Lorenza Trucchi

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Lorenza Trucchi (–), critico d'arte, saggista e giornalista italiana.

Art brut[modifica]

  • Si è aperto a Parigi, in rue de Sèvres, un nuovo museo: il «Musée de l'Art Brut». Il termine non va tradotto alla lettera. Art brut non vuol dire arte rozza, ma arte fuori della cultura. In questo museo sono raccolti dipinti, disegni e sculture eseguiti senza alcuna preoccupazione di stile, e, spesso, senza abilità tecnica e manuale, e tuttavia, pieni di qualità fantastiche e creative: si tratta cioè di opere di «irregolari», assolutamente indipendenti dalle opere d'arte che si possono ammirare nei musei, nelle mostre e nelle gallerie.
  • I lavori migliori appartengono, quasi sempre, ad individui costretti a vivere isolati, ricoverati in ospizi o in case di cura, carcerati, la cui attività artistica resta segreta e ignota all'ambiente che li circonda.
  • «La vera arte», dice Jean Dubuffet, «è dove nessuno se lo aspetta, dove nessuno ci pensa né pronuncia il suo nome. L'arte è soprattutto visione e la visione, molte volte, non ha nulla in comune con l'intelligenza né con la logica delle idee».

[Lorenza Trucchi, Art brut, in Non tutto ma di tutto, ERI - Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, Torino 1964.]

Dal Futurismo alla Pop Art[modifica]

Incipit[modifica]

Per un critico militante, raccogliere i propri scritti è un po' come sottoporsi alla prova del fuoco; riavere cioè davanti a sé e ai lettori – divenuti più che mai dei giudici cavillosi e severi – tutto il proprio lavoro quotidiano, spesso legato all'occasionalità della cronaca, alla passionalità della polemica o all'entusiasmo della scoperta.

Citazioni[modifica]

  • Calvesi è un critico puntuale, tempestivo, sempre attento alla qualità più che irrigidito sulle tendenze; inventivo ma non prevaricatore; talvolta polemico ma mai corrosivo, che giudica con amore e, tuttavia, con il necessario distacco.
  • [...] Calvesi, che ebbe occasione di frequentare Marinetti nel 1940-41, si occupò del futurismo fin dall'immediato dopoguerra quando questa avanguardia era ancora misconosciuta e osteggiata dai più. Le sue acute e documentate scoperte sui rapporti del futurismo e sul cubismo e l'orfismo; l'approfondita disamina sull'anticipatrice e determinante importanza del nostro movimento sul dadaismo, sul surrealismo e, più recentemente sul neo-dada e sulla pop art; i singoli studi su Boccioni, di cui egli fece, fin dal 1953, un primo catalogo delle opere, e su Balla, su Marinetti, su Sant'Elia e sul secondo futurismo, costituiscono, senza ombra di dubbio, un massiccio e originale apporto di idee e di contributi filologici che la critica ha via via fatto suoi e talvolta fin troppo disinvoltamente, senza badare alla priorità di certe indagini e di talune autentiche rivelazioni.
  • Un pensiero concreto [saggio di Maurizio Calvesi] il lungo saggio di più di cinquanta fittissime pagine, scritto e pubblicato tra il '64 e il '66, costituisce il primo studio apparso in Italia sulla pop art, analizzata dal punto di vista interno al linguaggio, tralasciando quindi, e di proposito, una indagine più sociologica.

[Lorenza Trucchi, Dal Futurismo alla Pop Art, La Fiera Letteraria, 23 febbraio 1967]