Julio Cortázar

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Julio Cortázar nel 1967

Julio Florencio Cortázar (1914 – 1984), scrittore argentino naturalizzato francese.

Citazioni di Julio Cortázar[modifica]

  • Come un cavallo degli scacchi che si muovesse come una torre, che si muovesse come un alfiere.[1]
  • Dato che l'Ade non esiste, sicuramente sarai là, | ultimo hotel, ultimo sogno, | passeggera ostinata dell'assenza. | Senza bagagli, senza scartafacci, | il tuo obolo sarà un quaderno | o una matita colorata. | – Accettali, nocchiere: nessuno pagò a più caro prezzo | l'ingresso ai Grandi Trasparenti, | al giardino dove Alice la aspettava. (Alexandra[2])
  • [Antonin Artaud] Minacciato da innumerevoli maledizioni, proprietario di un bastone magico con cui tentò di ribellarsi agli irlandesi, a Dublino, fendeva l'aria di Parigi con un coltello contro gli incantesimi, evocando sortilegi lui stesso, è stato il viaggiatore favoloso nel paese dei Tarahumara: quest'uomo ha pagato il caro prezzo di chi tira dritto. Non voglio dire che fu un perseguitato, né proseguire nel lamento sul destino beffardo… Penso che siano altre le forze che hanno trattenuto Artaud sull'orlo del grande salto; che queste forze dimorassero in lui, come in ogni uomo che resta realista nonostante la volontà di 'surrealizzare' se stesso.[3]
  • Pensa a questo: quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d’aria. Non ti dànno soltanto l’orologio, tanti tanti auguri e speriamo che duri perché è di buona marca, svizzero con àncora di rubini; non ti regalano soltanto questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano – non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinghietto simile a un braccino disperatamente aggrappato al tuo polso. Ti regalano l’obbligo di caricarlo tutti i giorni, l’obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio; ti regalano l’ossessione di controllare l’ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono. Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa. Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo orologio e gli altri orologi. Non ti regalano un orologio, sei tu che sei regalato, sei il regalo per il compleanno dell’orologio. (da Preambolo alle istruzioni per caricare l’orologio, Storie di cronopios e di fama, pp. 20-21)

Incipit di alcune opere[modifica]

Il persecutore[modifica]

Dédée mi ha chiamato nel pomeriggio per dirmi che Johnny non stava bene, e sono andato immediatamente all'albergo.[4]

Il viaggio premio[modifica]

«La marchesa uscì alle cinque», pensò Carlos Lopez. «Dove (diavolo l'ho letto?» Era al London di via Perù all'angolo con il Corso; erano le cinque e dieci. La marchesa uscì alle cinque?[4]

Rayuela[modifica]

  • Camminavamo senza cercarci, eppure sapendo che camminavamo per incontrarci.
  • La speranza appartiene alla vita, è la vita stessa che si difende.
  • E bada che ci conoscevamo appena e già la vita ordiva quanto era necessario per farci allontanare minuziosamente.
  • La vita, come un commento di un'altra cosa che non raggiungiamo, e sta lì, alla portata del salto che non facciamo.
  • Non rinuncio a niente. Semplicemente faccio ciò che posso perché le cose rinuncino a me.
  • Ogni volta andrò sentendo meno e ricordando di più.
  • Risultato parziale: ti voglio bene. Risultato totale: ti amo.
  • Tutto dura sempre un po' di più di ciò che dovrebbe.
  • Sopra continuavano a battere. La Maga si alzò arrabbiata, e abbassò ancora di più il volume dell'altoparlante. Passarono otto o nove accordi, un pizzicato, e poi i colpi ripresero.
    – Impossibile, – disse Gregorovius.
    – È assolutamente impossibile che quel tale senta niente.
    – Sente meglio di noi, questo è il guaio.
    – Questa casa è come l'orecchio di Dionisio.
    – Di chi? (p. 140)

Note[modifica]

  1. Da Il gioco del mondo. Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 275. ISBN 9788858024416
  2. In (ES) Desquicio n. 4, Parigi, 1972. Citato in Claudio cinti, Verso Pernambuco. Invito alla lettura di Alejandra Pizarnik; in Alejandra Pizarnik, La figlia dell'insonnia, a cura di Claudio Cinti, Crocetti Editore, 2004, p. 172.
  3. Dall'articolo Morte di Antonin Artaud, Sur, 1948; citato in Artaud: il massacro in mezzo al secolo. Un saggio di Julio Cortázar, pangea.news, 25 marzo 2021.
  4. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Julio Cortázar, Rayuela. Il gioco del mondo, traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, collana ET Scrittori, Einaudi, 2004.
  • Julio Cortázar, Storie di cronopios e di famas, traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Einaudi, 2006.

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