Giuseppe Biamonti
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Giuseppe Luigi Biamonti (1762 – 1824), poeta, tragediografo ed erudito italiano.
Citazioni di Giuseppe Biamonti
[modifica]Del bene e del bello; loro essenza e relazioni
[modifica]- Comune opinion fu degli antichi filosofi che bene è quello, il quale desiderano tutte le cose. E certo non si può dare maggior segno del bene che il desiderio. Ben può torcersi il desiderio, ben può esser sedotto e deluso; ma impossibil è che egli non aspiri pure al bene, come l'acqua, la qual può deviarsi dal suo cammino, e per varî canali farla di qua e là andar vagando, ma non s'inganna mai che col farla discendere, e, se anche è forzata a salire in alto, nol fa che volendo andare allo in giù. Ora che primieramente desideran tutte le cose? Certamente l'essere; onde anche quelle, che d'anima e di desiderio son prive, mettono tutte le naturali lor forze per conservarsi nell'esser loro. Questo fu con somma sapienza ordinato dal grande Autor del tutto, acciocché si conservasse questa vastissima mole del mondo.[1]
Epitalamio
[modifica]Muse, questa di studj antica sede,
per cui Felsina sempre andò fastosa,
fatta da quello Eroe, che ogni altro eccede,
più nobile, più ricca, e più famosa,
per pochi dì lasciate; e meco il piede
volgete ad incontrar la Regia Sposa,
che come stella al ciel d'Italia splende,
sul monte, onde il sonante Adige scende.[2]
Citazioni su Giuseppe Biamonti
[modifica]- Con indefessi studî riuscì dottissimo nelle lettere italiane, latine e greche, e di greco fu maestro in Roma a Vincenzo Monti, allora suo amico e fautore. Apprese anche la lingua ebraica, e nella cognizione di essa acquistò somma perizia, attestata anche dalle sue postille manoscritte alla Bibbia, e più particolarmente al libro di Giobbe. (Giovanni Mestica)
- Sebbene espertissimo nella lingua e nell'arte, non essendo però sorretto abbastanza dal genio, in queste [tragedie, Ifigenia e Sofonisba] e anche in altre poesie minori non seppe levarsi generalmente sopra la mediocrità. Il suo stile di prosa è bello per semplicità ed eleganza, derivata dallo studio in ispecie de' trecentisti; salvoché vi si desidera un po' più di vivezza e calore, e talvolta vi ricorre qualche lieve forzatura. (Giovanni Mestica)
Note
[modifica]- ↑ Da Ragionamento sul bello; citato in Giovanni Mestica, Manuale della letteratura italiana nel secolo decimonono, G. Barbèra Editore, Firenze, 18862, vol. I, p. 317.
- ↑ Per le auguste nozze di S.A. imperiale il principe Eugenio Napoleone di Francia e di S.A. reale la principessa Augusta Amalia di Baviera, Tipografia di Ulisse Ramponi, Bologna, 1806.
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