Giuni Russo
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Giuni Russo, pseudonimo di Giuseppa Romeo (1951 – 2004), cantante italiana.
- A testa ci voli pi cantari. No a vuci! Ci sono degli artisti che non hanno molta voce ma fanno dei pezzi mirabili.[1]
- C'è stato un momento della mia vita e della mia carriera in cui mi ero seduta. Ho chiamato la mia produttrice e Maria Antonietta Sisini e le ho detto: non possiamo ridurci così, non può essere questa la vita: viviamo in perenne affanno e non siamo felici. Così mi sono messa a cercare. Ho scoperto Ermete Trismegisto e la tavola smeraldina. La teosofia, Steiner. Ho letto un sacco di cose, ma stringi, stringi, mi mancava qualcosa: il ceppo principale. L'ho trovato con santa Teresa d'Avila. Grazie a lei e a Edith Stein sono diventata un po' carmelitana. Erano i primissimi anni Novanta.[2]
- Ho fatto pace col mio male. Solo così sono riuscita a fare un'operazione dopo l'altra. Ma nonostante la fede ho avuto paura. Ho urlato, pianto e litigato, anche col crocifisso. Alla fine però ho accettato la malattia. In ginocchio.[3]
- Ho proposto e lavorato sulla "musica di confine" con arie da camera, citazioni che spaziavano dal jazz al blues: un lavoro di cesello che lasciò perplessa la mia casa d'incisione.[4]
- Il futuro è in movimento. Ciò che mi aspetta è nella mia anima e nella musica alla quale mi abbandono come esperienza totale: senza confine.[5]
- La certezza l'ho avuta a nove anni, dopo avere visto mia sorella cantare in uno chalet a Palermo. Ma in cuor mio lo sapevo già da qualche anno: il sogno della mia vita era cantare. Qualunque cosa. Fino alla morte. Da bambina mi piaceva ripetere "A me piace cantare", accompagnando le parole con un gesto delle braccia verso l'alto. Non sapevo perché. L'ho capito da adulta: il canto per me è una cosa sacra, un gesto rivolto al cielo. Un dono di Dio che guarisce l'anima.[6]
- Non esistono confini, la musica è musica e il futuro è in movimento. da controllare
- Stamattina mi ha telefonato Franco Battiato, mi ha detto: "Dimentica la graduatoria, è così irrilevante, e pensa alle bellissime cose che si stanno scrivendo su di te: questo sì che conta". Franco è un saggio – le dico – bisogna ascoltarlo.[7]
- Mi colpì la sua voce straordinaria, la vitalità con cui cantava, la sua potenza vocale che andava di pari passo con la sensibilità musicale. Un binomio difficile perché quando hai una voce potente di solito sei anche un po' grossolano. Ma lei era in grado di unire le nuances più raffinate. (Franco Battiato [8])
- Proprio oggi pensavo ai tempi in cui andavo in bicicletta a studiare canto, attraversando una città dai profumi speziati o dolci; i suoi giardini e le tante architetture arabeggianti. Volevo studiare anche pianoforte, che oggi suono da autodidatta, come la chitarra o la tromba, grazie ad un regalo che mi fece Louis Armstrong; ma il canto è la mia vita. Vivo per cantare![9]
- Quando smisi di fare canzonette, ho fatto un disco di arie da camera e concerti con "I Pomeriggi Musicali" e altri. Ho sentito l'esigenza di svolgere un percorso spirituale; la donna si faceva delle domande: la vita non può essere questa! Momenti terribili fin quando non mi sono imbattuta nei testi di Teresa D'Avila che ha rapito il mio cuore. Mi ha aiutata a cercare Dio e a trovarlo. Teresa D'Avila dice delle cose che solamente chi la legge può comprendere o anche Giovanni della Croce che cito nell'album. Resto una cantante e non uso la mia spiritualità a fini di business.[10]
- Volevano una canzonetta radiofonica. Gli ho risposto che non ho canzonette nel cassetto e non ne cerco. Se devo fare la fame, per non cedere a compromessi, la farò. La mia forza è questa: non avendo marito né figli ai quali pensare posso vivere con poco. E così mi concedo il lusso, perché ormai è un lusso, di essere un'artista libera.[11]
Citazioni tratte da canzoni
[modifica]Energie
[modifica]Etichetta: CGD e Warner Music Italia, 1981
- Per le strade mercenarie del sesso | che procurano fantastiche illusioni | senti la mia pelle come è vellutata | ti farà cadere in tentazioni | Per regalo voglio un harmonizer | con quel trucco che mi sdoppia la voce | Quest'estate ce ne andremo al mare | per le vacanze. (da Un'estate al mare, n. 9)
Giuni
[modifica]Etichetta: Bubble/Records – Ricordi, 1986
- Mia madre non lo deve sapere non lo deve sapere che | voglio andare ad Alghero | in compagnia di uno straniero | su spiagge assolate | mi guardi in silenzio | con languide occhiate. (da Alghero, n. 1)
Citazioni su Giuni Russo
[modifica]- Ricordo la gavetta, anni e anni di gavetta durante i quali vagavamo. Per un lungo periodo eravamo state a Roma, alla ricerca della strada giusta da intraprendere. Poi, però, Giuni mi aveva detto: «Senti, questi romani sono un po' lenti, torniamo a Milano». [...] Così eravamo tornate alla nostra cara città, dove siamo cresciute. Ma, a parte questo, l'aspetto importante delle canzoni che ho scritto con Giuni è la spontaneità: alcune sgorgavano come dal cielo, non so come spiegarlo, potrei parlare dello Spirito Santo che soffia dove vuole; su altre magari ci lavoravamo un po' di più, riprendevamo in mano una strofa, delle parti, ma sempre in una maniera molto naturale, senza troppi ripensamenti. (Maria Antonietta Sisini)
- La notte a volte mi svegliava e mi diceva: «Dobbiamo musicare questa donna [Santa Teresa d'Ávila], è meravigliosa», e io: «Figurati, è del 1500, io non riesco». Andò avanti così fino a quando, un giorno, in macchina, la sento cantare una poesia della stessa d'Ávila. Ecco come nascevano le canzoni di Giuni, l'ispirazione arrivava d'un tratto. In quel momento non avevamo matite né registratori, per cui, per paura di scordarsi la melodia che le era venuta in mente, continuò a cantare fino a casa, dove potemmo registrarla. (Maria Antonietta Sisini)
Voci correlate
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