell'ucrainizzazione. Non era semplicemente perché la leadership sovietica era composta in gran parte da persone originarie dell'Ucraina. Piuttosto, ciò si spiegava con la politica generale di indigenizzazione perseguita dall'Unione Sovietica. Le stesse cose furono fatte in altre repubbliche sovietiche. Ciò ha comportato la promozione delle lingue e delle culture nazionali, il che in linea di principio non è negativo. Così venne creata l'Ucraina sovietica.
  • L'ex leadership russa riteneva che l'Unione Sovietica avesse cessato di esistere e quindi non esistessero più linee di divisione ideologiche. La Russia ha addirittura acconsentito, volontariamente e in modo proattivo, al crollo dell'Unione Sovietica e credeva che ciò sarebbe stato interpretato dal cosiddetto (ora tra virgolette) "Occidente civilizzato" come un invito alla cooperazione e all'associazione. Questo è ciò che la Russia si aspettava sia dagli Stati Uniti che dal cosiddetto Occidente collettivo nel suo insieme. [...] dopo il 1991, quando la Russia si aspettava di essere accolta nella famiglia fraterna delle "nazioni civilizzate", non è successo niente del genere. Ci avete ingannato [...], la promessa era che la NATO non si sarebbe espansa verso est, ma è successo cinque volte, ce n'erano cinque ondate di espansione.
  • [Sulla guerra del Kosovo] Ricordate gli sviluppi in Jugoslavia, prima che Eltsin fosse elogiato, non appena iniziarono gli sviluppi in Jugoslavia, alzò la voce a sostegno dei serbi, e noi non potevamo che alzare la nostra voce per i serbi in loro difesa. Capisco che lì fossero in corso processi complessi, lo so. Ma la Russia non ha potuto fare a meno di alzare la voce a sostegno dei serbi, perché anche i serbi sono un popolo speciale e vicino a noi, con la cultura ortodossa e così via. È una nazione che ha sofferto tanto, per generazioni. In ogni caso, l'importante è che Eltsin abbia espresso il suo sostegno. Cosa hanno fatto gli Stati Uniti? In violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite ha cominciato a bombardare Belgrado. Sono stati gli Stati Uniti a far uscire il genio dalla lampada.
  • In un incontro qui al Cremlino con il presidente uscente Bill Clinton, proprio qui nella stanza accanto, gli ho detto, gli ho chiesto: "Bill, pensi che se la Russia chiedesse di aderire alla NATO, pensi che accadrebbe?" All'improvviso ha detto: "Sai, è interessante, penso di sì". Ma la sera, quando abbiamo cenato, ha detto: "Sai, ho parlato con la mia squadra, no-no, ora non è possibile". Puoi chiederlo a lui, penso che guarderà la nostra intervista, lo confermerà. Non avrei detto una cosa del genere se non fosse successo. Ok, beh, adesso è impossibile. [...] Posso solo immaginare il perché: un paese troppo grande, con le proprie opinioni e così via.
  • La leadership americana esercita pressioni e tutti i membri della NATO votano obbedientemente, anche se qualcosa non gli piace.
  • [Sul trattato sullo stato finale della Germania] [...] ci era stato promesso: niente NATO a est, neanche un centimetro a est, come ci era stato detto. E poi cosa? Hanno detto: "Beh, non è scritto sulla carta, quindi ci espanderemo". Quindi ci sono state cinque ondate di espansione, gli Stati baltici, l'intera Europa orientale e così via.
  • [...] si dice che l'Ucraina è uno stato neutrale, e nel 2008 improvvisamente le porte o i cancelli della NATO sono stati aperti ad esso. Oh andiamo! Non è così che avevamo concordato.
  • Dopo il presidente Kuchma, Viktor Yanukovich ha vinto le elezioni. Tuttavia, i suoi avversari non hanno riconosciuto quella vittoria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione ed è stato programmato il terzo turno. Cos'è questo? Questo è un colpo di stato. Gli Stati Uniti lo hanno sostenuto e il vincitore del terzo round è salito al potere. Immaginate se negli Stati Uniti qualcosa non fosse di gradimento a qualcuno e si organizzasse il terzo turno elettorale, che la Costituzione americana non prevede.
  • [Su Viktor Janukovyč] Forse non era il miglior presidente e politico. Non lo so, non voglio dare valutazioni. Tuttavia è emersa la questione dell'associazione con l'UE. Su questo siamo sempre stati indulgenti: adattati a te stesso. Ma quando abbiamo letto attentamente quel trattato di associazione, per noi si è rivelato un problema, poiché avevamo una zona di libero scambio e frontiere doganali aperte con l'Ucraina, che, sotto questa associazione, ha dovuto aprire le sue frontiere per l'Europa, che avrebbe potuto inondare il nostro mercato. Abbiamo detto: "No, non funzionerà. Allora chiuderemo i nostri confini con l'Ucraina". I confini doganali, cioè. Yanukovich ha iniziato a calcolare quanto l'Ucraina avrebbe guadagnato e quanto avrebbe perso e ha detto ai suoi partner europei: "Ho bisogno di più tempo per pensare prima di firmare". Nel momento in cui ha affermato ciò, l'opposizione ha iniziato a compiere passi distruttivi sostenuti dall'Occidente. Tutto è dipeso da Maidan e da un colpo di stato in Ucraina.
  • Nel 2014 c'è stato un colpo di stato, hanno iniziato a perseguitare coloro che non accettavano il colpo di stato, ed è stato davvero un colpo di stato, hanno creato una minaccia per la Crimea che dovevamo prendere sotto la nostra protezione. Hanno lanciato una guerra nel Donbass nel 2014 con l'uso di aerei e artiglieria contro i civili. Questo è quando è iniziato. [...] Tutto questo nel contesto dello sviluppo militare di questo territorio e dell'apertura delle porte della NATO. Come non esprimere preoccupazione per quanto stava accadendo? Da parte nostra questa sarebbe stata una negligenza colpevole – ecco cosa sarebbe stato. È solo che la leadership politica statunitense ci ha spinti al limite che non potevamo oltrepassare perché così facendo avrebbe potuto rovinare la stessa Russia. Inoltre, non potevamo lasciare i nostri fratelli soltanto nella fede e, di fatto, una parte del popolo russo, di fronte a questa "macchina da guerra".
  • [...] cosa ha innescato gli ultimi eventi? In primo luogo, l'attuale leadership ucraina ha dichiarato che non avrebbe attuato gli Accordi di Minsk, firmati, come sapete, dopo gli eventi del 2014 a Minsk, dove era stato presentato il piano per una soluzione pacifica nel Donbass. Ma no, l'attuale leadership ucraina, il ministro degli Esteri, tutti gli altri funzionari e poi lo stesso presidente hanno affermato che a loro non piace nulla degli accordi di Minsk. In altre parole, non lo avrebbero implementato.
  • Sono stati loro a iniziare la guerra nel 2014. Il nostro obiettivo è fermare questa guerra. E non abbiamo iniziato questa guerra nel 2022. Questo è un tentativo di fermarla.
  • [...] non abbiamo ancora raggiunto i nostri obiettivi, perché uno di questi è la denazificazione. Ciò significa la proibizione di ogni tipo di movimento neonazista. [...] Dopo aver ottenuto l'indipendenza, l'Ucraina ha cominciato a cercare, come dicono alcuni analisti occidentali, la propria identità. E non è venuta fuori niente di meglio che costruire questa identità su alcuni falsi eroi che collaborarono con Hitler. [...] Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, una parte di questa élite estremamente nazionalista collaborò con Hitler, credendo che avrebbe portato loro la libertà. Le truppe tedesche, anche le truppe delle SS, fecero fare ai collaboratori di Hitler il lavoro più sporco di sterminio della popolazione polacca ed ebraica. Da qui questo brutale massacro della popolazione polacca ed ebraica, nonché della popolazione russa. Questo è stato guidato da persone ben note: Bandera, Shukhevych. Sono state queste persone a diventare eroi nazionali: questo è il problema. E ci viene costantemente detto che il nazionalismo e il neonazismo esistono anche in altri paesi. Sì, ci sono piantine, ma le sradichiamo e altri Paesi combattono contro di loro. Ma in Ucraina non è così. Queste persone sono diventate eroi nazionali in Ucraina. A queste persone sono stati eretti monumenti, sono esposti su bandiere, i loro nomi sono gridati da folle che camminano con torce, come avveniva nella Germania nazista. Queste furono le persone che sterminarono polacchi, ebrei e russi. È necessario fermare questa pratica e impedire la diffusione di questo concetto.
  • Dice che Hitler è morto da così tanti anni, 80 anni. Ma il suo esempio continua a vivere. Le persone che hanno sterminato ebrei, russi e polacchi sono vive. E il presidente, l'attuale presidente dell'Ucraina di oggi, lo applaude nel parlamento canadese, fa una standing ovation! Possiamo dire di aver sradicato completamente questa ideologia se ciò che vediamo accade oggi? Questo è ciò che è la denazificazione nella nostra comprensione. Dobbiamo sbarazzarci di coloro che sostengono questo concetto e sostengono questa pratica e cercano di preservarla: questa è la denazificazione. Questo è ciò che intendiamo.
  • [...] il presidente dell'Ucraina ha legiferato il divieto di negoziare con la Russia. Ha firmato un decreto che vieta a tutti di negoziare con la Russia. Ma come negozieremo se lui proibirà a se stesso e a tutti di farlo?
  • [...] non abbiamo alcun interesse in Polonia, Lettonia o altrove. Perché dovremmo farlo? Semplicemente non abbiamo alcun interesse. È solo minaccia.
  • [...] una guerra globale porterà tutta l'umanità sull'orlo della distruzione. È ovvio. Esistono certamente mezzi di deterrenza. Hanno sempre spaventato tutti: domani la Russia utilizzerà armi nucleari tattiche, domani la Russia userà quelle, no, dopodomani. E allora? Queste sono solo storie dell'orrore per la gente della strada allo scopo di estorcere denaro aggiuntivo ai contribuenti statunitensi ed europei nello scontro con la Russia nel teatro di guerra ucraino. L'obiettivo è indebolire il più possibile la Russia.
  • Ci sono problemi al confine [statunitense], problemi con l'immigrazione, problemi con il debito nazionale – più di 33 trilioni di dollari. Non hai niente di meglio da fare, quindi dovresti combattere in Ucraina? Non sarebbe meglio negoziare con la Russia? Stringere un accordo, comprendendo già la situazione che si sta sviluppando oggi, rendendosi conto che la Russia combatterà fino alla fine per i propri interessi.
  • Nella guerra di propaganda è molto difficile sconfiggere gli Stati Uniti perché gli Stati Uniti controllano tutti i media mondiali e molti media europei. I beneficiari finali dei più grandi media europei sono le istituzioni finanziarie americane.
  • Il cervello umano è diviso in due emisferi: uno è responsabile di un tipo di attività, l'altro è più legato alla creatività e così via. Ma è sempre la stessa testa. Il mondo dovrebbe essere un tutt'uno, la sicurezza dovrebbe essere condivisa e non riservata al "miliardo d'oro". Questo è l'unico scenario in cui il mondo potrebbe essere stabile, sostenibile e prevedibile. Fino ad allora, finché la testa è divisa in due parti, è una malattia, una condizione avversa grave.
  • [...] non puoi impedire al sole di sorgere, devi adattarti ad esso. Come si adattano gli Stati Uniti? Con l'aiuto della forza: sanzioni, pressioni, bombardamenti e uso delle forze armate. Si tratta di presunzione.
  • Ho avuto un ottimo rapporto, diciamo, con Bush. So che negli Stati Uniti veniva ritratto come una specie di ragazzo di campagna che non capisce molto. Ti assicuro che non è così. Penso che abbia commesso molti errori anche nei confronti della Russia. [...] Ma in generale, a livello umano e personale, ho avuto con lui un ottimo rapporto. Non era peggiore di qualsiasi altro politico americano, russo o europeo. Ti assicuro che capiva quello che faceva meglio degli altri.
  • Il maggior numero di sanzioni nel mondo vengono applicate contro la Russia. E in questo periodo siamo diventati la prima economia d'Europa. Gli strumenti utilizzati dagli Stati Uniti non funzionano.
  • L'espansione della NATO, il sostegno ai separatisti nel Caucaso, la creazione di un sistema di difesa missilistica: questi sono tutti elementi di pressione. Pressione, pressione, pressione. Quindi, trascinare l'Ucraina nella NATO è tutta una questione di pressione, pressione, pressione.
  • L'Ucraina ha annunciato che i russi erano (è stata adottata una legge) una nazionalità non titolare, approvando leggi che limitano i diritti delle nazionalità non titolari in Ucraina. L'Ucraina, dopo aver ricevuto in dono tutti questi territori del sud-est dal popolo russo, ha improvvisamente annunciato che i russi erano una nazionalità non titolare in quel territorio. È normale? Tutto ciò ha portato alla decisione di porre fine alla guerra iniziata dai neonazisti in Ucraina nel 2014.
  • [Su Volodymyr Zelens'kyj] È salito al potere grazie alle aspettative del popolo ucraino che avrebbe portato l'Ucraina alla pace. Ne ha parlato, è stato grazie a questo che ha vinto le elezioni in modo schiacciante. Ma poi, quando è salito al potere, secondo me, ha capito due cose: primo, è meglio non scontrarsi con neonazisti e nazionalisti, perché sono aggressivi e molto attivi, da loro puoi aspettarti di tutto, e secondo , l'Occidente guidato dagli Stati Uniti li sostiene e sosterrà sempre coloro che si antagonizzano con la Russia – è vantaggioso e sicuro. Quindi ha preso una posizione rilevante, nonostante avesse promesso al suo popolo di porre fine alla guerra in Ucraina. Ha ingannato i suoi elettori.
  • [...] le autorità russe sono sempre state molto attente alla cultura e alla religione dei popoli che entrarono nell'impero russo. Ciò, a mio avviso, costituisce la base sia della sicurezza che della stabilità dello Stato russo: tutti i popoli che abitano la Russia la considerano sostanzialmente la loro Patria. [...] E le persone che professano religioni diverse in Russia considerano la Russia la loro Patria, non hanno altra Patria. Stiamo insieme, questa è una grande famiglia. E i nostri valori tradizionali sono molto simili.
  • [...] la società occidentale è più pragmatica. I russi pensano di più all'eterno, ai valori morali. Non lo so, forse non sarà d'accordo con me, ma dopotutto la cultura occidentale è più pragmatica. Non sto dicendo che questo sia un male, rende possibile al "miliardo d'oro" di oggi di ottenere un buon successo nella produzione, anche nella scienza, e così via. Non c'è niente di sbagliato in questo, sto solo dicendo che sembriamo uguali, ma le nostre menti sono costruite in modo leggermente diverso.
  • Sembra che non sia mai esistito nulla di simile all'Impero Romano nella storia dell'umanità. Tuttavia, il potenziale dei barbari crebbe gradualmente, così come la loro popolazione. In generale, i barbari diventavano più forti e cominciavano a svilupparsi economicamente, come diremmo oggi. Ciò alla fine portò al crollo dell'Impero Romano e del regime imposto dai Romani. Tuttavia, ci vollero cinque secoli perché l'Impero Romano crollasse. La differenza con ciò che sta accadendo ora è che tutti i processi di cambiamento stanno avvenendo a un ritmo molto più rapido che in epoca romana.
  • Secondo alcune informazioni, Elon Musk avrebbe già impiantato un chip nel cervello umano negli Stati Uniti. [...] Penso che sia una persona intelligente, credo davvero che lo sia. Quindi è necessario raggiungere un accordo con lui perché questo processo deve essere formalizzato e sottoposto a determinate regole.
  • Oggi è impossibile fermare la ricerca nel campo della genetica o dell'intelligenza artificiale, così come in passato era impossibile fermare l'uso della polvere da sparo. Ma non appena ci renderemo conto che la minaccia deriva dallo sviluppo sfrenato e incontrollato dell'intelligenza artificiale, della genetica o di qualsiasi altro campo, arriverà il momento di raggiungere un accordo internazionale su come regolamentare queste cose.
  • [Su Evan Gershkovich] Sapete, si possono dare interpretazioni diverse a ciò che costituisce una "spia", ma ci sono alcune cose previste dalla legge. Se una persona ottiene informazioni segrete e lo fa in modo cospirativo, allora questo viene qualificato come spionaggio. Ed è esattamente quello che stava facendo. Riceveva informazioni riservate e lo faceva di nascosto. Forse era stato implicato in tutto ciò, qualcuno avrebbe potuto trascinarlo in tutto ciò, forse lo aveva fatto per disattenzione o di propria iniziativa. Considerando i fatti, questo è qualificato come spionaggio. Il fatto è dimostrato, poiché è stato colto in flagrante mentre riceveva queste informazioni. Se si fosse trattato di una scusa inverosimile, di un'invenzione o di qualcosa non dimostrato, allora la storia sarebbe stata diversa. Ma è stato colto in flagrante mentre otteneva segretamente informazioni riservate. Quindi cos'è?
  • [...] se l'amministrazione Zelenskyj in Ucraina si è rifiutata di negoziare, presumo che lo abbia fatto su istruzione di Washington. Se Washington crede che sia una decisione sbagliata, la abbandoni, trovi una scusa delicata per non insultare nessuno, trovi una via d'uscita. Non siamo stati noi a prendere questa decisione, sono stati loro, quindi lasciamoli tornare indietro. Questo è tutto.
  • Finora c'è stato un tumulto e una volontà di infliggere una sconfitta strategica alla Russia sul campo di battaglia. Ora, a quanto pare, si stanno rendendo conto che è difficile da raggiungere, se non addirittura possibile. Secondo me è impossibile per definizione, non accadrà mai. Mi sembra che ora anche coloro che detengono il potere in Occidente se ne siano resi conto.
  • Perché le autorità ucraine stanno smantellando la Chiesa ortodossa ucraina? Perché unisce non solo il territorio, unisce le nostre anime. Nessuno potrà separare l'anima.

Da Discorso del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin all'Assemblea Federale

roma.mid.ru, 29 febbraio 2024

  • Noi insieme abbiamo già dimostrato di essere in grado di risolvere i compiti più complessi, di rispondere a tutte le sfide più difficili. Per esempio, abbiamo respinto l'aggressione del terrorismo internazionale, preservato l'unità del Paese e a suo tempo ne abbiamo impedito la disintegrazione.
  • [...] oggi, quando la nostra Patria difende la sua sovranità e la sua sicurezza, proteggendo le vite dei nostri compatrioti nel Donbass e nella Novorossia, il ruolo decisivo in questa giusta lotta appartiene ai nostri cittadini, alla nostra compattezza, alla devozione per la nostra Patria e al senso di responsabilità per il suo destino.
  • Le persone inviano lettere e pacchi, vestiti caldi e reti mimetiche al fronte, e trasferiscono fondi dai loro risparmi, a volte molto modesti. Ripeto, questo aiuto è inestimabile: è il contributo di tutti alla vittoria comune. I nostri eroi in prima linea, nelle trincee, dove è più dura, sanno che tutto il Paese è con loro.
  • Il cosiddetto Occidente, con le sue abitudini coloniali e l'abitudine di fomentare conflitti nazionali in tutto il mondo, non sta solo cercando di frenare il nostro sviluppo - al posto della Russia, gli serve uno spazio dipendente, in declino e morente dove poter fare quello che vuole. In realtà, vorrebbero fare alla Russia quello che hanno fatto in molte altre parti del mondo, compresa l'Ucraina: portare la discordia in casa nostra, indebolirla dall'interno.
  • Tutti noi, cittadini della Russia, difenderemo insieme la nostra libertà, il diritto a una vita pacifica e dignitosa, noi e solo noi determineremo il nostro percorso, proteggeremo il legame tra le generazioni, che significa la continuità dello sviluppo storico, risolveremo i compiti che il Paese deve affrontare, sulla base della nostra visione del mondo, delle nostre tradizioni e delle nostre convinzioni, che trasmetteremo ai nostri figli.
  • È cresciuta e si è temprata un'intera galassia di comandanti di talento che si prende cura delle persone, svolge i propri compiti con competenza, utilizza nuovi equipaggiamenti e risolve con successo i compiti che gli vengono affidati. E voglio dire che questo avviene a tutti i livelli, dal plotone e dal livello operativo fino al più alto livello di comando.
  • Non abbiamo iniziato la guerra nel Donbass, ma, come ho detto più volte, faremo tutto il possibile per finirla, per sradicare il nazismo, per adempiere a tutti i compiti dell'operazione militare speciale e proteggere la sovranità e la sicurezza dei nostri cittadini.
  • La Russia è pronta a dialogare con gli Stati Uniti d'America su questioni di stabilità strategica. Ma vorrei sottolineare questo, cari colleghi, affinché tutti mi capiscano bene: in questo caso abbiamo a che fare con uno Stato il cui establishment sta compiendo azioni apertamente ostili nei nostri confronti. E quindi? Hanno intenzione di discutere seriamente con noi di questioni di stabilità strategica, mentre allo stesso tempo cercano di infliggere alla Russia, come dicono loro stessi, una sconfitta strategica sul campo di battaglia.
  • Di recente sono state lanciate sempre più spesso accuse infondate all’indirizzo della Russia che, per esempio, avrebbe intenzione di dispiegare armi nucleari nello spazio. Queste insinuazioni - e non sono altro che insinuazioni - sono soltanto uno stratagemma per trascinarci in negoziati alle loro condizioni, favorevoli solo agli Stati Uniti.
  • [...] abbiamo tutte le ragioni per credere che le parole dell’odierno establishment americano sul presunto interesse a negoziare con noi su questioni di stabilità strategica siano demagogia. Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane, vogliono semplicemente dimostrare ai loro cittadini e a tutti gli altri che sono ancora loro a governare il mondo. Come a dire, sulle questioni in cui è conveniente per l'America trovare un accordo, negozieremo con i russi, mentre su quelle per cui non hanno vantaggio, non c'è nulla da discutere, come dicono loro stessi, business as usual, in quel caso tenteranno di infliggerci una sconfitta.
  • L'Occidente ha provocato conflitti in Ucraina, in Medio Oriente e in altre regioni del mondo e continua a mentire. Ora, senza alcun imbarazzo, sostiene che la Russia avrebbe intenzione di attaccare l'Europa. Si tratta semplicemente - lo capiamo – di farneticazioni. Al contempo, loro stessi stanno scegliendo gli obiettivi da attaccare sul nostro territorio, selezionando i mezzi di distruzione, secondo loro più efficaci. Si è parlato della possibilità di inviare contingenti militari della NATO in Ucraina.
    Ma noi ricordiamo il destino di coloro che una volta hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Oggi le conseguenze di eventuali interventi saranno molto più tragiche. Dovranno rendersi conto che anche noi abbiamo armi - sì, lo sanno, l'ho appena detto - che possono colpire obiettivi sul loro territorio.
  • [...] la russofobia, come altre ideologie di razzismo, superiorità nazionale ed eccezionalismo, acceca e priva della ragione. Le azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti hanno di fatto portato allo smantellamento del sistema di sicurezza europeo. Questo crea rischi per tutti.
  • [...] nessun ordine mondiale duraturo è possibile senza una Russia sovrana e forte.

Da Attacco terroristico a Crocus: il testo integrale del discorso di Putin ai russi

Discorso sull'attentato al Crocus City Hall, globalist.it, 23 marzo 2024

  • La cosa più importante ora è impedire che coloro che sono dietro questo bagno di sangue commettano un nuovo crimine.
  • Tutti e quattro gli autori diretti dell’attacco terroristico, tutti coloro che hanno sparato e ucciso persone, sono stati trovati e arrestati. Hanno cercato di nascondersi e si sono diretti verso l’Ucraina, dove, secondo i dati preliminari, sul lato ucraino è stata preparata una finestra per attraversare il confine di stato.
  • [...] è già evidente che ci troviamo di fronte non solo ad un attacco terroristico attentamente pianificato e cinicamente, ma ad un omicidio di massa preparato e organizzato di persone pacifiche e indifese. I criminali hanno deciso con calma e determinazione di uccidere, di sparare a bruciapelo sui nostri cittadini, sui nostri figli. Proprio come un tempo i nazisti compivano massacri nei territori occupati, così decisero di inscenare un’esecuzione spettacolo, un sanguinoso atto di intimidazione.
  • I terroristi, gli assassini e gli esseri non umani che non hanno e non possono avere una nazionalità devono affrontare un destino poco invidiabile: la punizione e l’oblio. Non hanno futuro. Il nostro dovere comune adesso: i nostri compagni al fronte, tutti cittadini del Paese, è stare insieme in un’unica formazione. Credo che sarà così.
  • Nessuno potrà seminare semi velenosi di discordia, panico e discordia nella nostra società multietnica.

Attribuite[modifica]

  • Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore.[39]
La citazione risale ad Aleksandr Ivanovič Lebed' durante un'intervista di Anna Zafesova per La Stampa il 14 giugno 1996.[40]
  • Perdonare i terroristi spetta a Dio, a me spetta mandarceli.
[Citazione errata] La citazione si è diffusa sul web nel novembre 2015, soprattutto quando Remi Maalouf, una giornalista russa, ha riportato in un tweet la citazione, attribuendola a Putin. In seguito la giornalista, dopo aver appurato che la citazione era falsa, si è scusata per aver contribuito a diffonderla. Una frase simile veniva detta comunemente durante l'addestramento dei soldati del ROTC negli anni '80: «Your enemy's duty is to die in defense of his country. Your duty is to see that your enemy does his duty.» («Il compito del vostro nemico è quello di morire in difesa della propria patria. La vostra missione è quella di assicurarvi che il vostro nemico porti a termine il suo compito.»). Inoltre nel film Man on Fire - Il fuoco della vendetta (2004), il personaggio John W. Creasy, interpretato da Denzel Washington, pronuncia una battuta alquanto simile: «Il perdono è una cosa tra loro e Dio, io provvedo ad organizzare l'incontro.»[41]
  • Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest.[42]

Memorie d'oltrecortina[modifica]

Incipit[modifica]

In realtà ho condotto una vita molto semplice. È come un libro aperto.
Ho finito la scuola e mi sono iscritto all'università.
Mi sono laureato e sono andato a lavorare al KGB.
Finito al KGB sono tornato all'università.
Dopo sono andato a lavorare per Sobčak.
Da Sobčak a Mosca e al Dipartimento generale.
Da lì all'amministrazione presidenziale.
Poi ai servizi segreti.
Fu poi nominato primo ministro.
Ora esercito le funzioni di presidente. Ecco tutto.
Ma sicuramente ci sono dei particolari.
Sì, effettivamente...

Citazioni[modifica]

  • Credo che si commettano molti errori in guerra. È inevitabile. Ma quando combatti se non eviti di pensare che tutti coloro che ti circondano fanno degli errori non potrai mai vincere. Bisogna avere un atteggiamento pragmatico. E bisogna sempre pensare alla vittoria. (p. 22)
  • C'erano orde di ratti all'ingresso principale. Io e i miei amici davamo loro la caccia con dei bastoni. Una volta scoprii un grande ratto e lo inseguii per tutto l'androne fino a costringerlo a rifugiarsi in un angolo. Non aveva più scampo. Improvvisamente si agitò lanciandosi verso di me. Fui sorpreso e spaventato. Ora era il ratto che mi dava la caccia. Fece un balzo sul pianerottolo e per le scale. Per fortuna ero un po' più veloce di lui e riuscii a sbattergli la porta in faccia. (p. 25)
  • Baba Anja era una donna religiosa, andava in chiesa. Appena nato, lei e mia madre mi battezzarono. Lo fecero di nascosto da mio padre, che era membro del partito e segretario dell'organizzazione del partito nello spaccio aziendale.
    Molti anni dopo, nel 1993, quando lavoravo al comune di Leningrado, feci parte di una delegazione ufficiale per un viaggio in Israele. Mamma mi diede la croce regalatami per il battesimo per consacrarla sul sepolcro di nostro Signore. Feci ciò che mi aveva detto e poi mi misi la croce al collo. Da allora non me la sono mai tolta. (p. 26)
  • Ero un hooligan, non un pioniere. [...] Ero veramente un ragazzaccio. (pp. 31-32)
  • I libri e i film di spionaggio conquistarono la mia immaginazione. Ciò che mi affascinava maggiormente era il fatto che lo sforzo di un solo uomo poteva riuscire dove intere armate fallivano. Una spia poteva decidere del destino di migliaia di persone. Almeno era così che la vedevo all'epoca. (p. 35)
  • Più tardi quando fui inserito nella scuola dei servizi segreti mi diedero una volta un giudizio che non era positivo sul mio carattere: «Uno scarso senso del pericolo». Era considerato un difetto molto grave. Dovevi essere molto reattivo in situazioni critiche per reagire al meglio. La paura è come il dolore. È un indicatore. Se una parte del corpo duole, significa che c'è qualcosa che non va. È un segno. Ho dovuto lavorare a lungo sul mio senso del pericolo. (p. 47)
  • Tutti pensano che il lavoro di intelligence sia interessante. Lo sapete che il 90% di tutte le informazioni riservate era raccolto grazie a una rete di agenti composta da normali cittadini sovietici? Questi agenti decidevano di lavorare per difendere gli interessi dello stato. Non importa quale nome si dia a questo lavoro. L'elemento importante è il fondamento sul quale si realizzava questa cooperazione. (p. 50)
  • Quando accettai la proposta della direzione del personale [...] non pensai alle purghe del periodo staliniano. La mia idea del KGB derivava da romantiche storie di spionaggio. Ero un prodotto puro e perfettamente riuscito dell'educazione patriottica sovietica. [...] Naturalmente ero a conoscenza del culto della personalità di Stalin. Sapevo che la gente aveva sofferto e che il culto della personalità era stato smantellato... Non ero del tutto ingenuo. [...] Vivevamo sotto il peso di uno stato totalitario. Tutto era nascosto. Quanto profondo era questo culto della personalità? Quanto serio era? Io e i miei amici non ci pensavamo. Così andai a lavorare per i servizi con un'immagine romantica di quello che facevamo. (p. 52)
  • Sono sconcertato nel leggere che i paesi occidentali cercano gli agenti che io avrei assoldato. Sono tutte stupidaggini. I nostri amici, come chiamavamo gli agenti segreti della Germania Est, hanno copia di tutto ciò che abbiamo prodotto. È tutto conservato nei loro archivi. Per questo motivo è impossibile dire che sono stato coinvolto in qualche operazione segreta che sfuggisse al controllo degli organi del governo locale della Germania Est e dei servizi di sicurezza, gran parte del nostro lavoro si svolgeva tramite cittadini della Germania Est. E sono tutti schedati. Tutto è trasparente e comprensibile. Il controspionaggio tedesco era al corrente di tutto ciò. (p. 81)
  • Abbiamo distrutto tutto: tutti i rapporti, le liste dei nostri contatti e quelle sulla rete dei nostri agenti. Io ho bruciato personalmente una notevole quantità di materiale. Abbiamo bruciato tanta roba che la stufa è scoppiata. Bruciavamo carte notte e giorno. Tutto ciò che aveva un certo valore è stato mandato a Mosca. Ma non significava più nulla in termini operativi. Tutti i nostri contatti erano tagliati fuori. Il lavoro con le fonti di informazione era bloccato per ragioni di sicurezza. I materiali furono distrutti o spediti negli archivi. E amen. (pp. 82-83)
  • [Sulla Repubblica Democratica Tedesca] Era un paese pesantemente autoritario, simile all'Unione Sovietica di trenta anni prima. La tragedia è che molte persone credevano sinceramente negli ideali del comunismo. Mi chiedevo all'epoca: se si avviano dei cambiamenti in Unione Sovietica cosa sarà della vita di queste persone? Avevano ragione gli allarmisti. Non era facile immaginare che dei cambiamenti così rapidi potessero avvenire nella Germania Est. Nessuno poteva nemmeno minimamente immaginarlo. E non sapevamo come sarebbe finita. Naturalmente avevamo cominciato a sospettare che il regime non sarebbe durato a lungo. Nel nostro paese era già cominciata la perestrojka e molti argomenti riservati venivano ora discussi apertamente. Ma nella Germania orientale questo genere di discorsi era del tutto tabù, tentavano di preservare totalmente la loro società. Le famiglie erano state divise, qualcuno viveva da una parte del muro qualcuno dall'altra. Tutti erano spiati. Naturalmente non era normale, ma era naturale. (p. 84)
  • Dopo un po' quando la folla ha dato segni di rabbia crescente, sono uscito e ho chiesto ai manifestanti cosa volessero. Ho spiegato loro che la nostra era un'organizzazione militare sovietica. Qualcuno ha gridato: «E allora perché avete delle targhe tedesche sulle vostre macchine nel parcheggio? E poi che ci fate qui?». Era come se avessero detto: «Sappiamo a che cosa servite». Spiegai loro che avevamo un accordo che ci consentiva di utilizzare targhe tedesche. «E lei chi è?», gridarono. «Lei parla tedesco troppo bene». Risposi che ero un interprete.
    La gente aveva un atteggiamento aggressivo. Io riunii il nostro gruppo di difesa illustrando la situazione. Mi fu detto: «Non possiamo fare nulla senza ordini da Mosca, e Mosca tace». Dopo qualche ora finalmente arrivarono i nostri soldati e la folla si disperse. Ma quella frase, "Mosca tace", mi rimase impressa, ebbi la sensazione che il paese non esistesse più, che fosse scomparso. Era evidente: l'Unione era malata, era addirittura un malato terminale senza speranza di cura: la paralisi del potere. (p. 85)
  • Per dire la verità la sola cosa che rimpiangevo era il ruolo dell'Unione Sovietica in Europa, anche se razionalmente mi rendevo conto che un ruolo costruito su muri e su divisioni non può essere mantenuto. Ma avrei voluto che al suo posto si costruisse qualcosa di diverso. Nessuno invece propose qualcosa di nuovo, ecco quello che mi feriva. Lasciarono semplicemente perdere tutto e se ne andarono. (p. 86)
  • [Su Anatolij Aleksandrovič Sobčak] L'ho seguito con grande interesse, ho seguito quello che faceva e quello che diceva. In realtà non approvavo tutto ciò che vedevo, ma si era guadagnato il mio rispetto. In più mi piaceva che fosse stato professore nell'università in cui avevo studiato. A quell'epoca ero studente, e non avevo alcun rapporto diretto con lui. C'è qualcuno che ha scritto che ero praticamente il suo allievo prediletto. Non è vero. Fu soltanto uno dei nostri insegnanti per uno o due semestri. (p. 93)
  • [Sul putsch di agosto] Era chiaro che stavano distruggendo il paese. In teoria il loro obiettivo – salvare l'Unione Sovietica dal tracollo – era nobile e probabilmente loro agivano in buona fede. Ma i mezzi e i metodi che scelsero accellerarono solamente il crollo del paese. Quando vidi i volti dei responsabili del complotto in televisione capii chiaramente che tutto era finito. (p. 98)
  • Appena cominciato il golpe decisi immediatamente da quale parte schierarmi. Ero determinato a non ubbidire agli ordini dei golpisti, non avrei mai scelto il loro campo. Ero perfettamente consapevole che questo comportamento avrebbe potuto essere considerato un crimine dai miei superiori. È il motivo per cui il 20 agosto scrissi una seconda lettera dando le dimissioni dal KGB. (p. 98)
  • Krjučkov credeva sinceramente nel comunismo e stava dalla parte dei golpisti. Ma era anche una persona decisamente per bene. Ancora oggi conservo per lui il massimo rispetto. (p. 98)
  • Quando ero tornato in patria dalla Germania orientale mi pareva chiaro che stava succedendo qualcosa, ma nei giorni del golpe tutti gli ideali, tutti gli scopi che mi ero prefisso andando a lavorare al KGB crollarono. (p. 99)
  • Kalugin è un traditore. Avevo visto Kalugin negli anni di Leningrado quando era ai vertici della direzione. Era un assoluto fannullone. (p. 99)
  • Anatolij Aleksandrovich Sobčak era una persona emotiva. Gli piaceva essere al centro dell'attenzione e gli piaceva che si parlasse di lui. Mi sembrava che per lui fosse indifferente se le persone lo maledicevano oppure lo osannavano. (p. 116)
  • [Su Anatolij Aleksandrovič Sobčak] Ero assolutamente certo che fosse una persona per bene, per bene al cento per cento, perché ero stato fianco a fianco con lui per molti anni. So come la pensa, a cosa dà valore e a cosa non lo dà, di cosa sia capace e ciò che invece è al di là della sua portata. (p. 119)
  • Mi resi conto che era necessario colpire le basi dei ribelli in Cecenia. Sinceramente tutto ciò che era stato fatto negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la difesa del governo, era – come posso dirlo senza calcare la mano per non offendere nessuno? – dilettantesco... (p. 137)
  • [Sulla guerra in Daghestan] Ecco cosa pensavo in agosto quando i banditi attaccarono il Daghestan: se non affrontiamo immediatamente la situazione la Russia sarà annientata. Si trattava di evitare il collasso del paese. (p. 138)
  • Tutti dicono che sono un duro, addirittura un brutale. Sono definizioni non certo gradevoli. Ma non ho mai pensato, neppure per un attimo – e lo capisce chiunque abbia un livello elementare di conoscenze in politica –, che la Cecenia si sarebbe limitata ad ottenere la propria indipendenza. Sarebbe diventata una testa di ponte per ulteriori attacchi ai danni della Russia. (p. 139)
  • Hanno organizzato le loro forze e hanno attaccato un territorio limitrofo. Perché? Per difendere l'indipendenza della Cecenia? Certo che no. L'obiettivo era conquistare nuovi territori. Volevano annettere il Daghestan e sarebbe stato l'inizio della fine. (p. 139)
  • [Sulle bombe nei palazzi in Russia] Cosa? Far saltare in aria i nostri condomini? Ma vi rendete conto che si tratta... è un'assurdità assoluta. È del tutto folle. Nessuno nei servizi segreti russi sarebbe stato capace di un tale crimine contro il nostro popolo. Fare soltanto un'ipotesi del genere è del tutto immorale. È soltanto uno degli aspetti della guerra d'informazione ai danni della Russia. (p. 141)
  • [Sulla seconda guerra cecena] Stiamo impiegando la forza contro i banditi, non contro il popolo. Sono i banditi che stanno tentando di imporre ai ceceni un tipo di vita e anche un modo specifico di pregare Allah. Noi ristabiliremo l'ordine. Ci sarà pace e tranquillità nella repubblica. (p. 161)
  • Non dobbiamo abbandonare la Cecenia come abbiamo fatto in precedenza. Allora abbiamo fatto un'azione criminale abbandonando il popolo ceceno e amputando la Russia. Ora dobbiamo lavorare duramente e in seguito mettere in opera procedure politiche chiare che consentano a noi e a loro di decidere come possiamo coesistere. È un fatto inevitabile: dobbiamo vivere insieme. (p. 161)
  • Naturalmente la Russia è un paese particolare, ma facciamo parte della cultura europea occidentale. Non importa dove la gente del nostro paese viva, nelle estreme zone orientali o nel sud: siamo comunque europei. (p. 162)
  • In realtà Maskhadov controlla la situazione. Semplicemente non vuole ammetterlo. Per questo non si può avere fiducia in lui. E allora quando dice di non sapere nulla di dove si trovi Babickij e di non conoscere i comandanti territoriali che si muovono per la sua liberazione, ovviamente non possiamo credergli. (p. 164)
  • Sarete d'accordo che la disfatta russa nella prima guerra cecena è stata in gran parte determinata dal morale della società. I russi non capivano per quali ideali stavano combattendo i nostri soldati. I militari davano la vita e in compenso venivano criticati. Morivano per gli interessi del paese ed erano pubblicamente umiliati. (p. 164)
  • Babickij e i suoi accoliti stavano in sostanza tentando di rovesciare la situazione. Lavorava direttamente per il nemico. Non era una fonte d'informazione neutrale. Lavorava per i banditi. (p. 164)
  • Non si può collaborare con i banditi e poi scrivere che tagliano le teste dei nostri soldati per dare un'immagine dell'orrore della guerra. [...] Babickij giustificava la decapitazione di esseri umani. (p. 165)
  • Ciò che ha fatto Babickij è molto più pericoloso che sparare con una mitragliatrice. (p. 166)
  • Non è pensabile niente di simile a ciò che è avvenuto in Kosovo. E non sarà mai possibile. Tutto ciò che gli alleati della NATO realizzano attualmente in Kosovo è in diretto contrasto con gli obiettivi che la NATO stessa si è dati. (pp. 168-169)
  • Noi non abbiamo bisogno di nessun mediatore. Sarebbe il primo passo verso l'internazionalizzazione del conflitto: prima arrivano i mediatori, poi qualcun altro, poi degli osservatori, e poi osservatori militari, e in seguito un contingente limitato di truppe. E avanti a questo passo... (p. 169)
  • In sostanza non vedo nessuna ragione seria per la quale non si possa sviluppare in futuro una cooperazione tra la Russia e la NATO ma ripeto che ciò avverrà solo se la Russia sarà considerata un partner alla pari. (p. 170)
  • [Sulla guerra del Kosovo] Non avremmo mai dato il nostro consenso a questo tipo di interferenza nelle questioni interne di un altro paese. Un'azione di questo genere è semplicemente ingiustificabile, anche facendo appello alle cosiddette ragioni umanitarie. (p. 171)
  • Dobbiamo considerare che da sempre in Russia il potere statale è stato estremamente centralizzato. È una caratteristica che si iscrive praticamente nel codice genetico del paese, nella sua tradizione e nella mentalità del popolo. (p. 178)
  • [Su Boris Abramovič Berezovskij] Ha un'intelligenza estremamente viva. Gran parte delle sue idee riguardano il Caucaso e il conflitto ceceno. [...] Tra l'altro, detto per inciso, secondo me le sue proposte sulla Cecenia non sono realistiche né efficaci. (p. 179)
  • Mi sono imposto alcune regole di vita. Una di esse è quella di non avere rimpianti. Con il tempo giungo alla conclusione che la scelta fatta era proprio quella giusta. Appena cominci ad avere rimpianti e a guardarti indietro cominci ad avvelenarti la vita. (p. 195)

Oliver Stone intervista Vladimir Putin[modifica]

  • Sa, a Gorbaciov e al suo entourage era ormai chiaro che servivano dei cambiamenti. Oggi posso dire con certezza che non avevano capito quali dovessero essere quei cambiamenti, e che non sapevano come ottenerli. [...] Per questo fecero molte cose che danneggiarono parecchio il paese, nonostante agissero per il bene della nazione e avessero ragione a pensare che bisognasse cambiare. (2 luglio 2015; p. 21)
  • [Sulla dissoluzione dell'Unione Sovietica] Era ormai chiaro che il sistema non era efficiente e che si trovava in un vicolo cieco. L'economia non cresceva, il sistema politico ristagnava, era congelato e incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza incapace di svilupparsi. Il monopolio di una sola forza politico, di un solo partito, è nocivo per un paese. (2 luglio 2015; p. 24)
  • [Su Michail Gorbačëv] Lo ripeto, il suo merito è di aver percepito l'esigenza di un cambiamento. E ha provato a cambiare il sistema. No, nemmeno a cambiarlo, ha provato a rinnovarlo, a revisionarlo. Il problema è che il sistema mancava di efficienza alla radice, e come si può cambiare radicalmente un sistema senza cambiare il paese? All'epoca nessuno lo capiva, incluso Gorbaciov, e così hanno spinto il paese verso il collasso. (2 luglio 2015; pp. 24-25)
  • Spesso mi vengono rivolte delle critiche. Dicono che rimpiango il collasso dell'Unione Sovietica. Tanto per cominciare, la cosa più significativa è che dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica, venticinque milioni di russi si trovarono in un batter d'occhio a vivere all'estero, in un altro paese. È stata una delle più grandi catastrofi del XX secolo. La gente viveva qui, aveva parenti, lavoro, appartamenti e gli stessi diritti. Poi, un attimo dopo era all'estero, in casa propria. Ci furono dei segnali e poi delle vere e proprie guerre civili. (2 luglio, 2015; p. 26)
  • [Su Boris Nikolaevič El'cin] Come chiunque altro aveva i suoi difetti, ma anche un lato forte. Uno dei suoi pregi era che non cercò mai di evitare le responsabilità, le responsabilità personali. Sapeva assumersi le sue responsabilità, anche se aveva i suoi demoni. (2 luglio 2015; p. 27)
  • Stalin è un prodotto della sua epoca. Si può demonizzarlo quanto si vuole. Si può anche parlare dei suoi meriti nella vittoria sul fascismo. Rispetto alla demonizzazione, ricordiamoci che la storia ha conosciuto gente come Oliver Cromwell, un uomo assetato di sangue che giunto al potere sull'onda di una rivoluzione si trasformò in tiranno e dittatore. Eppure in tutto il Regno Unito esistono ancora monumenti in suo onore. Napoleone è stato in pratica divinizzato. E cos'ha fatto? Ha cavalcato lo slancio del fervore rivoluzionario per conquistare il potere. E non solo ha ristabilito la monarchia, si è addirittura proclamato imperatore, per poi trascinare la Francia in una catastrofe nazionale, un'assoluta sconfitta. Ci sono moltissime situazioni, molti personaggi, sin troppi, nella storia mondiale. Credo che l'eccessiva demonizzazione di Stalin sia uno dei modi per attaccare l'Unione Sovietica e la Russia, per mostrare che la Russia di oggi ha qualcosa che riconduce allo stalinismo. Certo, ognuno ha le sue macchie, ma devo dire che la Russia è cambiata drasticamente. Qualcosa sarà anche rimasto nel modo di pensare, ma un ritorno allo stalinismo è fuori discussione, perché la mentalità delle persone è diversa. E per quanto riguarda Stalin, arrivò al potere presentando idee meravigliose. Parlava del bisogno di fraternità, di uguaglianza, di pace... Poi diventò un dittatore. [...] Eppure Stalin fu capace di riunire i popoli dell'Unione Sovietica, riuscì a organizzare la resistenza al fascismo e non si comportava come Hitler. Dava ascolto ai generali, in alcuni casi attenne alle loro decisioni. Questo non significa che dobbiamo dimenticare tutte le atrocità dello stalinismo, l'uccisione di milioni di compatrioti, i campi di sterminio. Sono cose che non possiamo dimenticare. (2 luglio 2015; pp. 41-42)
  • [Sull'annessione della Crimea alla Russia] La prima cosa di cui cominciarono a parlare i nuovi arrivati al potere fu la necessità di adottare una legge che limitasse l'uso della lingua russa. Gli europei glielo impedirono, ma il segnale inviato alla società era chiaro e la gente comprese la direzione che stava prendendo il paese, specie in luoghi come la Crimea, dove la stragrande maggioranza della popolazione è di nazionalità russa. E gli ucraini che vivono in quei luoghi, nel complesso, ritengono che la loro lingua madre sia il russo. La popolazione della Crimea era particolarmente preoccupata per questa situazione. Inoltre, fu minacciata direttamente. Tutto ciò portò alle circostanze che tutti conoscono. (4 luglio 2015; p. 93)
  • [Sull'annessione della Crimea alla Russia] Per quanto riguarda la Crimea, vorrei farle una domanda. Cos'è la democrazia? La democrazia è una politica che si basa sulla volontà del popolo. E come si fa a conoscere la volontà del popolo? Nel mondo moderno, usando le elezioni. La gente ha votato un referendum, e non c'erano né fruste, né fucili. Non si possono usare questi mezzi per mandare la gente a votare. L'affluenza è stata superiore al 90%. E più del 90% ha votato a favore della riunificazione con la Russia. (4 luglio 2015; pp. 97-98)
  • Le forze armate degli Stati Uniti invadendo l'Iraq lo hanno violato. Non c'erano le elezioni là. In Crimea invece sì, e abbiamo creato le condizioni perché la gente potesse andare a votare. (4 luglio 2015; p. 98)
  • Una volta che un paese è diventato membro della NATO, diventa difficile resistere alla pressione di una presenza imponente come quella degli Stati Uniti, e sul territorio del nuovo Stato membro all'improvviso potrà essere installato ogni genere di sistema d'arma, come un sistema anti missili balistici, nuove basi militari e, se necessario, nuovi sistemi offensivi. E noi cosa dovremmo fare in questi casi? In questi casi dovremmo prendere delle contromisure, e questo significa che dovremmo nel mirino dei nostri sistemi missilistici delle strutture che, dal nostro punto di vista, potrebbero costituire una minaccia, rendendo la situazione sempre più tesa. E tutto questo nell'interesse di chi, e perché? (4 luglio 2015; pp. 109-110)
  • [Sui diritti LGBT in Russia] In epoca sovietica l'omosessualità era considerata un crimine, ma adesso non lo è più. Abbiamo eliminato quella parte del codice penale negli anni novanta. Mentre negli Stati Uniti esistono quattro Stati, credo, in cui l'omosessualità è ancora un crimine. [...] Ma come mai tante critiche nei confronti della Russia? Forse perché il parlamento ha approvato una legge che proibisce la propaganda dell'omosessualità tra i minori? Non c'è nessuna discriminazione contro le persone, né per la loro religione, né per il loro orientamento sessuale. La comunità LGBT qui è molto attiva, ha ricevuto riconoscimenti statali per i propri meriti. Non esiste alcuna discriminazione nei loro confronti. Questa legge cerca di proteggere i bambini che prima devono crescere e maturare, e solo in seguito potranno decidere il loro orientamento sessuale. (4 luglio 2015; pp. 134-135)
  • [Sui diritti LGBT in Russia] La situazione in Russia non è come in alcuni Stati islamici, dove l'omosessualità è punita con la morte. La società russa è di mentalità più aperta e liberale, e se qualcuno dichiara di essere omosessuale, non è una tragedia. (10 maggio 2016; p. 232)
  • [Sui diritti LGBT in Russia] In qualità di capo di Stato, oggi ritengo che sia mio dovere preservare i valori tradizionali e i valori famigliari. Sa perché? Perché i matrimoni tra persone dello stesso sesso non producono figli. Dio ha deciso così e dobbiamo preoccuparci del tasso di natalità; nel nostro paese ci preoccupiamo della salute dei nostri cittadini e delle famiglie. Dobbiamo rafforzare le famiglie. È un atteggiamento naturale che tutte le autorità, ovunque, dovrebbero avere, se ci tengono a rafforzare un paese. Ma questo non significa che si debba perseguitare qualcuno, e in Russia non perseguitiamo nessuno. (10 maggio 2016; p. 233)
  • All'interno della comunità gay non tutti la pensano allo stesso modo sull'adozione. Personalmente ritengo che un bambino sia più libero se cresce in una famiglia tradizionale, perché ha più possibilità di scelta. (10 maggio 2016; pp. 233-234)
  • [Sulla seconda guerra in Ossezia del Sud] Il presidente Saakashvili ha ordinato alle sue truppe di attaccare il territorio dell'Ossezia del Sud. Durante il primo attacco che hanno sferrato, hanno distrutto lo spazio dedicato ai peacekeepers, i mediatori di pace russi. In quello scontro sono morte dieci o quindici persone. Le truppe georgiane hanno utilizzato diversi lanciarazzi e la gente non ha avuto nemmeno il tempo di uscire dagli alloggi. Dopo di che la Georgia ha eseguito un assalto militare su larga scala. Mi piacerebbe sentir dire dai rappresentanti di altri paesi cosa farebbero dopo aver ricevuto un attacco che ha ucciso tutti i loro pacieri. Quindi, è vero che abbiamo aiutato l'Ossezia del Sud, ma stavamo anche, e voglio sottolinearlo, svolgendo i nostri doveri di tutori della pace. E, a parte questo, abbiamo subito delle perdite ingiustificate. Potevamo considerarlo come un attacco alla Federazione Russa. (11 maggio 2016; p. 255)
  • [Sulla seconda guerra in Ossezia del Sud] La Russia aveva dimostrato moderazione, pazienza, anche durante l'attacco armato contro i nostri pacieri e l'uccisione di persone innocenti. In seguito, e mi ripeterò, è venuto fuori che nessuno stava provando a fermare quell'agente provocatore. Alla fine il presidente Medvedev ha preso la decisione giusta. (11 maggio 2016; p. 257)
  • I giornalisti occidentali, sono persone di vero talento. Sono capaci di convincere la gente che il nero è bianco e viceversa. Per fare un esempio, in eventi tragici come l'assalto in Ossezia del Sud, Saakashvili ha detto pubblicamente di avere lui stesso ordinato alle truppe di agire. Uno dei suoi dignitari ha persino parlato in TV confermando la stessa cosa. Capirà quindi la mia incredulità quando ho sentito che i media accusavano la Russia dell'attacco. E milioni di telespettatori nel mondo ci hanno creduto. È sbalorditiva, questa capacità che hanno i giornalisti americani ed europei. Davvero un grande talento. Ma quando i nostri giornalisti tentano di proteggere gli interessi nazionali russi, quando prendono posizione, vengono subito accusati di essere i portavoce della propaganda del Cremlino, con mio grande disappunto. (11 maggio 2016; pp. 258-259)

Note[modifica]

  1. Citato in Grozny accusa Mosca. «Ci state invadendo», La Stampa, 25 settembre 1999.
  2. a b Citato in Russia: Putin, "La democrazia è dittatura della legge", Adnkronos.com, 25 febbraio 2000.
  3. Citato in Polemica su una frase di Putin a Bruxelles, La Stampa, 13 novembre 2002.
  4. Citato in Putin: per noi Schengen equivale al Muro di Berlino, La Stampa, 1 giugno 2003.
  5. Citato in Putin e Ciampi ammirano Madonna Litta di Leonardo al Quirinale, Suncaribbean.it.
  6. Citato in Putin: «Non tratto con i terroristi ceceni», L'Unità, 8 settembre 2004.
  7. Citato in Putin: attacchi preventivi per sradicare il terrorismo, La Stampa, 18 settembre 2004.
  8. Citato in Putin dà la linea alla nuova Russia. Più democrazia, meno corruzione, La Stampa, 26 aprile 2005.
  9. Citato in Gaffe di Putin: "Che uomo forte Katsav, ha stuprato 10 donne, lo invidiamo", Repubblica.it, 20 ottobre 2006.
  10. Putin: "Monti, un kamikaze che ama l'Italia", su frontierenews.it. URL consultato il 3 marzo 2012.
  11. Da Così le Nazioni dell'Europa stanno perdendo la loro sovranità, ilGiornale.it, 28 ottobre 2014.
  12. Citato in ucraina, putin: "l'esercito di kiev è legione straniera della nato", Rainews.it, 26 gennaio 2015
  13. Citato in Ucraina, Tusk: 300 violazioni della tregua. Merkel e Hollande non escludono nuove sanzioni a Mosca, Repubblica.it, 20 febbraio 2015.
  14. Citato in Russia: Putin, in arrivo oltre 40 nuovi missili intercontinentali, Euronews.com, 16 giugno 2015.
  15. Citato in Blatter si merita il premio Nobel, dice Putin, Il Post.it, 28 luglio 2015.
  16. a b Citato in Onu, Obama: "Assad brutalizza popolo, serve leader". Putin "Un errore non cooperare con Damasco", Repubblica.it, 28 settembre 2015.
  17. a b Citato in Putin – le due possibili cause di Brexit, Vedemosti, 24 giugno 2016; riportato in Russiaintranslation.com.
  18. Citato in Siria: Putin riceve Assad "Onu guidi processo politico", Euronews.com, 21 novembre 2017
  19. Citato in Trump-Putin giocano di sponda sul Russiagate: “Un'inchiesta farsa che ci ha tenuti separati”, ilFattoQuotidiano.it, 16 luglio 2018.
  20. Citato in Putin vuole rimpiazzare Wikipedia con una "nuova, grande e affidabile" versione russa, euronews.com, 8 novembre 2019.
  21. Citato in Putin, Biden è un professionista, dovremo fare attenzione, Ansa.it, 17 giugno 2021.
  22. (RU) Путин заявил, что существующая модель капитализма исчерпала себя, su tass.ru, 21 ottobre 2021.
  23. Citato in Guerra Russia-Ucraina, Putin: “Non mi aspetto di raggiungere accordi con una banda di drogati e neonazisti”, Ilfattoquotidiano.it, 25 febbraio 2022.
  24. Citato in Putin ora parla di "cancel culture", Ilpost.it, 25 marzo 2022.
  25. (EN) Citato in Putin says Western barrage of sanctions failed , tass.com, 18 aprile 2022.
  26. Citato in Andrea Walton, Bielorussia annessa da Putin? Gli oppositori di Lukashenko: “Ci stanno occupando, versione soft di quanto potrebbe accadere in Ucraina”, Ilfattoquotidiano.it, 2 luglio 2022.
  27. Citato in Guerra Ucraina: Putin accusa gli USA, il presidente russo ora fa sul serio; i dettagli, Ilmeteo.it, 17 agosto 2022.
  28. Citato in Serbia: Putin, parlo regolarmente con Vucic, Ansa.it, 20 settembre 2022.
  29. Citato in Il discorso di Putin e il massiccio attacco di oggi all’Ucraina (per soddisfare l’ala ultranazionalista russa), Corriere.it, 10 ottobre 2022.
  30. Citato in In altre parole. Vertice Xi-Putin: economia, diplomazia e politica, su italian.cri.cn.
  31. Citato in Putin ringrazia i militari. E ammette (per la prima volta): «Wagner finanziata con il bilancio russo», Corriere.it, 27 giugno 2023.
  32. Citato in «La Wagner non esiste», parola di Putin, Ilmanifesto.it, 15 luglio 2023.
  33. Citato in Missile Burevestnik, allarme per l'arma nucleare (che supera i test). Putin: «Costruiremo un mondo nuovo»
  34. Citato in Putin, "Kissinger uomo di Stato saggio e lungimirante", Ansa.it, 30 novembre 2023.
  35. Citato in L'«intervista in ginocchio» di Tucker Carlson non è piaciuta nemmeno a Putin, Cdt.ch, 15 febbraio 2024.
  36. Citato in Ucraina, Putin: "Useremo armi nucleari se minacciati, truppe al confine con Finlandia", SkyTg24, 13 marzo 2024
  37. Citato in Paolo Mauri, Putin e lo spettro nucleare: cosa c'è dietro la strategia del Cremlino, Il Giornale, 14 marzo 2024
  38. a b Citato in Putin ha pronunciato per la prima volta in pubblico il nome di Alexei Navalny, Il Post, 18 marzo 2024
  39. Citato in Gennaro Sangiuliano, Putin: vita di uno zar, Mondadori, 2015. ISBN 978-88-04-65860-3
  40. Anna Zafesova, Il generale Ordine e Buonsenso, La Stampa, 14 giugno 1996.
  41. Cfr. "Perdonare i terroristi spetta a Dio. Mandarglieli a me": Putin non l'ha mai detto, Giornalettismo.com, 20 novembre 2015 e The Last Putin Hero, Snopes.com, 19 novembre 2014.
  42. Citato dal quotidiano tedesco Sueddeustche Zeitung; citato in Ucraina, Putin minaccia Poroshenko: "Se voglio invado la Polonia e la Romania", Il Fatto Quotidiano.it, 18 settembre 2014.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

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