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Giambologna

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Giambologna in un ritratto di Hendrick Goltzius (1591)

Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne (1529 – 1608), scultore fiammingo.

Citazioni sul Giambologna

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  • All'Annunziata[1] dorme l'artista glorioso che trovò a Firenze misure, canoni, ordinamenti, grammatica. Egli fiammingo vi portò un po' di realismo grezzo, quale si mostra nell'aquila e nel tacchino. Liberatosi da quel realismo, cadde nell'Accademia fiorentina, cioè nelle regole e nei canoni, senza tuttavia abbandonare del tutto la primitiva vivacità; ed appunto questo residuo di realismo anche nelle opere tarde lo rende migliore di altri manieristi alla fine del Cinquecento. Le misure e i canoni nel secolo XVI furon dati dai Fiorentini al mondo: gli stranieri, dal Dürer a Giambologna, al Rubens, non hanno fatto che riceverli. Il Giambologna, pur ricevendoli, ebbe libere uscite, non essendo il manierismo uno stile, ed ebbe anche incoerenze, contrasti stilistici, come ad esempio tra il Nettuno della fontana di Bologna e le Sirene della base. Tuttavia il Fiammingo, al declinare del Cinquecento, anche tra i moduli dell'aulica forma, anche nell'algore accademico, trova, per le linee delle figure, ritmo, eleganza, nobiltà; per le masse equilibrio e slancio, togliendo peso, con l'accelerato movimento, alle forme giganti.
  • Arrivato a Firenze, quando l'Ammanati, nella ninfa della fontana di piazza, dava gran saggio di sé, Giambologna non ebbe suo il campo nella scultura, ma presto, salutato dal Granduca [Francesco I de' Medici] principe degli scultori, si innalzò anche sopra il vecchio Ammanati ormai rattristato e indebolito da pregiudizi religiosi. Egli continuò sempre col suo gran passo, ginnasta dell'arte, seguito da una folla di scolari, che parevano prepararsi a ludi olimpici col loro maestro; ma al pari di lui, fors'anche più di lui, nello scolpire i grandi blocchi di marmo, si mostrarono accademici, mentre nelle crete, nei bronzi, segnavano il trionfo dello stile pittorico spuntato dal manierismo. E con lo stile pittorico si prepara l'avvento al barocco.
  • Il giovane principe Francesco de' Medici, che a Firenze divien protettore del Giambologna, è ritratto, nel busto del palazzo Uguccioni, in armi, fasciato dal manto abbondante. Ha gli occhi grandi, bovini, coperti come da un velo; la barba e i capelli a piccoli ricci, la decorazione del busto ingrossata a sinistra, fuor del suo naturale equilibrio. Lo scultore che in Toscana arriva al metro perfetto, ai canoni grammaticali, si trova fuor di misura imponendo il busto del suo mecenate sul plinto marmoreo. Si potrà ammirare la cura nel render la cute giovanile, quasi luminosa, del Principe, e l'ombra delle sopracciglia trasparenti; ma si nota, nei ricciolini delle chiome e della barba, un certo artificio; troppa regolarità nella gorgiera, troppo spessore nel manto sul busto arcuato.

Note

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  1. Il Giambologna fu sepolto nella cappella della Madonna del Soccorso della basilica della Santissima Annunziata di Firenze.

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