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Giuseppe Emanuele Ortolani

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Giuseppe Emanuele Ortolani

Giuseppe Emanuele Ortolani (1758 – 1828), avvocato e letterato italiano.

Biografia degli uomini illustri della Sicilia

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  • Il Padre Giovanni Evangelista di Blasi Abate Casinese, Regio Istoriografo, di cui ci accingiamo a tessere l'elogio, è uno di quei soggetti assai noti nel regno letterario, e di cui il solo pronunziarne il nome sveglia idee di ammirazione, e rispetto, siccome colui che non solo in Sicilia, ma nell'Italia, e principalmente in Napoli, Perugia, Roma, dettò lezioni di filosofia, e di teologia, con un nuovo metodo, con somma critica, e con grande plauso, scrisse, e pubblicò poesie, opere letterarie, filosofiche, teologiche, ìstoriche; ma fu anche conosciuto in Francia, ed aggregato a quella grande accademia di scienze, ed arti; pregiato nell'Inghilterra come alcune lettere della Società Reale, e del suo illustre Presidente il Signor Banks lo comprovano, e stimato dall'immortale Caterina Imperatrice di Russia, che l'onorò più d'una volta de' suoi proprj caratteri. (Giovanni Evangelista di Blasi)
  • [...] uno de'primarj seguaci di Pittagora fu Caronda di Catania, città sempre magnifica, e famosa nella Sicilia, che rende ancor più celebre il sublime monte Etna, che la sovrasta. Caronda di tutte le dottrine di Pittagora quelle che vieppiù approfondì furono la Morale, e la Scienza della Legislazione, onde la fama si acquistò di uno de' più gran Legislatori de' tempi suoi, e rango ottenne fra i Licurghi, ed i Soloni. Poco curato nella sua patria, come avviene di tutti gli uomini grandi, egli percorse non sol varie città della Sicilia, Cubea, Imera, Lentini, Naxo, Zancla, ma anche fuori Sicilia viaggiò, e nelle città di Turio, e di Reggio fece lungo soggiorno; ed in tutti quelli luoghi, leggi vi dettò, e principalmente in Turio, per cui grande addivenne la riputazione sua, e la fama divulgonne per ogni dove il suo nome, ed il suo merito. Allora i suoi compatriotti ebbero a vergogna il non possedere un sì grand'uomo, ed in patria con lusinghieri inviti l'attirarono: indi lo colmarono di onori, e leggi da lui addomandarono, alle quali rispettosamente si sommessero. (Caronda di Catania)
  • Non si sà al certo come, e dove morì il nostro Caronda; mentre che Valerio Massimo rapporta di lui, che siccome fra le varie leggi, che avea per Turio dettate, una ve n'era, che portava, che colui il quale armato si rendesse nell'assemblee fosse colla morte punito, ed essendovi un giorno imbattuto egli stesso, appena gl'ebbero accennato lo sbaglio, e rimarcando, che avea la spada al suo fianco, ch'egli se la piantò nel corpo, e si diede la morte, onde essere il primo ad ubbidire alla Legge. Diodoro Siculo però rapporta questo anedoto per Diocle di Siracusa, e Caronda fa morire vecchio in Catania sua patria. (Caronda di Catania)

Bibliografia

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