Discussione:Marco Tullio Cicerone
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[modifica]- C'è pericolo maggiore di uno schiavo che ottiene la libertà negata?
- È bene, anche nel perseguire le cose migliori, procedere con calma e moderazione.
- È necessario che vi sia limite alla libertà del popolo, poiché lo Stato, per l'utilità comune, deve basarsi sui privilegi di alcuni.
- Ha assai beni chi non ha male alcuno.
- I modi e il carattere propri ad un uomo sono quel che più gli si addice.
- Il buono della gente è la legge più grande.
- Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.
La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.-> "Memoria est thesaurus omnium rerum et custos" trovati alcuni riferimenti a "De Oratore", ma non la trovo nel testo. Un concetto quasi identico c'è in Sententiae di Isidoro di Siviglia ("Rerum omnium thesaurus memoria est: ipsa est enim custos rebus inuentis, ipsa cogitatis.")
- Era lì. Quid dicam de thesauro rerum omnium, memoria? --DOPPIA•DI 00:08, 26 giu 2020 (CEST)
- La prudenza è la capacità di distinguere le cose da fare da quelle da evitare.
- La vera gloria mette radice, anzi si estende, mentre tutte le false pretese cadono come fiori: una finzione non può durare. -> trovate anche attribuzioni a Mark Twain
Le asperità conducono alle stelle.
Per aspera ad astra.- Secondo Renzo Tosi, Dizionario delle sentenze latine e greche, l'origine di questo proverbio è sconosciuta. Nelle Discussioni tusculane c'è qualcosa di vagamente simile; inserito. --DOPPIA•DI 23:14, 25 giu 2020 (CEST)
- Le cose che diciamo quando siamo stati provocati sono più sincere di quelle che diciamo quando siamo tranquilli.
- Nulla di più turpe che anteporre un'affermazione alla conoscenza.
- Pazienza è una volontaria e costante tolleranza di cose ardue e difficili a scopo di onestà e di utilità.
- Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima. -> quasi sicuramente attribuita ma mai detta, cfr.
Forse trovate
[modifica]- Amare non è altro che scegliere quello cui ti senti di voler bene, non per bisogno né per utilità alcuna. -> s:la:Laelius_de_Amicitia, cap.? par.? 100 ("amare autem nihil est aliud nisi eum ipsum diligere, quem ames, nulla indigentia, nulla utilitate quaesita")
- Chi si tien pago delle cose sue, possiede le maggiori e le più sicure ricchezze. -> "contentum suis rebus esse maximae sunt certissimaeque divitiae" (Parad. 51)
- I finanziamenti alla guerra sono denaro infinito. (citato in Call of Duty 3) -> "nervos belli, pecuniam infinitam" (Philippicae V, 2, 5)
- I secondi pensieri, di solito, sono i più saggi. -> "Posteriores enim cogitationes, ut aiunt, sapientiores solent esse" (Philippicae XII, 2, 5)
- La fortuna non solo è cieca lei stessa, ma per lo più rende ciechi anche coloro che abbraccia. -> "Non enim solum ipsa Fortuna caeca est sed eos etiam plerumque efficit caecos quos complexa est" (De Amicitia 15, 54)
- La fronte, gli occhi, il volto molto spesso mentiscono; le parole spessissimo. -> "frons, oculi, vultus persaepe mentiuntur, oratio vero saepissime" (Epistulae I, I, V)
- La prodigalità non ha fondo. -> "largitionem fundum non habere" (De officiis, 2, 55)
- La vita non è niente senza l'amicizia. -> "sine amicitia vitam esse nullam" (De Amicitia, par. 86)
- L'accondiscendenza partorisce amici, la verità odio. -> parrebbe essere di Terenzio. Viene citata da Cicerone nel De Amicitia però dicendo che l'ha presa altrove ("quod in Andria familiaris meus dicit")
- Le cose male acquistate han mala fine. -> "Male parta male dilabuntur" (personaggio di Nevio nelle Philippicae 2, 27, 65)
- Niente asciuga più velocemente di una lacrima. -> "lacrima nihil citius arescit" (De inventione, I, 56, 109), ma messa in bocca ad Apollonio Molone
- Non c'è niente di tanto sacro che il denaro non possa violare, niente di tanto forte che il denaro non possa espugnare. -> "nihil esse tam sanctum quod non violari, nihil tam munitum quod non expugnari pecunia possit" (In Verrem, 1, 2, 4)
- Ogni persona si lamenta, specialmente della sorte propria. -> "suae quemque fortunae maxime poeniteat" (Ad Fam. 6, 1)
- Un amico, se lo è, è un secondo io. -> "est enim is qui est tamquam alter idem" (De Amicitia, 80)
donatoD!!!!
[modifica]il 19 giugno "ho eliminato la citazione (ripetuta due volte) "bisogna amare come se un giorno si dovesse odiare" perché estrapolata così dal contesto risulta avere il senso opposto di quello che intendeva dire Cicerone". tale donatoD ha eliminato la mia modifica sostenendo "motivazione insufficiente". motivazione insufficiente?!?!?! io ti sto dicendo che questa frase è l'esatto opposto di quello che sostiene Cicerone in quel passo e tu dici motivazione insufficiente? cosa devo fare? ricopiarti 10 righi di quel passo per farti vedere che Cicerone intendeva dire l'esatto opposto? onestamente non mi sembra il caso. se qualcuno di voi (che ha letto il libro!) ed è anche un moderatore, visto che ogni volta che do un suggerimento da anonimo accadono sempre queste situazioni, lo prego di corregere la pagina, per il bene di tutti.— Il precedente commento non firmato è stato inserito da 79.53.189.211 (discussioni · contributi), in data 23:36, 12 lug 2013.