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Italianizzazione

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Manifesto affisso a Dignano durante il regime fascista, inerente il divieto dell'uso della lingua slava.

Citazioni sull'italianizzazione.

  • Possiamo dire che si trattò di una persecuzione etnica totale, parallela e coincidente con quella politica generale contro l'antifascismo.
  • Quando sloveni e croati dimostrarono di non essere affatto succubi di questa politica e di non anelare all'assimilazione, la loro opposizione venne presa come un affronto alla 'superiore' italianità, come un oltraggio da parte di gente irriconoscente incapace di approfittare dell'enorme favore che gli veniva fatto accogliendola nel consesso italiano (dopo averla fatta rinunciare alla lingua, al nome, alla propria cultura).
  • Quello dell'inferiorità e arretratezza degli 'slavi' fu il leitmotiv ideologico alla base di tutta la politica italiana sul confine orientale. Per sostenere la loro politica discriminatoria, i fascisti dovevano attribuire a sloveni e croati caratteri di inferiorità, diffondere con una propaganda quotidiana e forsennata l'immagine degli 'slavi' come barbari e arretrati, che dovevano solo anelare all'assimilazione e all'annullamento nella 'superiore' civiltà italiana oppure rassegnarsi ad essere guidati col 'polso di ferro' al quale erano stati abituati (dal governo austroungarico, si intendeva). Questa razzista, falsa e interessata rappresentazione della realtà, che sottovalutava anche la presenza di una forte consapevolezza nazionale e culturale da parte di sloveni e croati, costituiva la base ispiratrice di una politica di violenza e di inimicizia nei confronti delle minoranze nazionali che non sarebbe stata ininfluente nella determinazione degli esiti negativi e tragici del fascismo e dello Stato italiano sul confine orientale.

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