Giuseppe Fiori

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Giuseppe Fiori (1923 – 2003), scrittore e giornalista italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Baroni in Laguna[modifica]

IL FATTACCIO
Era notte di luna grande e partì un colpo
Era una notte sbagliata, per pescatori di frodo; di quelle, chiari e miti, che alle guardie non gli costa sacrificio andarsene in giro di perlustrazione sopra una barca vicino a riva o appostate in mezzo ai canneti lungo le gronde,. Lo stagno è calmo, un olio. E al biancore di luna, se ai custodi va di muoversi, l'abusivo si fa presto a distinguerlo, poi sistemarlo diventa un gioco, calci e pugni per cominciare, e la denuncia ai carabinieri.
Ma sino a non molto prima, per tutto ottobre, il tempo era stato da lupi, nell'Oristanese: giorni e giorni di cielo guasto, e acqua e vento, i trattori fermi nelle campagne allagate sembravano galleggianti, qualcosa come resti di naviglio alla deriva. Un flagello, vengono allora momenti brutti, per chi vive zappando alla giornata, lavoro nessuno più ne dà. Però anche si fanno ideali le condizioni nello stagno: il pescatore di frodo ha complici il buio, il freddo, il vento che aguzza la pioggia ad aghi gelati (di sorveglianti in giro non se ne vede, tenuti a letto dalla tempesta) e senza paura di improvvisate può immergersi calmo e rimanere in acqua il tempo che ci vuole. La sera del 28 ottobre '58, riuniti a bere in una bettola di Baratili San Pietro, Angelo Mura, Raimondo Simbula, Giovanni Fanari e i fratelli Giovanni e Francesco Enna avevano deciso di approfittarne anch'essi. Si sarebbero trovati l'indomani, dopo il tramonto, in un punto detto Istadi, all'estremo nord dello stagno.

La società del malessere[modifica]

IN LUOGO D'INTRODUZIONE
Quando la terra ha sete.
Quest'inverno del '51 si ricorderà per molto. Di buon mattino vado a Bòrore, poi a Santulussurgiu e ancora a Silanus, Mamoiada, Orgosolo. È giorno grigio, il corbezzolo brilla di pioggia: acqua tardiva, purtroppo. L'avevano invocata a fine estate, allora per i pascoli è tutta salute. Torna il primo pelo di pastura, e l'inverno che s'avvicina non impensierisce. Ma deve piovere in ottobre, massimo novembre: è in questi mesi che il pastore, vedendo l'ovile abbeverato, sogna l'erba alta da lisciare i fianghi delle bestie. Invece nulla, mesi e mesi di cielo asciutto, nuvole e vento, una rovina. E le campagne, inaridite come da una semina di sale, hanno adesso colore di malattia, terra nuda ingiallita da un dito d'erba secca. Attunzu ispìlidu pastore famìdu, autunno spelato (senz'erba) pastore affamato. Così è andata, quest'anno. Le pecore cominciano a girare la testa ed a cadere, esauste.

Bibliografia[modifica]

  • Giuseppe Fiori, Baroni in Laguna, Universale Laterza, Bari, 1977.
  • Giuseppe Fiori, La società del malessere, Universale Laterza, Bari, 1977.

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