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Indice dei libri proibiti

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Index librorum prohibitorum, Venezia, 1564

Citazioni sull'Indice dei libri proibiti, in latino Index librorum prohibitorum.

  • Il re Filippo di Spagna fu primo dar forma più conveniente, facendo del 1558 una legge che il catalogo de' libri proibiti dall'Inquisizione di Spagna si stampasse. Al qual essempio anco Paolo IV in Roma ordinò che da quell'officio fosse composto e stampato un Indice, come fu esseguito nel 1559, nel quale furono fatti molti passi più inanzi che per lo passato, e gettati fondamenti per mantener et aggrandir l'autorità della corte romana molto maggiormente, col privar gl'uomini di quella cognizione che è necessaria per difendergli dalle usurpazioni. Sino a quel tempo si stava tra i termini de' libri de eretici, né era libro vietato, se non di autore dannato. (Paolo Sarpi)
  • In Italia sono ancora purtroppo molte biblioteche senza cataloghi costruiti sapientemente ed utilmente; anzi talune senza indici affatto.
    In compenso abbiamo un indice senza biblioteca, ed è appunto l'indice dei libri proibiti.
    Che grande, che solenne biblioteca, qual monumento all'arte e alla dottrina combattenti contro la reazione e la violenza, si potrebbe erigere sulla scorta di quell'indice, ov'è intiera la storia delle persecuzioni al pensiero umano! (Emilio Faelli)
  • La Congregazione dell'Indice parla ancora, ogni tanto; ma naturalmente non può ora impegnare che la coscienza religiosa dei cattolici. Ma fino ai tempi moderni la influenza negativa dell'Indice fu grandissima, anche nelle lettere. Significò la morte di quella libertà di pensiero e di coscienza, senza di cui non può essere vera letteratura. La filosofia non poté svilupparsi o dovette ritornare ad essere l'ancella della teologia. La storia non poté approfondire nessuna questione vitale, non poté neppure tentare certe ricerche. Fino alle scienze sperimentali fu contrastato il sorgere, specie dove sembravano opporsi a qualche affermazione della Scrittura, alle cui parole si volle dare un valore assoluto, stabilendosi che essa non solo esprimesse verità morali, ma anche fisiche, storiche, geografiche. (Eugenio Donadoni)
  • Questo indice fu diviso in tre parti: la prima contiene i nomi di quelli, l'opere de' quali tutte, di qualunque argomento siano (eziandio profano), sono vietate; et in questo numero sono riposti non solo quelli che hanno professato dottrina contraria alla romana, ma molti ancora sempre vissuti e morti nella communione di quella. Nella seconda parte si contengono nomi de' libri che particolarmente sono dannati, non proibiti gl'altri dagli stessi autori. Nella terza, alcuni scritti senza nome, oltra che, con una regola generale, sono vietati tutti quelli che non portano il nome degli autori scritti dopo il 1519 e sono dannati molti autori e libri che per 300, 200 e 100 anni erano stati per mano di tutti i letterati della romana Chiesa, sapendo e non contraddicendo i pontefici romani per tanto tempo, e de' moderni ancora furono proibiti di quelli che erano stampati in Italia, eziandio in Roma con approbazione dell'Inquisizione, et anco approbati dal papa medesimo per i suoi brevi, come le annotazioni d'Erasmo sopra il Testamento nuovo, che da Leon X, dopo averle lette, furono approbate con un suo breve, sotto il dato in Roma 1518, 10 settembre. (Paolo Sarpi)

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