Beatrice Veronese
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Beatrice Veronese (1996 – vivente), rugbista a 15 italiana.
Marco Pastonesi, ilfoglio.it, 22 marzo 2025.
- [Sul rugby] Come un amore a prima vista, ma solo dopo una lunga rincorsa. Otto anni di danza classica: la mia educazione. Poi kayak, tutti i giorni, anche due volte al giorno: la mia sfida. Finché a 17 anni, in quinta superiore, su invito di un'amica, ho provato. E mi è piaciuto da matti: la mia passione. Per un po' ho raddoppiato, kayak la mattina all'alba, rugby la sera al tramonto, e intanto la scuola, con tanto di esami di maturità. Fin troppo. E quando ho dovuto scegliere, nessun dubbio: rugby.
- Lo so, può suonare retorico, ma è la verità vera: il rugby prepara alla vita. Perché ti insegna ad adattarti, sostenere, fissare un obiettivo comune e non perderlo di vista, affrontare difficoltà e imprevisti. Che su un campo, per quanto si possa pianificare, programmare, prevedere, difficoltà e imprevisti si moltiplicano sempre diversi, sempre nuovi. E così è anche nella vita quotidiana.
- [Sul rugby] Per me, per il mio ruolo e i miei compiti, a tutto campo, attacco e difesa, mischie chiuse e gioco aperto, è lavoro sporco. Che non significa falloso o trasgressivo, ma oscuro se non invisibile. Però è quello che contribuisce alla buona riuscita del gioco. Lotta, combattimento, disponibilità. Punti di incontro alla conquista del possesso del pallone. Fondamentale. E meraviglioso.
- Non esistono sport maschili o femminili. Esistono gli sport e, piuttosto, modi diversi di interpretarli, praticarli, viverli.
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