Michael Shea

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Michael Shea nel 2008

Michael Shea (1943 — vivente), scrittore statunitense.

Incipit di alcune opere[modifica]

L'autopsia[modifica]

Era mezzanotte quando il dottor Winters uscì dalla minuscola stazione dei Greyhound e s'incamminò per la strada che, sebbene si trovasse nel cuore della cittadina, odorava di pini e di fiume. Ma era una cittadina con sole cinque strade principali, lunghe meno di un miglio e a mezzo circa dal limite della gola. In fondo a quella gola, scorreva il fiume e il suo lento ruggito si udiva distintamente tra le due file di negozi dalle vetrine buie. Fatta eccezione per un orologio luminoso, diverse porte più avanti, e per la piccola insegna al neon di una birra, a un paio di isolati di distanza, la finestra della stazione era l'unica illuminata solo qualche metro, il dottor Winters depose la valigia, si mise le mani in tasca e guardò le stelle.. come ciottoli nel golfo nero.

La leggenda di Nifft[modifica]

Nifft lo Smilzo non è più fra noi: alla fine, mi sono rassegnato ad ammettere che, d'ora in poi, non lo sarà mai più. Ho cercato dunque di fare per lui tutto quel che resta in mio potere, per quanto poco sia. Il mio amico è morto; ma qui, almeno, ecco alcune testimonianze relative agli eventi a cui partecipò e alle imprese che portò a termine in questo mondo.

Riempie d'amarezza, sapere che ciascuno di noi si spegnerà con un soffio, come una candela; e che l'incomparabile ardore di ciascuna fiamma individuale sarà soffocato e come fumo risucchiato per sempre nelle tenebre. Riesce, ciascuno di noi, nel profondo del cuore, ad accettare questo destino? Un simile spreco di conoscenza! È sempre… esasperante. Nel caso di Nifft, poi, m'infastidisce crudelmente; e la documentazione che ora presenterò ai miei concittadini (testimonianze affidate nel corso degli anni alla mia custodia, da Nifft, o da Barnar il Chilita, o da altri comuni conoscenti) ha saputo darmi grande consolazione per la perdita del mio amico.

Yana[modifica]

Prendete qualcosa da mangiare oltre al vino? — chiese l'oste con apparente noncuranza. Bramt Hex frequentava la locanda da qualche settimana. Sulle prime sembrava sempre deciso a consumare solo da bere, ma l'oste aveva imparato che con una piccola imbeccata poteva fargli ordinare anche un pasto sostanzioso.
— Sì — rispose prontamente Bramt Hex. — Vorrei un'insalata di fusaggine, e anche dell'omuncolo arrosto. Subito dopo portatemi una fetta di torta salata al ripieno di granchi freschi.
— D'allevamento o selvatico, l'omuncolo?
— Selvatico, naturalmente.
— Purtroppo ne siamo sprovvisti, signore. I cacciatori non ce li hanno portati. Ultimamente ci sono molti più vampiri sulle colline.
— Si nutrono di omuncoli? — chiese Hex, sorpreso.
L'oste scosse la testa. — Di cacciatori.
— Già. Allora prenderò una salsiccia al posto dell'omuncolo.
— Grazie, signore.

Bibliografia[modifica]

  • Michael Shea, L'autopsia, traduzione di Grazia Alineri, in Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror, a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068
  • Michael Shea, La leggenda di Nifft, traduzione di G.L. Staffilano, Mondadori, 1990. ISBN 8804336242
  • Michael Shea, Yana, traduzione di Piero Cavallari, Urania Fantasy n. 3 (agosto 1988), Arnoldo Mondadori Editore, 1988, Milano

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