Josef Koudelka

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Josef Koudelka nel 2014

Josef Koudelka (1938 – vivente), fotografo ceco.

Citazioni di Josef Koudelka[modifica]

  • La mia maniera di lavorare è stata largamente influenzata dalla mia prima esperienza praghese di fotografo di teatro. Avevo piena libertà, Muovendomi in mezzo agli attori sul palcoscenico potevo fotografare la stessa scena quante volte volevo e in tante maniere differenti. Questo mi ha insegnato a trarre il massimo da una situazione data e sono stato portato ad applicare questo metodo a tutto il mio lavoro in generale.[1]
  • Una gran parte della mia fotografia è incentrata intorno a feste e simili occasioni che ricorrono anno dopo anno. La sequenza dei fatti è più o meno sempre la stessa e così io so pressapoco quello che va succedendo. Conosco la storia, gli attori, conosco la scena. Qualche volta un attore può essere fuori forma, qualche volta lo sono io. Quello che mi interessa è quando tutti siamo al meglio di noi stessi. Beninteso, io cerco anche di essere disponibile e pronto per ogni azzardo e per ogni improvvisazione. Talvolta sono queste che possono rivelarsi le foto migliori.[1]

Citazioni su Josef Koudelka[modifica]

  • Gli zingari hanno mostrato a Josef le fotografie della loro giovinezza, quelle dei loro fratelli morti e i loro morti stessi che hanno una moneta incastrata nell'occhio per comprarsi il passaggio nell'aldilà. Josef ci mostra le immagini di questi uomini e di queste donne che sono anche l'immagine di ciò che rischiamo di non essere più. La sua nevrosi, o piuttosto il desiderio di continuare a darci queste immagini testimoniano anche del suo desiderio di non perdersi neanche una briciola, finché esiste, di un mondo che ama. (Romeo Martinez)
  • Non c'è nostalgia, non c'è ricerca di paradiso perduto nelle fotografie di Koudelka. La violenza frequente delle situazioni, la sontuosa drammaticità della forma, delle luci, dei toni, mostrano che per lui "preferire il passato" non significa purgarlo del suo dolore, della sua durezza, significa al contrario rifiutare di vederlo come passato, di sprofondarlo nell'idillio delle cose morte; significa mostrarlo come presente, accettandolo com'è, ingiusto e tragico com'è, ma vivo e lirico e tenero anche, qualche volta. (Romeo Martinez)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Romeo Martinez, Immagine del teatro, teatro dell'immagine, in I grandi fotografi. Josef Koudelka, Gruppo Editoriale Fabbri, Milano, 1983, p. 4.

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