Lucio Dalla

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Lucio Dalla nel 2008

Lucio Dalla (1943 – 2012), cantautore, musicista e attore italiano.

Citazioni di Lucio Dalla[modifica]

  • [Rino Gaetano] Credo che nella categoria, diciamo, "cantautori" fosse quello più anomalo rispetto alla regola.[fonte 1]
  • Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato.[1]
  • [Su Rino Gaetano] Faceva l'autostop con la chitarra a tracolla e gli diedi un passaggio per Roma dove andava alla ricerca di un contratto. Mi fece sentire le sue canzoni in anteprima e lo portai da Vincenzo Micocci che poi lo lanciò.[fonte 2]
  • La bellezza di Totò è la bellezza di Napoli. Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per Totò. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. [...] Sono stato influenzato dall'esistenza di Totò sotto tutte le forme, per me era un mito.[fonte 3]
  • La fede cristiana è il mio unico punto fermo, è l'unica certezza che ho.[fonte 4]
  • Le cose non si cambiano solo con le piazze, si inizia anche dagli individui, ad esempio leggendo libri. Però si deve essere liberi intellettualmente. Invece, ancora oggi, quando ho detto che considero Julius Evola un artista degno di interesse, ho suscitato scandalo in certa stampa di sinistra, in modo prevenuto e superficiale.[fonte 5]
  • Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli.[2]
  • Se oggi senti le canzoni trasmesse dai primi cinque-sei network sono sempre quelle canzoni che circolano... La cosa curiosa è che anche oggi, molto spesso senti le canzoni di Gaetano.[fonte 6]
  • Un posto unico al mondo. [...] Come non ricordare quando venni a Matera con Francesco De Gregori, a luglio del 2010. Il concerto fu rinviato per pioggia e io ne approfittai con Francesco per conoscerla da vicino e recuperarla nella memoria. Fu un giorno importante perché scoprii da vicino l'unicità di Matera, un miracolo del tempo, di una felice armonia fra la storia e la contemporaneità.[fonte 7]

Citazioni tratte da canzoni[modifica]

Per approfondire, vedi: Dalla De Gregori e Dalla Morandi.

Storie di casa mia[modifica]

Lucio Dalla nel 1971

Etichetta: RCA Italiana, 1971, prodotto da Roberto Formentini.

  • Dice che era un bell'uomo e veniva, | veniva dal mare, | parlava un'altra lingua, | però sapeva amare | e quel giorno lui prese a mia madre | sopra un bel prato, | l'ora più dolce prima di essere ammazzato. (da 4/3/1943[3], lato B, n. 3)
  • Così lei restò sola nella stanza, | la stanza sul porto | con l'unico vestito | ogni giorno più corto. | E benché non sapesse il nome | e neppure il paese | m'aspettò come un dono d'amore | fino dal primo mese. (da 4/3/1943[3], lato B, n. 3)
  • Compiva sedici anni | quel giorno la mia mamma, | le strofe di taverna | le cantò la ninna nanna. | E stringendomi al petto che sapeva, | sapeva di mare, | giocava a far la donna | col bambino da fasciare. (da 4/3/1943[3], lato B, n. 3)
  • E forse fu per gioco | o forse per amore | che mi volle chiamare | come Nostro Signore. | Della sua breve vita il ricordo, | il ricordo più grosso | è tutto in questo nome | che io mi porto addosso. (da 4/3/1943[3], lato B, n. 3)
  • E ancora adesso che gioco a carte | e bevo vino | per la gente del porto | mi chiamo Gesù bambino. (da 4/3/1943[3], lato B, n. 3)

Piazza Grande/Convento di pianura[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1972.

  • Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è | sulle panchine in Piazza Grande, | ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è. || Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me, | gli innamorati in Piazza Grande, | dei loro guai, dei loro amori tutto so, sbagliati e no. (da Piazza Grande[4])
  • Una famiglia vera e propria non ce l'ho | e la mia casa è Piazza Grande, | a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho. || Con me di donne generose non ce n'è, | rubo l'amore in Piazza Grande, | e meno male che briganti come me qui non ce n'è. (da Piazza Grande[4])
  • A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io, | avrei bisogno di pregare Dio, | ma la mia vita non la cambierò mai mai, | a modo mio quel che sono l'ho voluto io. (da Piazza Grande[4])
  • Lenzuola bianche per coprirci non ne ho | sotto le stelle in Piazza Grande | e se la vita non ha sogni io li ho e te li do. || E se non ci sarà più gente come me | voglio morire in Piazza Grande, | tra i gatti che non han padrone come me attorno a me. (da Piazza Grande[4])

Il giorno aveva cinque teste[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1973, prodotto da Roberto Formentini.

  • Una colomba segnata di sangue | vola dal cuore e cade per terra | la ragazza con i capelli | scuote la polvere della pietra | poi trascinata dalla memoria | corre nei campi di Volterra | rossi covoni e bianco il mare | mentre il giorno divampa e il fuoco | Cala la sera, guerrieri combattono | [...] | La gente uccisa, città incendiate | ricordi spenti, dimenticati | splendono solo i giorni beati | della vita che dura un mattino | l'inverno è neve, l'estate è sole (da La bambina[5], n. 8)

Automobili[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1976, prodotto da Renzo Cremonini e Mario Vicari.

  • Nuvolari è basso di statura, | Nuvolari è al di sotto del normale, | Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa, | Nuvolari ha un corpo eccezionale, | Nuvolari ha le mani come artigli, | Nuvolari ha un talismano contro i mali, | il suo sguardo è di un falco per i figli, | i suoi muscoli sono muscoli eccezionali! | Gli uccelli nell'aria perdono l'ali quando passa Nuvolari! | Quando corre Nuvolari mette paura? | Perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura. (da Nuvolari[5], lato A, n. 3)
  • Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente arriva in mucchio e si stende sui prati, | quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore | e finalmente quando sente il rumore | salta in piedi e lo saluta con la mano, | gli grida parole d'amore | e lo guarda scomparire | come guarda un soldato a cavallo, | a cavallo nel cielo di Aprile! (da Nuvolari[5], lato A, n. 3)
  • Nuvolari è bruno di colore, | Nuvolari ha la maschera tagliente, | Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, | di morire non gli importa niente, | corre se piove, corre dentro al sole, | tre più tre per lui fa sempre sette, | con l'Alfa rossa fa quello che vuole, | dentro al fuoco di cento saette! (da Nuvolari[5], lato A, n. 3)
  • Il motore del 2000 sarà bello e lucente, | sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato, | avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina... | Lo potrà respirare un bambino o una bambina. [...] Ma seguendo le nostre cognizioni | nessuno ancora sa dire come sarà, cosa farà | nella realtà il ragazzo del 2000, | questo perché nessuno lo sa. (da Il motore del 2000[5], lato B, n. 2)

Come è profondo il mare[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1977, prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini.

  • Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale. (da Disperato erotico stomp, lato B, n. 1)
  • Girando ancora un poco ho incontrato | uno che si era perduto, | gli ho detto che nel centro di Bologna | non si perde neanche un bambino, | mi guarda con la faccia un po' stravolta | e mi dice "sono di Berlino". (da Disperato erotico stomp, lato B, n. 1)

Lucio Dalla[modifica]

Etichetta: RCA Italiana, 1979, prodotto da Alessandro Colombini.

  • Anna come sono tante, Anna permalosa, | Anna bello sguardo, | sguardo che ogni giorno | perde qualcosa, | se chiude gli occhi lei lo sa, | stella di periferia, | Anna con le amiche, | Anna che vorrebbe andar via. (da Anna e Marco, lato B, n. 1)
  • E la luna è una palla | ed il cielo è un biliardo | quante stelle nei flippers | sono più di un miliardo, | Marco dentro a un bar | non sa cosa farà, | poi c'è qualcuno che trova una moto, | si può andare in città. (da Anna e Marco, lato B, n. 1)
  • Anna avrebbe voluto morire, | Marco voleva andarsene lontano, | qualcuno li ha visti volare | tenendosi per mano. (da Anna e Marco, lato B, n. 1)
  • Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po' | e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. | Da quando sei partito c'è una grossa novità, | l'anno vecchio è finito ormai | ma qualcosa ancora qui non va. (da L'anno che verrà, lato B, n. 5)
  • Si esce poco la sera, compreso quando è festa | e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra. | E si sta senza parlare per intere settimane | e a quelli che hanno niente da dire | del tempo ne rimane., lato B, n. 5)
  • Ma la televisione ha detto che il nuovo anno | porterà una trasformazione | e tutti quanti stiamo già aspettando | sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, | ogni Cristo scenderà dalla croce | anche gli uccelli faranno ritorno. | Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, | anche i muti potranno parlare | mentre i sordi già lo fanno. (da L'anno che verrà, lato B, n. 5)
  • E si farà l'amore, ognuno come gli va | anche i preti potranno sposarsi | ma soltanto a una certa età. | E senza grandi disturbi qualcuno sparirà | saranno forse i troppo furbi | e i cretini di ogni età. (da L'anno che verrà, lato B, n. 5)
  • Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico | e come sono contento | di essere qui in questo momento | vedi, vedi, vedi, vedi, | vedi, caro amico, cosa si deve inventare | per poter riderci sopra | per continuare a sperare. | E se quest'anno poi passasse in un istante, | vedi amico mio, | come diventa importante | che in questo istante ci sia anch'io. (da L'anno che verrà, lato B, n. 5)
  • L'anno che sta arrivando | tra un anno passerà, | io mi sto preparando: | è questa la novità. (da L'anno che verrà, lato B, n. 5)

Dalla[modifica]

Lucio Dalla negli anni '80

Etichetta: RCA Italiana, 1980, prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini.

  • Prendi il cielo con le mani | vola più in alto degli aeroplani | non fermarti. | Sono pochi gli anni forse sono solo giorni | e stan finendo tutti in fretta e fila | non ce n'è uno che ritorni. (da Balla balla ballerino, lato A, n. 1)
  • Cosa ho davanti, non riesco più a parlare | dimmi cosa ti piace, non riesco a capire | dove vorresti andare | vuoi andare a dormire. (da Cara, lato B, n. 2)
  • Quanti capelli che hai, | non si riesce a contare, | sposta la bottiglia, | lasciati guardare | se di tanti capelli ci si può fidare. (da Cara, lato B, n. 2)
  • Conosco un posto nel mio cuore | dove tira sempre il vento | per i tuoi pochi anni | e per i miei che sono cento | e non c'è niente da capire | basta sedersi ed ascoltare. | Perché ho scritto una canzone per ogni pentimento | e debbo stare attento a non cadere nel vino | o finir dentro ai tuoi occhi | se mi vieni più vicino... (da Cara, lato B, n. 2)
  • La notte ha il suo profumo e puoi cascarci dentro, | che non ti vede nessuno | ma per uno come me, poveretto, che voleva prenderti per mano | e cascare dentro un letto | che pena, che nostalgia | non guardarti negli occhi e dirti un'altra bugia. | Almeno non t'avessi incontrato | io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato. (da Cara, lato B, n. 2)
  • Chissà, chissà domani | su che cosa metteremo le mani, | se si potrà contare ancora le onde del mare | e alzare la testa. | Non esser così seria, | rimani. (da Futura, lato B, n. 4)
  • Nascerà e non avrà paura nostro figlio | e chissà come sarà lui domani, | su quali strade camminerà, | cosa avrà nelle sue mani, le sue mani, | si muoverà e potrà volare, | nuoterà su una stella, | come sei bella | e se è una femmina si chiamerà | Futura. || Il suo nome detto questa notte | mette già paura, | sarà diversa, bella come una stella | sarai tu in miniatura. (da Futura, lato B, n. 4)

Bugie[modifica]

Etichetta: Pressing, 1985.

  • Se io fossi un angelo | chissà cosa farei | alto, biondo, invisibile | che bello che sarei | e che coraggio avrei. (da Se io fossi un angelo, n. 1)
  • Io so che gli angeli sono milioni di milioni | e che non li vedi nei cieli ma tra gli uomini | sono i più poveri e i più soli | quelli presi dalle reti. (da Se io fossi un angelo, n. 1)

DallAmeriCaruso[modifica]

Etichetta: RCA Italiana/Pressing, 1986, prodotto da Roberto Costa.

  • Qui dove il mare luccica | e tira forte il vento | su una vecchia terrazza | davanti al golfo di Sorrento | un uomo abbraccia una ragazza | dopo che aveva pianto | poi si schiarisce la voce | e ricomincia il canto. (da Caruso, n. 1)
  • Te voglio bene assaje | ma tanto, tanto bene sai, | è una catena ormai | che scioglie il sangue dint'e vene sai. (da Caruso, n. 1)
  • Vide le luci in mezzo al mare | pensò alle notti là in America | ma erano solo le lampare | e la bianca scia di un'elica. | Sentì il dolore nella musica | si alzò dal pianoforte | ma quando vide la luna uscire da una nuvola | gli sembrò più dolce anche la morte. | Guardò negli occhi la ragazza, | quegli occhi verdi come il mare, | all'improvviso uscì una lacrima | e lui credette di affogare. (da Caruso, n. 1)
  • Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso, | che con un po' di trucco e | con la mimica puoi diventare un altro, | ma due occhi che ti guardano, così vicini e veri | ti fan scordare le parole, confondono i pensieri. (da Caruso, n. 1)
  • Così diventa tutto piccolo | anche le notti là in America | ti volti e vedi la tua vita | come la scia di un'elica. | Ma sì, è la vita che finisce, | ma lui non ci pensò poi tanto, | anzi si sentiva già felice | e ricominciò il suo canto. (da Caruso, n. 1)

Cambio[modifica]

Etichetta: Pressing, 1990, prodotto da Bruno Mariani.

  • C'è una casetta piccola così | con tante finestrelle colorate | e una donnina piccola così | con due occhi grandi per guardare. | E c'è un omino piccolo così | che torna sempre tardi dal lavorare | e ha un cappello piccolo così | con dentro un sogno da realizzare | e più ci pensa | più non sa aspettare. (da Attenti al lupo[6], n. 1)
  • Amore mio non devi stare in pena | questa vita è una catena | qualche volta fa un po' male. | Guarda come son tranquilla io | anche se attraverso il bosco | con l'aiuto del buon Dio | stando sempre attenta al lupo. (da Attenti al lupo[6], n. 1)
  • Laggiù c'è un prato piccolo così | con un gran rumore di cicale | e un profumo dolce e piccolo così | amore mio è arrivata l'estate | amore mio è arrivata l'estate. | E noi due qui distesi a far l'amore | in mezzo a questo mare di cicale | questo amore piccolo così | ma tanto grande che mi sembra di volare | e più ci penso più non so aspettare. (da Attenti al lupo[6], n. 1)
  • Vorrei entrare dentro i fili di una radio | e volare sopra i tetti delle città, | incontrare le espressioni dialettali, | mescolarmi con l'odore del caffè, | fermarmi sul naso dei vecchi mentre leggono i giornali | e con la polvere dei sogni volare e volare | al fresco delle stelle, anche più in là. (da Le rondini, n. 4)
  • Vorrei girare il cielo come le rondini | e ogni tanto fermarmi qua e là, | aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici | e come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità. (da Le rondini, n. 4)
  • Vorrei seguire ogni battito del mio cuore | per capire cosa succede dentro e cos'è che lo muove, | da dove viene ogni tanto questo strano dolore, | vorrei capire insomma che cos'è l'amore, | dov'è che si prende, dov'è che si dà. (da Le rondini, n. 4)

Canzoni[modifica]

Etichetta: BMG, 1996, prodotto da Mauro Malvasi.

  • Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota | e corro veloce per la mia strada | anche se non è più la stessa strada | anche se non è più la stessa cosa. (da Ayrton[7], n. 1)
  • Non so aspettarti più di tanto, | ogni minuto mi dà | l'istinto di cucire il tempo | e di portarti di qua, | ho un materasso di parole | scritte apposta per te | e ti direi spegni la luce | che il cielo c'è. (da Canzone[8], n. 2)
  • Testa dura, testa di rapa | vorrei amarti anche qua | nel cesso di una discoteca | o sopra al tavolo di un bar. | O stare nudi in mezzo al campo | a sentirsi addosso il vento | io non chiedo più di tanto | anche se muoio son contento. (da Canzone[8], n. 2)
  • Stare lontano da lei | non si vive, | restare senza di lei | mi uccide. (da Canzone[8], n. 2)
  • Canzone, cercala se puoi, | dille che non mi perda mai | Và per le strade tra la gente, | diglielo veramente. (da Canzone[8], n. 2)
  • Io i miei occhi dai tuoi occhi | non li staccherei mai, | adesso anzi io me li mangio | tanto tu non lo sai. | Occhi di mare senza scogli | il mare sbatte su di me | che ho sempre fatto solo sbagli | ma uno sbaglio che cos'è? (da Canzone[8], n. 2)
  • E come lacrime la pioggia | mi ricorda la sua faccia, | io la vedo in ogni goccia | che mi cade sulla giacca. (da Canzone[8], n. 2)
  • Vorrei essere il vestito che porterai | il rossetto che userai | vorrei sognarti come non ti ho sognato mai | ti incontro per strada e divento triste | perché poi penso che te ne andrai. (da Tu non mi basti mai, n. 3)
  • Vorrei essere l'acqua della doccia che fai | le lenzuola del letto dove dormirai | l'hamburger di sabato sera che mangerai... che mangerai | vorrei essere il motore della tua macchina | così di colpo mi accenderai. (da Tu non mi basti mai, n. 3)
  • Tu, tu non mi basti mai | davvero non mi basti mai | tu, tu dolce terra mia | dove non sono stato mai. (da Tu non mi basti mai, n. 3)
  • Debbo parlarti come non faccio mai | voglio sognarti come non ti sogno mai | essere l'anello che porterai | la spiaggia dove camminerai | lo specchio che ti guarda se lo guarderai, guarderai. | Vorrei essere l'uccello che accarezzerai | io dalle tue mani non volerei mai. (da Tu non mi basti mai, n. 3)
  • Vorrei essere la tomba quando morirai | e dove abiterai | il cielo sotto il quale dormirai. | Così non ci lasceremo mai | neanche se muoio e lo sai. (da Tu non mi basti mai, n. 3)
  • Ballando ballando | non sono mai stanco | mi muovo d'istinto yeah. (da Ballando ballando[9], n. 5)

Luna Matana[modifica]

Etichetta: Pressing, 2001, prodotto da Roberto Costa.

  • La prua della barca taglia in due il mare | ma il mare si riunisce e rimane sempre uguale | e tra un greco, un normanno, un bizantino | io son rimasto comunque siciliano. (da Siciliano[10], n. 2)

Il contrario di me[modifica]

Etichetta: Pressing, 2007.

  • Ma se la luce scende, il mio cuore rimane lì, | se c'è un pensiero che l'accende è cercare il lunedì. (da Lunedì[11], n. 8)

Citazioni su Lucio Dalla[modifica]

Lucio Dalla nel 1972
  • È uno scarto psichico inevitabile, una sensazione di imbarazzo, un sapore di fregatura sistematica: un omosessuale non pubblicamente dichiarato che quindi se ne strafotta della morale sessuale cattolica, che mai nulla ha espresso contro l'omofobia di matrice clericale che impesta il suo Paese, che mai una volta ha preso posizione aperta per i diritti calpestati dei cittadini suoi simili di sventura politica e civile e razziale, un tipo così che, per esempio, scrive e canta il suo amore per una donna viene prima (per mediocrità di carattere, ipocrisia deliberata, amore del quieto vivere a discapito di chi lotta per i suoi stessi diritti da lui per primo negati) della bellezza o bruttezza della sua dedica impropriamente musicata. Non vedi l'omaggio alla donna, vedi la ridicola falsità e la necessità estetica per conto terzi che vi soggiace. (Aldo Busi)
  • Io sono arrabbiato nero, sono furioso su questa faccenda di Dalla e dei suoi funerali. Abbiamo cominciato e proseguito con una ipocrita consegna del silenzio a proposito di Marco Alemanno. Si è parlato di amico del cuore, di principale collaboratore... Marco era semplicemente il compagno di Dalla, li incontravo spesso all'edicola di Porta san Vitale, non sbandieravano nulla ma non nascondevano nulla. Lucia ha ragione da vendere. Se Dalla si fosse sposato con Marco a New York o a Oslo o a Madrid, come hanno fatto molte coppie bolognesi, non avrebbe mai avuto funerali a San Petronio, chiesa-simbolo di proprietà del Comune ma gestita dalla Curia bolognese. (Franco Grillini)
  • Mi fa fatica parlare di lui, ogni angolo di Bologna che giro, lì c'è un ricordo di lui. Pensa che l'ultima cosa che ha fatto è stato Sanremo, lui non voleva, l'ho quasi ricattato. E dopo 15 giorni è morto. (Gianni Morandi)
  • Mi ha dato un sostenuto fastidio vedere quante testimonianze si incentravano su chi ricordava piuttosto che su Lucio. Io, io, io... Quell'io protagonista a tutti i costi, al di là del buon gusto, al di là della vergogna, crogiolante, al calduccio dei riflettori accesi. Ma lì di protagonisti ce n'era, più che mai, uno solo. Adesso, spero, si spegneranno i «ricordi» e andrà avanti potente, aristocratica e popolare la sua musica. (Mina)
  • Se chiudo gli occhi mi viene in mente un Sanremo 1971. Mi viene in mente un signore con la barba, ovvero Lucio Dalla, che canta "4 marzo 1943". Mi colpì molto quel brano, anche perché io sono nato in marzo, quindi la canzone esercitava in me, bambino, un grande fascino. Una canzone poi che mi ha dato un grande brivido e non a caso l'ho voluta nei promo del Festival. (Carlo Conti)

Collaborazioni[modifica]

Note[modifica]

  1. Da Il Venerdì di Repubblica, 25 marzo 2011, citato in Paolo Jachia, Lucio Dalla, Giullare di Dio, Un profilo artistico, Àncora, Milano, 2013. ISBN 978-88-514-1183-1, p. 26.
  2. Citato da Roberto Saviano in Antonio Tricomi, Napoli piange Lucio Dalla "Abbiamo perso un poeta", La Repubblica, Napoli.it, 27 febbraio 2017.
  3. a b c d e Testo di Paola Pallottino.
  4. a b c d Testo di Lucio Dalla e Ron.
  5. a b c d e Testo di Roberto Roversi.
  6. a b c Testo di Ron.
  7. Testo di Paolo Montevecchi.
  8. a b c d e f Testo di Lucio Dalla e Samuele Bersani.
  9. Testo di Angelo Messini.
  10. Testo di Lucio Dalla e Angelo Messini.
  11. Testo di Lucio Dalla e Marco Alemanno.

Fonti[modifica]

  1. Dal programma televisivo Vite Straordinarie, Rete 4, 1º maggio 2010.Video disponibile su Youtube.com (min. 8:10).
  2. Citato in Andrea Laffranchi, Scoprì giovani talenti da Rino Gaetano a Carone, Corriere della Sera, 2 marzo 2012.
  3. Dal programma televisivo Lucio Dalla presenta Totò, Sky Cinema Italia. Video disponibile su Youtube.com.
  4. Citato in Avvenire, 1º marzo 2012.
  5. Dall'intervista di Mario De Santis, Dalla, di sinistra ma con riserva, Repubblica.it, 11 novembre 2008.
  6. Dal programma televisivo Vite Straordinarie, Rete 4, 1º maggio 2010. Video disponibile su Youtube.com.
  7. Citato in Lucio Dalla: vale la pena di vivere un po' a Matera, Lagazzettadelmezzogiorno.it, 6 febbraio 2012.

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]