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Giannantonio Moschini

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Giannantonio Moschini

Giannantonio Moschini (1773 – 1840), letterato e storico dell'arte italiano.

Le belle arti in Venezia

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Della origine e delle vicende della pittura in Venezia

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  • La istoria della pittura risorta in Venezia deesi incominciare dall'anno 1070, o circa, allora quando il doge Selvo chiamò dalla Grecia lavoratori a mosaico per adornare la chiesa dello evangelista san Marco. Però, soltanto dopo il venire di Giotto fra noi, lo che fu l'anno 1306, possiamo dire veramente che la maniera del dipingere acquistasse qui una qualche sua grazia, che via via crebbe in Murano pe' dipinti di Quirico, di Bernardino e di Andrea , e più ancora per quelli de' Vivarini[1], che sono desideratissimi. (Della origine e delle vicende della pittura in Venezia sino a' giorni nostri, pp. 5-6)
  • Giorgione alla timida minutezza, non ancora superata, sostituì quella sprezzatura, nella quale è riposto il sommo dell'arte. Oltracciò diede alla veneta pittura il pregio, di cui maggiormente le era mestieri, vo' dire, un chiaroscuro di più forte e più grande effetto. (Della origine e delle vicende della pittura in Venezia sino a' giorni nostri, pp. 7-8)
  • [...] parliamo di Tiziano Vecellio, che dicemmo competitore rivale di Giorgione. Da prima egli si tenne al metodo di questo e fece ritratti che proprio sembravano usciti dal giorgianesco pennello; ma, poco appresso, formò un nuovo stile, meno sfumato, meno focoso e meno grande, ma per altro più soave e che più sinceramente rappresentava la verità. Se Tiziano ebbe dalle storiche penne qualche rimprovero, gli venne per conto del disegno, del quale se a più dotte massime si fosse educato, vi ha chi sostenta che forse sarebbe divenuto il miglior pittore del mondo.
    Ciò piuttosto che fa mettere i più grandi lamenti contro Tiziano, è la poca cura che prendeva di dare all'arte ottimi allievi. (Della origine e delle vicende della pittura in Venezia sino a' giorni nostri, pp. 10-11)

Istoria della scultura in Venezia

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  • A Tullio Lombardo giovò nascere di un padre, il quale assai valeva nelle arti del disegno: cosa provatissima per le grandi opere di Pietro, che ancora ci rimangono. Tullio, egualmente che Pietro, trattò sì l'architettura, sì la scultura: ma di poche opere condotte da lui sappiamo precisamente. Egli faceva suo studio delle antiche cose, e ne traeva copie: cosa che di leggieri si manifesta ne' monumenti che abbiamo del suo valore. (Istoria della scultura in Venezia, pp. 39-40)
  • Tornato Tullio [Lombardo] a Venezia, ebbe molta parte nel condurre la chiesa del Salvatore[2]: la quale è lodatissima dagl'intelligenti e ammiratissima da tutti. Il modo del comporre di Tullio era adattato al soggetto, chiaro e nobile. Talvolta le forme de' suoi modi sono esili rispetto del tempo che operava: ma quando vestì le figure, il panneggiamento n'è facile e grandioso. Il maneggio poi dello scarpello n'è sempre diligente, cosicché seppe ridurre i suoi lavori a tale squisitezza e sottigliezza, che parrebbe non potersi avanzare di più. (Istoria della scultura in Venezia, pp. 41-42)

Della origine e delle vicende dell'architettura in Venezia

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  • Primo della onorata schiera fu Pietro Lombardo, ammirato nella chiesa de' Miracoli, la quale egli condusse, e più ancora estimato in quella della Certosa[3], dove, prima che la si piangesse inutilmente distrutta, poteasi riscontrare un sommo avanzamento dell'arte. (Della origine e delle vicende dell'architettura in Venezia, p. 17)
  • Andrea Palladio, vicentino, [...], misurando in Roma più volte, e ne togliendo in disegno le principali antiche fabbriche, vi apparò l'ottimo, che si manifesta nelle molte sue opere, e vi notò quelle leggi, delle quali si fe' sovrano maestro ne' preziosi suoi scritti. Accadeva al Palladio, contemplatore di que' vetusti edifizii, ciò che avviene a chiunque studia a fondo in Dante: di scoprirci in ogni sua nuova lettura nuove bellezze. Semplicità e grazia negli ornati, nobiltà e maestà ne' prospetti, commodità e decoro non mancano giammai agli edifizii, che Palladio architettò; i quali consolano l'occhio e saziano la mente e il cuore di modo, che meglio non si poteva soprannominarlo, che dicendolo il Rafaello degli architetti. (Della origine e delle vicende dell'architettura in Venezia, pp. 20-21)
  • Pietro [Lombardo] fu buono scultore e buon architetto: però più grande nella architettura, che nella scultura. [...]. A Pietro deve Venezia grandi progressi nell'arte dell'architettare. Delle opere di lui, che prime egli condusse, non ci è restata memoria. (Della origine e delle vicende dell'architettura in Venezia, p. 45)

Note

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  1. Famiglia di pittori originari di Padova che si trasferirono a Murano nel XIV secolo.
  2. La chiesa del Santissimo Salvatore, popol. San Salvador.
  3. Chiesa certosina di Sant'Andrea.

Bibliografia

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Altri progetti

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