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Apartheid

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Un simbolo dell'apartheid: questo cartello - in lingua inglese, afrikaans e zulu - avvisa i bagnanti che la spiaggia di Durban è riservata "ai soli componenti del gruppo razziale bianco".

Citazioni sull'apartheid.

Citazioni

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  • C'è chi diceva che la fine dell'apartheid sarebbe stata un errore, uno degli argomenti più comuni era che le persone avrebbero perso il lavoro e invece l'economia sudafricana è cresciuta in modo esponenziale, sono stati creati migliaia di posti di lavoro e nuove imprese. Il Paese ha ancora problemi di corruzione e il sistema non è perfetto ma per gli investitori è meglio ora di quando c'era l'apartheid. (Kerry Kennedy)
  • Dovrebbe esserci una lezione sull'apartheid. Dovrebbe esserci una lezione sul perché la gente è affamata, ma non ci sono. Ci sono lezioni su... la ginnastica. Educazione fisica. (Tupac Shakur)
  • E l'apartheid in Sudafrica è forse caduto da solo? (Emma Bonino)
  • Era vero. Il diritto al viaggio e alla mobilità era solo per gente che aveva un passaporto forte e poteva oltrepassare la frontiera. Per gli altri il viaggio era solo morte, sciagura, frontiere che diventavano muri.
    Viviamo in apartheid, questo è apartheid. (Igiaba Scego)
  • Il governo italiano non può che ribadire la sua posizione di condanna del sistema dell'apartheid e della politica degli insediamenti forzati, che sono in stridente violazione della Carta delle Nazioni Unite. (Bettino Craxi)
  • L'apartheid, impropriamente definita da P.W. Botha, un tempo presidente del Sudafrica, come un "rapporto di buon vicinato", ha sistematicamente spogliato i meticci, gli indiani, e specialmente i neri dei loro sacrosanti diritti, negando loro lo stato di uomini. Ha fornito loro una mera parvenza di istruzione, in realtà un tirocinio per rimanere servi, e case inadatte alle esigenze più normali; ha intaccato l'istituto familiare dei neri con il perverso sistema del lavoro migratorio, che obbligava le persone a stare lontano dalle famiglie, alloggiando in ostelli segregati per genere; ha fornito assistenza insufficiente, e insufficiente prevenzione, soprattutto ai bambini, le cui malattie da carenza si sarebbero facilmente evitate con una corretta profilassi. Ha permeato tutti gli ambiti della vita infliggendo alle sue vittime sofferenze indicibili e superflue. Senza timore di esagerare, si può dire che ogni persona non bianca è stata vittima in qualche misura di quella politica disumana. I neri avrebbero avuto tutti i motivi per odiare, per volere il sangue dei bianchi, dopo quello che avevano subito dall'apartheid. (Desmond Tutu)
  • L'Italia desidera riaffermare la sua totale opposizione ai principi dell'"apartheid" tuttora vigenti, con attenuazioni sino ad ora del tutto insufficienti. (Sandro Pertini)
  • La connessione fra religione, razzismo e totalitarismo si può anche rivelare in un'altra fra le più odiose forme di regime dittatoriale del xx secolo: l'abietto sistema dell'apartheid in Sud Africa. E non si trattava solo dell'ideologia di una tribù di lingua olandese decisa a estorcere lavoro forzato da uomini con un diverso colore di pelle, era anche una forma di calvinismo messo in pratica. La chiesa riformata olandese affermava come dogma biblico che a bianchi e neri fosse vietato mescolarsi, per non parlare di coesistere in termini di eguaglianza. Il razzismo è totalitario per definizione: segna le sue vittime in eterno e nega loro il diritto anche solo a uno straccio di dignità o di individualità, anche l'elementare diritto di fare l'amore, di sposari o di fare figli con una persona della tribù sbagliata, senza che l'amore sia annullato dalla legge... Questa era la vita di milioni di abitanti dell'«Occidente cristiano» fino ai nostri giorni. Il National Party al governo, che era anche pesantemente infettato di antisemitismo e aveva sostenuto i nazisti durante la seconda guerra mondiale, si appoggiò ai deliri dei pulpiti per avallare un proprio mito del sangue e dell'«esodo» che avrebbe conferito ai boeri il diritto al dominio esclusivo sulla «terra promessa». Il risultato fu una versione afrikaner del sionismo che creò uno stato retroguardo e dispotico, nel quale i diritti delle altre popolazioni vennero cancellati e nel quale alla fine la sopravvivenza degli stessi afrikaner fu minacciata dalla corruzione, dal caos e dalla brutalità; a quel punto gli ottusi notabili religiosi ebbero una rivelazione che permise il graduale abbandono dell'apartheid. Ciò però non potrà mai far perdonare il male commesso dalla religione finché si sentì forte a sufficienza. È merito di molti laici cristiani ed ebrei, e di molti atei e agnostici militanti dell'African National Congress, se la società sudafricana si salvò dalla completa barbarie e dall'implosione. (Christopher Hitchens)
  • Non esistono avvocati di colore in Sudafrica. (Gandhi)
  • Oggi ci sembra assurdo che un regime come quello dell'apartheid sia mai esistito, che bianchi e neri vivessero segregati, che indiani, bianchi o neri non potessero sposarsi e vivere gli uni accanto agli altri. Come ci sembra assurda l'idea che negli Stati Uniti ci fossero fontanelle separate per i bianchi ed i neri e che gli inglesi fossero i proprietari dell'India, ma era così. (Loretta Napoleoni)
  • Voi nella Repubblica del Sudafrica avete la vostra forma di convivenza... Noi qui abbiamo la nostra. Posso io considerare la vostra cattiva e la nostra buona, oppure la nostra cattiva e la vostra buona? No... chi lo sa... chi lo sa... (Hastings Banda)
  • Ci siamo appena lasciati alle spalle un Africa che va scomparendo e subito entriamo in un Africa già scomparsa. La frattura è mieta come una crepa. Di là confusione e morte indiscriminata, di qua ordine e vita discriminata.
  • L'apartheid ha rinchiuso due razze in prigioni diverse, le cui serrature si aprono alla rovescia. Due prigioni dalle sbarre d'oro nel paese più ricco del mondo.
  • Qui in Sudafrica, per ogni bambino che nasce con la pelle bianca, ne vengono al mondo altri cinque con la pelle nera. La separazione razziale, che qui si chiama "apartheid", è una diga effimera e provvisoria. È la reazione isterica ad una situazione isterica che minaccia di spingere nell'odio anche il sorriso delle nuove generazioni.
Pieter Willem Botha
  • I nostri nemici si sono aggrappati alla parola «apartheid» e, in modo molto scaltro, l'hanno trasformata nell'arma più potente nell'attacco sferrato contro la libertà e la civiltà nel nostro paese.
  • La separazione delle razze si verificò molto prima del governo nazionalista. Dio separò le razze.
  • Le persone che si oppongono alla politica dell'apartheid non hanno il coraggio delle loro convinzioni. Non sposano i non-europei.
  • Non c'è un comunità indiana nel mondo che stia meglio degli indiani in Sudafrica. Questo è il tipo di apartheid a cui do il mio appoggio. Questo è il tipo di apartheid che non è morto.
  • Siccome non potevate tradurre la parola apartheid nella più universale lingua inglese, le fu data la connotazione sbagliata.
  • C'è chi nasce per comandare, chi per servire. Non ci si può far niente, è l'ordine del mondo voluto da Dio. Chi si azzarda a cambiarlo è un eretico da lapidare. Il dogma della predestinazione dice anche che chi nasce nella fede è creatura superiore a chi nasce nel paganesimo; è più vicina alla salvezza, poiché su di essa si è posata la mano di Dio. Fu con questa credenza che gli afrikaner giunsero in Sudafrica. L'immagine del mondo, forgiata dal dogma della predestinazione, appariva loro in tutta la sua manicheista evidenza. Da una parte loro, gli uomini di fede; dall'altra i pagani. L'uomo di fede era bianco, il pagano nero. Così Dio, nella sua saggezza, aveva creato il mondo, prediligendo i bianchi e condannando alla dannazione i neri. Il nero non può cambiare pelle né scrollarsi di dosso il paganesimo, poiché Dio ha stabilito una volta per tutte l'ordinamento del mondo.
  • Il razzismo afrikaner non deriva esclusivamente dal desiderio di difendere la sua posizione privilgiata nella società coloniale, come accade invece per gli inglesi. Il razzismo è per lui un dogma della fede, e nella sua coscienza la fede è una conferma dell'esistenza dell'afrikaner stesso. Ogni invito a riconoscere qualche diritto civile agli indigeni viene preso dall'afrikaner non solo come un attacco alla propria posizione sociale, ma anche come un gesto di persecuzione verso la propria fede, un oltraggio alla propria chiesa, una bestemmia.
  • La versione "scientifica" con cui l'afrikaner presenta l'apartheid al mondo è questa: i bianchi e i non bianchi appartengono a due razze diverse, la cui convivenza nello stesso paese presenta sempre il rischio, per i bianchi, di perdere il potere e, per i non bianchi, di subire un'ingiustizia. Da un lato i bianchi non possono accettare di concedere i diritti politici ai non bianchi, perché questo provocherebbe l'assorbimento della civiltà occidentale da parte di quella indigena. Dall'altro, poiché gli indigeni lavorano nell'industria dei bianchi, sarebbe ingiusto negare loro i diritti civili. Inoltre il non bianco ha lo stesso diritto del bianco di sviluppare la propria lingua e la propria cultura. Se si rendesse l'africano cittadino di uno stato europeo (ed è così che l'afrikaner considera il Sudafrica), invece di essere un vero africano diventerebbe un'imitazione dell'uomo europeo. In uno stato europeo l'africano non può ottenere né la parità dei diritti né il potere, cosa che invece è possibile nel suo stato africano. L'africano perciò deve avere un suo paese (homeland), un territorio da considerare proprio e dove possa raggiungere la posizione che le sue capacità gli permettono. Questo terreno natale dell'africano, all'interno dello stato europeo, sono appunto le riserve esistenti, cui però conviene cambiare nome. Se un africano lascia la sua riserva per venire a lavorare nella ditta di un europeo, sarà trattato come un operaio immigrato temporaneo, senza diritti civili né politici. Ciò gli permetterà di capire e ricordare che, allo scadere del suo contratto nel Sudafrica europeo, dovrà tornarsene alla sua riserva. Bisogna innalzare il livello delle riserve e ricordare che per un bel pezzo i bianchi vi eserciteranno un mandato fiduciario, poiché gli africani non hanno ancora raggiunto lo stadio di sviluppo necessario ad autogovernarsi.
Daniel François Malan
  • È ormai giunto il momento di proporre al nostro popolo un'idea attorno alla quale si raccolgano le energie necessarie per dare inizio alla conquista del potere [...] Non ve lo nascondo: l'apocalisse è alle porte. La marea nera è pronta a sommergerci. Le poche misure di segregazione prese dall'attuale governo non hanno ottenuto risultati concreti. I neri non hanno mai rispettato la legge sulla terra, che in teoria dovrebbe escluderli dal novantadue per cento del territorio nazionale. Da trent'anni non faccio che chiedere un sistema politico, nel quale un kaffir sia condannato a rimanere un kaffir. Con quale risultato? Guardate i quartieri di District Six o di Sophiatown, dove bianchi e neri fornicano e addirittura si sposano in continuazione!
  • Finché le leggi che dovrebbero regolamentare la coesistenza dei bianchi e dei neri di questo paese non faranno parte di un corpus legislativo ufficialmente inserito nel tessuto politico sudafricano, lo spettro dell'inquinamento razziale non farà che aggravarsi. Con le conseguenze che vi lascio immaginare...
  • L'apartheid non è quella caricatura sotto la quale lo si rappresenta. Ma al contrario, esso significa per i non-Bianchi una ampia indipendenza, poiché abitua a contare su loro stessi e a sviluppare la loro dignità personale. L'apartheid offre loro, allo stesso tempo, una maggiore possibilità di svilupparsi liberamente, conformemente al loro carattere e alle loro capacità [...] Per le due razze, ciò significa mutue relazioni pacifiche e la cooperazione in vista della prosperità comune. Il governo si impegnerà, con risolutezza e determinazione, a portare alla realizzazione di questo felice stato di cose.
Nelson Mandela
  • Apartheid era un vocabolo nuovo ma l'idea era vecchia. Significa letteralmente "separatezza", e rappresentava la codifica in un unico sistema oppressivo di tutte le leggi e i regolamenti che per secoli hanno mantenuto gli africani in una posizione di inferiorità rispetto ai bianchi. Quello che era esistito più o meno de facto doveva implacabilmente affermarsi de jure. La segregazione spesso sommaria degli ultimi trecento anni doveva essere consolidata in un sistema monolitico, diabolico nei dettagli, ineludibile nella portata e soverchiante nel potere. La premessa dell'apartheid era che i bianchi fossero superiori agli africani, ai meticci, agli indiani, e la sua funzione era quella di stabilire per sempre la supremazia bianca. Secondo i nazionalisti, "Die wit man moet altyd baas wees" ("I bianchi devono rimanere per sempre padroni"). La loro piattaforma poggiava sulla parola baasskap, letteralmente "padronanza", una parola forte che condensava la supremazia bianca in tutta la sua asprezza. Tale politica era supportata dalla Chiesa riformata olandese, che forniva all'apartheid la giustificazione religiosa sostenendo che gli afrikaner erano il popolo eletto da Dio e che i neri erano una razza inferiore. Nella visione del mondo degli afrikaner, la Chiesa e l'apartheid andavano d'amore e d'accordo.
  • La Group Areas Act era il fondamento dell'apartheid residenziale. Secondo le sue norme, ogni gruppo razziale poteva possedere terreni, occupare immobili, e stabilire commerci solo nelle aree a esso destinate. Dal momento della sua approvazione gli indiani poterono vivere esclusivamente nelle aree indiane, gli africani in quelle africane, e i meticci in quelle per meticci. Se i bianchi volevano le terre o le case degli altri gruppi non dovevano fare altro che dichiarare quella zona riservata ai bianchi. La Group Areas Act dette inizio al periodo degli sgomberi forzati, quando la comunità, i centri, i villaggi africani situati nelle aree di nuova pertinenza dei bianchi furono trasferiti con la forza perché i proprietari bianchi non volevano per vicini gli africani o volevano semplicemente impadronirsi delle loro terre.
  • Tranne pochissime eccezioni, gli africani a quel tempo in Sudafrica non avevano il diritto di possedere privatamente delle terre; erano solo inquilini che pagavano annualmente un affitto allo stato.
  • Un bambino africano nasce in un ospedale per soli africani, viene portato a casa in un autobus per soli africani, vive in un'area per soli africani, e frequenta scuole per soli africani, se mai succede che frequenti una scuola.
    Quando è grande può scegliere un lavoro per soli africani, affittare una casa in una township per soli africani, viaggiare su treni per soli africani, ed essere fermato in qualsiasi momento del giorno della notte con l'obbligo di esibire un lasciapassare in assenza del quale sarà arrestato e gettato in prigione. La sua vita è circoscritta da leggi e regolamenti razzisti che minano la sua crescita, intaccano il suo potenziale, e gli tolgono la gioia di vivere.
  • Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa ed il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid!
  • Il problema in Sudafrica è sostanzialmente lo stesso presente in altri territori colonizzati dell'Africa. In questi paesi c'è una minoranza europea, stanziata da un considerevole periodo di tempo, che reclama per ragioni di razza il proprio diritto a regnare per sempre sulla maggioranza degli abitanti.
  • Il Sudafrica è un paese sul punto di esplodere, come Haiti prima della sua rivolta, e per gli stessi motivi: tirannia razziale e paura.
  • La classe dirigente in Sudafrica è composta da circa tre milioni di persone di discendenza europea. Questa classe dirigente controlla le forze militari, che sono armate e addestrate appositamente per far fronte ai disordini civili. Gli oppositori, i restanti dodici milioni di abitanti del Sudafrica, sono disarmati e privi dell'elaborata organizzazione politica ed economica costruita dalla classe dirigente. È per questo motivo che la classe dirigente si considera al sicuro e ritiene di poter continuare indefinitamente a perseguire la sua politica di apartheid.
  • Nel Sudafrica, sotto il disumano ordinamento dell'apartheid, il lavoratore africano è perseguitato e ridotto a una condizione di schiavitù.
  • Il Governo Sudafricano sta accelerando la sua campagna spietata : una campagna metodica di arresto quotidiano, di detenzione senza processo e di tortura degli Africani e dei loro leader che stanno lottando per i loro diritti umani fondamentali e libertà. Tutti i paesi amanti della pace del mondo devono agire insieme per forzare i governi coloniali di Sud Africa [...] a desistere da queste politiche – politiche che sono inumane, politiche che negano i diritti umani di base, politiche che sono pregiudizievoli per la pace e la sicurezza del mondo intero – e a concedere l'indipendenza e la libertà di questi popoli oppressi.
  • Nella nostra lotta per eliminare dal continente africano la spiacevole piaga dell'Apartheid, talmente ripugnante e detestabile per noi Africani, si sono purtroppo osservati progressi ancora troppo esigui. Molto è stato detto e scritto a condanna di questa forma di mortificazione estremamente ignobile e disumana che l'uomo esercita nei confronti dei propri simili. Ciascuno di noi qui presenti ha apertamente ed inequivocabilmente condannato questo male. Ma quali esiti hanno conseguito queste parole? A quali risultati hanno condotto le nostre condanne? Qual è stato l'impatto dei nostri attacchi e delle nostre critiche? Se vogliamo essere sinceri con noi stessi, dobbiamo ammettere che rimane ancora un lungo percorso da compiere per eliminare la discriminazione razziale dal nostro continente. Dobbiamo anzitutto esaminare il nostro stesso impegno. Abbiamo dichiarato che tutti i legami economici con il Sudafrica devono essere interrotti.
  • Non vi sia alcuna confusione al riguardo: la protratta oppressione degli Africani su questo continente e il continuo soggiogamento per ragioni razziali dei nostri fratelli in Africa meridionale costituiscono gravi pericoli, che minacciano le fondamenta stesse dell'unità cui aspiriamo.
Hendrik Frensch Verwoerd
  • Dico inequivocabilmente che il popolo di Sudafrica non può accettare le conseguenze di uno stato multirazziale a meno che i bianchi, le persone di colore e gli indiani non siano preparati a commettere un suicidio razziale.
  • I gruppi di minoranza dovranno confrontarsi con un illimitato dominio dei Bantu se uno stato multirazziale dovesse vedere la luce.
  • Il bantu deve essere incoraggiato a servire la sua propria comunità sotto ogni aspetto. Non c'è posto per lui nella comunità degli europei al di sopra di certe forme di lavoro. Entro la sua propria comunità, tuttavia, tutte le porte sono aperte.
  • Non c'è [...] alcuna politica di oppressione qui, ma una politica volta a creare una situazione che non è mai esistita per i Bantu; e cioè che, prendendo in considerazione le loro lingue, le loro tradizioni e le loro diverse comunità nazionali percorrano un proprio sviluppo. Questa opportunità sorge per loro non appena viene posta in essere una tale divisione fra loro e gli Europei, così che non abbiano bisogno di essere gli imitatori e i tirapiedi di questi ultimi.

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