Cowboy (film 1958)
Aspetto
Cowboy
| Titolo originale |
Cowboy |
|---|---|
| Lingua originale | inglese |
| Paese | Stati Uniti d'America |
| Anno | 1958 |
| Genere | western |
| Regia | Delmer Daves |
| Soggetto | Frank Harris |
| Sceneggiatura | Edmund H. North, Dalton Trumbo |
| Produttore | Julian Blaustein |
| Interpreti e personaggi | |
|
|
| Doppiatori italiani | |
|
|
Cowboy, film statunitense del 1958 con Glenn Ford e Jack Lemmon, regia di Delmer Daves.
Dialoghi
[modifica]
Citazioni in ordine temporale.
- Frank: Signor Vidal, amo sua figlia e voglio sposarla.
Vidal: Se lo levi pure di testa, giovanotto, perché il nostro mondo è troppo diverso dal suo.
Frank: Ma io non ho nessuna intenzione di continuare con questo mestiere: io sono venuto qui per fare l'allevatore di bestiame. E col bestiame si possono fare soldi.
Vidal: Nel nostro mondo, i soldi valgono soltanto se sono stagionati. - Tom: E ti piacciono i cavalli?
Frank: Sicuro! E molto.
Tom: Lo sospettavo. Be', sei un idiota. E un sognatore, che poi è anche peggio. Ma lo sai cos'è la prateria? Polvere tutto il giorno, la guazza di notte: bisogna essere scemi per volere quella vita. E poi tutte quelle altre balle sui cavalli: la fedeltà del cavallo, l'intelligenza del cavallo. Che intelligenza? Ma lo sai che il cavallo ha un cervello grosso come una noce? Sono cattivi, traditori e stupidi: basta il fatto che si vendono per un pugno di biada. L'uomo non può voler bene al cavallo. L'uomo tollera il cavallo soltanto per... per non andare a piedi. - Carrettiere: Non so perché i cowboy piacciono tanto alle donne.
Charlie: Io sì. Perché alle donne piace l'odore dei cavalli: sa di maschio.
Carrettiere: Sarà, ma per me l'odore dei cavalli non funziona: come arrivo, le donne se ne vanno.
Charlie: Forse non frequenti cavalli per bene.
Citazioni su Cowboy
[modifica]- Basato sui ricordi mendaci di Frank Harris, è un godibile western d'atmosfera, più romantico che realistico, giocato sugli inevitabili contrasti tra un vero cowboy e un impreparato cittadino. Suggestivi i paesaggi, ritratti senza pennellate di maniera dal fotografo Charles Lawton. (Il Mereghetti)
- Ricco di spunti realistici e di situazioni inedite, vive di frammenti e va gustato a sorsi, ma impone una moralità di estrema amarezza. Si chiude con una doppia fine di insolita allegria. (il Morandini)
