Fuga nel tempo

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Fuga nel tempo

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

David Niven e Teresa Wright nel film

Titolo originale

Enchantment

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1948
Genere sentimentale, drammatico
Regia Irving Reis
Soggetto Rumer Godden (romanzo)
Sceneggiatura John Patrick
Produttore Samuel Goldwyn
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Doppiaggio originale:

Ridoppiaggio:

Note
  • Le citazioni sono tratte dal ridoppiaggio


Fuga nel tempo, film statunitense del 1948 con David Niven, Teresa Wright, Evelyn Keyes e Farley Granger, regia di Irving Reis.

Incipit[modifica]

Aspettate un momento, il 99 di Wiltshire Crescent è questo. Mi stavate quasi oltrepassando, ma non c'è da stupirsi. Sembriamo tutte uguali, ma se vi fermaste vi accorgereste che ci sono delle differenze tra una casa e l'altra. Dovreste entrare e passarci un po' di tempo, vedere quello che hanno visto gli specchi, sapere quello che sanno gli orologi, sentire quello che le pareti hanno sentito. Vi accorgereste che non siamo solo pietra e legno. Alcune cose qui sono le solite, comuni a tutte le case: un campanello che squilla nell'ingresso, rumore di passi su e giù per le scale, un pianoforte che suona, finestre che si aprono e si chiudono, un rubinetto che fa scorrere l'acqua, una luce che si accende in una stanza di notte e poi improvvisamente si spegne. Ma queste sono cose marginali. L'anima di una casa è chi ci vive. E io ho molta nostalgia di quelli che abitavano qui. (Voce della casa)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Grizel: «Ah, amore, siamo siceri l'uno con l'altro».[1] Assurdamente sentimentale.
    Pax: È assurdo essere sentimentali?
    Grizel: Un tempo no, ma oggi sì.
    Pax: Lei guarda solo alla realtà?
    Grizel: Diciamo così: il romanticismo è al di fuori della realtà. Infatti senta che cosa viene dopo: «Il mondo si presenta davanti a noi come una terra piena di sogni, tutta varia, tutta bella, tutta nuova. In realtà al mondo non c'è né gioia, né amore, né luce, né certezza, né pace, né rimedio al dolore».[1] È convinto?
    Pax: No. Perché zia Lark stava crescendo. Per lei il mondo era davvero una terra di sogni.
  • Selina: Dimmi, che cosa vuoi dalla vita?
    Rollo: La vita!
    Selina: Non ti interessa diventare qualcuno?
    Rollo: Non necessariamente.
  • Del Laudi: Il mio destino è quello di essere inquieto, è sempre stato così fin da che ero piccolo. Ho sempre cercato di scappare da qualcosa. Ma ora, per la prima volta nella vita, non voglio scappare via, sono sereno. E questo è un regalo che ho ricevuto da lei. La prego, non mi chieda di restituirglielo.
    Lark: Sapevo che se le avessi rimandato il suo regalo si sarebbe offeso.
    Del Laudi: Allora ho capito che l'amo. È un peccato che non si possa amare senza far male a qualcuno.
  • Lark: Ci ameremo sempre, vero? Dimmelo!
    Rollo: Sempre.
    Lark: Anche quando saremo vecchi?
    Rollo: Anche quando saremo vecchi.

Explicit[modifica]

Nessuna storia finisce veramente: unisce solo il passato al futuro. Qui dentro ci saranno altri giovani, e avranno nel cuore la speranza di una vita migliore. (Voce della casa)

Citazioni su Fuga nel tempo[modifica]

  • Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. D. Niven poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (il Morandini)
  • Un piccolo capolavoro del melodramma fantastico [...]. La sceneggiatura di John Patrick si destreggia con grande abilità nel continuo passaggio tra i diversi tempi della narrazione riuscendo a rendere avvincente una storia fatta soprattutto di rimpianti e di azioni mancate: a dare coesione alla trama è una incondizionata dichiarazione di fiducia nella forza dei sentimenti e dell'amore, dimostrata per antifrasi attraverso l'infelice rapporto di Rollo e Lark [...] e rivissuta in parallelo dal legame nascente tra Grizel e Pax. Così, anche il tragico epilogo – legato alla violenza della guerra – finisce per ribadire, con la forza dell'amour fou, il messaggio di speranza nella capacità umana di far trionfare i sentimenti sulle paure e gli egoismi. (Il Mereghetti)

Note[modifica]

  1. a b Leggendo l'ultima strofa di Dover Beach di Matthew Arnold.

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