François-André-Adrien Pluquet

François-André-Adrien Pluquet (1716 – 1790), teologo, filosofo e storico francese.

Dizionario delle eresie

CABALA, o piuttosto CABBALA, come si scrive in Ebreo, significa tradizione: nell'uso ordinario significa arte di conoscere, e di spiegare l'essenza, e le operazioni dell'Ente supremo, delle potenze spirituali, e delle forze naturali, e di determinare le loro azioni per via di figure simboliche con l'adattamento dell'Alfabeto, con la combinazione dei numeri, col rovesciamento delle parole della Scrittura, e col mezzo dei sensi nascosti, che si pretende di scoprirvi. (tomo II, p. 104)

CARLOSTADIO Prete o Arcidiacono e Professore di Teologia a Wirtemberg^[1], fu alla prima uno di più zelanti difenditori di Lutero. Quando Lutero fu costretto di nascondersi nella Cittadella di Westbourg^[2], Carlostadio rovesciò le immagini, tolse le Messe private, stabili la Comunione sotto le due spezie, abolì la Confessione auricolare, il precetto del digiuno, e dell'astinenza dalle carni, diede il primo l'esempio ai Preti di ammogliarsi, e permise ai Claustrali di uscire dei lor Conventi, e di rinunziare ai loro voti. (tomo II, p. 211)

FLAGELLANTI Penitenti fanatici ed atrabilari, i quali si frustavano spietatamente, ed attribuivano alla flagellazione maggiore virtù, che ai Sacramenti, onde scancellare i peccati. Niuna cosa è più conforme allo spirito del Cristianesimo della mortificazione dei sensi e della carne, e S. Paolo gastigava il suo corpo e lo riduceva in servitù. Questo spirito di mortificazione condusse nei Deserti i Penitenti d'Oriente, dove praticarono incredibili austerità, né pare che le flagellazioni volontarie abbiano^[3] formata porzione delle austerità che praticavano i primi penitenti, ma egli è certo, che le flagellazioni venivano comandate dai Tribunali civili per gastigare i rei. (tomo II, p. 329)

François-André-Adrien Pluquet, Dizionario delle eresie, degli errori, e degli scismi, tradotta dal francese da Antonio Contin, tomo secondo, presso Gian Francesco Garbo, Venezia, 1771².

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