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Emma Stevanin

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Emma Stevanin (2023)

Emma Stevanin (2002 – vivente), rugbista a 15 italiana.

Marco Pastonesi, ilfoglio.it, 29 marzo 2025.

  • [Sul mediano d'apertura] Ci vuole lucidità. Sapere, sentire, capire, percepire, intuire che cosa succede di fronte, a fianco, alle spalle. Quando si può giocare con più confidenza e quando si deve farlo con più semplicità. Quando si può accelerare e quando si deve rallentare. Trovare il giusto equilibrio fra le avanti e le trequarti, l'iniziativa personale e la forza delle compagne, il gioco alla mano e con i piedi. Sempre una doppia responsabilità.
  • Una delle prime partite con la maglia del Valsugana, in serie A [...], contro il Villorba, una delle squadre più competitive. Sentivo la pressione, avvertivo la tensione, mi caricavo di responsabilità. Perché è vero che il Valsugana è un gruppo forte, ma questo può essere un vantaggio e, allo stesso tempo, una pretesa, una richiesta, un onere. Mi si avvicinò Beatrice Rigoni, una delle compagne più esperte e brave, e mi disse: "Tranquilla, è solo rugby". Aveva ragione. Quel "solo" ridimensionò le aspettative.
  • [Sull'essere in panchina] Una posizione più facile, più serena, quasi un sollievo. Ma al calcio d'inizio sale la tensione, perché in qualsiasi momento – quando è, è – devi essere pronta a subentrare a una compagna ed entrare in partita. In quei momenti di tensione, penso sempre alle mie compagne: pensare di giocare per loro mi dà tranquillità e consapevolezza.
  • [Sul giocare da titolare] C'è tutta l'emozione dell’avvicinamento fino al calcio d'inizio. Ma [...] non si è mai sole, la forza è quella della squadra. Il momento più struggente è quello dell'inno, ma il più forte è quello che si vive nello spogliatoio, quando siamo soltanto noi giocatrici, quando la capitana spiega e carica, quando le veterane incoraggiano e spingono.
  • Professionista per come gestisco le mie giornate, fra allenamenti e partite. Ma non professionista perché tutte noi viviamo d'altro, chi studiando, chi lavorando, chi dentro e chi fuori da questo mondo ovale. [...] All'università, quando scoprono che gioco a rugby e mi chiedono dove gioco o dove possono vedere le partite, mi sento in missione per conto di tutte le rugbiste italiane.

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