Georg Weber
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Georg Weber (1808 – 1888), storico, filologo classico e germanista tedesco.
Prospetto storico della letteratura tedesca
[modifica]Le prime traccie di poesia tedesca. Tra le varie relazioni che ci porge Tacito sulle condizioni del paese e del popolo tedesco, troviamo che i bellicosi Germani pria di cominciare una battaglia intuonavano de' canti guerreschi, i quali già per sé rozzi e disarmonici, a causa degli scudi da loro tenuti innanzi alla bocca, echeggiavano, anzi che melodici, ruvidi e selvaggi. Era loro scopo d’intimorire con ciò il nemico, e quindi quanto più pieni risuonavano siffatti accenti, tanto più sicura si calcolava la vittoria.
Citazioni
[modifica]- Giovanni Fischart di Magonza è il più fecondo ed arguto poeta satirico, che abbia avuto la Germania. Le sue opere, di vario genere, sorpassano il num. di 50. Era bene istituito nella letteratura antica e moderna di tutti i popoli civili, e possedeva una fantasia particolare per ritrovare vocaboli e frasi atte a germanizzare le bernesche[1] composizioni degli stranieri. Protervo pella sua futile immaginazione e pella sua abilità, non osservava punto la bella dicitura di Lutero, né curavasi delle regole di lingua, lasciandosi indurre dalle molteplici sue cognizioni ad allusioni oscure od inintelligibili. (Sezione II, p. 55)
- [Hans Sachs] Dipinse la fedeltà, l'amor del prossimo e le virtù domestiche come base alla felicità dei cittadini; scagliossi pure contro l'egoismo e l'invidia contrapponendo la semplicità, la pace e la contentezza alla superbia ed all'ingordigia de' suoi coetanei. Attinse la sua dottrina nelle versioni degli antichi classici e nella Bibbia; della quale egli ne facilitò al popolo l'intelligenza. Raccomandava caldamente nei suoi racconti popolari i nobili tratti di amicizia, di amor patrio, di virtù cittadina, e la magnanimità de' Greci e Romani, annettendo alle similitudini della Bibbia utili ammaestramenti pella vita. (Sezione II, pp. 57-58)
- Paolo fiammingo [...] non riuscì a fondare una propria scuola, come lo fece il suo coetaneo Opitz, quantunque superasse questi in talento, carattere e sentimento. I suoi lunghi viaggi nella Persia e nella Russia, in seguito d'un'ambasciata, lo allontanarono dalla patria accelerando il fine dei suoi giorni. (Sezione III, p. 67)
- Nelle poesie di Opitz e dei suoi imitatori osservasi più che fantasia e sentimento, sola arguzia e sottigliezza d'ingegno, le quali facilitarono lo studio degli epigrammi. (Sezione III, p. 70)
Note
[modifica]- ↑ Francesco Berni, scrittore, poeta e drammaturgo italiano, creatore dello stile bernesco.
Bibliografia
[modifica]- Giorgio Weber, Prospetto storico della letteratura tedesca, traduzione di Giusto Leopoldo Eisner, Premiata tipografia di Gio. Cecchini, Venezia, 1853.
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