Jan Matthys
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Jan Matthys (1500 circa – 1534), panettiere e predicatore anabattista olandese.
Citazioni su Jan Matthys
[modifica]- Avendo essi ricevuto il battesimo solo perché costretti, egli preannunzia loro l'ira di Dio e una morte atroce nel caso che Dio non voglia perdonarli, cosa che a suo tempo Egli comunicherà personalmente al fornaio di Haarlem...
Detto questo, il profeta se ne va e fa sbarrare dall'esterno l'entrata della chiesa, tenendo quella gente per sei ore nell'atroce paura della morte: la chiesa risuona di grida e di urla. Ma trascorse le sei ore Matthys ritorna con i suoi ceffi, si prostra, conferisce per alcuni minuti con Dio, balza in piedi e annunzia a quella gente tremante il perdono del Padre.
Finché il terribile barbanera è in vita, si può ancora parlare di una situazione passabilmente pulita, di un embrione di moderna repubblica parlamentare su base puritana che, a parte la dottrina anabattista, forse piacerebbe anche a Calvino. La nota dominante è la mancanza di umorismo, anche se Lutero in quegli stessi anni confessa di non voler avere a che fare con un buon Dio che non accetta lo scherzo, e anche se perfino un uomo come Matthys giacque un giorno bambino nella culla e fu ghiotto di una ciambella. (Friedrich Reck-Malleczewen)
- Jan Matthys – «un uomo alto e slanciato, che portava una fluente barba nera ed era olandese» (così lo descrive Gresbeck[1]) Jan Matthys, il profeta inviato a Münster da Dio stesso, il sommo sacerdote, emana un'ordinanza che ancora mancava perché si potesse parlare di «Stato perfetto»: confisca tutto il metallo prezioso, compreso il denaro minuto, che si trova nelle mani dei privati. Tale provvedimento provoca per la prima volta una specie di vivace protesta nella città santa. (Friedrich Reck-Malleczewen)
- Purtroppo una prematura e infelice fine incombe sul nostro tetro profeta dalla barba nera. Invitato a un pranzo di nozze, nel momento in cui doveva essere servito l'arrosto è invasato dallo Spirito, si getta lungo disteso sul tavolo e con le mani e con la testa batte sul piano del tavolo stesso, «proprio come se stesse per morire». Non è però ancora la sua giornata; ha infatti un altro dei suoi occasionali appuntamenti con Dio Padre e, terminata la crisi dice: «Non come voglio io, ma come tu vuoi».
Matthys augura: «La pace di Dio sia con voi tutti», e se la svigna con la moglie. Un altro giorno manifesta l'intenzione di scacciare con un gruppetto di gente e con poche forze, al pari di Davide, il nemico forte come Golia: prende con sé dieci o dodici suoi fedeli, esce dalla città attraverso la Ludgeritor e si avvia in direzione dei vescovili. Questi però non hanno la benché minima comprensione per tale eroismo davidico, passano all'attacco e sbaragliano completamente la pattuglia. Un giavellotto trafigge il profeta che le alabarde riducono poi in pezzi. Gli viene mozzata la testa. I mercenari del vescovo ne tagliano il tronco in cento pezzi «esortandosi a vicenda»; poi gridano ai cittadini che stanno sui bastioni di volersi compiacere di ricomporre il loro borgomastro (questi infatti non sapevano che i mercenari avevano ucciso il confidente di Dio). Così finisce Jan Matthys, fornaio di Haarlem e profeta di Münster. Nella notte i mercenari affiggono i suoi genitali ad una delle porte della città, la Aegiditor. (Friedrich Reck-Malleczewen)
Note
[modifica]- ↑ Heinrich Gresbeck, noto anche come Henry Gresbeck, carpentiere che viveva nella città di Münster nel 1534 quando iniziò la ribellione della città.
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