Atlantis - L'impero perduto

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Atlantis - L'impero perduto

Immagine Atlantis - The Lost Empire logo.png.
Titolo originale

Atlantis: The Lost Empire

Lingua originale inglese e Atlantiano
Paese USA
Anno 2001
Genere animazione
Regia Gary Trousdale e Kirk Wise
Sceneggiatura Tab Murphy
Produttore Don Hahn
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
Note

Atlantis – L'impero perduto, film statunitense d'animazione del 2001 prodotto dalla Disney.

Frasi[modifica]

  • Sette ore fa abbiamo dato il via a questa spedizione con duecento persone tra le migliori che io abbia mai conosciuto. Noi siamo quello che rimane. Non vi addolcirò la pillola, signori: siamo in una situazione di emergenza; ma abbiamo affrontato le rapide altre volte, ne siamo venuti fuori con o senza pagaie. Non vedo perché ora dovrebbe essere diverso. D'ora in avanti faremo doppi turni, tutti, e tutti daremo una mano, sempre. Le nostre speranze di sopravvivenza dipendono da lei, signor Thatch. Da lei e da quel suo libro. (Comandante Lyle Tiberius Rourke)
  • [Dopo che Milo ha preso il Diario del Vecchio Pastore] Tuo nonno diceva sempre: «Noi veniamo ricordati per i regali che lasciamo ai nostri figli». (Preston Withmore)
  • Tanto moriremo tutti. (Wilhemina Packard)
  • [Riguardo Milo] Cartografo, linguista e pure idraulico: strano che sia ancora scapolo! (Helga Sinclair)
  • Muovetevi, gente! Cerchiamo di farcela entro oggi! (Helga Sinclair)
  • Molière, ti avevo detto di comportarti bene con gli altri bambini. Indietro! Ho del sapone, e non ho paura di usarlo. Indietro, immonda creatura. Torna nelle fogne! (Dott. Joshua Dolce)
  • [Riguardo la sua sega] Carina, vero? Il catalogo dice che questa bestiola può segare un femore in ventotto secondi. Io scommetto di impiegarne anche la metà. (Dott. Joshua Dolce)
  • Odio pescare. Odio il pesce. Ne odio il sapore, l'odore, tutte quelle spine. (Dott. Joshua Dolce)
  • [Dopo che Milo ha appena bevuto dell'acqua da una borraccia] Non è che hai bevuto quella roba lì? Ma che sei pazzo, quella è nitroglicerina! Non ti muovere, non respirare, non fare niente di niente tranne che... pregare, forse. (Vincenzo Santorini)
  • Be', per quanto mi riguarda... mi piace far esplodere le cose. (Vincenzo Santorini)
  • [Con accento siciliano] La mia famiglia aveva un negozio di fiori. Vendevamo di tutto: rose, garofali, nontiscordardimé, tutti i tipi di fiori. Un giorno stavo preparando circa tre dozzine di mazzettini per una festa da ballo. Sai? Di quei mazzetti che si appuntano al petto, e tutti quanti mi chiedevano: «aunni si mette?», «quannu si mette?», «ci sta bene o un ci sta bene cu u vestito?». Un vero incubo. A un certo punto c'era stata una grossa perdita di gas nel negozio accanto, e... boom! Niente più lavanderia cinese. Fui sparato dritto nella finestra di fronte. Per me è stato come un segno del destino. Ho trovato me stesso in quel boom. (Vincenzo Santorini)
  • Giuro che lo ammazzo. (Comandante Rourke)
  • [Dopo che Rourke ha violentemente assalito il re di Atlantide] Questo non faceva parte dei piani. (Dott. Joshua Dolce)
  • E così la storia finisce in questo modo, eh? Bene, avete vinto! State spazzando via un'intera civiltà ma in cambio, sarete ricchi. Congratulazioni Audrey, tu e tuo padre riuscirete ad aprire la seconda officina! E Vinny, tu potrai gestire un'intera catena di fiorai, la tua famiglia sarà fiera di te! Ma tanto è questo che conta, giusto? Il denaro... (Milo Thatch)
  • Era un ordine, non un suggerimento. Muoversi! (Helga Sinclair)
  • [Ultime parole a Milo] Recupera il cristallo. Salva Atlantide. Salva mia figlia. (Re Kashekim Nedakh)
  • Venite! Libereremo la principessa, salveremo Atlantide o moriremo da eroi! E ora andiamo! (Milo Thatch)
  • Come mi piace vincere! (Comandante Rourke)
  • [Ultime parole] Niente... di personale. (Helga Sinclair)
  • [Ultime parole] Stanco, Signor Thatch?! Ah, è un vero peccato... perché io mi sto appena riscaldando! (Comandante Rourke)
  • [Dopo aver sparato un raggio laser cavalcando un pesce volante, con accento siciliano] Mizzica! Adesso sì che ragioniamo! (Vincenzo Santorini)
  • [A Milo, durante i saluti prima della partenza da Atlantide, con accento siciliano] Sai, voglio riaprire il negozio di fiori, e vi prometto che penserò a voi due ogni giorno, dal lunedì al venerdì, di novi ai cincu, il sabato fino i dui. La domenica... la domenica sai che fazzu? Mi riposo; magari ci faccio un salto per un paio d'ore, sai com'è. Ma agosto no, me lo pigghio di ferie. (Vincenzo Santorini)

Dialoghi[modifica]

  • Milo: Signor Whitmore, questo libro è la chiave per trovare il continente perduto di Atlantide.
    Whitmore: Atlantide! Non sono nato ieri, figliolo!
    Milo: No, no, guardi, guardi qua: coordinate, indicazioni... è tutto qui dentro!
    Whitmore: Sono solo geroglifici per me.
    Milo: Perché è stato scritto in una lingua che non esiste più.
    Whitmore: Quindi è inutile.
    Milo: No, no, è solo difficile. Ho passato tutta la vita a studiare lingue morte e io posso decifrarlo.
    Whitmore: Probabilmente è un falso.
    Milo: Se fosse stato un falso mio nonno l'avrebbe capito, e anch'io l'avrei capito. Sono pronto a giocarmi tutto quello che ho, tutto quello in cui credo che questo è l'autentico diario del vecchio pastore.
    Whitmore: Va bene, d'accordo. Che ci farai con quel diario?
    Milo: Be', io...troverò un finanziamento, cioè non io, il museo.
    Whitmore: Non ti crederanno.
    Milo: Glielo mostrerò! Li convincerò a crederci!
    Whitmore: Come hai fatto quest'oggi?
    Milo: Si! Be', no! Ma lei come...? Vabbè, è meglio lasciarli perdere, quelli! Troverò Atlantide da solo, anche se dovessi noleggiare una barca a remi!
    Whitmore: Congratulazioni, Milo. sono le esatte parole che volevo sentirti dire. Ma lasciamo stare la barca a remi! Noi viaggeremo con stile. [preme un pulsante che fa apparire il sottomarino in miniatura] È già tutto pronto! Tutta quanta la baracca!
    Milo: Perché?
    Whitmore: Per anni tuo nonno mi ha fatto una testa così con quel vecchio libro. Io non gli ho mai creduto. Alla fine feci una scommessa con quel filibustiere e gli dissi: «Thatch! Se tu riuscirai a trovare quel diario, non solo ti finanzierò la spedizione, ma ti darò un bel bacio sulla bocca!» [ mostra una foto di lui e di Thaddeus Thatch disgustati] Pensa che imbarazzo quando trovò quel dannato coso! Lo so che tuo nonno non c'è più, Milo. Pace all'anima sua, ma Preston Whitmore è un uomo di parola. [ si rivolge al quadro] Hai sentito, Thatch?! Andrò all'altro mondo con la coscienza pulita, per tutti i fulmini! [ sospira] Tuo nonno era un grand'uomo, forse tu non te ne rendi neanche conto. Quei buffoni del museo lo hanno gettato nella polvere, lo hanno umiliato. Quando morì era un uomo a pezzi. Se potessi avere anche solo uno straccio di prova, per me sarebbe già una vittoria.
  • Milo Thatch: Be', se devo partire, dovrò lasciare il mio lavoro.
    Whitmore: Già fatto. Ti sei dimesso quest'oggi.
    Milo Thatch: E come lo sa?
    Preston B. Whitmore: Non lascio le cose in sospeso.
    Milo Thatch: Be', il mio appartamento, dovrò avvisare...
    Preston B. Whitmore: Ci ho pensato io.
    Milo Thatch: I miei vestiti?
    Preston B. Whitmore: In valigia.
    Milo Thatch: I miei libri?
    Whitmore: In magazzino.
    Milo Thatch: Il mio gatto? [Fluffy, il gatto di Milo, appare all'improvviso miagolando] ...Mamma mia.
  • Cookie: Bionda, io e te dobbiamo fare un discorsetto!
    Helga [a Milo]: Non te ne andare. [a Cookie] Stavolta che c'è, Cookie?
    Cookie: Hai riempito fino all'orlo la mia cucina mobile di scemenze! [prende una cassa con delle spezie e comincia a svuotarla] Guarda che roba! Cannella, origano, coriandolo! Cosa diavolo fritto e panato sarebbe il coriandolo?!? [la getta furiosamente via] E questa cosa sarebbe?
    Helga Sinclair: Sarebbe lattuga.
    Cookie: Lattuga?! Lattuga?!?
    Helga Sinclair: Sì, è una verdura, Cookie! Fa parte dei quattro principali gruppi alimentari.
    Cookie: Ce li ho, i quattro principali gruppi alimentari: fagioli, pancetta, whisky e lardo! [si sente il fischio del sottomarino]
    Helga: Va bene cowboy, raccogli tutto e datti una mossa!
  • Vincenzo Santorini [con accento siciliano]: Ehi, picciriddu, ti vuoi fare un giro sulle giostrine? Sono là dietro.
    Milo Thatch: Scusi? Mi scusi? Le è caduta la di... di... dinamite?! [ride nervosamente] E... cos'altro c'è di bello lì dentro?
    Vincenzo Santorini [con accento siciliano]: Ehm... polvere da sparo, nitroglicerina, block notes, micce, stoppini, colla e... qualche graffetta, di quelle grandi. Insomma, hai capito: fornitura per l'ufficio!
  • Milo Thatch: Sai, non faccio campeggio da... l'ultima volta mi ci ha portato mio nonno.
    Audrey: Non ho mai avuto occasione di conoscerlo. Dimmi, che tipo era?
    Milo Thatch: Da dove cominciare? Per me è stato proprio come un padre. I miei genitori sono morti quando ero piccolo e lui mi ha preso con sé. [ride]
    Audrey: Che c'è?
    Milo Thatch: No, stavo solo pensando. Una volta avevo otto anni, stavamo facendo un'escursione lungo un torrente e io vidi qualcosa che brillava nell'acqua; era un'autentica punta di freccia. Be', per come me ne parlò mio nonno mi convinsi di aver scoperto una civiltà perduta. Da grande mi resi conto che quella punta di freccia non era altro che argilla compressa e pirite di zinco a forma di triangolo isoscele.
    Molière: Ahaha! Che storia carina!
    Milo Thatch: Dimmi, Audrey. Ehm, non per offendere, ma com'è che una ragazzina diventa il capo meccanico di una spedizione multimilionaria?
    Audrey: Lo sono da quando mio padre è andato in pensione; ma la cosa buffa è che lui avrebbe voluto dei figli maschi, uno per gestire l'officina e l'altro perché diventasse il campione dei pesi medi. E invece ha avuto me e mia sorella.
    Milo Thatch: E cosa fa tua sorella?
    Audrey: Ventiquattro incontri vinti, e forse titolo mese prossimo. Comunque, sto risparmiando per aprire un'altra officina col mio paparino.
    Milo Thatch: Ha scordato il pigiama, signora Packard?
    Wilhemina Packard: Io dormo sempre nuda.
    Dott. Joshua Dolce [dando a Milo una mascherina per gli occhi]: Tieni, ne avrai bisogno; è sonnambula.
    Vincenzo Santorini: Be', per quanto mi riguarda... mi piace far esplodere le cose.
    Dott. Joshua Dolce: Eddai, Vinny, dì la verità al ragazzo.
    Vincenzo Santorini [con accento siciliano]: La mia famiglia aveva un negozio di fiori. Vendevamo di tutto: rose, garofali, nontiscordardimé, tutti i tipi di fiori. Un giorno stavo preparando circa tre dozzine di mazzettini per una festa da ballo. Sai? Di quei mazzetti che si appuntano al petto, e tutti quanti mi chiedevano: «aunni si mette?», «quannu si mette?», «ci sta bene o un ci sta bene cu u vestito?». Un vero incubo. A un certo punto c'era stata una grossa perdita di gas nel negozio accanto, e... boom! Niente più lavanderia cinese. Fui sparato dritto nella finestra di fronte. Per me è stato come un segno del destino. Ho trovato me stesso in quel boom.
    Milo Thatch: E la storia di Molière?
    Dott. Joshua Dolce: Devi credermi, è meglio non saperla. Audrey, non dirgliela. L'ha raccontata a me, so quello che dico e ti assicuro che è meglio non saperla.
  • Dott. Joshua Dolce: Allora? Che cosa farai?
    Milo Thatch: Come, scusa?
    Dott. Joshua Dolce: Ti ho seguito fin qui, e ti seguirò se te ne andrai. Decidi tu.
    Milo Thatch: Decidere io? Be', abbiamo visto tutti quale effetto hanno le mie decisioni. Per riassumere, ho guidato una banda di vandali profanatori verso la più grande scoperta archeologica della storia permettendo così il rapimento e/o lo sterminio della famiglia reale, senza contare che ho consegnato personalmente l'energia più potente che l'uomo conosca nelle mani di un folle senza scrupoli che la venderà al Kaiser! Ho dimenticato qualcosa?!
    Dott. Joshua Dolce: Hai incendiato l'accampamento e ci hai fatto finire in quel buco.
    Milo Thatch: Grazie! Grazie tante!
    Dott. Joshua Dolce: La mia esperienza insegna che quando hai toccato il fondo non puoi che risalire.
    Milo Thatch: Chi te l'ha detto?
    Dott. Joshua Dolce: Un tizio che si chiamava Thaddeus Thatch.
  • Audrey: Dove stai andando?
    Milo Thatch: A inseguire Rourke.
    Audrey: Milo, è una pazzia!
    Milo Thatch: Non ho detto che sia una cosa intelligente, ma è la cosa giusta da fare!
    Audrey: Andiamo! È meglio assicurarci che non si faccia del male. Milo. Cosa pensi di fare?
    Milo Thatch: Tu fa come me.
    Wilhelmina Packard: Caspita! Che fenomeno!
    Milo Thatch: È semplice. Non devi fare altro che...
    Audrey: Sì! sì! Sappiamo. L'abbiamo capito.
    Milo Thatch: No! No! No! Aspetta! Dolcemente. Con molta delicatezza.
    Vincenzo Santorini: Ehi Milo. Non c'è un modello più sportivo? Che ne so? Un tonno magari.
    Soldato Atlantinese: Come si fa, Milo?
    Milo Thatch: È semplice. Basta usare i cristalli. Me la insegnato Kida. Mezzo giro a destra, un quarto di giri indietro e tenete la mano sul pannello.
    Cookie: In sella! Portate carne fresca e pallottole.
    Molière: Son cosi eccitato!
    Milo Thatch: Coraggio! Ci siamo! Libereremo la principessa, salveremo Atlantide o moriremo da eroi! E ora andiamo!

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