Dente (cantante)

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Dente

Dente, nome d'arte di Giuseppe Peveri (1976 – vivente), cantautore italiano.

Citazioni tratte da canzoni[modifica]

Anice in bocca[modifica]

Etichetta: Jestrai Records, 2006.

  • Prendi le mie mani, | tienile fin quando vuoi. (da Un bacio e un omicidio, n. 10)
  • "Stringimi, dammi di più" | sono le frasi da buttare via. (da Per nome, n. 11)
  • Gli uomini sono pastiglie da prendere quando piove, | le donne sono pastiglie da calare giù con il sole. (da Pastiglie, n. 12)
  • Anch'io fui una medicina ma chi mi prese impazzì. (da Pastiglie, n. 12)

Non c'è due senza te[modifica]

Etichetta: Jestrai Records, 2007.

  • E a differenza ti questa canzone | noi non finiremo mai. (da Baby Building, n. 2)
  • Non è poi la fine del mondo | se non sei la fine del mondo. (da La fine del mondo, n. 5)
  • È stato un calo di fantasia, | ma quel mattino mi hai portato via. (da Stella, n. 7)
  • Per colpa delle mani, | solo due, | lei non sa più cosa fare. (da La presunta cecità di Irene, n. 8)
  • Mi sembra di andare indietro, | anche se so che andare indietro non si può. (da 28 agosto, n. 9)
  • Sei preziosa come una finestra | quando ti vuoi buttare giù. (da Oceano, n. 11)
  • Io mi perdo in un oceano di parole, | te lo prometto che non bevo più. (da Oceano, n. 11)
  • Per carità o per amore spiegami come si fa, | a fare di un bisogno solo un desiderio. (da Oceano, n. 11)
  • Non c'è due senza te. (da Scanto di sirene, n. 12)

Le cose che contano[modifica]

Etichetta: Jestrai Records, 2008.

  • Ed io, che di notte non ci dormo più, | che di giorno non ti guardo, | lo che so fatto peggio di fatto male. (da Due gocce, n. 3)
  • Se si rende necessario, | io ti taglio in due | per conoscerti meglio. (da Ti regalo un anello, n. 4)
  • Oggi fai a me | quel che l'autunno fa agli alberi.[1] (da Ti regalo un anello, n. 4)

L'amore non è bello[modifica]

Etichetta: Ghost Records/Venus Dischi, 2009, prodotto da Giuseppe Peveri, Francesco Brezzi.

  • Questa donna non è una donna, | questa donna è un miracolo, | per il dono che ha | di morire e poi rinascere, | di moltiplicare i baci. (da La presunta santità di Irene, n. 1)
  • Se le piace cucinare mi farò cucina, | sarò il sole se le piace la mattina. (da A me piace lei, n. 3)
  • Se le piace camminare quando piove tanto, | sarò l'ombrello di qualcun altro. (da A me piace lei, n. 3)
  • Sapessi che felicità mi dà | l'idea di non vederti più, | l'idea di non fidarmi più, | qualsiasi cosa mi dirai. (da Buon appetito, n. 5)
  • Sapessi che felicità mi dà | l'idea di non sapere più, | quando cammini dove vai, | quando dormi con chi lo fai. (da Buon appetito, n. 5)
  • Di tutte le lacrime che hai | quante ne piangerai, | quantificando il male che mi fai | visto che non finisce mai. (da Buon appetito, n. 5)
  • Vorrei non sapere più | nemmeno dove abiti. (da Buon appetito, n. 5)
  • Quando io cammino accanto a lei | con le sue braccia intorno al collo | io mi sento meglio. (da Parlando di lei a te, n. 8)
  • Dopo due anni e un bacio | succhiami il veleno, sputalo lontano. (da Sole, n. 7)
  • Parole che ho cancellato dal vocabolario | ce ne sono una dozzina e anche di più, | ho cominciato da quelle | che si sa che son delle bugie, | come "per sempre" | che fondamentalmente è uguale a "mai". (da Sempre uguale a mai, n. 10)
  • E poi ricordo avevi tutti gli occhi illuminati | e mi leggevi tante poesie. | E una notte che m'illuminavi, ho pensato "Qui non manca niente", | anche se non è cosi. (da Sempre uguale a mai, n. 10)
  • Così ho finito con il cancellare, | oltre le parole, le persone che dicono bugie. (da Sempre uguale a mai, n. 10)
  • Ho capito finalmente | che ogni scelta è una rinuncia. (da Finalmente, n. 11)
  • So benissimo cosa c'è | nei tuoi occhi bagnati, | un po' di pioggia, | un po' di ferite. (da Solo andata, n. 13)
  • So anche che non c'entri niente, | che ho fatto tutto da me, | se solo potessi cambiare la fine. (da Solo andata, n. 13)

Io tra di noi[modifica]

Etichetta: Ghost Records/Venus Dischi, 2011, prodotto da Tommaso Colliva.

  • Più che il destino | è stata la sua voglia e la tua noia che vi ha unito. (da Piccolo destino ridicolo, n. 2)
  • Portami a vedere il cielo questa notte | anche se è nuvolo, | ho tanto caldo anche se è inverno, | ho tanto caldo anche se è inverno. (da Saldati, n. 3)
  • In fondo gambe senza bugie, | in fondo pali di palafitte, | alberi di nave | senza radici, | senza più energie | e alla fine delle vele dei polpacci, | una complessa geometria | che ti mantiene in equilibrio, | che ti permette di scappare via. (da Casa tua, n. 4)
  • Cuore di pietra preziosa, | fa che non ti rubino la voce, | fa che non si parli mai di amanti, | già da tempo non ci penso più. | Per la tua gonna turchese, | per i fogli e le matite, | io so da lì te | non ti muovi anche se | io ho palesemente voglia di te.[2] (da Cuore di pietra, n. 5)
  • Appoggiamo le guance | sullo stesso cuscino | e d'improvviso siamo ancora | una persona sola. (da Da Varese a quel paese, n. 7)
  • Di certo non hai mai visto | come ti guardavo | mentre ti asciugavi ad occhi chiusi | ed io fumavo. (da Io sì, n. 8)
  • Quella notte stesi sull'asfalto | con l'estate addosso | e mille stelle in alto. | Quando il giorno dopo sei andata a casa | non sai quanto quella sera | ti ho pensata. (da Io sì, n. 8)
  • Chi mi guarda allo specchio, | chi si imbuca appena presa la patente, | hai abboccato a una cosa che non è una bugia.[3] (da La settimana enigmatica, n. 10)
  • Sei una luna di Giove, | tutto ciò che possiedo, | tutto quello che ho | è un ciclope coi lati uguali in mezzo al cielo.[3] (da La settimana enigmatica, n. 10)
  • Io sono il lungo inverno | e tu la bella estate, | siamo rette parallele. (da Rette parallele, n. 12)

Note[modifica]

  1. Cfr. Pablo Neruda: «Voglio fare con te | quello che la primavera fa con i ciliegi.»
  2. I nomi di pietre preziose e minerali nascosti nel testo della canzone sono: rubino, diamante ("di amanti"), giada ("già da"), perla ("Per la"), turchese, ematite ("le matite"), sodalite ("so da lì te"), opale ("ho palesemente").
  3. a b Nella prima strofa le soluzioni sono "io", ovvero chi mi guarda allo specchio, "T", ovvero il simbolo del segnale stradale che indica una strada senza uscita, dove si potrebbe "imbucare" chi ha appena preso la patente, e "amo". Nella seconda strofa le soluzioni sono "Io", satellite di Giove, "mio", ovvero tutto ciò che possiedo, e "Dio", simboleggiato da un occhio dentro un triangolo; unendo le soluzioni trovate si ottiene la frase io ti amo, io mi odio.

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