Will Tuttle

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Will Tuttle nel 2016

Will Tuttle (1953 – vivente), saggista e attivista statunitense.

Citazioni di Will Tuttle[modifica]

  • Se noi tutti diventassimo vegani [...] cosa accadrebbe? [...] Se non dovessimo più abbattere mucche per mangiarle, non dovremmo nemmeno allevarle, perché stiamo allevando mucche, polli, maiali e pesci in maniera intensiva e senza sosta. [...] Tornerebbero le foreste. Tornerebbero la fauna e la flora naturali. Tornerebbero gli oceani. I fiumi tornerebbero a scorrere puliti. Tornerebbe l'aria buona. E tornerebbe la nostra salute.[1]

Cibo per la pace[modifica]

Incipit[modifica]

Questo libro è un tentativo di far luce sulla storia della nostra cultura e di esporre le questioni essenziali per una comprensione più profonda e vitale del nostro pianeta. La chiave sta nel capire le implicazioni di vasta portata delle nostre scelte alimentari e la visione del mondo che esse riflettono e ricreano allo stesso tempo. A prima vista, potrebbe sembrare improbabile che una chiave tanto potente corrisponda al ruolo scontato che il cibo occupa nella nostra cultura. Ma se riflettiamo con maggiore attenzione, ci rendiamo conto che ciò che a livello culturale ci accomuna è profondamente influenzato da come concepiamo il cibo, oltre che dalle nostre convinzioni e abitudini. I nostri pasti hanno incredibili e inaspettate conseguenze sociali, psicologiche, spirituali, che si ripercuotono su tutti gli aspetti della vita.
In realtà, il cibo è il legame più intimo e significativo con l'ordine naturale e con la nostra eredità culturale.

Citazioni[modifica]

  • Un nuovo mito, che promuove libertà, cooperazione, pace, vita e unità, sta cercando di nascere per prendere il posto di quello precedente, basato su competizione, separazione, guerra, esclusione, e sull'idea che il potere crea il diritto. Il cibo è una chiave cruciale affinché possa vedere la luce, poiché le abitudini alimentari condizionano profondamente la nostra mentalità e i pasti sono il mezzo principale con cui la nostra cultura riproduce e diffonde il proprio sistema di valori. (p. 10)
  • Sono convinto che, finché non saremo disposti a riconoscere i legami fra il cibo che mangiamo, le operazioni che sono state necessarie per portarlo sulle nostre tavole e i condizionamenti a cui siamo sottoposti quando lo acquistiamo, lo serviamo e lo consumiamo, non saremo in grado di fare i collegamenti che ci permetteranno di vivere con saggezza e armonia. (p. 11)
  • Per poter confinare e ammazzare gli animali per il cibo, dobbiamo reprimere il nostro senso di compassione innato, allontanarci dal nostro intuito e andare verso materialismo, violenza e separazione. (p. 12)
  • [...] la Regola d'Oro [...] enuncia un principio condiviso da tutte le tradizioni religiose del pianeta ed è accettata intuitivamente dalle persone di ogni cultura e fede [...]. (p. 13)
  • La preparazione del cibo è l'unica forma d'arte che ci permette di incorporare letteralmente ciò che creiamo ed è anche l'unica che coinvolge completamente tutti e cinque i sensi. (p. 17)
  • Ogni mela rappresenta molto di più! Mangiandola, mangiamo la pioggia, le nuvole, tutti gli alberi che hanno portato alla nascita della pianta da cui è spuntata, nonché le lacrime, il sudore, i corpi e i respiri delle innumerevoli generazioni di animali, piante e persone che, a loro volta, sono diventati la pioggia, l'humus e il vento che hanno nutrito il melo. Quando riflettiamo su una mela, vediamo l'universo intero. (p. 18)
  • Quando mangiamo mele, in realtà siamo mele che mangiano mele. L'universo intero non si trova soltanto in ogni mela, bensì in ciascuno di noi. (p. 19)
  • Oltre al sacramento dell'eucaristia, il cui fascino è eterno e che trasforma la morte di Gesù, vi è la sua nascita: Gesù nacque in una mangiatoia! Che simbolo potente, nascere nella «ciotola» di qualcuno. (p. 19)
  • [...] quando ci doniamo al prossimo offriamo i doni che abbiamo ricevuto dalle famiglie, dagli insegnanti e dagli amici, dal pianeta e dalle sue creature, dal sole, dalla luna, dalle stelle e dall'insieme delle nostre esperienze. In sostanza, siamo la vita stessa che si dona a sé stessa – nutrendosi, esplorandosi, appagandosi e rinnovandosi. (p. 20)
  • Se [le piante] vengono coltivate biologicamente con metodi sostenibili e su piccola scala, vediamo una terra feconda e fertile che affida cibi sani e deliziosi a mani che lavorano con cura e in armonia con i ritmi della natura. (p. 21)
  • La compassione è intelligenza etica, capacità di fare collegamenti e conseguente desiderio di agire per alleviare la sofferenza altrui. (p. 25)
  • Il maltrattamento degli animali per la nostra alimentazione è in assoluto la nostra più grande ombra culturale. (p. 28)
  • Come gli altri animali, non siamo principalmente esseri dotati di una fisicità: principalmente, siamo coscienza. Siamo tutti rappresentazioni dell'infinita e misteriosa forza creativa che genera e si prende cura delle diverse manifestazioni dell'universo; i nostri corpi e le nostre menti sono sacri, come quelli di tutte le altre creature. (p. 28)
  • La luce dell'infinita fonte spirituale di tutte le forme di vita risplende in ogni creatura. Vedendola e riconoscendola negli altri, liberiamo sia loro sia noi stessi. Questo è amore. (p. 29)
  • [...] nonostante nelle campagne esistano vasti campi di cereali e pascoli per i bovini, potremmo non renderci conto che quasi tutti i cereali coltivati sono destinati all'alimentazione del bestiame e che la maggioranza degli innumerevoli miliardi di uccelli, mammiferi e pesci che consumiamo è confinata lontano dai nostri occhi, in enormi campi di concentramento chiamati «allevamenti intensivi». Sebbene oggi non ci sembri tanto ovvio quanto lo era per i nostri progenitori alcune migliaia di anni fa, fondamentalmente la nostra cultura è, come la loro, una cultura dell'allevamento, sviluppatasi intorno al possesso, alla mercificazione e al consumo degli animali. (p. 31)
  • Oltre duemila anni fa nell'antica Grecia, la necessità di una rivoluzione positiva che partisse dalla compassione per gli animali fu chiaramente compresa ed espressa da Pitagora. (p. 38)
  • Il desiderio profondo di evolvere a un livello di comprensione e di esistenza spiritualmente più maturo e di creare un ordine sociale che promuova giustizia, pace, libertà, salute, saggezza, prosperità, sostenibilità e felicità ci richiede categoricamente di smettere di considerare gli animali come beni di consumo e di passare a un'alimentazione vegetariana. (p. 40)
  • Il termine «vegano» è più nuovo e provocatorio di «vegetariano», poiché si riferisce a ogni essere senziente e considera tutte le forme di crudeltà non necessaria da un punto di vista essenzialmente etico. Più che sulla salute o sulla purezza, la motivazione si basa sulla compassione e rimanda a un antico concetto enunciato per molti secoli nelle principali tradizioni spirituali. (p. 41)
  • Il movimento vegano contemporaneo si fonda sull'amore, sul rispetto e sulla consapevolezza delle conseguenze che le nostre azioni hanno sul prossimo. È rivoluzionario poiché trascende e abbandona il fondamentale carattere violento della cultura dell'allevamento in cui viviamo. (p. 41)
  • La nostra cultura ci incoraggia a essere onnivori. «Mangiare di tutto» è diventata una locuzione appropriata per una cultura che consuma e distrugge gli ecosistemi globali. Paradossalmente, vale anche per ciascun individuo: poiché la produzione del cibo è industrializzata, mangiamo prodotti colorati, aromatizzati [...] e carichi di sostanze chimiche, a conferma che mangeremmo praticamente qualsiasi cosa. [...] Oltre ad arricchire l'industria sanitaria e farmaceutica, con questa mentalità creiamo una cultura «onnivora». (p. 44)
  • Poiché siamo praticamente tutti onnivori, la nostra crudeltà è invisibile e non se ne può parlare, come un grosso segreto di famiglia. (p. 44)
  • Nelle chiese, spesso i ministri del culto parlano della tragedia di amare le cose e usare le persone, quando dovremmo invece amare le persone e usare le cose. [...] Sappiamo tutti, nel profondo, che gli altri animali sentono e soffrono esattamente come noi. Se li usiamo come cose, riserveremo lo stesso trattamento anche agli esseri umani. (pp. 45-46)
  • In un'orchestra, come in una comunità, l'intelligenza permette agli individui di offrire il proprio specifico contributo e allo stesso tempo di ricevere retroazioni dagli insiemi più grandi e servirli in maniera significativa e pienamente connessa. (p. 48)
  • In tantissimi modi, ciò che facciamo agli animali si ritorce contro di noi. [...] Facciamo inferocire gli animali di proposito, come nei rodeo, e aumenta la nostra rabbia [...]. (pp. 61-62)
  • Quello che facciamo diventare gli altri, lo diventiamo noi stessi. (p. 62)
  • Per noi, così come per tutti i mammiferi, l'allattamento è simbolo di amore, nutrizione, protezione e unione con nostra madre e con tutto quello che rappresenta. Ci ha dato alla luce partorendoci dal suo corpo e ci nutre dal suo seno. Rappresenta la matrice infinita della vita [...]. L'allattamento materno è uno dei gesti naturali più potenti e simbolici che noi esseri umani possiamo compiere. (p. 64)
  • Lo svezzamento è un momento altamente significativo: ci viene insegnato come mangiare e nutrirci da soli. È probabile che l'interruzione traumatica dell'allattamento al seno imprima molto fortemente, nelle nostre menti giovani e impressionabili, i cibi che ci vengono dati in sostituzione. Perdiamo il calore e l'intimità dell'allattamento al seno e cominciamo a essere nutriti con gli stessi alimenti che i nostri genitori mangiano [...]. (p. 64)
  • Quando prendiamo coscienza della violenza intrinseca ai rituali dei pasti e adottiamo con consapevolezza una dieta vegetariana, diventando una voce per coloro che non hanno voce, possiamo raggiungere una capacità di compassione e una felicità più grandi e vivere più pienamente la realtà della nostra interconnessione con ogni forma di vita. (p. 67)
  • Il cibo è molto simile al sesso: le nostre immagini e i nostri atteggiamenti interiori sono più importanti, per il nostro appagamento, della realtà fisica oppure oggettiva di ciò a cui prendiamo parte. In sostanza, il gusto è determinato dalla mente. (p. 72)
  • [...] il sistema sanitario, come ogni altra industria attiva all'interno della struttura economica della nostra società, segue semplicemente la via del minimo sforzo e del massimo tornaconto finanziario. (p. 79)
  • Il fegato, l'organo più direttamente responsabile nel gestire l'invasione delle sostanze tossiche, si sovraccarica quando mangiamo carne, in particolare quella degli animali imprigionati nei moderni allevamenti. I loro corpi infelici sono così carichi di tossine, ormoni artificiali della crescita, farmaci e residui chimici, steroidi, tumori e malattie croniche che ingerirli sottopone il fegato a un lavoro erculeo e senza fine. (p. 85)
  • Molti notano come il passaggio a una dieta a base di alimenti vegetali non solo li abbia aiutati a perdere peso, ma abbia anche donato loro una pelle dall'aspetto più luminoso e giovane, riducendo il bisogno di utilizzare cosmetici. (p. 85)
  • L'enorme tacchino che gli americani divorano per la tradizionale Festa del Ringraziamento è così in sovrappeso che, da vivo, riusciva a stento a camminare e non poteva accoppiarsi: una caricatura del sensibile uccello selvatico che abita nelle nostre foreste. (p. 86)
  • Perché la credenza erronea che i carboidrati facciano ingrassare è così diffusa? Vi sono due ragioni principali: innanzitutto, la nostra cultura ha creato e prodotto in massa un tipo di carboidrati completamente innaturali, lo zucchero bianco e la farina bianca raffinati, utilizzati dall'industria alimentare per produrre cibi spazzatura che sono anche ricchi di grasso. Hanno un alto indice glicemico e si scompongono troppo velocemente nel corpo, squilibrando il livello di glucosio nel sangue; i nutrizionisti, giustamente, concordano che è meglio evitarli. In secondo luogo, questi carboidrati raffinati artificiali sono diventati il capro espiatorio della nostra cultura dell'allevamento, poiché l'ultima cosa che vogliamo ammettere è che l'origine dell'obesità e degli altri problemi che ci affliggono sono i cibi animali che caratterizzano la nostra alimentazione.
    Così demonizziamo erroneamente i «carboidrati», che sono invece il combustibile naturale e sano con cui la nostra fisiologia di pace è destinata a funzionare. (p. 87)
  • Se la nostra dieta fosse basata su cereali integrali, frutta, verdura e legumi, così come la nostra fisiologia ci richiede, vedremmo svanire il problema dell'obesità. (p. 88)
  • Attraverso le nostre pratiche alimentari, ci siamo allenati a guardare senza vedere. Uno dei tanti esempi è una malattia autoindotta, il diabete mellito, che ora sta raggiungendo proporzioni epidemiche. Nonostante sia stato chiaramente dimostrato il legame tra il diabete e il consumo di cibi animali, si spendono milioni di dollari per la ricerca di una «cura» farmaceutica. (p. 93)
  • La buona notizia è che una dieta vegetale consapevole migliora la nostra salute, ci rende infinitamente più compassionevoli verso gli animali e le persone ed è più ecologicamente sostenibile di una a base di cibi animali. (p. 95)
  • Nella cultura dell'allevamento prevalgono esclusione e dominio, rafforzati dall'abitudine di mangiare gli animali. (p. 96)
  • Il potere dell'effetto placebo si basa sull'unità di mente e corpo e la sua forza è stupefacente. (p. 96)
  • Nonostante il sistema biomedico meccanicistico sia messo in crisi e minacciato dall'immenso potere dell'effetto placebo e lo consideri negativamente, dobbiamo renderci conto che non è affatto negativo, bensì straordinariamente positivo. Comprendere l'unità di mente e corpo ci permette potenzialmente di provocare guarigioni complete e di liberare immense forze vitali attraverso pensieri, sentimenti, idee e intuizioni. (p. 96)
  • Acquistare frutta e verdura, cereali, fagioli e noci da agricoltura biologica è importante non solo perché presentano un contenuto maggiore di vitamine e minerali, ma anche perché l'inquinamento provocato dall'agricoltura convenzionale avvelena i corsi d'acqua e le persone e uccide uccelli, pesci, insetti e fauna selvatica. (p. 100)
  • Mentre ci sono molti «ex vegetariani», è improbabile che «ex vegani» siano mai stati realmente vegani; perché è difficile perdere la compassione raggiunta autenticamente. (pp. 102-103)
  • [...] il foie gras, una prelibatezza molto costosa, consiste nel fegato innaturalmente ingrossato e traumatizzato dell'animale. È stato spesso definito il cibo più crudele al mondo [...]. Quando il fegato dell'anatra o dell'oca è dieci volte più gonfio delle dimensioni naturali, l'animale viene ucciso per prelevare e mettere in commercio il suo organo malato. (p. 181)
  • Gli allevamenti, come i macelli, sono ambienti brutali, campi di concentramento per animali in cui prigionieri indifesi vengono sottoposti a ogni atrocità immaginabile e in cui si manifestano i lati peggiori delle persone che vi lavorano. (p. 181)
  • Nell'Eden seguivamo una dieta vegetale e non esisteva il concetto di lavoro come attività a sé stante. Vivevamo in armonia con gli animali, con la terra [...]. Non esisteva alcun tipo di lavoro come attività separata, né alcun concetto di salvezza, poiché non avevamo commesso il peccato originale di considerare gli altri come oggetti da manipolare, usare e uccidere. (p. 187)
  • Cercare di sottrarsi alle conseguenze comporta ulteriori conseguenze. (p. 202)
  • I contadini e gli abitanti di Concord e delle altre cittadine nei pressi di Boston furono i protagonisti di una delle più forti resistenze al controllo imperialista britannico [...]. È straordinario che anche la rivoluzione letteraria e filosofica del secolo successivo sia partita da Concord. Scaturì dalle vite e dalle opere dei trascendentalisti americani che vivevano in quella città [...]. (p. 247)
  • I testi filosofici di Emerson come Nature; i suoi discorsi [...]; e la sua produzione poetica, che introdusse le idee filosofiche orientali per la prima volta negli Stati Uniti, lo resero una specie di leggenda vivente, una calamita che attrasse numerosi scrittori e pensatori la cui influenza è tuttora viva, con la sua esortazione al rispetto e all'amore per la natura, all'esplorazione del sé e al riconoscimento della natura essenzialmente spirituale di ogni aspetto dell'esistenza. Egli mise in evidenza che la vera saggezza trascende la conoscenza materialistica e che persino il mondo naturale è una manifestazione del divino. (p. 247)
  • Thoreau venne fortemente influenzato da Emerson (e viceversa) e, in alcuni campi, ha superato il proprio maestro e mentore. Il suo esperimento radicale, vivere in solitudine presso il lago di Walden [...], continua a essere fonte di ispirazione per chi è alla ricerca di spiritualità e aprì significativamente la strada all'ascolto di sé nell'ambiente culturale eccessivamente estroverso dell'America. (p. 247)
  • [...] Disobbedienza civile (tuttora uno dei primi documenti principali sulla resistenza nonviolenta e una rivelazione sempre attuale del potere e della responsabilità degli individui di opporsi attivamente a politiche governative ingiuste) influenzò profondamente Tolstoj, Gandhi, King e la vita di innumerevoli persone. (p. 248)
  • Oggi, le idee radicalmente progressiste di Bronson Alcott sull'educazione dei bambini vengono riscoperte e finalmente rivalutate. Alcott fu un vegetariano etico e uno dei responsabili principali della creazione di Fruitlands, un improbabile esperimento di vita vegetariana in una comunità nella campagna nei pressi di Concord. I trascendentalisti di questa cittadina furono i primi americani a esaminare e introdurre nel pensiero occidentale molte delle idee nobili e acute dei testi taoisti, buddhisti, jainisti e vedantisti. [...] Le radici americane della critica profonda all'alimentazione e dello sviluppo delle basi filosofiche per una relazione più compassionevole con gli animali si possono far risalire agli scrittori progressisti che, presso Concord, si unirono a Emerson nella metà del diciannovesimo secolo. (p. 248)
  • A differenza di molti insegnamenti religiosi, che sono principalmente teorici e riguardano l'interiorità dell'individuo, il veganismo è del tutto pratico. La sua motivazione è la compassione. [...] È uno stile di vita concreto e visibile, che nasce da un senso di amore e di connessione, e li rafforza. (p. 270)
  • Per liberare gli animali che stiamo maltrattando, dobbiamo liberare noi stessi dall'illusione di una fondamentale separazione. (p. 281)
  • Metaforicamente, facciamo tutti parte del film della vita sul pianeta; sebbene possa sembrare che siamo soltanto delle immagini sullo schermo, a un livello più profondo condividiamo un patrimonio comune – siamo anche la luce che rende possibile il film. Questa luce è la coscienza, la nostra natura fondamentale, che emana da una fonte infinita e inconcepibile. (p. 282)
  • Il veganismo infonde un profondo senso di pace nella natura e di affinità, amicizia e armonia con tutte le forme di vita. Stimola un senso di ricchezza interiore che continua a crescere e a intensificarsi con il passare degli anni, un senso di dolcezza e dell'avere uno scopo. Diventare vegani non è tanto una decisione presa a livello razionale, quanto una conseguenza spontanea di una maturazione interiore. (p. 285)
  • Una dieta a base vegetale non è una limitazione, ma la realizzazione armoniosa della nostra visione interiore. In un primo momento, crediamo che sia un'opzione, però col tempo ci rendiamo conto che, più che una scelta, è la libera espressione della nostra vera natura. Astenersi dal mangiare e dallo sfruttare gli animali è il risultato naturale di un punto di vista che non è più incatenato nella segreta buia e rigida del ristretto interesse personale. Da fuori, questo atteggiamento può essere considerato e definito come «veganismo», ma è semplicemente la consapevolezza e l'espressione del nostro senso di interconnessione. (p. 286)

Explicit[modifica]

Agli animali dobbiamo le nostre scuse più profonde. Indifesi e incapaci di vendicarsi, hanno sofferto agonie interminabili sotto il nostro dominio, che la maggior parte di noi non è mai stata in grado di vedere. Ora che abbiamo acquisito una maggiore conoscenza, possiamo agire più efficacemente e dare agli animali, ai nostri figli e a noi stessi una vera ragione di speranza.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Kip Andersen nel documentario Cowspiracy, Appian Way Productions, 2014.

Bibliografia[modifica]

  • Will Tuttle, Cibo per la pace: mangiare in armonia con sé stessi e con tutti gli esseri viventi (The World Peace Diet, 2005), edizione italiana a cura di Nanni Salio, traduzione di Marta Mariotto, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2014. ISBN 978-88-7106-742-1

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