Degar
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Citazioni sui Degar, noti anche come Montagnard.
- Erano tribù felici e tranquille, i montagnards. Vivevano di caccia e di pesca senza dar noia a nessuno, e probabilmente occupavano queste montagne prima dei vietnamiti che li considerarono sempre selvaggi. E in certo senso lo sono. Vanno ancora nudi, si procurano il cibo con gli archi, non conoscono il concetto di patria: lo straniero per loro è colui che calpesta il bosco spaventando una lepre o sporca il fiume disturbando una trota.
- Ma nessuno ha mai saputo che si macchiassero con una guerra, che uccidessero per il piacere di uccidere e non per la necessità di mangiare, e anche con lo straniero furono sempre mitissimi: non se la presero coi piantatori francesi che li usavano per coltivare zucchero e caffè, non se la presero coi missionari che li tormentavano perché pregassero la Madonna e Gesù anziché gli dèi delle acque e dei venti, non se la presero nemmeno coi soldati che videro arrivare e sparare senza capire perché. E senza capire perché, spesso muoiono. Nel dicembre scorso un intero villaggio, Dak Son, venne massacrato con le mitragliatrici e i lanciafiamme. Non si salvarono che cinque o sei donne nascoste in un buco. Chi fu, non si sa. I sudvietnamiti accusano i vietcong, i vietcong accusano i sudvietnamiti. Ma è quasi certo che si debba ringraziare quest'ultimi: le donne scampate affermano che i soldati eran vestiti di verde. E i vietcong non sono vestiti di verde. I sudvietnamiti, sì.
- Naturalmente non è più un villaggio [Pleicheté], è solo un recinto che racchiude le case. E le case sono ancora le loro case, sì: di legno su palafitte, con una scala a pioli per salirci su. Però sono disposte in linee verticali e parallele, come le baracche di un campo di concentramento, e non c'è nemmeno un albero intorno ad esse. E una casa senz'albero, per i montagnards, è una casa senza Dio.