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James Grady

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James Grady

James Grady (1949 – vivente), scrittore statunitense.

Incipit da alcune opere

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Colpo di rasoio

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Il sergente della Squadra Omicidi Devlin Rourke non capiva perché non lo avessero ancora fatto fuori.
Del resto non sapeva ancora chi fossero quei "signori", dove si trovasse e perché lo avessero trascinato lì.
Era tutto preso a pensare cosa ci fosse di buono per cena nel frigorifero di casa sua, con le chiavi già in mano, mentre s'affrettava al tramonto di una sera estiva come tante (afosa come sanno esserlo solo a Baltimora) quando, giunto all'incrocio tra la Ventottesima Strada e St. Paul, aveva sentito una fitta alla gamba sinistra.

I sei giorni del Condor

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Mercoledì
Alle spalle della Biblioteca de Congresso, a quattro isolati di distanza, appena passate la Southeast A e la Quarta Strada (il primo portone dopo l'angolo), c'è una casa di tre piani con decorazioni in stucco bianco. Confusa fra gli altri edifici della città, potrebbe passare inosservata se non fosse per il colore. Il suo bianco splendente spicca fra le tinteggiature sbiadite delle altre case, rosse, grigie, verdi, e talvolta anche bianche, Inoltre, la bassa cancellata di ferro nero e il praticello ben tosato conferiscono all'edificio un'aria di tranquilla dignità che manca alle altre case. Eppure poche persone la notano. Per quelli che abitano nella zona, l'edificio è ormai amalgamato in un paesaggio familiare.

L'ombra del condor

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Non ci pensare, si disse, corri. Corri. Le gambe faticavano sul terreno molle, i piedi inciampavano in zolle e sassi invisibili nell'oscurità, i polmoni bruciavano a ogni respiro, spasimi di nausea gli torcevano lo stomaco. Corri.
Pensa a qualche altra cosa, concentrati sul tuo obbiettivo, metticela tutta per raggiungere la meta. Erano frasi tanto comiche che gli facevano venir voglia di ridere. Il suo ansimare cambiava perfino tono quando un sorriso gli sfiorava le labbra fra un respiro e l'altro. Era una beffa. Pensa al tuo obbiettivo mentre tagli la corda perché da qualche parte dietro di te, forse molto vicino, ci sono dei tipi il cui unico scopo è quello di farti fuori. E sono armati. E non sono a piedi. E non sono stanchi. E non sono in una situazione disperata. Corri.

La notte dell'avvoltoio

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Entrò nel bar affollato come un gelido assassino che cercasse con aria indifferente il suo bersaglio, mi vide al tavolo per due contro il muro coperto di specchi e venne dalla mia parte.
«John Rankin?» domandò con voce roca.
«Sì» risposi, facendo per alzarmi. Lei mi mostrò il palmo della mano, per trovare, per troncare quegli stupidi convenevoli.
«Sono Cora McGregor.» E si sedette, senza stringermi la mano.
«Non ero certa di saperla riconoscere, dalla descrizione che mi ha fatto» disse. «Un metro e ottanta, magro, capelli castani, fra i trenta e i quaranta anni. Occhi celesti. Il suo aspetto non ha nulla di caratteristico,»
«Ecco perché mi sono messo la giacca» dissi, toccando il mio blazer di pelle scamosciata. «In un locale come questo, ho pensato che ce ne sarebbe stata una sola. Non avremmo avuto tante complicazioni se lei fosse venuta nel mio ufficio, o se avesse lasciato che venissi io da lei.»
«Mi dispiace, ma nessuna di queste scelte era opportuna.»
«Se avessi avuto una sua descrizione» dissi «a qualcosa sarebbe servito.»

Bibliografia

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  • James Grady, Colpo di rasoio (Razor Game), traduzione di Carlo Alberto Corsi Rizzoli Editore, Milano 1988.
  • James Grady, I sei giorni del Condor (Six Days Of The Condor), traduzione di Argia Micchettoni, BUR, Rizzoli Editore, Milano 1977.
  • James Grady, L'ombra del condor, traduzione di Argia Micchettoni, Rizzoli, 1976.
  • James Grady, La notte dell'avvoltoio (Hard Bargains), traduzione di Vincenzo Mantovani, RCS Rizzoli Libri, Milano 1987.

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