Welcome to the NHK

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Welcome to the NHK

Serie televisiva anime

Immagine Welcome to the N.H.K.jpg.
Titolo originale

NHKにようこそ

Paese Giappone
Anno

2006

Genere sentimentale, psicologico
Episodi 24
Ideatore Tatsuhiko Takimoto
Regia Yūsuke Yamamoto
Sceneggiatura Satoru Nishizono
Doppiatori italiani

Welcome to the NHK, serie televisiva anime tratta dall'omonimo romanzo, scritto da Tatsuhiko Takimoto e illustrato in copertina da Yoshitoshi ABe, trasposto anche in manga con disegni di Kendi Oiwa e testi dello stesso Takimoto.

Citazioni tratte dalla serie[modifica]

Incipit[modifica]

L'aspetto tipico delle abitazioni degli hikikomori

Non c'è dubbio. Questo... è un complotto! Ma certo. Io sono... sono caduto vittima... di un gigantesco... complotto! (Satō)

Episodio 1, Welcome To The Project![modifica]

  • Ultimamente la mia testa ha qualcosa che non va. Sarà perché dormo sedici ore al giorno. (Satō)
  • Satō: Il novantanove per cento dei cosiddetti complotti o è frutto di paranoie o è stato inventato apposta, sì insomma, è una buffonata.
    Hitomi: Allora... nell'un per cento dei casi il complotto è reale.
Una rappresentazione in stile otaku di una ragazza-gatta vestita da cameriera
  • Satō: Tutto quanto è un complotto! [...] Ma certo! Io sono stato coinvolto in un autentico complotto che rientra in quell'un percento dei casi!
    Mobili[1]: Congratulazioni, Satō! Finalmente te ne sei accorto!
    Satō: Eh sì, già...
    Mobili: Nella vita tutto ti è andato storto perché sei caduto vittima di un complotto che ti voleva sigillato in casa.
    Satō: Ma chi ha ordito questo complotto?
    Mobili: [...] È l'NHK, lo so! Questo è un attacco della malvagia società segreta NHK!
    Satō: NHK? Ma certo! Era evidente, come ho fatto a non capirlo? Anime uguale otaku. E otaku uguale problemi di relazione. Un otaku tende a diventare un hikikomori barricato in casa. NHK[2] trasmette cartoni animati divertenti per accrescere le fila degli otaku e creare un esercito di NEET[3], di perdigiorno. Quindi NHK significa anche Nihon Hikikomori Kyokai. [...] Io sono colui che ha smascherato il complotto ordito dall'associazione giapponese hikikomori. Tatsuhiro Satō, ventidue anni.

Episodio 3, Welcome to the Beautiful Girls![modifica]

  • Satō: Non è più tempo per stare chiusi in casa! Yamazaki, dimmi, come mi hai descritto poco fa?
    Yamazaki: Ecco... un uomo brutto, miserabile, sporco e inoltre... be', sì... un maniaco.
    Satō: Ecco, appunto, l'hai detto. Vorrà dire che comincerò a comportarmi esattamente da maniaco quale sono.
    Yamazaki: Cosa?
    Satō: Proprio così. Forza Yamazaki, scattami una bella fotografia. Scattala e poi mostramela.
    Yamazaki: E perché dovrei fare una cosa del genere? Non capisco, dove vuoi arrivare?
    Satō: Se non guardano in faccia la realtà, gli esseri umani non sono in grado di cambiare. Quando avrò visto queste fotografie, potrò finalmente osservarmi dall'esterno, con obiettività, e allora riuscirò a provare disgusto nei confronti di me stesso. E questo dovrebbe darmi la forza che mi aiuterà a cambiare. Io... io voglio uscire da questo luogo tetro. Io voglio evadere!!

Episodio 5, Welcome to the Counselling![modifica]

  • Hitomi: Nessuno ha delle colpe. E nonostante tutto, intorno a noi continuano ad accadere cose brutte. E tu sai perché?
    Satō: Perché è tutto un complotto.
    Hitomi: Esatto. Una diabolica organizzazione sta tramando un gigantesco complotto a nostro danno.
  • In quei giorni avremmo dovuto frequentarci come si deve... Non è stata una grande idea quella di passare il nostro tempo a giocare a carte. Se avessimo avuto una sana relazione, forse tu, Satō, non saresti finito a chiuderti in casa tutto il giorno... (Hitomi)
  • Certo che oggi la vita è diventata proprio comoda... Basta entrare in un discount per trovare cibo, cosmetici e... perfino telefoni cellulari. Che peccato: tra le altre cose non vendono anche rapporti umani. (Hitomi)
  • Anche chi sta sempre chiuso in casa, se lo fa per uno scopo preciso non può essere chiamato hikikomori. (Satō)

Episodio 6, Welcome to the Classroom![modifica]

  • Se non si riesce ad avere fiducia in se stessi, è sufficiente immaginare che l'interlocutore sia messo peggio di noi. (Misaki)
  • Tutti all'inizio sono principianti. Tutti maturano passando per le critiche degli insegnanti o di chi ha più esperienza. Non sarà che tu sei una di quelle persone incapaci di accettare gli altri se non sono uguali o inferiori a te? Perché allora... se c'è uno che guarda il prossimo dall'alto in basso, quello sei tu, non certo io. (professore di game writing a Satō)

Episodio 7, Welcome to Moratorium![modifica]

  • Io sono... un gran bugiardo! Dopo essere stato alla scuola di Yamazaki il mio stato di hikikomori è peggiorato ulteriormente. Non voglio vedere nessuno, non voglio neanche rispondere al cellulare, non voglio fare nulla, non me la sento di continuare a vivere, troppo faticoso decidere di morire, vorrei solo sparire! (Satō)
  • Satō: Anzitutto, decideremo il nome della società! Che ne dici di "Sayama Company", prendendo Sa di Satō e Yama di Yamazaki?!
    Yamazaki: A me sembra una società fondata da un fantomatico signor Sayama...
    Satō: Già, forse hai ragione. Usiamo dei termini occidentali... "Wonderful fantastic dreamy galgames company created by Yamazaki and Satō from M-H for the future"!!! Cosa ne dici, che te ne pare, eh?!
    Yamazaki [arrabbiatissimo]: E chi se lo ricorda!!!

Episodio 8, Welcome to Chinatown![modifica]

  • Misaki: Satō, tua madre è straordinaria.
    Satō: Tu dici?
    Misaki: Sì.
    Satō: A me non sembra. Direi che è normale.
    Misaki: Sarebbe normale, eh? In questo caso io sono proprio spacciata. Io non raggiungo nemmeno la normalità.

Episodio 9, Welcome to Summer Days![modifica]

  • [...] io ho più di vent'anni e la legge mi consente di bere tutto l'alcol che voglio. Ah ah ah, evviva la legge! (Yamazaki)
  • Originariamente in Giappone l'amore non esisteva nemmeno. C'erano soltanto i matrimoni organizzati e furtive incursioni notturne. Noi l'amore l'abbiamo importato. (Yamazaki)
  • [Stringendo la mano di Misaki] Però, in una trappola come questa, potrei anche cascarci. (Satō)

Episodio 10, Welcome to the Dark Side![modifica]

Un gruppo di gatti affamati
  • Misaki [mentre dà una scatoletta di cibo a un micio]: Beati i gatti, eh?
    Satō: Perché?
    Misaki: Perché loro sembrano calmi e tranquilli, sempre, ovunque, anche se sono da soli.
    Satō: I gatti sono piuttosto ingrati, sai? Anche se gli dai da mangiare, si dimenticano subito di te.
    [Pensando fra sé] Che cosa antipatica mi è uscita! Eppure non avevo intenzione di dire una cosa simile.
    Misaki: Fa lo stesso.
    Satō: Eh?
    Misaki: Finché gli offrirò qualcosa che lui desidera avere, forse continuerà a ricordarsi di me per un po'.
    [Guardando il micio] Miao!
  • Soffriamo perché ci sentiamo persone inutili. Provo compassione per te e il tuo tormento, ma camminiamo guardando in alto. Tu vai bene così come sei, è tutto a posto, perché hai dei sogni e non sei mai solo. Se continuerai a camminare le strade si apriranno. Tutti fanno il tifo per te. Ti impegni talmente tanto che sembri risplendere. Grazie al pensiero positivo possiamo andare avanti. Noi cammineremo insieme verso il domani, il futuro sarà splendido. Perché siamo persone inutili. Siamo persone inutili. (Misaki, leggendo)
  • Non devi mai abbassare la guardia con le donne, Satō. Loro stanno sempre tramando qualcosa, sotto sotto. (Yamazaki)
  • Satō: Quella ragazza fa parte di un gruppo molto sospetto e mi sorvegliava sempre. Ma adesso... adesso io per lei sento...
    Mobili[1]: Esatto, apri gli occhi: questo è un complotto, Satō, lo hai capito! Sì, è stata la Nihon Hikikomori Kyokai. Vogliono tenerti chiuso in casa per tutta la vita!
    Satō: Però, lei ha detto che devo provare a smettere di essere un hikikomori.
    Mobili: E questo è l'aspetto peggiore del complotto. Prima lei ti seduce a suon di paroline dolci, poi, quando sei preso dalla sua illusione amorosa... distrugge l'illusione stessa in un colpo solo! Sì, la distrugge! E il danno psicologico che subirai sarà irreversibile e a dir poco smisurato. Tu non riuscirai più a credere in nessuna donna al mondo, in nessun essere umano! Così alla fine non riuscirai a uscire di casa mai più. Ti resterà un solo rifugio. Continuare a rinchiuderti in casa. Sarai chiuso in casa per sempre. Chiuso in casa per sempre! Chiuso in casa per sempre! Chiuso in casa per sempre!
    Satō: Allora, che posso fare per salvarmi?
    Mobili: Puoi evitare di vederla. Se non la vedrai, non potrai innamorarti, e se non ti innamorerai... non potrai essere ferito. Noi ti avvertiamo: tu non dovrai incontrare mai più Misaki Nakahara.
  • È vero, sono in tempo a tornare indietro. Se dovessi innamorarmi ancora di più, e poi essere tradito, io non... (Satō)

Episodio 11, Welcome to the Conspiracy![modifica]

  • Jogasaki: Devi stare tranquilla, il viaggio che abbiamo programmato non corre alcun rischio. In fondo, Hitomi, ti ho dato la mia parola, lo sai che ci tengo.
    Hitomi: Dimmi una cosa: è a me che tieni, o ti riferivi alla parola data?
    Jogasaki: Mh, tengo molto a tutt'e due.
  • In quell'occasione forse sapevo qual era la cosa giusta da fare, però... non ho fatto proprio nulla. Ora ho capito. Quella notte ha rappresentato un vero bivio per me. Se allora avessi raccolto il coraggio e mi fossi fatto avanti... adesso io e lei... Forse non sarei diventato un hikikomori, e adesso la mia vita sarebbe come quella di tutti. Magari questa è la mia occasione per rifarmi una vita. (Satō)
  • Io verrò con te, scegli tu: mi va bene tanto il paradiso quanto un girone dell'inferno. (Satō a Hitomi)

Episodio 12, Welcome to the Offline Meeting![modifica]

  • Sono le nove del mattino e senti come picchia il sole! Però, è quello che ci vuole per rimettere un po' in sesto questo cervello ammuffito che mi ritrovo. (Satō)
  • Satō: Ma lo sa, signor Minegishi, che lei è un personaggio? Possiede una barca e addirittura un'isola.
    Minegishi: Lo credi davvero?
    Satō: Mi dica, come si fa a ottenere tutto questo? Dato che lei ce l'ha fatta, mi può rivelare il segreto?
    Minegishi: E se te lo rivelassi, che cosa vorresti fare?
    Satō: Eh? Che cosa vorrei fare...?
    Minegishi: Hai ragione, in effetti io... ho ottenuto cose che una persona normale non potrebbe mai permettersi, ma per avere queste cose ho perso cose altrettanto importanti, come la felicità di tutti i giorni. Vuoi ancora conoscere il mio segreto?
    Satō: Eh... no, non si preoccupi. Guardi, non mi interessa affatto conoscerlo a tutti i costi. Devo andare, mi scusi!
  • All'epoca ero convinto che mantenere un atteggiamento cinico su tutto fosse fico. Cinico nello studio, nell'amore, nei rapporti con gli amici... ed ecco il risultato: sono un hikikomori. (Satō)

Episodio 13, Welcome to Heaven![modifica]

  • Yamazaki: Tu cosa intendi fare? Non so quali siano le tue intenzioni, ma di certo ti sei presa gioco di Satō. Non sarà che avevi già previsto anche questo epilogo?
    Misaki: Ma... come ti salta in mente? In realtà, io ho bisogno di Satō... perché lui, lui è il ragazzo che stavo cercando. [pensando] Satō è la persona che cercavo per me. A lui tengo molto.
  • Hitomi: Satō... Non so perché, ma ero sicura che sarebbe andata così. Sapevo che eri tu il predestinato a starmi vicino fino all'ultimo. Se per caso dovessimo rinascere insieme la prossima volta, fammi ancora compagnia giocando a carte.
    Satō [pensando mentre abbraccia Hitomi]: Senpai... La prossima volta starò con te tutta la vita.
  • Finché vivi, puoi fare un altro tentativo. (Nomura[4] a Minegishi)
  • Non è vero, Satō! Tu non sei un sassolino sul ciglio della strada, tu sei un essere umano. È così, sei fatto di carne e di sangue anche se sei un fallito... perché vedi, ho finalmente trovato un essere umano ancora... [piangendo] ancora più squallido e inutile di me, un hikikomori più miserabile di un cane randagio. Io ho bisogno di te, Satō, ho bisogno di te! Perciò... perciò tu... non puoi morire, Satō, non morire! (Misaki)
  • Noi non abbiamo il diritto di farci coinvolgere in cose tanto grandi come un suicidio. Per quanto possiamo deprimerci e soffrire, alla fine torniamo sempre alla solita vita idiota di tutti i giorni. E se non dovessimo tornarci, sarebbe perché da idioti siamo morti da qualche parte. Una morte drammatica non è fatta per i tipi come noi. (Yamazaki)

Episodio 14, Welcome to Reality![modifica]

  • Del resto è umano, quando le persone si fanno prendere da un'idea fissa, alla fine non riescono più a liberarsene. E pensare che spesso la soluzione dei problemi è a portata di mano: l'abbiamo davanti agli occhi e non la vediamo. (Minegishi)

Episodio 15, Welcome to the Fantasy![modifica]

  • Sono proprio le persone che evitano di impegnarsi a fondo e che non si mettono mai in gioco seriamente quelle che più spesso fantasticano di raggiungere un grande successo all'improvviso. Tuttavia, non ci si può aspettare che il mondo sia tanto generoso. Molte persone del passato ci hanno lasciato parole importanti. «Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso». «Chi non lavora non mangia»[5]. «Il grande successo nasce dalle piccole cose». «Persino un viaggio lungo mille miglia comincia... sempre facendo il primo passo»[6]. Inizia dal basso, con diligenza. (Misaki, leggendo)

Episodio 16, Welcome to the Game Over![modifica]

Scorcio notturno di Akihabara, con le vetrine dedicate ad alcuni videogiochi erotici
  • I sentimenti d'amore dopotutto sono esattamente come le reazioni chimiche. Se sono soddisfatte alcune condizioni, nascono indipendentemente dagli attori. Proprio così, anche se l'oggetto d'amore sono io. Satō, cercare di ottenere qualcosa dai giochi è controproducente. Gli unici che ci guadagnano sono quelli che stanno dalla parte della produzione. (Yamazaki)

Episodio 17, Welcome to Happiness![modifica]

  • Non fai che invitarci a essere seri, sempre seri. Forse tu lo sei davvero. Ma se non riesci a rispettare i ritmi degli altri, il tuo è solo egoismo. (Satō a Megumi)
  • Gli esseri umani hanno sempre bisogno di poter guardare qualcuno dall'alto in basso. Lo sai anche tu, vero? O togli o ti viene tolto, o disprezzi o sei disprezzato: è un gioco delle parti in cui la somma fa sempre zero. (Megumi a Satō)

Episodio 19, Welcome to the Bluebird![modifica]

  • Torotoro[7]: Che cosa dovrei fare per migliorare la mia vita? In realtà l'ho già capito. Di quei libri per migliorare se stessi ne ho letti duecento. E potrei scriverne uno io. Perché io so già tutto.
    SA10[8]: E allora cosa aspetti?
    Torotoro: È che ho paura.
    SA10: Hai... paura?
    Torotoro: Ho paura di cambiare il mio stile di vita. Se lo facessi, temo che potrebbe accadermi qualcosa di inaspettato.
  • Come si suol dire, la necessità non ha regole. Se uno ha la pancia vuota, fa qualunque cosa, qualunque lavoro. (proprietario di ristorante)

Episodio 20, Welcome to a Winter Day![modifica]

  • Hitomi: Come si chiama quella stella?
    Satō: [...] il nome non ha importanza. Quel che conta è il lato romantico. Pensa, quella luce risale a centinaia di migliaia di anni fa.
    Hitomi: Senti... La nostra esistenza su questo pianeta, mi chiedo quale significato potrà mai avere, visto che le vite degli uomini scompariranno in un decimillesimo del tempo che occorre a quella luce per arrivare fino a qui.
  • Se vieni picchiato in inverno, le ferite sono molto più dolorose. Sarà colpa del freddo. (Yamazaki)

Episodio 21, Welcome to a Reset![modifica]

  • Questa nevicata che ricopre l'intera città riuscirà a nascondere anche la tua tristezza. (Satō a Yamazaki)
  • I drammi hanno un inizio, uno sviluppo e un epilogo: sono un'esplosione di sentimenti... che ha un termine. Le nostre vite, al contrario, si svolgono continuamente all'interno di una fitta nebbia di assoluta incertezza. (Yamazaki)
  • Io credo che se si potesse dire che Dio esiste sul serio, ne sarei di certo molto contenta. D'altra parte Dio esiste veramente? (Misaki)

Episodio 22, Welcome to God![modifica]

  • Satō: Ma tu sei felice, non è vero?
    Hitomi: Proprio perché mi sento felice sono in ansia.
  • Satō, a te non pesa... vivere? Chissà perché io invece ne soffro. Potremmo diventare... amanti? (Hitomi)
Una rappresentazione michelangiolesca di Dio
  • Misaki: Questa sera vorrei tenere una lezione sulla natura di Dio. Osserva questo. In questo diagramma ho rappresentato la proporzione fra i motivi di dolore e di piacere della vita. Come si può vedere, i momenti piacevoli, quei momenti della vita in cui puoi dire «quanto sono felice» oppure «sono così contento di essere vivo» non arrivano al dieci per cento del totale. Quelli che credono nell'esistenza di Dio dicono che il mondo sia stato creato da lui, ma allora è stato Dio a creare anche tutta la sofferenza di questo mondo. [indicando il settore del grafico corrispondente ai motivi di dolore] Il creatore di tutto questo, il responsabile dell'esistenza di un mondo tanto terribile non può essere benevolo con noi. Se esiste un Dio deve essere malvagio, non c'è alcun dubbio. [...] Considerata la sua natura malvagia Dio ci procura sofferenze di ogni tipo. Per esempio, Satō, è stato lui a farti diventare hikikomori. E poi, è stata un'altra cattiveria di Dio far sì che io ti vedessi uscire da quell'albergo insieme alla tua senpai.
    Satō: Ehi, guarda che io...
    Misaki: Perciò io, alla fine, ho capito qual è la cosa giusta da fare. È necessario eliminare Dio. Se questa essenza malvagia venisse eliminata il mondo diventerebbe un posto meraviglioso. Purtroppo però c'è un grosso problema: nessuno sa come trovarlo e quindi come eliminarlo. Può darsi che io abbia una scarsa immaginazione per cui non riesco a credere fermamente in Dio come invece fanno tutte quelle persone.
    Satō: Quali persone?
    Misaki: Quelle che partecipano alle riunioni con mia zia, quelle che vanno al tempio il primo dell'anno... Sarebbe tutto più facile per me se facesse qualche miracolo eclatante come quelli di cui parla la Bibbia. A quel punto penso che riuscirei a credere nella sua esistenza, e in quel caso... potrei accusarlo... di tutte le cose brutte... e io... [piangendo] riuscirei a convincermi che la colpa non è mia.

Episodio 23, Welcome to Misaki![modifica]

  • Misaki[9] [citando le ultime parole di persone famose]: «Le patate delle feste sono buonissime».
    Satō: Ah, questo l'ha detto il maratoneta Tsuburaya, vero?
    Misaki: Dindon, dindon! Risposta esatta! [...] Ma come hai fatto a indovinare, Satō?
    Satō: Questa è una frase piuttosto celebre, sai? Nell'elenco, oltre alle patate delle feste, c'è il vino, il sushi, le seppie e altre cose ancora, non è così?
    Misaki: Sì, sì, questa la sapevi, bene. Pare che il maratoneta Tsuburaya sia tornato dai genitori poco prima di morire, e poi si dice che abbia mangiato le patate delle feste insieme a suo padre e a sua madre. [...] Credo che a chiunque venga il desiderio di tornare nel paese natale prima di morire.
  • Misaki [ripensando al suicidio della madre]: Ancora oggi mi capita di sognarlo, sai? Anche se qualche volta ho la sensazione che tutta la mia vita sia un sogno. Chissà se le patate delle feste sono buone davvero...
    Satō: Chissà...
  • Misaki: Avanti, firma! Altrimenti io... io... non ce la faccio più!
    Satō: Andrà tutto bene! Ce la farai di sicuro! Vedrai, Misaki. Strofinati il corpo al freddo con un asciugamano, ti passerà. Certe sciocchezze alla fine non ti verranno più in mente.[10]
  • Yamazaki: Satō, ammettere a se stesso di essere una persona inutile non è una cosa tanto facile da fare, perciò sei sempre alla ricerca di qualcuno che sia ancora più inutile.
    Megumi: Se girate un po' su internet, troverete un sacco di persone che si insultano. Quando qualcuno non trova una persona più inutile di lui nella vita reale, sfoga la sua frustrazione contro gli sconosciuti bollandoli come sfigati, in modo da sentirsi superiore almeno a loro.
    Hitomi: Che tristezza, vero? Calunniare e denigrare le altre persone diventa un modo per essere in pace con se stessi e diventa un'abitudine. Ma una cosa simile non può essere la vera salvezza. Anzi, al contrario, se avrai la forza di ammettere di essere una persona inutile, potresti sentirti meglio.
  • Domanda: quand'è che uno può continuare a starsene chiuso in casa? Risposta: quando gli vengono garantiti abbigliamento, vitto e alloggio. Finché ti viene concesso il minimo necessario per vivere, puoi permetterti di tapparti in casa per sempre. Ma quando il sostentamento non è più garantito, se non hai la forza di morire... ti tocca lavorare. (Satō)
  • Le patate delle feste sono buone. Perciò, addio a tutti. (biglietto lasciato da Misaki)

Episodio 24, Welcome to the N.H.K.![modifica]

  • Non gettare inutilmente la tua sola e unica vita. (cartello all'inizio della strada che conduce al promontorio)
  • Se hai il coraggio di buttarti, hai anche il coraggio di rialzarti. (cartello sul promontorio)
  • Io sono una pessima persona, che richiama l'infelicità. Nessuno al mondo ha bisogno di me... ma non volevo ammettere una cosa del genere, è per questo che avevo lavorato al progetto. Basterebbe una persona, se dimostrassi che anche una sola persona ha bisogno di me, allora quello che diceva il mio patrigno risulterebbe falso. Io vorrei continuare a vivere, però... questo progetto si è rivelato un fallimento. Persino uno come te, Satō, è capace di fare a meno di me. La mia esistenza non ha alcun senso. (Misaki)
  • Lasciare un messaggio è importante. Senza un messaggio non si può capire se si è trattato di suicidio oppure no, e crei dei fastidi al prossimo. (Misaki)
  • Satō: Non farlo. Ti prego. Vivendo capitano anche cose belle. Non hai pensato che darai un dolore ai tuoi zii? E poi io... ho bisogno, ho bisogno di te, Misaki! Mi piaci, io ti amo, ti prego, non devi morire!
    Misaki: Dici cose divertenti, Satō, ma non funzionerà: io voglio morire!
  • Satō [pensando]: È come mi ha detto Misaki una volta: continuando a vivere non si può evitare di affrontare altri momenti difficili. Non ha senso. Vivere non ha senso. Meglio morire, però... [rivolto a Misaki] però... tu... però tu non devi, non devi mai dire che desideri morire!
    Misaki: Addio Satō, è il momento. [si lascia cadere dalla balaustra]
  • Satō: Allora, i compiti?
    Misaki: Sì... [porgendo il quaderno a Satō] [...] Però è un po' umiliante che io mi faccia seguire nello studio proprio da te.
    Satō: Misaki, tu hai mollato il liceo, io ho abbandonato l'università: chiunque potrebbe dire chi di noi due è più preparato.
    Misaki: Tu dici? Comunque vedrai che passerò l'esame di ammissione e frequenterò un'università migliore della tua.

Explicit[modifica]

Misaki: Sai, ho pensato anch'io a una mia versione dell'NHK. Grazie al tuo gesto, Satō, quel dio malvagio è stato debellato. Però questo non vuol dire che il male non possa tornare a tormentarci in futuro, perciò... [mostra un nuovo contratto a Satō]
Satō: Un gruppo giapponese per lo scambio degli ostaggi?
Misaki: Chi aderisce mette la propria vita nelle mani di un altro socio. Insomma, in altre parole, questo vuol dire che se tu decidessi di morire, morirei anch'io. Sai, un po' come le nazioni in possesso di armi nucleari durante la guerra fredda, che si scrutavano a vicenda, anche se volessimo morire non potremmo più farlo.
Satō [pensando]: Onestamente, questo non risolve affatto i nostri problemi. Anche in futuro vivremo momenti in cui bisbiglieremo: «Non ce la faccio più», esattamente come ora. Tuttavia... Sì, non ho idea di quanto potrà durare, ma finché riesco... continuerò così.

Citazioni tratte dal manga[modifica]

Welcome to the N.H.K.

Manga

Immagine Welcome to the NHK.jpg.
Titolo originale

NHK ni yōkoso!

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Genere sentimentale, psicologico
Autore Tatsuhiko Takimoto
Testi Tatsuhiko Takimoto
Testi italiani traduzione a cura della Kadokawa Shoten
Disegni Kendi Oiwa
Pubblicazione 2004
Editore italiano Edizioni BD – Jpop
Pubblicazione italiana 2008

Incipit[modifica]

In questo mondo... c'è una grande cospirazione... e io sono una vittima. Come? Non ci credete? (Satō)

Capitolo 1, Welcome To The Project![modifica]

  • Se ti viene fame... se ti viene sete... basta che vai a comprare qualcosa... Ma da nessuna parte vendono le relazioni interpersonali! (Yamazaki)

Capitolo 4, Welcome To The Classroom![modifica]

  • Misaki: Sei ancora vergine, vero?
    Satō: Eh?!
    Misaki: Be', nessuna potrebbe starti vicino...
    Satō: Ma che... stai dicendo?! [pensando] Al liceo, con la senpai... quasi...
    Misaki: È ovvio! Gli hikikomori non possono avere la ragazza... e tu sei un hikikomori!
  • Professore: Ehi! Ti stai dando da fare? [Dopo che Satō ha nascosto il compito] Che hai da nascondere? Continua così, dai! Se hai paura che gli altri possano vedere quello che produci... non potrai mai diventare un creativo...
    Satō: Lasciami in pace! Cioè... mi stai prendendo per il culo? Non puoi guardare la gente dall'alto solo perché sei più bravo!
    Professore: Certo che posso farlo... Tu accetti solo quelli che sono al tuo livello o inferiore, vero? Forse sei tu a guardare la gente dall'alto in basso...

Capitolo 8, Welcome To The Vacation![modifica]

  • Domanda: perché siamo hikikomori? Perché odiamo la gente... perché non abbiamo fiducia in noi stessi... A quanto pare sono tutte risposte giuste, ma non in modo assoluto... Un senpai del liceo diceva "Siamo sempre alla ricerca di una logica[11] invisibile che sia solo nostra e che non appartenga agli altri." "Per quanto possa essere dolorosa..." "...non possiamo fare a meno di non cercarla..." "Anche di fronte alla non esistenza, continuiamo a cercare la verità..." (Hitomi, pensando)

Capitolo 10, Welcome To The Heaven![modifica]

  • Nomura[4]: Tutti noi abbiamo qualcuno che ci vuole bene! E tu? Ci sarà pur qualcuno... avrai una famiglia, no?!
    Minegishi: Famiglia... [mostra una foto in cui è con la moglie e il figlio] finito il denaro, addio l'amore... È tutto un'illusione, i soldi, la famiglia, la felicità... [...] Io... io non ce la faccio più, ma... ma ragazzi giovani come voi non devono morire...

Capitolo 12, Welcome To The Locked Room![modifica]

Quanto costa crescere un figlio?
  • Misaki: Satō... Sei disoccupato... e allora come fai a giocare senza tregua? Dove prendi i soldi?
    Satō: Ho chiesto la grana a casa...
    Misaki: Sai quanto ci vuole per mandare un figlio all'università?
    Satō: No... non saprei
    Misaki: Te lo calcolo... [...] in tutto fanno venti milioni di yen! Un sicario ci ammazzerebbe venti persone con questi soldi! E invece tu hai smesso di studiare e stai tutto il giorno davanti al computer... [...]
    Satō: Anche io lavorerò... un giorno!
    Misaki: Impossibile! Perché sei un hikikomori! Un hikikomori non è in grado di lavorare! Me lo hai dimostrato! Tu non vali niente!

Capitolo 13, Welcome To The Blue Bird![modifica]

  • Anche se mi sono laureata e ho cominciato a lavorare, ho accumulato tante esperienze... Però, Satō... ho incontrato delle persone che mi hanno fatto cambiare! Non mi faccio più influenzare dalle parole degli altri! Credo solo a quello che penso! Perché ognuno di noi ha delle grandi potenzialità! Vuoi incontrarli anche tu? Ti cambieranno la vita! (Megumi)

Capitolo 18, Welcome To The Trap![modifica]

  • Hitomi [vedendo Misaki scappare]: Quella era una tua amica? [...] Avrà frainteso?
    Satō: Non ti preoccupare!
    Hitomi: Mi spiace... volevo assolutamente scusarmi per ieri... [...] Ok, vedo che è tutto a posto... Me ne vado... ma non devi perdere degli amici importanti per delle stupidaggini...

Capitolo 20, Welcome To The Starry Sky![modifica]

  • Misaki [a Satō che vuole gettarsi da un dirupo]: Perdonami! È tutta colpa mia! Perdonami!
    Satō: [...] Ascoltami tu! Ero un hikikomori! Davo troppa importanza al mio mondo e non riuscivo a uscire... è grazie a te, se ho messo il naso fuori casa! Avevo paura di farmi male! Paura di essere messo alla prova nell'amore, nel lavoro... scappavo da tutto! Tanto non potevo mettermi con la ragazza che mi piaceva! Tanto senza una laurea non avrei mai trovato un lavoro! Mi sono buttato a capofitto in una strada pericolosa! E quando mi sono guardato intorno avevo perso tutto! Ho toccato il fondo! Per la prima volta mi sono sentito senza speranza... però... Tu che sei in una situazione ben peggiore della mia... sei stata gentile con me... Ho deciso così! Morirò per te! Sicuramente... i miei genitori avranno stipulato un'assicurazione sulla mia vita! Quei soldi sono tuoi! [...]
    Misaki: Lascia stare il suicidio, non ci devi pensare! Perché tutte le cose che ti ho detto finora... erano delle bugie!

Capitolo 25, Welcome To The Next Stage![modifica]

  • Ma io non voglio lavorare... non voglio lavorare tutta la vita... capisci? Quelli che lavorano tutta la vita sono schiavi della società... cercavo un legame con le persone... finalmente sono tornato alla normalità. Già! Fin dall'inizio non c'è stata nessuna Misaki Nakahara! Non è mai esistita nessuna ragazza... che mi ha teso la mano per aiutarmi... [...] Anche nascendo un miliardo di volte, non ci sarà nessun angelo a salvarmi! (Satō, dopo aver detto per telefono a Misaki che stava andando a un colloquio di lavoro)

Capitolo 27, Welcome To The Self Destruction![modifica]

  • Alla fine... ecco cosa significa essere un hikikomori. Praticamente... equivale a essere prigionieri di se stessi. (Satō)

Capitolo 30, Welcome To The Shuffle![modifica]

  • Gli esseri umani hanno bisogno di speranze per vivere... pensare di poter diventare ricchi... pensare di poter diventare dei famosi creativi... credere nel paradiso... Ognuno fluttua nelle proprie allucinazioni e fantasie... dimenticando la dura realtà... Attribuendo valore al mondo a due dimensioni, ci si può liberare da quello in tre dimensioni... Identificando la realtà con il lavoro, ci si può liberare dalla famiglia. Ma io lo so. La vera realtà non esiste... È tutta una illusione senza senso. (Satō)

Capitolo 33, Welcome To The Kabuki-cho![modifica]

  • Nel mondo ci sono un sacco di perdenti. Gente che non prende mai nulla sul serio... Sì, lo so. Quando qualcosa ti piace davvero, non importa se sbagli, non importa se dai fastidio agli altri... non importa nemmeno se crepi... Quello è "vivere" veramente! (Satō)
  • Per quanto ci si senta felici, un volta raggiunta la vetta... tutto finisce subito. (Misaki)

Capitolo 34, Welcome To The Revolution Bomb![modifica]

  • La realtà è come il gioco delle sedie! Non ci sono posti per tutti! (Yamazaki)

Capitolo 39, Welcome To The Attic![modifica]

  • Se è stato Dio ad aver creato questo mondo... per quanto si ricerchi la salvezza... è colpa sua se non veniamo amati. Anche se tutti mi odiano... è per colpa sua. (Misaki)
  • È brutto stare soli, vero? È brutto essere presi in giro, no? Io ti amerò... perciò, diventa mio prigioniero. E se, prima o poi, riuscirò a essere felice... ucciderò tale sentimento con tutte le mie forze. A quel punto... sarò triste... sarà il dolore più grande del mondo, giusto? Se sopporterò il dolore più grande del mondo, poi non avrò più paura. (Misaki, abbracciando Satō)

Capitolo 40, Welcome to the NHK![modifica]

  • Satō: Io non mi... lascerò più sconfiggere dalla cospirazione! Io sceglierò secondo la mia volontà! Ormai non mi interessa più il tuo carattere, il tuo aspetto, quello che pensi di me...! Non me ne frega niente di niente! Questa volta, io, io... io mi innamorerò di te. Mi innamorerò di te... di mia volontà!
    Misaki: Ok...
    Satō [stupito]: Io... penso di tornare di nuovo dalla mia famiglia e ricominciare da capo... lì diventerò di nuovo un... un creativo e guadagnerò dei soldi, quindi... Perciò... in qualche modo...
    Misaki: Ok! Ti aspetto!

Explicit[modifica]

[Riferito al dialogo di cui sopra] Sei mesi dopo... non sapevo nemmeno se quella scena fosse accaduta sul serio. Sono sempre il solito freeter[12] che vorrebbe fare il creativo... Gli altri... be', più o meno stanno tutti bene... Non mi lascerò certo sconfiggere! Perché io sono un vero guerriero che affronterà la cospirazione! (Satō)

Citazioni tratte dal romanzo[modifica]

Incipit[modifica]

A questo mondo i complotti esistono.
Tuttavia, anche se raccontati in maniera credibile, in oltre il 99% dei casi sono pure e semplici fantasie, oppure deliberate menzogne.
Prendiamo certi testi che si trovano in libreria, per esempio La grande cospirazione ebraica che ha distrutto l'economia giapponese! o La cospirazione della CIA per celare gli accordi segreti con gli alieni... nient'altro che noiose invenzioni.
Eppure...

Citazioni[modifica]

  • Noi esseri umani andiamo matti per i "complotti".
    Complotto.
    Una parola affascinante, dal suono dolce e malinconico.
    Ora proviamo ad analizzare, per esempio, il processo che ha portato alla formulazione della "teoria della congiura ebraica".
    Chi teorizza una cosa del genere cova in sé orribili complessi e risentimenti: "perché sono povero?", "perché la mia vita non può essere più agiata?", "perché non riesco a trovarmi una ragazza?". La sua psiche ed il suo corpo sono esposti continuamente alle pressioni provenienti sia dal mondo esterno che dal suo Io.

    Senza dimenticare il profondo rancore represso, l'inesauribile odio nei confronti della società, la rabbia.
    All'origine di tutto questo risentimento, però, c'è solo un carattere debole. Se uno è povero è perché non ha la capacità di guadagnare; se non ha una ragazza, è perché non ha alcun tipo di attrattiva.
    Purtroppo, accettare questa verità e prendere coscienza da soli delle proprie incapacità presuppone una consistente dose di coraggio, e nessun essere umano vuole confrontarsi con i propri difetti. (pp. 5-6)
  • Pur restando un caso estremamente raro, esiste un uomo che si è accorto di un vero "complotto". Uno che è stato testimone con i propri occhi di ciò che si sta subdolamente attuando in questo stesso istante.
    E chi è quell'uomo?
    Sono io. (pp. 6-7)
  • Era una notte triste e solitaria. L'avvento del nuovo millennio non mi dava alcuna speranza. Avevo mangiato la tradizionale zuppa di mochi, ma mi veniva da piangere lo stesso. Ero un ventiduenne disoccupato che aveva abbandonato gli studi e che sentiva dentro di sé solo il freddo tagliente dell'inverno.
    Nella mia stanza, le pareti puzzavano di fumo, c'erano vestiti sparpagliati alla rinfusa sul pavimento e c'ero io, in mezzo a tutto quel sudiciume, che continuavo a sospirare «Aah...»
    Ma come ho fatto a ridurmi così?
    Non facevo che pensare a questo.
    «Aah...» E piagnucolavo.
    Se non mi sbrigo a cambiare qualcosa nella mia vita, diventerò un emarginato sociale. Resterò indietro, più indietro di quanto non lo sia già, dopo aver abbandonato gli studi a metà, come un fallito!
    Devo cercarmi subito un lavoro e tornare in carreggiata.
    Però, proprio non ci riesco.
    Ma perché? Perché no?


    Facile. Perché io sono uno hikikomori. (pp. 9-10)
  • Se si disputassero le "Olimpiadi mondiali di hikikomori", ho la presunzione di credere che otterrei ottimi risultati.
    Contro qualunque tipo di hikikomori di qualunque Paese, sono certo che vincerei io.
    Sia che si tratti degli hikikomori russi che si rifugiano nella vodka, o di quelli inglesi che si buttano sulle droghe, oppure di quelli americani che sparano a casaccio nei luoghi pubblici. (p. 11)
  • Un certo Tatsuhiko Shibusawa diceva: «L'illuminazione che si ottiene mediante l'apprendistato religioso, così come quella ottenuta grazie alle droghe, in fin dei conti non sono che la medesima cosa».
    Se è così, allora io arriverò all'illuminazione grazie alla droga.
    In questo modo, sfuggirò alla condizione di hikikomori. (p. 13)
  • Fuori è pieno di pericoli. Le macchine sfrecciano ad alta velocità, il polline dei cedri svolazza e le strade sono infestate da aggressori occasionali.
    Come posso lanciarmi verso un mondo tanto pericoloso? Può davvero andare tutto bene?
    Ad essere sincero, sono molto spaventato.
    Cioè, è impossibile.
    Un essere inutile come me non potrebbe mai condurre una vita sociale normale.
    Per esempio ieri, nonostante mi fossi svegliato dopo tanto tempo ad un'ora decente, ossia alle sette di mattina, sono rimasto disteso a letto fino a mezzogiorno, assorto nei miei pensieri.
    Uno così non ha alcuna possibilità di avere una vita sociale normale.
    Uno che chiude gli occhi pensando di fare un breve riposino e finisce per dormire profondamente fino alle cinque di mattina, non ha alcuna speranza di avere una vita sociale normale [...]. Aah, meglio morire! (pp. 23-24)
  • Addio.
    Addio, signora del gruppo religioso.
    Addio, Misaki dal parasole bianco.
    Addio. Addio a tutti.
    Io parto.
    Ora chiuderò la porta dell'appartamento, darò le mandate, tirerò completamente anche le tende e partirò.

    Mi sono steso sul letto e ho smesso di respirare.
    Mi sono tappato forte la bocca con entrambe le mani e ho trattenuto il respiro.
    Aah... soffoco. Soffoco.
    Sto per morire. Ho già trattenuto il fiato per ben trenta secondi. Tra pochissimo muoio.

    E invece la mia ultima ora non si decideva ad arrivare. E questo perché l'aria mi filtrava attraverso il naso.
    A questo mondo niente va come vogliamo. (pp. 33-34)
  • Terrorizzato da una vita senza futuro, spaventato da ansie immotivate, questa mia esistenza senza prospettive, mediocre e così stupida da far quasi ridere, è proseguita e prosegue ancora.
    Ero circondato da paure senza forma.
    Per questo mi ero rinchiuso in casa e mi ero messo a dormire. Avevo dormito tanto profondamente da stancarmene. Era passata la primavera, se n'era andata l'estate, era arrivato l'autunno, poi l'inverno.
    E ancora l'ennesima, dolce, primavera.
    Il tempo scorreva in avanti, invece io mi ero rinchiuso una volta per tutte e mi sentivo completamente perso. Il vento della sera era fresco, piacevole, ma nonostante questo, io ho continuato a dormire. (p. 52)
  • La canzone dello hikikomori
    Parole e musica di Tatsuhiro Satō
    La camera da sei tatami continua a congelarsi, in questo appartamento monocolore.
    La mia fuga è lontana, non riesco a vederla. Sedici ore al giorno a letto a dormire e svegliarmi.
    Sotto l'ombra di quel kotatsu e lì intorno, uno scarafaggio si nasconde.
    Mangio una volta, un solo pasto al giorno, e il mio peso diminuisce sempre di più.
    E se anche a volte vado al konbini, lo sguardo della gente mi terrorizza.
    Mi vengono perfino i freddi sudori, devo pensare alle difficoltà della fuga.
    La ricerca della cospirazione NHK mi porta solo illusioni.
    Anche oggi il sole è calato e a fatica mi stendo sul mio letto umido.
    Sono stanco, ho la testa pesante.
    Aah, non ce la faccio più! Non ce la faccio più!
    (pp. 54-55)
  • Gli esseri umani sono animali dall'istinto frantumato [...]. Quegli animali [...], a causa di concetti moderni come "amore" e "affetto", hanno finito con il reprimere completamente i propri istinti. Ma, ovviamente, resta l'inganno. E per dissimulare quest'inganno, la razza umana ha dato vita a nuovi concetti. Per questo, più passa il tempo e più il mondo diventa complicato. Tuttavia, questa complessità non riesce a dissimulare alla perfezione tutte le varie contraddizioni scaturite dalla distruzione degli istinti,
    E così, ciò che si genera è un disperato conflitto bipolare.
    Parola e istinto.
    Pensiero e corpo.
    Ragione e desiderio sessuale.
    Questi concetti antagonisti sono come due serpenti che si mordono la coda a vicenda. I due serpenti, per stabilire ognuno il proprio predominio, continuano costantemente ad ingaggiare violente battaglie. È per questo che si attorcigliano nelle loro spire. E più si attorcigliano e si contorcono, più noi soffriamo. (pp. 79-80)
Satō e Yamazaki sono ossessionati da figure femminili in stile Lolita
  • Anche noi volevamo trascorrere una vita allegra e felice, sorridendo ogni giorno; una vita ordinaria, semplice. Ma ormai questo, a causa delle incomprensibili e tempestose onde del destino, per qualche ragione è diventato assolutamente impossibile. Perciò piangi! Dillo pure: «Come soffro!» Devi dire: «Lo giuro, io volevo diventare uno che aiuta la gente, volevo essere rispettato da tutti. Volevo vivere in armonia con tutti e invece adesso sono uno hikikomori ossessionato dalle bambine!» Avanti, piangi! Piangi! (p. 98)
  • «Mi chiedo che fine faremo.» Mi capita di essere tormentato da simili pensieri, ma in fin dei conti sono un fallito, uno hikikomori. Finché non toccherò il limite, ho deciso che continuerò a fuggire dalla realtà. (p. 111)
  • Lo stomaco mi faceva male costantemente. Mi sentivo messo alle strette, avevo quel senso di impazienza che non dà via di scampo, proprio come il giorno prima di un esame. Per uno come me, con una psiche tanto fragile, quella sensazione dava un forte senso di oppressione, con effetti davvero devastanti.
    Tuttavia, come c'era scritto in un libro di Dostoevskij o di chi per lui, dentro al dolore che ha superato ogni limite esiste realmente e contemporaneamente un innegabile piacere. In altre parole, quando lo stress supera un certo livello, chissà perché gli esseri umani vanno su di giri. Quanto si viene messi con le spalle al muro, al contrario, per assurdo, ci si sente esaltati. La tensione cresce. Ed è divertente. (p. 160)
  • Nella vita di un essere umano la proporzione tra i dolori e le gioie è sicuramente di nove a uno. L'altro giorno li ho provati a scrivere sul quaderno e li ho calcolati per bene. (p. 181)
  • Anche se esistesse questo Dio malvagio, noi, al contrario di quel che sembra, potremmo vivere sereni. E sai perché? Perché ci basterebbe addossare a lui tutta la colpa della nostra infelicità e starcene tranquilli. (p. 182)
  • Per uno hikikomori l'inverno è doloroso. Fa freddo, si gela, e io sono triste.
    Per uno hikikomori anche la primavera è dolorosa. Sono tutti euforici e io sono invidioso.
    L'estate, poi, è dolorosa da morire. (p. 187)
  • Io sono un ingordo, più di chiunque altro. Non la voglio una mezza felicità. E non mi serve nemmeno un fuocherello moderato. Io voglio una felicità che duri per sempre, ma è una cosa impossibile! Non lo so il perché, ma in questo mondo prima o poi sorge qualche ostacolo. Le cose importanti si infrangono in un lampo. Ho vissuto per ben ventidue anni. Una cosa così la so anch'io. Qualunque cosa si rompe. Perciò è meglio non aver bisogno di nulla fin dall'inizio. (p. 211)
  • Vivrò da solo e morirò da solo. Nonostante tutto, ho una speranza.
    Si, ce l'ho una speranza.
    Guarda, proprio qui vicino, c'è qualcosa che brilla pallido e dolce.
    È il vero paese natio, quello che ti fa commuovere di nostalgia e tristezza. (p. 212)
  • Mi sono sentito triste e depresso, perché solo ora ero riuscito ad afferrare in pieno il significato di quel videogioco.
    «Il guerriero che affronta il male».
    Era esattamente quello a cui noi aspiravamo.
    Volevamo combattere contro la malvagia organizzazione. Volevamo combattere i cattivi. Nel caso in cui fosse scoppiata una guerra, ci saremmo immediatamente arruolati nell'Esercito della Difesa e probabilmente avremmo fatto attacchi kamikaze. Di sicuro quello sì che era un modo di vivere che aveva un senso e un modo di morire da veri duri. Se per caso in questo mondo ci fossero stati cattivi, noi li avremmo combattuti. Li avremmo combattuti con i pugni alzati. Di quello ero certo.
    Ma i cattivi non esistono. Il mondo è pieno di complessità e non esistono cattivi che si riconoscono così, a occhio nudo. È una cosa penosa e drammatica. (p. 218)
  • Anche io conosco la sua angoscia, anche se solo in minima parte. Certo, ne conosco soltanto la parte più superficiale, ma comunque, più o meno, la capisco.
    Lei non ha più speranze. La sua sofferenza non si spegnerà mai.
    Ma è un a cosa normale. Perché la sofferenza di Misaki è probabilmente quella che accomuna tutto il genere umano. È l'angoscia di cui è pieno il mondo.
    (p. 227)
  • Sono convinto che la mia vita è esistita per questo momento. In un modo o nell'altro, io farò vivere questa ragazza. Credo che sia questo il mio compito. Se così non fosse non avrebbe senso. Tutta la mia vita non avrebbe significato nulla. Non avrebbe senso vivere e morire. Ecco perché ho capito. Ora comprendo tutto. Conosco tutto, ogni cosa si ricollega all'altra.
    Devo salvare Misaki, che sta tremando di paura. La salverò in cambio della mia vita.
    (p. 237)
  • D'ora in avanti, ogni volta che intorno a te succede qualcosa di brutto, sta' pur certa che è colpa dell'NHK. È lei l'unica colpevole. Anche se... il nome NHK è assolutamente provvisorio. Tanto il nome non significa niente. Se non ti piace questo, chiamalo pure come vuoi. Puoi chiamarlo anche Satana. Va bene anche "Dio malvagio", tanto è lo stesso.
    Infatti. Il nome non è importante. È soltanto una combinazione di suoni. Un nemico immaginario che ci tormenta: ecco la vera essenza dell'NHK. (p. 240)

Explicit[modifica]

L'arcobaleno in un cielo cupo

In fin dei conti non abbiamo risolto proprio nulla.
Non è cambiato assolutamente niente.
Continuiamo a vivere guardando avanti?
Idiota!
Andrà tutto bene perché abbiamo sogni?
Ma quali sogni?!
Con molta probabilità, d'ora in avanti continuerò a vivere mormorando tutti i santi giorni: «Non ne posso più! Non ne posso più!»
Ti sembra sensato? Oppure no?
«...»
Per un attimo, mi sono fatto coinvolgere da questi pensieri, ma poi alla fine ho meso la firma sul contratto.
Dopo averlo riposto nella borsa, Misaki mi ha afferrato le spalle e mi ha tirato verso di sé.
I nostri occhi si sono incontrati a una distanza ravvicinata.
Poi ad alta voce lei ha dichiarato: «Benvenuto nell'NHK!»
Ho iniziato a ridere, incitato dall'espressione terribilmente eccitata del suo volto.
Mentre venivo preso da un attacco compulsivo di risate, ho pensato:
Non so fino a quando la cosa potrà durare, ma cercherò di impegnarmi come posso.

Alla fine, anche se non ho capito molto, ho preso una decisione.
Era la nascita di Tatsuhiro Satō, il primo membro dell'associazione NHK.

Citazioni su Welcome to the NHK[modifica]

  • Ancora adesso, io non riesco a vedere questo romanzo in maniera oggettiva.
    Ogni volta che lo rileggo mi viene una leggera confusione mentale. Sudo freddo.
    Ogni volta che mi avvicino a qualche passaggio, mi viene voglia di scagliare fuori dalla finestra il computer in cui sono conservati tutti i capitoli. Leggendo altri punti, invece, mi scatta la voglia di andare a fare il monaco eremita su una sperduta montagna indiana.
    Probabilmente tutto questo è dovuto al fatto che i temi affrontati nel libro sono ancora terribilmente attuali per me.
    Non riesco a guardare con occhio distaccato frasi come «A quell'epoca eravamo giovani».
    Perché per me è ancora un problema.
    Comunque, ho provato a finirlo, scrivendo tutto quello che potevo.
    Questo è quello che ne è venuto fuori.
    E provo a rileggerlo, con la faccia rossa per la vergogna.
    Quando sono di buon umore penso: «Fantastico! Sono un genio!», che quando sono depresso diventa: «Come ho fatto a scrivere una roba del genere? Faccio schifo! Voglio morire!» A parte tutto questo, però, credo di poter affermare davvero che ho scritto "tutto quello che potevo". (Tatsuhiko Takimoto)
  • Ci sono abbondanti elementi di Holden Caulfield[13] e di Tyler Durden[14] in Satō e negli eventi che lo circondano per rendere questo romanzo una consistente lettura per chiunque sia interessato ai libri che esaminano la condizione umana.[fonte 1] (A.E. Sparrow)
  • [Riferito al romanzo] Consigliato non solo a chi è incuriosito dalla tematica affrontata ma anche a chi ha già letto il manga o ha visto la serie animata: questi si troveranno di fronte a un'opera più matura, solida, concentrata e diretta, priva di quei riempitivi e annacquamenti dovuti al passaggio a media con target ed esigenze differenti.[fonte 2] (Roberto Addari)
  • [Riferito alla grafica del manga] È infinitamente piacevole guardare la varietà di espressioni scioccate, turbate e stressate di Satō quando affronta ognuno dei mali della società.[fonte 3] (Carlo Santos)
  • I dialoghi sono pieni di vigore e ingegno, con un tono lineare che trasmette slanci folli, insuccessi lacrimevoli e tutte le situazioni intermedie.[fonte 4] (Carlo Santos)
  • Nonostante il taglio (auto)ironico, che ben si sposa alla descrizione di situazioni sopra le righe aiutando a stemperare casi umani e temi piuttosto forti (si parla anche di suicidio, violenze domestiche e uso di stupefacenti), l'autore non sembra cercare più di tanto la simpatia o la commiserazione di chi legge verso il suo personaggio, che se non è apertamente condannato non è nemmeno giustificato come spesso accade in opere simili.[fonte 2] (Roberto Addari)
  • Personalmente, credo che "Make Love, Not Warcraft"[15] impallidisca di fronte al modo in cui è trattato il tema nella brillante serie anime Welcome to the NHK (2006), specialmente negli episodi "Welcome to the Fantasy!" e "Welcome to Game Over!"[fonte 5] (Nader Elhefnawy)
  • [Riferito alla sceneggiatura del manga] Tra situazioni rocambolesche e gag assurde, mi sa che alla fine mi sono perso. Quello che è rimasto è un messaggio troppo diretto, che non è né comico né narrativo: "la volontà cambia le persone". I bei ricordi non svaniscono, ma sento di voler chinare il capo e scusarmi con tutti. Mi vergogno moltissimo. Eppure, voglio anche ringraziarvi... Probabilmente ho fallito e la responsabilità è mia. Se chiudo gli occhi, affiorano alla mia mente i sorrisi di Satō, Yamazaki e Misaki. Mi vengono in mente solo cose belle, che non dimenticherò. [...]
    Mille grazie, davvero.
    Se nei momenti liberi vi tornerà in mente questo manga, per me non ci potrà essere gioia più grande. (Tatsuhiko Takimoto)
  • Welcome to the NHK è un vera gemma degli anime! [...] Quello che vediamo è un delicato racconto umano di un giovane uomo che fa i conti con la vita da adulti a Tokyo. [...] È più di un anime. È un film.
    Non potrò mai raccomandare abbastanza questa serie. È forse il miglior anime che io abbia visto nel 2008.[fonte 6] (James Brusuelas)

Note[modifica]

  1. a b Satō dialoga con i vari mobili e suppellettili presenti nella sua stanza: frigorifero, televisore, computer, condizionatore, bollitore dell'acqua, sedia.
  2. NHK (acronimo di Nippon Hōsō Kyōkai) è l'azienda statale radio-televisiva giapponese; cfr. l'omonima voce su Wikipedia.
  3. Acronimo dei termini inglesi "Not in Education, Employment or Training" usato per indicare le persone che non lavorano, studiano o si dedicano ad attività simili; cfr. l'omonima voce su Wikipedia.
  4. a b È il nome dell'ex studente universitario che partecipa all'offline meeting.
  5. Cfr. Paolo di Tarso: «Chi non vuol lavorare neppure mangi».
  6. Cfr. Laozi: «Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo».
  7. È il nome che il fratello di Megumi utilizza nel gioco online in cui incontra Satō.
  8. È il nome che Satō utilizza nel gioco online; in giapponese si pronuncia esattamente come il suo cognome.
  9. In giapponese misaki significa promontorio. Il titolo Welcome to Misaki! presenta quindi un doppio significato, riferito all'ambientazione degli eventi di questo episodio e, soprattutto, del successivo.
  10. Satō consiglia a Misaki di strofinarsi il corpo con un asciugamano bagnato in acqua fredda: è una pratica di idroterapia che procura una sensazione di rilassamento. Vedi la voce Idroterapia su Wikipedia e, per informazioni più dettagliate, la voce Hydrotherapy su en. Wikipedia.
  11. Il manga riporta questa nota: «Il termine è "idea" e ha qui un un valore estetico (n.d.a).»
  12. Termine utilizzato per indicare le persone che si accontentano di lavori precari.
  13. Il protagonista del romanzo Il giovane Holden.
  14. Uno dei personaggi del romanzo Fight Club.
  15. Titolo dell'ottavo episodio della decima stagione di South Park; un gioco di parole ottenuto unendo il motto degli hippie «Fate l'amore, non la guerra» con quello del videogioco Warcraft della Blizzard Entertainment.

Fonti[modifica]

  1. [...] there's enough Holden Caulfield, or even Tyler Durden, in Satou and the events that surround him to make this story a solid read for anyone interested in books that examine the human condition. (da Welcome to the N.H.K.: Move over, Holden Caulfield, IGN, 30 ottobre 2007)
  2. a b Da Welcome to the NHK (Light Novel): Recensione in anteprima, MangaForever, 27 ottobre 2011.
  3. It's endlessly entertaining to watch the parade of shocked, disturbed and stressed-out faces as Satou confronts each of society's ills. (da Welcome to the N.H.K., Anime News Network, 12 agosto 2007)
  4. the dialogue is full of vigor and wit, with a straightforward tone that conveys mad outbursts, tearful breakdowns, and everything in between. (da Welcome to the N.H.K., Anime News Network, 12 agosto 2007)
  5. Personally, I feel that "Make Love, Not Warcraft" pales next to the treatment of the theme in the brilliant anime series Welcome to the NHK (2006), particularly the episodes "Welcome to the Fantasy!" and "Welcome to Game Over!" (da After the New Wawe: Science Fiction Since 1980, Nader Elhefnawy, 2011, p. 219. ISBN 1463644825)
  6. Welcome to the NHK is a true anime gem! [...] What we see is a delicately human tale of a young man coming to terms with adult life in Tokyo. [...] This is more than just anime. This is film.
    I cannot recommend this series enough. It is perhaps the best anime I saw during 2008. (da Anime Reviews: Anime Sans the Usual Suspects, Animation World Network, 15 gennaio 2009)

Bibliografia[modifica]

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