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Ernst Troeltsch

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Ernst Troeltsch

Ernst Troeltsch (1865 – 1923), filosofo, storico e teologo tedesco.

Il protestantesimo nella formazione del mondo moderno

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  • La civiltà moderna, considerata nella sua connessione più immediata, è nata dalla grande età della civiltà ecclesiastica, che si fondava sulla fede nell'assoluta e immediata rivelazione divina e sull'ordinarsi di essa rivelazione nell'istituto redentore ed educativo della Chiesa. Niente può paragonarsi con la potenza di tal fede, quand'essa è primitiva e spontanea. Infatti allora Dio è dappertutto, e la sua volontà immediata, esattamente riconoscibile e rappresentata da un istituto infallibile, è presente dappertutto. Ogni forza rivolta a opere superiori, ogni sicurezza di raggiungere lo scopo ultimo della vita, deriva dalla rivelazione e dall'ordinarsi di essa nella Chiesa. Con la creazione di questo poderoso edificio sotto l'influenza decisiva del cristianesimo ha termine l'antichità: e tale edificio diventa il centro della cosidetta civiltà medioevale. (cap. I, p. 6)
  • L'antico e genuino protestantismo di Lutero e di Calvino, nonostante la sua dottrina anticattolica sulla salvazione, come manifestazione complessiva è affatto civiltà ecclesiastica in senso medioevale, in quanto vuole ordinare Chiesa e società, istruzione e scienza, economia e diritto, secondo norme sopranaturali, e al pari del medioevo coordina sempre la Lex naturae con la legge di Dio come originariamente identiche. Invece il protestantismo moderno sin dalla fine del secolo XVII s'è messo dappertutto sul terreno dello Stato paritario o indifferente in materia di religione, e in linea di principio ha affidato l'organizzazione religiosa e la formazione di comunità religiose alla libera volontà e alla convinzione personale, riconoscendo come massima fondamentale la pluralità e la possibilità della convivenza di diverse convinzioni e comunità religiose l'una accanto all'altra. Inoltre esso ha riconosciuto completamente accanto a sé una vita mondana del tutto emancipata, che non vuole più dominare né direttamente né indirettamente mediante lo Stato. In connessione con tutto ciò esso ha dimenticato fino alla completa incomprensione quella sua antica dottrina circa l'identità tra Lex Dei e Lex naturae, che rendeva possibile e favoriva tale dominio. E queste sono differenze fondamentali. (cap. II, p. 24)
  • [...] se ci si colloca su un osservatorio molto elevato si può tentare di raccogliere nell'unico concetto di protestantismo tutte queste manifestazioni, vale a dire il luteranismo, il calvinismo, il cristianesimo umanistico, le sette anabattistiche e l'individualismo spiritualistico. In sostanza tutti questi aggruppamenti si collegano tra loro per la base, costituita dalla personalizzazione della religione e dalla commisurazione della fede alla Bibbia. E d'altra parte l'evoluzione storica ha poi ricondotto in un unico letto tutte queste correnti inizialmente divergenti, sicché infine esse sotto l'aspetto più generale ed elevato possono considerarsi come un fenomeno complessivamente unico. (cap. II, pp. 28-29)
  • [...] Lutero sotto l'influenza del sermone della montagna elevò in generale dei dubbi sul carattere cristiano di qualsiasi istituto giuridico, e considerò il diritto soltanto come una concessione agli ordinamenti dello stato di peccato: e in questo campo poi col suo schietto buon senso contadinesco favorì almeno il formarsi d'un diritto popolare a buon mercato, Calvino invece, giurista di professione ed esperto del mondo, non attinse mai obiezioni dal sermone della montagna, e anzi ritenne che un diritto ben costituito fosse lo strumento principale d'un buon ordinamento sociale, rispondente anche agli scopi della vita cristiana. (cap. IV, p. 52)
  • Il grandioso ma anche terribile sviluppo del capitalismo moderno, con la sua arida computisteria e la sua assenza d'anima, con il suo sfruttamento e la sua mancanza di compassione, con la sua tendenza al guadagno per solo amore del guadagno con la sua lotta di concorrenza aspra e brutale, col suo bisogno agonale di vittoria e la sua letizia di dominio mercantile trionfante in tutto il mondo, s'è allontanato completamente dall'antico terreno etico ed è diventato una potenza direttamente antagonistica al calvinismo e al protestantismo genuini. Quando esso non lavora più per l'ascesi in onore di Dio ma soltanto per la conquista della potenza a onore degli uomini, non ha più comune col protestantismo altro che lo spirito fortemente individualistico, senza però il contrappeso dello spirito sociale e religioso dell'antico calvinismo. (cap. IV, p. 72)

Incipit di Le dottrine sociali delle Chiese e dei gruppi cristiani

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Fatti fondamentali. – Per la comprensione dell'indirizzo fondamentale complessivo del cristianesimo nel suo rapporto coi problemi sociali è decisivo il riconoscere che la predicazione di Gesù e la formazione della nuova comunità religiosa non furono affatto prodotti di un moto sociale, cioè non derivarono da una lotta di classe, non s'informarono a nessuna lotta di classe, e in generale non si collegano in nessun punto direttamente ai rivolgimenti sociali della società antica. Certamente sta di fatto che Gesù si volse essenzialmente agli oppressi e agli umili, che ritenne la ricchezza pericolosa all'anima, che fu avversario dell'aristocrazia sacerdotale e del dominante mondo dei teologi, che similmente la sorgente Chiesa cercò e trovò di fatto i suoi fedeli principalmente tra i ceti inferiori delle città, che soltanto a partire dal sec. II lo strato sociale superiore e colto cominciò ad affluire lentamente ad essa, e che ciò avvenne non senza forti attriti sia con la culla scienza sia con la ricchezza. Ma altrettanto certo è anche l'altro fatto che l'intiera antica letteratura cristiana di missione e d'edificazione, tanto quella contenuta nel Nuovo Testamento quanto quella in esso non contenuta, non sa nulla di una questione sociale di principio; che al centro stanno sempre le questioni della salvezza dell'anima, del monoteismo, della vita dopo morte, del culto puro, del giusto ordinamento della comunità, della condotta pratica, delle rigorose norme di santità; che fin dall'inizio non si fa alcuna distinzione di classe, e che siffatte distinzioni si spengono anzi nel grande problema della salute eterna e del bene interiore.

Citazioni su Ernst Troeltsch

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  • Ernesto Troeltsch, ponendo a raffronto le concezioni sociali delle varie denominazioni cristiane, ha definito la posizione spirituale di Lutero come quella di una innerweltliche Askese, di un'ascesi mescolata ed immanente al mondo. L'attitudine di Lutero, egli osserva, è ascetica, in quanto il mondo non costituisce per lui un insieme di valori assoluti, bensì un insieme di valori puramente negativi, per se stessi, poiché valori veri possono riscontrarsi soltanto nei mezzi della nostra ricongiunzione con Dio. (Ernesto Buonaiuti)

Bibliografia

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Altri progetti

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