Friedrich Wilhelm Foerster

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Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966), pedagogista e filosofo tedesco.

Citazioni di Friedrich Wilhelm Foerster[modifica]

  • Il Comenio descrive, nei suoi Labirinti del mondo, tutta la sconcertante molteplicità delle aspirazioni umane. E nell'altra sua opera Unum necessarium indica nell'anima la via per salvarsi da questa molteplicità Per lui era chiaro che il pedagogista dev'essere un organizzatore spirituale, il quale strappi l'uomo alla dispersione che rovina il carattere, ponendo ogni cosa temporale al servizio della salvezza eterna dell'anima. In questo senso si può senz'altro affermare: vera educazione è la capacità di distinguere nella vita ciò che è essenziale da ciò che è contingente, e carattere è la forza di manifestare, anche nella condotta di vita, questa distinzione.[1]
  • I veri medici sono coloro che in casa non strepitano e non urlano, ma sono i miti e accorti custodi della pace, che sanno trattare colle persone irascibili, dare i rimedi opportuni negli accessi improvvisi di furore e anche dire parole di refrigerio quando la febbre delle anime ha raggiunto i trentanove gradi![2]
  • Il donare è sempre un dono anche per il donatore![3]
  • L'amore resta nel cuore di chi lo dona, e diviene tanto più grande quanto più se ne dispensa agli altri![4]
  • L'antica leggenda di Ercole al bivio ha un profondo senso. L'uomo forte non può manifestare la sua energia conquistatrice, legislatrice ed organizzatrice di fronte alla vita altrimenti che col porsi, al principio della sua carriera, dinanzi a un aut aut assoluto, dinanzi ad una decisione di principio tra il bene e il male. Quest'atto elettivo fondamentale è più importante d'ogni altro atto elettivo della vita, da esso dipende la chiarezza e la forza di tutte le altre decisioni.[1]
  • La vera educazione non è un campo chiuso specializzato: essa è determinata soprattutto dalla direzione generale dello spirito nazionale, esattamente come la vera forza della personalità educatrice non deriva dai metodi, ma dai fini supremi che si propone. Pertanto la scienza sacra riguardanti i fini ultimi deve essere il fondamento di ogni feconda pedagogia.[5]
  • Quanto più l'uomo dona, tanto più grande e forte diviene il suo cuore![6]
  • Si diviene più ricchi nella virtù di donare, e di donar sempre appunto quel che piace di più![6]
  • Un aiuto reale è dato solo da colui che fortifica negli altri la fiducia in se stessi, e fa in modo che si aiutino da sé.[7]

Scuola e carattere[modifica]

Incipit[modifica]

Il Pestalozzi ha detto una volta: «Come l'uomo singolo, così un'epoca intera può compiere grandi progressi nella conoscenza del vero, e rimanere invece molto indietro nella volontà del bene.» Queste parole sono state dette cent'anni fa e sembrano tuttavia destinate al nostro tempo.
Noi parliamo di progresso con maggior presunzione di tutte le precedenti generazioni; ci inebriamo dei portentosi trionfi della scienza e della tecnica. Dimentichiamo però di chiederci se non abbiamo forse da registrare una stasi, o addirittura un regresso, proprio in ciò che è più importante; nel dominio dell'uomo sulle forze naturali che agiscono nel suo intimo, nel potere della personalità sulla vita e sul destino.

Citazioni[modifica]

  • Quanto maggiore è la nostra facoltà di disporre dei beni materiali con tutte le loro tentazioni ad ogni sorta di abuso e la loro inesauribile sollecitazione di sempre nuovi bisogni, tanto più urgente diventa il rafforzamento e l'approfondimento del lato spirituale della nostra natura. E ciò non solo nell'interesse del mantenimento dei beni ideali, ma anche nell'interesse della civiltà tecnica, che si fonda pur essa sull'opera di educazione morale di lunghi secoli, nei quali la disciplina dell'uomo interiore, la tecnica dell'autodominio, la pedagogia del sacrificio, l'educazione all'amore occupavano il primo posto nella cultura. (p. 36)
  • L'uomo moderno si è frantumato in una spaventosa molteplicità d'interessi, perdendo ogni collegamento con le grandi verità vivificatrici, verità che riconducono ogni molteplicità all'unità e ricollegano ogni vita ed ogni aspirazione ad un centro spirituale. (p. 59)
  • Il chinarsi dinanzi a qualche cosa di infinitamente più alto di noi è la vera condizione affinché l'uomo possa essere educato, cioè "tratto fuori" da se stesso. Ma nessun sentimento è così lontano dallo spirito esclusivamente critico della nostra epoca, quanto questa reverenza. (p. 62)
  • A che giova l'istruzione religiosa cristiana, quando l'insegnamento della storia è completamente dominato dall'esaltazione del successo? (p. 63)
  • Ciò che disgusta nella moderna attività sportiva è l'eccessiva importanza che si dà alle esteriorità e alle tensioni della pura emulazione fisica, assolutamente sproporzionata agli scopi di questa emulazione: non ci si vergogna di dedicare a cose spesso del tutto insulse, la stessa grande serietà che in altri tempi si rivolgeva soltanto a scopi veramente eroici. (p. 91)
  • L'esercizio dello spirito deve essere il fine supremo dell'esercizio del corpo: il corpo si deve sottomettere allo spirito, se vuol conquistare le energie dello spirito per avvivare ed educare il corpo. (pp. 92 sg.)

Citazioni su Friedrich Wilhelm Foerster[modifica]

  • Il compito fondamentale dell'educazione, secondo il Foerster, dev'essere dunque quello di ricondurre all'equilibrio l'uomo, perché nella vita individuale e sociale egli resti sempre padrone di sé, perché il suo io superiore abbia la signoria sull'io inferiore. (Mauro Laeng)
  • La formazione del carattere è per il Foerster lo scopo fondamentale dell'educazione; i problemi della cultura fisica e intellettuale non possono esservi che subordinati. (Mauro Laeng)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Mauro Laeng, F. W. Foerster – pedagogista del carattere, Scuola Italiana Moderna, n. 11, gennaio 1961, Società Editrice «La Scuola», Brescia.
  2. Citato in Il buon cuore, anno XI, n. 29, 20 luglio 1912, Educazione ed Istruzione, p. 231.
  3. Citato in Il buon cuore, anno XI, n. 26 - 29 giugno 1912, Religione, p. 203.
  4. Citato in Il buon cuore, anno XI, n. 13, 30 marzo 1912, Educazione ed Istruzione, p. 102.
  5. Da Cenni orientativi sul significato e lo scopo delle mie opere; citato in Scuola e carattere.
  6. a b Citato in Il buon cuore, anno XI, n. 18, 4 maggio 1912, Beneficenza, p. 139.
  7. Citato in Il buon cuore, anno XI, n. 30 - 27 luglio 1912, Religione, p. 234.

Bibliografia[modifica]

  • Friedrich Wilhelm Foerster, Scuola e carattere (Schule Und Carakter), traduzione di Valentino Giacomuzzi, a cura di Aldo Agazzi, Editrice La Scuola, Brescia, 1961.

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